Il plagiario di Dio

R. Howard Bloch
Sylvestre Bonnard
2002
ISBN: 
9788886842525

Il reverendo Jacques-Paul Migne è passato alla storia come l’autore delle colossali raccolte della Patrologia greca e latina: quasi cinquecento volumi nell’arco di trent’anni. La qual cosa potrebbe interessare assai poco gli atei e gli agnostici che non abbiano uno specifico interesse nello studio di questa materia. Ciò che potrebbe attirarli è invece la vicenda umana, quasi balzacchiana, di questo religioso: un vero protagonista del XIX secolo, che Umberto Eco, nella prefazione al testo, definisce «cialtrone geniale».

Migne fu un editore che si fece pochissimi scrupoli per raggiungere i suoi obbiettivi: quelli dichiarati (l’annullamento delle conseguenze della rivoluzione francese) e quelli inespressi (il proprio tornaconto personale). L’editore degli Ateliers Catholiques fu condannato diverse volte per contraffazione di giornali concorrenti. Anche una buona parte delle Patrologie fu, secondo Bloch, «il risultato di un atto di pirateria»: quasi sempre si limitò a ristampare edizioni già pubblicate da altri, e non riconoscendo i diritti d’autore riuscì a mantenere concorrenziali i propri prezzi. Arrivò perfino a inventarsi una specie di vendita piramidale, con tanto di riconoscimenti destinati ai “cacciatori di preti” e ai correttori di bozze, premiati un tanto per ogni errore scovato. Non tralasciò il settore del kitsch ecclesiastico (statue, organi, quadri venduti a misura) e finì addirittura per impiantare un complicato traffico di messe: nelle sue brochure Migne informava le diocesi senza preti che avrebbe potuto centralizzare le messe, per le quali sembra che riscuotesse tra 1,5 e 2 franchi per ogni messa cantata, mentre il prete veniva rimborsato con 75 centesimi. Un affarista che un rapporto al Ministro dell’Interno definiva «un uomo violento che litiga spesso con i suoi dipendenti», che «paga solo dopo aver ricevuto sollecito dal notaio», che sfrutta redattori e operai pagandoli male, in quanto sono «tutti cattivi soggetti che non trovano lavoro a Parigi».

Howard Bloch (che insegna filologia francese e romanza alla Columbia University), ha scritto un saggio che si gode come un romanzo, catastrofe finale compresa. Una lettura intelligente e divertente.

Marzo 2005