Eugenetica e Chiesa cattolica: storia di una presa in giro

di Raffaele Carcano

Il 9 aprile 2002 il quotidiano dei vescovi Avvenire pubblicò un pezzo di Fulvio Giongo, esponente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, dal titolo Le tristi fucine di Ippocrate. L’articolo era una recensione del libro In nome di Ippocrate di Raffaella De Franco (docente di bioetica presso l’Università di Bari): una riflessione sui limiti della sperimentazione medica.

Giongo ne traeva lo spunto per uno spericolato accostamento tra eugenetica nazista e metodologia medica sperimentale. Nell’articolo, le teorie eugenetiche naziste venivano esplicitamente ricondotte all’influenza di Alexis Carrel, Premio Nobel per la medicina nel 1912, il quale, riporta Giongo, nel suo libro Un uomo, questo sconosciuto dichiarava esplicitamente che:

Criminali e malati di mente devono essere umanamente ed economicamente eliminati in piccoli istituti per l’eutanasia, forniti di gas adatti. L’eugenetica è indispensabile per perpetuare la forza. Una grande razza deve propagare i suoi migliori elementi; le donne si deteriorano volontariamente attraverso alcool e tabacco. D’altro canto rifiutano d’avere figli grazie alla loro educazione, al progredire del femminismo, alla crescita d’una miope autoaffermazione. L’eugenetica può esercitare una grande influenza sul destino delle razze civilizzate; l’espandersi di pazzi e deboli di mente deve essere prevenuta perché è peggiore di qualsiasi fattore criminale. L’eugenetica chiede il sacrificio di molti singoli esseri umani.

Bene, Carrel era in effetti un personaggio assai discutibile. Era uno che mandava in giro il suo staff (“Biologia della stirpe”) a controllare la “qualità genetica” degli immigrati a Parigi. Fu un collaborazionista dei nazisti durante il governo di Vichy, e solo la morte lo salvò dall’arresto. Recentemente è stato “riabilitato” dal Fronte Nazionale di Jean-Marie Le Pen. Per maggiori informazioni sulle sue imprese, si veda l’articolo di Patrick Tort, «Il ritorno dell’eugenetica», su Le Monde Diplomatique del giugno 1998.

Quel che Giongo non scrisse, però, è che il libro Un uomo, questo sconosciuto è del 1935, e che nel 1936 Alexis Carrel fu nominato socio della Pontificia Accademia delle Scienze. La Chiesa cattolica gli conferì questo importantissimo riconoscimento dopo che Carrel aveva inequivocabilmente esposto le proprie convinzioni eugenetiche.

Non solo: Carrel è per la Chiesa cattolica una specie di santo. Era infatti diventato cattolico a Lourdes, dopo aver assistito a una guarigione “miracolosa”. A questo episodio si è ispirato il film Lourdes, diretto da Ludovico Gasparini, interpretato da Alessandro Gassmann e prodotto da Raiuno (e quindi pagato con denaro pubblico). Il film era basato su un soggetto di Vittorio Messori (proprio lui) ed è stato presentato ufficialmente nel corso del Giubileo degli scienziati, come dimostra questo comunicato stampa pubblicato sul sito del Vaticano:

La sera del 25 maggio, infine, è prevista l’anteprima mondiale del film Lourdes, di L. Gasparini, che verrà presentato in esclusiva agli scienziati presenti al Giubileo e alla Stampa. Il film, basato su un soggetto di Vittorio Messori, è ispirato alla personale avventura di fede di Alexis Carrel, premio Nobel per la Medicina. Il protagonista del film, il giovane Henri Guillaumet, medico positivista e ateo, è costretto a misurarsi con i miracoli che si operano a Lourdes in seguito alla inspiegabile guarigione della sua fidanzata. Il film è tutto incentrato sul dialogo fra scienza e fede attorno al miracolo, che ne costituisce un caso limite.

Con queste premesse, si confronti con quale capacità apologetica è stato redatto il profilo di Carrel sul sito di Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede, un progetto diretto e da un teologo, un sacerdote e un docente dell’Università del Campus Bio-medico dell’Opus Dei (lo stesso di Paola Binetti), e realizzato con la collaborazione del Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana e della John Templeton Foundation, il più importante sostegno finanziario del creazionismo statunitense.

Se ho rimesso insieme queste informazioni non certo nuovissime, stimolato da una nota contenuta nell’ultimo libro di Maurizio Ferraris, è solo perché volevo fornire un esempio di quale potere di condizionamento abbia ormai raggiunto la Chiesa cattolica in Italia. Essa può fare e disfare a suo piacimento: usare “suoi” personaggi ingombranti contro la ricerca scientifica e contro l’ateismo, farsi produrre fiction agiografiche con fondi pubblici, lasciar passare il messaggio che i miracoli esistono veramente, presentare la scienza nel modo ritenuto più opportuno. La ciliegina sulla torta è data dai sedicenti laici alla Galli della Loggia che pontificano sulla «scarsa rappresentanza dei cattolici nella sfera comunicativo-culturale»1.

La presa in giro è così completa, ad maiorem Dei gloriam.

25 dicembre 2006

Note

  1. Ernesto Galli della Loggia. «Una società senza cattolici», dal Corriere della Sera del 20 dicembre 2006.