Glossario UAAR

Avvertenza: nella definizione dei termini del presente glossario ci si è limitati alle accezioni legate a temi di carattere filosofico-religioso e occulto.

Abbreviazioni

ant.: antico
anton.: antonomasia
comp.: composto, composizione
contr.: contrario
der.: derivato, derivazione
dir.: diritto
es.: esempio
estens.: estensione
etim.: etimologia
fr.: francese
gr.: greco
indeur.: indoeuropea
impr.: improrio, impropriamente
neg.: negativo, negazione
orig.: origine
port.: portoghese
pref.: prefisso
priv.: privativo
propr.: propriamente
raf.: rafforzativo
rar.: raramente
sec.: secolo
sin.: sinonimo
spreg.: spregiativo, spregiativamente
stor.: storicamente
v.: verbo
V.: vedi

A

Abiura: (dal lat. abiurāre, comp. di ab “da, via da”, e iurāre “giurare”) rinuncia solenne a una religione ritenuta falsa o ritrattazione formale di una dottrina che si allontana da quella tradizionale.

Aconfessionale: non legato ad alcuna Chiesa o fede religiosa.

Agnosticismo: (dal gr. ágnōstos “ignoto”) posizione di chi sospende consapevolmente il giudizio sull’esistenza di Dio, considerando tale problema al di fuori di una possibile verifica sperimentale o semplicemente razionale. Il termine fu coniato dal naturalista inglese T. H. Huxley nel 1869 in antitesi alle antiche dottrine cristiane gnostiche, secondo le quali la salvezza dipenderebbe dalla conoscenza (gnosi) perfetta e superiore del divino.

  1. A. debole: posizione di chi sospende consapevolmente il giudizio circa l’esistenza di Dio, senza escluderne comunque la possibilità di conoscenza.
  2. A. forte: posizione di chi esclude totalmente la possibilità da parte degli esseri umani di raggiungere una conoscenza certa circa l’esistenza di Dio.

Aldilà: oltretomba; in molte dottrine religiose, mondo ultraterreno in cui dopo la morte fisica si verificherebbe la continuazione dell’esistenza in forma di anima.

Anacorèsi: ritiro dal mondo a scopo contemplativo o ascetico.

Anima: (dal gr. ánemos “vento, soffio”) in diverse filosofie, principio vitale e immateriale degli esseri viventi, che nell’essere umano presiede alle attività spirituali; in molte religioni si suppone separabile dal corpo e immortale.

Animatismo: nei popoli primitivi, credenza nell’esistenza di una forza vitale insita in oggetti o fenomeni che li rende capaci di agire intenzionalmente; contrariamente all’animismo, tale credenza non ispira, comunque, sentimenti religiosi e non dà origine al culto dell’oggetto ritenuto animato.

Animismo: in molte religioni primitive, credenza secondo la quale tutte le cose sono animate da spiriti con poteri sovrumani. In antropologia, teoria dell’origine e dell’evoluzione delle religioni basata sullo sviluppo delle credenze animistiche.

Anticlericalismo: atteggiamento di opposizione all’ingerenza del potere ecclesiastico nella vita pubblica e in particolare in campo politico; ostilità nei confronti del clero.

Anticristo: nemico e persecutore del cristianesimo; nel libro dell’Apocalisse (Nuovo Testamento) essere diabolico che alla fine dei tempi si opporrà a Cristo e alla sua Chiesa, cui è destinato, però, a soccombere.

Antipapa: spec. nel periodo tra il III ed il XV sec., papa eletto in maniera non canonica in contrapposizione al legittimo pontefice, e pertanto non riconosciuto dalla Chiesa cattolica romana.

Antipapismo: fenomeno di critica e di opposizione ideologica nei confronti delle posizioni e dell’autorità papali, le cui origini possono essere fatte risalire alla Riforma protestante del XVI sec.

Antropocentrismo: concezione filosofica secondo la quale l’essere umano è centro e fine ultimo dell’universo. V. teocentrismo

Antropomorfismo: (comp. dal gr. di ánthrōpos “uomo” e morphe “forma”) attribuzione di caratteristiche umane, sia fisiche che mentali, alla/alle divinità.

Apateismo: forma di ateismo che scaturisce, anziché da una riflessione sull’eventuale esistenza di Dio, da un pressoché totale disinteresse nei confronti dell’argomento, ritenuto irrilevante.

Apocatàstasi: (dal gr. apokatástasis “restaurazione”) ristabilimento dell’ordine universale da parte di Dio alla fine dei tempi; nella dottrina del teologo greco Origene, salvezza finale dell’umanità per opera di Dio.

Apologetica: branca della teologia, tipica delle religioni monotestiche, che si occupa della difesa delle verità di una religione e della dimostrazione della sua superiorità rispetto a tutte le altre.

Apostasìa: (dal gr. apóstasis “allontanamento”) ripudio e abbandono della propria religione.

Areligioso: non religioso; che possiede una concezione della divinità che prescinde da qualsiasi tradizione religiosa.

Ascetismo: (dal gr. áskesis “esercizio”) sistema di vita tendente alla perfezione spirituale attraverso il distacco dal mondo, la mortificazione degli istinti, il dominio delle passioni e la meditazione.

Aseità: condizione di un essere che ha in sé stesso la ragione della propria esistenza; in teologia, il termine è usato per indicare la natura di Dio.

Astrologia: antica arte divinitoria basata sull’osservazione dei corpi celesti e su un loro ipotetico influsso sulla vita terrena; disciplina pseudoscientifica che presume di poter trarre informazioni sulla personalità e sugli avvenimenti futuri di un individuo in base alla posizione assunta dai corpi celesti al momento della sua nascita; arte di formulare e interpretare l’oroscopo.

Ateismo: (dal gr. átheos, comp. di a- priv. e theós “dio”) negazione dell’esistenza di Dio; posizione di chi ritiene non esista alcuna divinità o qualunque realtà trascendente l’umano. Anticamente veniva tacciato di “ateismo” chiunque professasse una fede diversa dalla propria.

  1. A. debole: posizione di chi nega l’esistenza di una determinata divinità in assenza di prove razionalmente accettabili o di chi si mostra totalmente indifferente verso l’argomento.
  2. A. forte: posizione di chi nega positivamente e in maniera assoluta l’esistenza della divinità e di ogni entità soprannaturale.
  3. A. negativo: posizione di chi ignora l’esistenza di Dio o si mostra del tutto indifferente al problema della sua esistenza.
  4. A. positivo: atteggiamento caratterizzato dall’esplicita negazione di una o più divinità.
  5. A. pratico: atteggiamento caratterizzato da un modo di vivere del tutto indifferente ai principî religiosi e alla divinità, pur in mancanza di una negazione esplicita e consapevole di quest’ultima.
  6. A. teoretico: posizione caratterizzata da una negazione esplicita e consapevole della divinità fondata su argomentazioni logiche e razionali.
  7. A. devoto: atteggiamento di chi, pur negando l’esistenza di Dio, condivide i principî e i valori di una determinata religione.
  8. A. semantico: concezione secondo la quale ogni discorso su “Dio” è insensato, in quanto il termine stesso, appartenente a un linguaggio metafisico non verificabile, risulta privo di significato.
  9. A. di Stato: ateismo imposto dal potere centrale a tutti i cittadini di un determinato Stato in cui è bandito qualunque tipo di culto religioso, o che gode di un riconoscimento istituzionale privilegiato rispetto ai vari culti religiosi presenti.

Ateologia: disciplina contrapposta alla teologia, volta alla costruzione di una teoria dell’immanenza e al perseguimento di un’ontologia materialista. Il termine, coniato dal filosofo francese G. Bataille nel 1950, è stato riportato in auge dal filosofo francese M. Onfray con la pubblicazione nel 2005 del suo Trattato di Ateologia.

Autodafé: (dal port. auto da fe “atto della fede”) solenne proclamazione di una sentenza da parte del tribunale dell’Inquisizione, spec. in Spagna nel XVI sec., a cui seguiva l’abiura o la condanna al rogo degli eretici.

Avventismo: movimento settario cristiano che predica l’imminente seconda venuta di Cristo.

B

Bacchettone: (da “bacchetta”, usata dal confessore per battere i devoti o da quest’ultimi per autoflagellarsi o per accendere le candele in chiesa) chi ostenta una grande religiosità osservando rigorosamente le pratiche minute ed esteriori del proprio culto; per estens., moralista, conformista, ipocrita. Sin. baciapile, baciasanti, bigotto.

Baciapile: (dal bacio dei devoti alle “pile” dell’acqua santa) chi ostenta un’esagerata devozione religiosa. Sin. bacchettone, baciasanti, bigotto.

Baciasanti: (dal bacio dei devoti alle statue dei santi) chi ostenta un’esagerata devozione religiosa. Sin. bacchettone, baciapile, bigotto.

Battesimo: (dal gr. baptismós, “immersione”) in antiche sette orientali, rito di immersione in acqua col quale si era iniziati; nella religione cristiana, primo sacramento amministrato mediante infusione di acqua sulla testa o per immersione, mediante il quale si entra a far parte della rispettiva Chiesa.

Beghino: membro della comunità religiosa dei begardi fondata nel XII sec.; il termine è spesso usato in maniera spreg. per indicare chi ostenta una devozione esagerata. V. bigotto.

Bestemmia: (dal gr. blasphemía «ingiuria») espressione offensiva e oltraggiosa contro la divinità, le persone o i simboli considerati sacri e oggetto di venerazione in una determinata religione.

Bigottismo: atteggiamento da bigotto. Sin. santimònia.

Bigotto: (dal fr. bigot, epiteto spreg. attribuito ai Normanni per il frequente uso dell’intercalare «bî Got», «per Dio») chi dimostra una religiosità eccessiva e puramente esteriore. Sin. bacchettone, baciapile, baciasanti.

Bioetica: disciplina scientifico-filosofica che si occupa dei problemi e dei risvolti etici connessi all’applicazione delle scoperte scientifiche in campo medico e biologico sugli esseri viventi.

Blasfemìa: bestemmia.

Blasfemo: (dal gr. blàsphĕmos “che dice parole empie”) che/chi offende la divinità; empio, irriverente, bestemmiatore.

Bright: termine di lingua inglese traducibile in “luminoso, brillante”, che designa un movimento socio-culturale fondato nel 2003 in California allo scopo di riunire tutti coloro che condividono una visione del mondo e un’etica naturalistici, privi di elementi soprannaturali o mistici.

C

Cabala: (dall’ebr. qabbālāh “dottrina, tradizione”) complesso delle dottrine mistiche ed esoteriche ebraiche riguardanti Dio e l’origine del mondo; per estens., arte di predire il futuro mediante interpretazione di numeri, lettere, figure o sogni.

Calendario gregoriano: calendario ufficiale della maggior parte dei Paesi del mondo, spec. occidentale, introdotto nel 1582 da papa Greogorio XIII in sostituzione del precedente calendario giuliano, in cui la computazione degli anni ha inizio a partire dall’ipotetica data di nascita di Gesù Cristo, ed è suddivisa in Avanti Cristo (a.C.) e dopo Cristo (d.C.). In epoca recente, spec. nei paesi anglosassoni, per evitare l’esplicito riferimento al cristianesimo si è cominciato a introdurre le equivalenti locuzioni di “ante era volgare” (a.e.v) ed “era volgare” (e.v.), nel senso di “era popolare”.

Chiaroveggenza: in parapsicologia, presunta capacità di percezione a distanza nel tempo e nello spazio mediante particolari doti extrasensoriali.

Chiesastico: che riguarda la chiesa; spreg., pretesco.

Chiromanzia: (comp. dal gr. kheirós “mano” con manteía “divinazione”) arte occulta che presume di poter predire il futuro e conoscere i tratti di personalità di un individuo in base all’esame delle linee della sua mano.

Clericalismo: tendenza a tutelare gli interessi della Chiesa e a far applicare le sue direttive nella vita pubblica, in particolare in ambito politico; sostegno alla partecipazione concreta del clero e del laicato cattolico al governo dello Stato.

Concordato: convenzione tra la Santa Sede e uno Stato per regolare questioni di reciproco interesse; per anton., la convenzione stipulata tra la Santa Sede e lo stato italiano nel 1929 (Patti lateranesi) e revisionata nel 1984.

Confessionalismo: rigida adesione ideologica alla dottrina e ai principî di una confessione religiosa; atteggiamento fazioso tendente a uniformare la vita politica e civile ai principî della propria fede religiosa; atteggiamento di subordinazione di uno Stato o di un partito politico alle direttive di una determinata autorità ecclesiastica. V. clericalismo.

Contemplazione: prolungata meditazione e concentrazione rivolta al divino.

Conversione: cambiamento radicale di fede; passaggio da una religione a un’altra.

Cosmogonia: complesso di teorie scientifiche sull’origine dell’universo; spiegazione mitologico-religiosa dell’origine dell’universo.

Cosmologia: disciplina scientifica (o filosofica) che studia l’origine e la struttura dell’universo.

Creazionismo: teoria in aperta contrapposizione all’evoluzionismo, secondo la quale il mondo e tutti gli esseri viventi traggono origine da un atto di creazione divina. Dottrina teologica cristiana secondo la quale le anime sono create direttamente da Dio.

Credente: chi ha fede in Dio e professa una religione. Contr. non credente: chi non professa alcuna religione e nega l’esistenza della/delle divinità.

Credo: insieme delle dottrine che stanno alla base di una religione.

Cremazione: procedimento mediante il quale un cadavere viene bruciato e ridotto in cenere in appositi forni o, in alcune culture, su pire.

Cristianismo: concezione secondo la quale la tutela della tradizione e dei valori cristiani sarebbe indispensabile per la salvaguardia della libertà e della democrazia occidentale.

Criticismo: (dal gr. kritikós, der. di krínein “giudicare, distinguere”) indirizzo filosofico che si propone di indagare le possibilità e i limiti conoscitivi della ragione. Per anton. il sistema filosofico risalente al XVIII sec. del filosofo tedesco Immanuel Kant. Contr. dogmatismo.

Crociata: intervento militare della Chiesa contro comunità considerate eretiche; ciascuna delle spedizioni militari promosse dalla Chiesa tra il sec. XI e XIII con l’intento ufficiale di liberare la Terra Santa dai musulmani.

D

Darwinismo: relativo alla teoria evoluzionistica di Charles Darwin. V. Evoluzionismo.

Decristianizzazione: V. Scristianizzazione.

Deismo: (dal lat. dĕus “Dio”) concezione filosofico-religiosa di matrice razionalistica originatasi nel XVII sec., che ammette l’esistenza di un dio creatore e ordinatore del mondo, ma nega la validità delle religioni rivelate e di qualsiasi forma di provvidenza.

Delirio mistico: disturbo di natura psicotica, spesso associato a fenomeni allucinatori, caratterizzato da convinzioni irremovibili a sfondo religioso come ad es. quella di essere in comunicazione con Dio, di essere l’apostolo di una nuova religione, ecc.

Demonismo: in alcune religioni primitive, credenza secondo la quale i fenomeni naturali sarebbero manifestazioni del contrasto tra spiriti buoni e spiriti malvagî.

Demonologia: studio delle credenze negli spiriti demoniaci nei diversi culti religiosi.

Demonomania: disturbo delirante caratterizzato dal credersi posseduto dal demonio.

Determinismo: concezione filosofica secondo la quale ogni fenomeno naturale è conseguenza di un insieme di condizioni antecedenti, e che nel campo dell’agire umano comporta l’esclusione di un possibile “libero arbitrio”.

Devozione: sentimento di intensa religiosità e di profonda venerazione per la divinità; dedizione a un determinato culto, mistero o santo.

Dio: (dal lat. dĕus, dalla radice indeur. div “luminoso, celeste”) presunta entità superiore di potenza sovrumana cui vengono attribuite prerogative e significati diversi a seconda del contesto storico e culturale di riferimento; nelle religioni monoteiste, essere supremo, infinitamente perfetto, creatore e governatore dell’universo; nelle religioni politeiste, ciascuno degli esseri immortali dotati di poteri e attributi soprannaturali.

Dissacrazione: messa in discussione, critica o irrisione del prestigio di persone, istituzioni o valori ritenuti inviolabili.

Distanasia: morte lenta e dolorosa, con riferimento all’uso di pratiche e strumenti medici atti a prolungare il più possibile la vita di un paziente, senza tenere conto delle sue sofferenze (accanimento terapeutico). V. Eutanasia.

Divinazione: l’arte di predire il futuro, tipica delle religioni primitive, attraverso l’interpretazione di segni o eventi ritenuti manifestazione delle volontà divine.

Docetismo: antica dottrina eretica del cristianesimo che negava la natura corporea di Cristo, e considerava la sua umanità, la sua sofferenza e la sua morte come pure apparenze.

Dogma: (dal gr. dógma “parere” e successivamente “parere definitivo”); in diverse religioni, verità contenuta nella rivelazione divina o definita come tale da un’autorità religiosa e imposta ai credenti come indiscutibile articolo di fede.

Dogmatismo: atteggiamento di accettazione acritica di una verità fondata su principî considerati assiomatici, dunque inconfutabili e indiscutibili.

Dottrina: insieme dei principî e delle conoscenze su cui si fonda una religione.

Dualismo: concezione filosofico-religiosa secondo la quale la realtà deriverebbe da due divinità o principî opposti e irriducibili; il termine fu coniato nel 1700 da T. Hyde nella sua Historia religionis veterum Persarum in riferimento all’antica religione persiana di Zoroastro fondata sulla coesistenza di due divinità in continuo reciproco conflitto: Ahura Mazda (principe del bene) e Ahriman (principe del male). V. Monismo.

E

Ecumenismo: (dal gr. oikouménē (gê) “terra abitata”) movimento ideologico e pratico che si propone di riavvicinare e unificare le diverse confessioni cristiane, basandosi sul riconoscimento dei comuni valori religiosi e sul superamento delle divergenze dottrinali e storiche.

Edonismo: (dal gr. hēdone “piacere”, der. di hēdýs “dolce”, d’orig. indeur.) concezione filosofica secondo la quale il piacere individuale costituisce il fondamento della morale e il bene più elevato; modo di vivere basato sulla ricerca del piacere. Sin. Epicureismo.

Empietà: l’essere empio; sacrilega irreligiosità.

Empio: (dal lat. ĭmpiu(m), comp. di ĭn-, con valore avversativo, e pĭus “pio”) che/chi arreca grave offesa al sentimento religioso; irriverente verso ciò che è considerato sacro.

Empirismo: (dal gr. empeirikós “che si muove nell’esperienza”, der. di empeiría “esperienza”, comp. di én “in” e pêira “prova, esperimento, esperienza”) concezione filosofica secondo la quale unica fonte valida di conoscenza e unico criterio di verità è l’esperienza.

Enoteismo: (dal gr. henós “uno” e theós “dio”) adorazione di un solo dio, pur ammettendo l’esistenza di altre divinità. Sin. monolatria.

Epicureismo: indirizzo filosofico fondato dal filosofo greco Epicuro (341-270 a.e.v.) basato principalmente sul conseguimento del piacere, inteso come liberazione dal dolore e assenza di ogni turbamento.

Eresìa: (dal gr. háiresis “scelta”) dottrina o dichiarazione ufficiale in aperto contrasto con la tradizione e la dogmatica di una determinata religione. Nel cattolicesimo, tesi o dottrina che si oppone alla verità rivelata da Dio e proposta autenticamente come tale dalla Chiesa.

Ermetismo: complesso di dottrine mistico-religiose del periodo ellenistico a carattere esoterico, attribuite al personaggio leggendario di Ermete Trismegisto.

Escatologia: parte della teologia che ha come oggetto il fine ultimo dell’essere umano e dell’universo.

Esorcismo: rito magico o religioso volto a scacciare presenze di natura malefica da persone, animali o cose.

Esoterismo: (dal gr. esōterikós “interiore, intimo”) in alcune religioni, tendenza a trasmettere parte delle verità e degli insegnamenti a gruppi di iniziati.

Estasi: (dal gr. ékstasis, comp. di histánai “star” ed ex “fuori” dalla mente) totale coinvolgimento e innalzamento dell’anima alla contemplazione del divino.

Essoterismo: (dal gr. exōterikós “esteriore, esterno”) di ciò che è essoterico, dottrina o insegnamento destinati al pubblico.

Etica: (dal gr. ethikós, da êthos “costume”, d’orig. indeur.) branca della filosofia che studia i problemi e i valori riguardanti la condotta umana; l’insieme delle norme comportamentali e dei costumi propri di un individuo o di un gruppo sociale in una determinata epoca.

Etnocentrismo: tendenza a interpretare e giudicare i valori, gli usi e i costumi di un gruppo etnico secondo i principî e gli schemi culturali del gruppo di appartenenza, cui si attribuisce carattere di superiorità.

Eudemonismo: (dal gr. eudaimonía “felicità, benessere”, da eudáimon, comp. di êu- “bene” e dáimon “demone”, propr. “posseduto da un buon demone”, “fortunato”) concezione filosofica che considera la felicità come il fine principale dell’agire umano e il fondamento della vita morale.

Eutanasia: (dal gr. euthanasía “morte felice o buona morte”, comp. di eu- e un der. di thánatos “morte”) pratica medica consistente nel procurare deliberatamente, e nel modo più rapido e indolore possibile, la morte di un paziente affetto da un male incurabile, al fine di evitargli sofferenze inutili e intollerabili.

  1. E. attiva: morte provocata direttamente a un paziente incurabile mediante la somministrazione di farmaci.
  2. E. passiva: morte di un paziente inguaribile provocata indirettamente mediante la sospensione delle pratiche mediche necessarie a tenerlo in vita.

Evangelizzazione: predicazione del Vangelo al fine di diffonderne le dottrine e/o di convertire al cristianesimo.

Evoluzionismo: teoria secondo la quale le specie animali e vegetali derivano dalla trasformazione di organismi viventi più semplici esistiti in epoche passate. Tale teoria trae origine dalle scoperte dello scienziato e naturalista inglese Charles Darwin, che le pubblicò nel 1859 nella sua opera principale: L’origine delle specie.

Extrasensoriale: in parapsicologia, si dice di ipotetica percezione che avverrebbe senza il normale ausilio dei sensi.

F

Fede: completa adesione, indipendente da prove logiche, a verità rivelate o soprannaturali basata sull’autorità altrui o su convinzioni personali assolute e indiscutibili. Nel cristianesimo, una delle tre virtù teologali consistente nell’assenso della ragione e nell’adesione della volontà, sorrette dalla grazia, alle verità rivelate da Dio e accettate per l’autorità di chi le rivela.

Fideismo: concezione filosofico-religiosa secondo la quale soltanto la fede, considerata mezzo di conoscenza superiore alla ragione e da questa indipendente, consente il raggiungimento delle verità assolute.

Finalismo: concezione filosofica secondo la quale ogni fenomeno e ogni evento nell’universo tenderebbe alla realizzazione di un determinato fine. Nella religione cristiana, concezione fondata sul concetto di provvidenza divina.

Fondamentalismo: atteggiamento dogmatico caratterizzato dall’applicazione dei principî della propria religione in modo rigido e intransigente, spesso accompagnato da intolleranza verso gli altri credi religiosi.

G

Gnosi: conoscenza rivelata e salvifica del divino propria degli gnostici.

Gnosticismo: movimento filosofico-religioso diffusosi nel Vicino Oriente nel II e III sec., secondo il quale la salvezza spirituale sarebbe limitata ai pochi eletti destinatari del dono della conoscenza rivelata (gnosi) dei misteri divini.

Guerra santa: conflitto motivato da interessi o contrasti religiosi. Tale espressione fu introdotta ufficialmente a partire dal IX sec. da papa Giovanni VIII che definì bellum sacrum (guerra santa) la lotta contro i saraceni nell’Italia meridionale. Comunemente il termine è legato alle Crociate della Chiesa cristiana e al Jihad islamico.

Gùru: guida spirituale o autorità religiosa indiana.

I

Iconoclastìa: (compos. dal gr. eikon “immagine” con kláein “rompere”) movimento religioso sorto nell’Impero Bizantino nel VIII sec., che si opponeva fermamente al culto delle immagini sacre e ne propugnava la distruzione; per estens., atteggiamento di polemica aspra e irriverente nei confronti dei valori, delle idee e delle convenzioni di una determinata società.

Idolatria: (compos. dal gr. éidōlon “immagine” con latrévein “servire, rendere omaggio”) culto fondato sull’adorazione degli idoli.

Idolo: (dal gr. éidōlon “immagine”) immagine, figura o simulacro oggetto di adorazione in quanto rappresentazione o sede reale della divinità.

Ierocrazia: sistema politico basato sul potere della classe sacerdotale.

Ignosticismo: concezione secondo cui la questione dell’esistenza di Dio è priva di senso, in quanto l’idea stessa di Dio è incoerente e priva di significato.

Illuminazione: concezione filosofico-religiosa secondo la quale la conoscenza umana è possibile solo in quanto illuminata dall’intelletto divino; per estens. e impr., in molte religioni, spec. orientali, raggiungimento di un elevato grado di consapevolezza spirituale o mistica.

Illuminismo: movimento filosofico-culturale sviluppatosi in Europa nel XVIII sec. che si proponeva di combattere l’ignoranza, il pregiudizio e la superstizione attraverso l’uso della ragione e la diffusione di una conoscenza razionale della realtà.

Immanente: di ciò che fa parte della sostanza di una realtà in cui trova il proprio principio e il proprio fine, e che non sussiste al di fuori di essa; di ciò che non trascende i confini della conoscenza e del mondo umano.

Immanentismo: indirizzo filosofico che nega l’esistenza di un principio o di una realtà trascendente.

Incredulità: mancanza di fede religiosa. Sin. Miscredenza.

Indifferentismo: atteggiamento di indifferenza verso i problemi di carattere religioso, che non si basa su di una riflessione di tipo filosofico, come avviene nell’agnosticismo, ma sul puro e semplice disinteresse per l’argomento.

Infedele: spec. in passato, chi professava una fede diversa dalla propria, spec. con riferimento ai musulmani rispetto ai cristiani e viceversa.

Inquisizione: (dal lat. inquīrere “domandare, ricercare (quāerere) con insistenza (in-)” indagine eseguita con mezzi arbitrari e lesivi della libertà e della dignità individuali; nella religione cattolica, organizzazione e procedura di indagine svolta tra il XII e il XVII sec. dall’autorità ecclesiastica per individuare e reprimere le eresie.

Integralismo: atteggiamento volto ad applicare senza compromessi i principî della propria dottrina religiosa nella vita politica e sociale, spesso in maniera intollerante nei confronti di altri credi.

Irrazionalismo: concezione secondo la quale la ragione è insufficiente a spiegare adeguatamente la totalità dell’esperienza, e che pertanto privilegia l’uso di altre facoltà come il sentimento e l’intuizione; indirizzo filosofico secondo il quale il mondo non si iscrive entro un ordine razionale.

Irreligiosità: assenza di sentimento religioso; atteggiamento di indifferenza, ostilità o disprezzo nei confronti della religione.

L

Laicismo: corrente di pensiero che rivendica l’autonomia dello Stato rispetto al potere religioso in ambito politico, sociale e culturale; atteggiamento di chi si oppone alle interferenze dell’autorità ecclesiastica nella vita civile.

Laicità: l’essere laico; condizione di chi non appartiene ad alcun ordine religioso. Per estens. si usa per indicare la condizione di indipendenza di uno Stato dai poteri religiosi.

Laico: (dal gr. laikós “popolare”) chi non appartiene al clero; che/chi si ispira ai principî e agli ideali del laicismo; chi auspica e tende all’autonomia da qualsiasi ingerenza di tipo religioso.

Levitazione: fenomeno paranormale consistente nel sollevare e nel tenere sospesi in aria sé stessi o degli oggetti superando la forza di gravità.

Libero arbitrio: concezione filosofico-religiosa secondo la quale ogni individuo possiede la facoltà di compiere le proprie scelte autonomamente prescindendo da vincoli esterni di tipo naturale o divino. Contr. Determinismo.

Libertinismo: corrente di pensiero sviluppatasi in Europa nel XVII sec. avversa al dogmatismo religioso e al conformismo morale in nome delle libertà individuali.

Liturgia: l’insieme dei riti e degli atti cerimoniali pubblici che caratterizzano un culto religioso.

 

M

Magia: insieme di conoscenze e di pratiche rituali che si prefiggono il controllo delle forze della natura o il dominio di presunte potenze occulte, per volgerle a fini beneficî (magia bianca) o malefici (magia nera).

Malicidio: eliminazione del male; termine coniato nel 1128 dal teologo francese B. di Chiaravalle nel suo De laude novae militiae, in cui sostiene la tesi che l’uccisione di un eretico o di un pagano da parte di un soldato cristiano non va considerato un omicidio (contrario al comandamento divino), ma un mezzo di estirpazione del male nel caso non ve ne siano di meno cruenti.

Malocchio: secondo la superstizione popolare, influsso malefico emanato volontariamente o inconsapevolmente dallo sguardo di una persona, capace di produrre effetti negativi su colui che è oggetto di osservazione.

Mana: forza soprannaturale impersonale che per i popoli polinesiani e malinesiani è insita sia negli esseri viventi che negli oggetti; secondo alcune teorie antropologiche, forma elementare e primitiva di sacralità.

Materialismo: concezione filosofica che nega l’esistenza di realtà spirituali e considera la materia il principio assoluto dell’universo; estens., apprezzamento e ricerca esclusiva di piaceri e beni materiali.

Meccanicismo: (dal gr. mēchanikós “inerente alla macchina”) concezione filosofica, contrapposta al finalismo, secondo cui tutti i fenomeni del mondo fisico sono spiegabili mediante le sole leggi della materia e del movimento spaziale dei corpi.

Medium: in parapsicologia, individuo sensitivo capace di provocare fenomeni paranormali (levitazione, psicocinesi, ecc.) e di porsi come intermediario tra il mondo dei viventi e quello dei defunti.

Messianismo: credenza giudaica nel futuro avvento di un regno di felicità terrena grazie all’azione di una figura profetica.

Metafisica: (dal gr. metá tà physiká “dopo le cose fisiche”) parte della filosofia che si occupa di spiegare i principî assoluti della realtà, al di là della conoscenza sensibile e dell’esperienza diretta; spreg., teoria, argomentazione astrusa, priva di legami con la realtà o l’esperienza concreta.

Metànoia: profondo cambiamento spirituale interiore, spec. in seguito all’adesione a una nuova fede religiosa.

Metempsicosi: (dal gr. metempýschōsis “passaggio dell’anima (psyche) da un corpo all’altro) in alcune religioni (es. buddhismo, induismo, giainismo, ecc.), credenza secondo la quale l’anima dopo la morte trasmigrerebbe ogni volta in altri corpi (umani, animali, vegetali o minerali) fino alla completa purificazione da una colpa o da un peccato, che le consente di liberarsi da ogni vincolo con la materia.

Millenarismo: credenza, presente in diverse religioni, nel sopravvento di un cambiamento radicale dell’ordine sociale grazie all’intervento e all’opera di un grande profeta riformatore; in alcuni movimenti cristiani di diverse epoche storiche, la credenza, originatasi da alcune particolari interpretazioni dell’Apocalisse, nell’avvento di un regno di Cristo sulla terra della durata di mille anni, prima della fine del mondo e del giudizio universale.

Miracolo: (dal lat. miraculu(m) “meraviglioso, prodigioso”, dal v. mirāri “essere sorpreso”) fenomeno, evento straordinario di difficile o impossibile spiegazione logica o razionale, attribuito a forze soprannaturali o all’intervento della divinità. Da un punto di vista scientifico, il miracolo è un fenomeno di cui allo stato delle conoscenze non è ancora possibile fornire una spiegazione sperimentalmente valida.

Miscredente: (dal fr. ant. mescroire, comp. del pref. neg. mes- e del v. croire “credere”) che/chi non crede alla divinità o non aderisce ad alcun credo religioso; chi si mostra scettico e irriverente nei confronti delle dottrine e dei culti religiosi.

Miscredenza: l’essere miscredente; mancanza di fede religiosa. Sin., incredulità. V. ateismo.

Misticismo: (dal gr. mystikós “inerente all’iniziato ai misteri”) atteggiamento spirituale che mira ad intensificare l’esperienza del divino e del soprannaturale attraverso vie non razionali, come la meditazione, la contemplazione e l’ascesi.

Mito: (dal gr. mýthos “discorso, narrazione”) narrazione sacra e simbolica sull’origine del mondo e sulle vicende di dei ed eroi.

Mitologia: studio dei miti di una religione, usato spec. per indicare l’insieme dei miti del mondo antico greco-romano.

Monachesimo o rar. monachismo: forma di vita religiosa, individuale o comunitaria, presente in diverse religioni e caratterizzata da distacco dal mondo e da rinuncia ai beni materiali al fine di conseguire la perfezione spirituale e ascetica.

Monismo: concezione filosofica secondo la quale i molteplici aspetti in cui si manifesta la realtà sono tutti riconducibili a un unico principio. V. dualismo.

Monolatria: adorazione di un solo dio, che non implica, a differenza del monoteismo, la negazione dell’esistenza di altre divinità. Sin. enoteismo.

Monoteismo: dottrina filosofica o religiosa che afferma l’esistenza di un solo dio.

Morale: (dal lat. morāle(m), da moris “costume”) complesso delle norme e dei valori su cui un individuo o una collettività basa la propria condotta nella vita pubblica e privata; di ciò che riguarda l’agire umano in relazione alla concezione che si possiede di categorie quali “bene e male”, “giusto e ingiusto”, “buono e cattivo”; conforme ai costumi e ai principî ritenuti validi in un determinato gruppo sociale in un preciso periodo storico.

Moralismo: concezione filosofica che considera la norma morale prioritaria rispetto a ogni altro valore umano; tendenza a giudicare persone o eventi in base a considerazioni strettamente morali, spesso astratte e preconcette; atteggiamento conformistico e a volte ipocrita di rigida difesa dei principî morali; intransigenza nel campo della morale.

N

Naturalismo: concezione filosofica che esclude l’esistenza di qualunque realtà al di fuori della natura, per cui tutti i fenomeni esistenti sono spiegabili mediante leggi fisiche, senza alcun bisogno di un principio trascendente.

Negromanzia o necromanzia (comp. dal gr. nekro “morte, defunto” e mántis “indovino”): arte divinatoria effettuata mediante evocazione degli spirinti dei defunti o attraverso pratiche occulte sui cadaveri.

Neopaganesimo: complesso di movimenti religiosi di epoca moderna che traggono ispirazione dagli antichi culti pagani; tendenza della società contemporanea ad abbandonare i principî etico-religiosi propri del cristianesimo, per sostituirli con valori “naturali” ed edonistici tipici dell’antico mondo pagano.

Nichilismo: (dal lat. nihil “nulla”) concezione filosofica che nega la consistenza di qualsiasi valore e l’esistenza di qualunque verità; per estens., atteggiamento assai critico e di profonda sfiducia nei confronti dell’umanità, del futuro e della vita stessa.

Nirvāṇa: nelle religioni indiane, la condizione di salvezza suprema, che consiste, spec. nel buddismo, nella cessazione di ogni dolore.

Nume: divinità, spec. con riferimento all’età classica.

Numerologia: arte dell’interpretazione del significato simbolico, mistico o occulto dei numeri, intesi sia in senso generale che in relazione a determinati contesti o eventi.

Numinosità: carattere di potenza, di maestosità e di soprannaturale propri di una divinità o di ciò che è sacro.

Numinoso: sentimento del sacro come fondamento dell’esperienza religiosa. Il termine fu coniato dal teologo tedesco R. Otto nella sua opera Il sacro del 1917 per indicare il sentimento di timore reverenziale e al contempo di attrazione suscitato dalla terribile potenza e dalla maestosità della divinità, che sarebbe alla base del “sacro” e fonte di ogni atteggiamento religioso dell’umanità.

O

Occultismo: (dal lat. occulere “nascondere”, comp. con ob- raff. di cŏlere “velare”) complesso di conoscenze e di pratiche fondate sulla supposta esistenza di energie o entità, personali o impersonali, ritenute inconoscibili e inspiegabili razionalmente o scientificamente, e che sarebbero controllabili soltanto da pochi individui dotati di speciali facoltà. Il termine “occultismo” comprende un insieme assai diversificato di fenomeni, quali: magia, spiritismo, teosofia, astrologia, ecc., e spesso investe il campo delle esperienze e delle pratiche mistiche e religiose.

Oggettivismo: concezione filosofica che sostiene l’esistenza e la validità universale della realtà a prescindere da ogni percezione o valutazione soggettiva.

Onnipotenza: facoltà attribuita a Dio di poter compiere qualunque cosa.

Onniscienza: facoltà attribuita a Dio di conoscere ogni cosa.

Oracolo: (dal lat. orāre “pregare”) in molte civiltà e religioni antiche, responso profetico, spesso assai breve e ambiguo, dato da una divinità o da un essere soprannaturale a domande riguardanti il futuro; la divinità stessa, il sacerdote che trasmetteva il responso o il luogo in cui ciò avveniva.

Ordalìa: giudizio di Dio; spec. in epoca medievale, prova giudiziaria spesso cruenta (ad es. acqua gelida o bollente, barre di ferro roventi, ecc.) cui era sottoposto un accusato, e il cui esito era considerato il responso divino della sua innocenza o della sua colpevolezza.

Oroscopo: (comp. dal gr. hóra “ora” (di nascita) e skopêin “guardare”) in astrologia, procedimento mediante il quale si presume di predire il futuro di un individuo e di rilevarne i tratti di personalità in base ai rapporti esistenti tra il momento della sua nascita e la posizione degli astri.

Oscurantismo: atteggiamento di opposizione a qualunque forma di innovazione o di progresso sociale e culturale; l’insieme delle ideologie e delle posizioni politiche, religiose e culturali sorte nel XVIII sec. in contrapposizione all’illuminismo.

P

Paganesimo: (dal lat. paganus “abitante del villaggio”) complesso di religioni e di culti politeistici del mondo antico greco-romano; qualsiasi religione diversa dal cristianesimo e dall’ebraismo, spesso in senso spreg.; spec. in opposizione al cristianesimo, insieme di concezioni e atteggiamenti volti alla valorizzazione della vita terrena e al rifiuto dell’ascetismo e dei valori fondati sul trascendente.

Palingenesi: (comp. dal gr. di pálin “di nuovo” e génesis “nascita”) rigenerazione, rinascita, profondo rinnovamento; secondo diverse concezioni filosofico-religiose, l’alternarsi periodico di distruzione e rinnovamento del mondo o di fine e rigenerazione dell’umanità nel perpetuo trascorrere del tempo. Nella religione cristiana, il rinnovamento dell’anima umana e l’avvento definitivo del nuovo regno di Dio.

Panteismo: (comp. dal gr. pan- “tutto” e theós “dio”) concezione filosofico-religiosa secondo la quale l’intera realtà è identificabile con Dio.

Paranormale: in parapsicologia, fenomeno non riconducibile alle normali leggi della fisica o ai criterî scientifici proprî della psicologia (ad es.: telepatia, chiaroveggenza, spiritismo, ecc.).

Parapsicologia o rar. metapsichica: disciplina che studia tutti quei fenomeni, detti paranormali, che non sono spiegabili mediante le leggi scientifiche comunemente accettate o che sfuggono a un’indagine scientifica.

Pareidolia: (comp. dal gr para- “vicino” e èidōlon “immagine”) processo psichico consistente nella elaborazione fantastica di percezioni reali incomplete, non spiegabile con sentimenti o processi associativi, che porta a immagini illusorie dotate di una nitidezza materiale (per es., l’illusione che si ha, guardando le nuvole, di vedervi montagne coperte di neve, battaglie, ecc.).

Peccato: trasgressione di una legge divina o di una norma etico-religiosa.

Pio: chi si mostra particolarmente devoto a Dio e alla propria religione e ne segue il culto prescritto.

Politeìsmo: caratteristica delle religioni fondate sulla credenza in più dei. Contr. Monoteismo.

Positivismo: indirizzo filosofico sorto in Francia e diffusosi nel resto d’Europa nella seconda metà del XIX sec., caratterizzato dal rifiuto di ogni forma di metafisica a favore di una conoscenza fondata su dati empirici e sul metodo scientifico. Il termine fu coniato dal filosofo francese C. H. Saint-Simon e fu poi adottato dal filosofo e sociologo francese A. Comte per designare lo stadio scientifico del sapere umano, in contrapposizione ai precedenti stadi definiti “teologico” e “metafisico”.

Pragmatismo: corrente filosofica sorta negli Stati Uniti nella seconda metà del XIX sec., secondo la quale la validità di ogni affermazione o principio teorico va confermata in base all’efficacia delle conseguenze che derivano dalla sua applicazione pratica.

Pranoterapia: (comp. dal sanscrito prāna- “soffio vitale” con terapia) trattamento di medicina alternativa, privo di validità scientifica, consistente nell’imposizione delle mani sulle parti malate del paziente da parte di guaritori capaci di trasmettere un’ipotetico fluido energetico di natura benefica di cui sarebbero in possesso.

Precognizione: in parapsicologia, presunta capacità di prevedere il futuro mediante particolari doti extrasensoriali. V. Premonizione.

Predestinazione: corso prestabilito degli eventi da parte del destino o della divinità.

Predestinazionismo: dottrina cristiana risalente al V sec., secondo la quale la salvezza o la dannazione di ogni essere umano dipende esclusivamente dalla volontà di Dio. Tale dottrina è sostenuta con varie interpretazioni nel luteranesimo, nel calvinismo e nel giansenismo, mentre è considerata ereticale nel cattolicesimo.

Predeterminismo: concezione filosofico-religiosa secondo la quale l’agire umano sarebbe determinato dal destino o dalla divinità.

Premonizione: presentimento di natura paranormale circa l’avverarsi di un avvenimento futuro. V. Precognizione.

Pretesco: da prete; spreg. di ciò che è considerato tipico dei preti in quanto ipocrita, untuoso e insincero.

Pretismo: mentalità o atteggiamento di tipo pretesco; clericalismo.

Profanazione: atto offensivo, oltraggioso o illecito che vìola la sacralità di un luogo, di un oggetto o di una persona. Sin. sacrilegio.

Profano: privo di carattere sacro; terreno, mondano; che non ha attinenza con la religione; che/chi non rispetta persone, cose e luoghi ritenuti sacri. Sin. empio, sacrilego. Contr. sacro.

Profezia: predizione di eventi futuri basata su presunte facoltà divinitorie o su un’ispirazione divina.

Proselitismo: (comp. dal gr. di prós “verso, oltre” ed elyt- “provenire”) atteggiamento volto a procurare nuovi aderenti al proprio movimento religioso.

Provvidenza: assistenza benevola di Dio verso le sua creature; nella religione cristiana, l’ordine e i piani con i quali Dio regge e protegge l’intero creato, guidandolo nel corso della sua storia.

Pseudoscienza: disciplina che si basa su teorie o principî privi di attendibilità scientifica o che si presenta come scientifica pur non possedendone i requisiti.

Psicacogia: antica cerimonia religiosa con la quale si guidavano le anime dei defunti agli inferi; rito magico o religioso mediante il quale viene evocata l’anima di un defunto a scopo divinatorio.

Psicocinèsi o telecinesi: in parapsicologia, presunta facoltà consistente nel produrre effetti fisici a distanza mediante la sola forza del pensiero.

Psicopompo: epiteto di alcune divinità della mitologia greca (ad es. Ermes e Caronte) che designa la funzione di guida delle anime dei defunti verso il regno dei morti.

Psicostasia: in alcune religioni antiche, spec. degli Egizi, cerimonia funebre del giudizio divino, che si credeva avvenisse pesando l’anima del defunto per valutarne la misura delle colpe e dei meriti.

Puritanesimo: movimento religioso sviluppatosi in Gran Bretagna nel XVI sec., caratterizzato da un’intransigente severità morale e sociale in rigorosa conformità coi precetti biblici; per estens., austerità di costumi ed eccessivo moralismo, spec. in campo sessuale.

Q

Quietismo: atteggiamento mistico presente in diverse religioni che si propone il conseguimento dell’unione con Dio attraverso uno stato di “quiete”, cioè di passvità e annullamento della volontà; nel cattolicesimo, movimento mistico del XVII sec. condannato dalla Chiesa, che si proponeva il conseguimento di un rapporto immediato con Dio attraverso uno stato di inerzia e di contemplazione, e con l’evitamento di ogni attività intellettuale e di culto esteriore.

R

Razionalismo: concezione che assume la ragione e i metodi razionali come fondamento della conoscenza e dall’agire umano; sistema filosofico che considera la realtà ordinata secondo un principio razionale.

Reincarnazione: in alcune religioni, credenza secondo la quale dopo la morte l’anima trasmigrerebbe in un altro corpo senza più memoria della vita precedente.

Relativismo: concezione filosofica secondo la quale la realtà non è conoscibile in sé stessa, ma soltanto in relazione alle modalità di osservazione e all’osservatore stesso, per cui non esistono né verità assolute né principî etici universalmente validi ed immutabili.

Religione: (dal lat. religiōne(m) di etim. incerta, forse da religāre “legare strettamente”, con riferimento al legame che, attraverso la religione, si stringe con la/le divinità, o forse da relegāre “raccogliere” con riferimento alla raccolta di formule e atti rituali) complesso delle credenze, delle norme etiche e degli atti di culto che esprimono la relazione delle varie società umane con il divino ed il mondo soprannaturale.

  1. R. naturale: religione basata su pochi precetti etico-religiosi di senso comune, definiti grazie ad un processo logico e razionale.
  2. R. positiva (o storica): religione fondata su verità rivelate dalla divinità in un determinato periodo storico.
  3. R. rivelata: religione fondata sulla comunicazione di verità superiori da parte della divinità agli esseri umani.
  4. R. di Stato: religione imposta dal potere centrale a tutti i cittadini di un determinato Stato o che gode di un riconoscimento istituzionale privilegiato rispetto ad altri culti presenti in un determinato territorio nazionale.

Rivelazione: nelle religioni che si attribuiscono un’origine divina, atto mediante il quale la divinità manifesta, direttamente o indirettamente, la propria esistenza agli esseri umani o comunica loro volontà e verità altrimenti non conoscibili.

Risurrezione o resurrezione: in diverse religioni, il ritorno alla vita dopo la morte sotto forma di altri esseri viventi o come puro spirito.

S

Sabba: (dal lat. sabbătum “sabato”) secondo alcune credenze medievali, ritrovo di streghe e stregoni per la celebrazione di riti magici e orgiastici in onore del diavolo. Il termine risale al XIV sec. e può essere messo in relazione con l’antisemitismo dell’epoca, che vedeva nei riti del sabato ebraico un insieme di atti perversi.

Sacrilegio: offesa, oltraggio compiuto mediante atti o parole di luoghi, oggetti o persone considerate sacre. Sin. Profanazione.

Sacro: che appartiene alla divinità e al suo culto; che è separato dal profano; in passato, titolo onorifico assegnato ai sovrani ritenuti consacrati direttamente da Dio.

Santimònia: ipocrita affettazione di santità di vita. Sin. bigottismo.

Santità: condotta di vita caratterizzata da grande probità, profonda devozione e pietà religiosa; qualità di ciò che è considerato sacro ed inviolabile; nella religione cattolica, titolo attribuito al Pontefice.

Satanismo: culto di Satana e predicazione della rivolta nei confronti di Dio presenti all’interno di alcune religioni e in alcune sette; in letteratura, atteggiamento di alcuni esponenti della cultura romantica e decadente caratterizzato dal piacere della dissacrazione, da ribellione e sfida al moralismo corrente ed ai valori religiosi, fino ad arrivare al culto del “male” e di Satana.

Sbattezzo: formalizzazione dell’abbandono della religione cristiana mediante annotazione nei registri parrocchiali; rinnegazione e abbandono di una religione che prevede il battesimo.

Scetticismo: tendenza all’incredulità; atteggiamento di chi nega la possibilità di una conoscenza sistematica o fondata su presupposti metafisici; chi dubita per principio delle affermazioni e delle verità comunemente accettate. Il termine trae origine dalla corrente filosofica omonima sviluppatasi tra il IV sec. a.e.v. ed il II sec., che, in contrapposizione con altre filosofie ritenute dogmatiche, proponeva un atteggiamento di imperturbabile saggezza di fronte all’impossibilità di una conoscenza certa ed assoluta della realtà.

Sciamanesimo o sciamanismo (dal sanscrito śramana “monaco”): complesso di credenze e di pratiche mistico-religiose, spec. in civiltà asiatiche e americane, incentrato sulla figura dello sciamano, individuo cui viene riconosciuta dal gruppo la facoltà di entrare in un particolare stato di estasi o di invasamento, che gli consentirebbe di entrare in contatto col mondo soprannaturale e di compiere attività di tipo taumaturgico e divinatorio.

Scientismo: concezione secondo la quale l’unica forma di conoscenza valida è quella basata sul metodo scientifico; spreg., atteggiamento di chi pretende di applicare i metodi della scienza a qualsiasi aspetto della realtà umana.

Scomunica: censura o pena comminata da un’autorità ecclesiastica, spec. cristiana o ebraica, che consiste nell’esclusione di un suo membro dalla comunità dei fedeli a causa di gravi infrazioni alla dottrina o ai principî di riferimento.

Sconsacrazione: atto col quale un’autorità religiosa priva del carattere di sacro un luogo, un ambiente o un oggetto destinati a scopi profani.

Scristianizzazione: progressivo abbandono del cristianesimo e della sua influenza spirituale da parte di culture di origine cristiana.

Secolarizzazione: declino dell’influenza della religione sulla società civile; tendenza da parte di un individuo o di un’intera società ad assumere un modo di vivere e una visione del mondo sempre più distante dal sacro e dal soprannaturale; laicizzazione.

Sensismo: concezione filosofica secondo la quale l’unico mezzo di conoscenza possibile è quello derivante dall’esperienza sensoriale.

Sensitivo: in parapsicologia, individuo dotato di presunti poteri paranormali. V. Medium.

Setta: (dal lat. sĕcta(m) “parte frazione”) gruppo religioso di minoranza in contrapposizione alle organizzazioni religiose più diffuse ed affermate, generalmente caratterizzate da grande compattezza interna e da rigorismo dottrinale.

Simonìa: peccato consistente nel commercio di oggetti sacri o beni spirituali. Il termine deriva dal nome di un personaggio degli Atti degli Apostoli, il samaritano Simone Mago, che cercò di comprare dagli apostoli Pietro e Giovanni il potere di trasmettere i doni dello Spirito Santo mediante l’imposizione delle mani.

Sincretismo: fusione di elementi dottrinali diversi in un nuovo sistema religioso; convergenza di concezioni e ideologie religiose apparentemente inconciliabili, spesso attuata per esigenze pratiche.

Specismo: discriminazione degli esseri viventi in base alla specie di appartenenza; discriminazione e sfruttamento degli animali da parte degli esseri umani basata sulla presunta superiorità della specie umana su tutte le altre.

Spiritismo: concezione secondo la quale i fenomeni paranormali sarebbero attribuibili a manifestazioni sensibili degli spiriti dei defunti; pratica consistente nella comunicazione medianica con gli spiriti dei defunti.

Spirito: (dal lat. spĭritu(m) “soffio, respiro”) in ambito religioso, principio immateriale identificabile come entità trascendente o divina, o come principio incorporeo e immanente all’essere umano alla base della vita morale, religiosa ed intellettuale; anima separata dal corpo; spettro, fantasma di un defunto.

Spiritualismo: concezione che teorizza il primato e l’autonomia dello spirito rispetto alla realtà materiale; atteggiamento di intensa ricerca interiore e di profonda adesione ai valori spirituali e religiosi; indirizzo filosofico sviluppatosi in Francia e in Italia nel XIX sec. che proponeva un ritorno alla metafisica di ispirazione cristiano- agostiniana, in contrapposizione al materialismo, al positivismo e allo scientismo.

Stigmate o stimmate: (dal gr. stígma “segno, marchio”) le ferite su alcune parti del corpo di Gesù Cristo provocate dalla crocifissione; i segni che riproducono le piaghe di Cristo sulle corrispondenti parti del corpo di alcuni santi o mistici cristiani, che la tradizione attribuisce a un evento miracoloso, e che la scienza considera, invece, manifestazioni di tipo isterico o di autosuggestione.

Stregoneria: insieme delle pratiche e dei riti magici esercitati da streghe e stregoni, che la superstizione popolare ritiene connessi a oscuri rapporti con gli spiriti malefici; presso i popoli primitivi, attività magica malefica o benefica compiuta dallo stregone, individuo investito di autorità religiosa e ritenuto capace di rapportarsi con entità soprannaturali.

Sufismo: movimento mistico e ascetico musulmano sorto nel VIII sec., che mira al raggiungimento di un contatto diretto con la divinità attraverso pratiche di meditazione ed esperienze estatiche.

Superstizione: (dal lat. superstāre “stare sopra, sovrastruttura”) complesso di credenze, atteggiamenti o rituali, diffuso spec. in società culturalmente arretrate, che consiste nell’attribuire a fenomeni ed eventi razionalmente spiegabili a cause occulte o soprannaturali; atto o pratica rituale cui si attribuisce il potere di scongiurare un evento negativo o di propiziarne uno positivo; eccesso di zelo e di timore religioso; credenza o pratica in disaccordo con la dottrina ufficiale di una determinata religione.

T

Tabù o tàbu: (dal polinesiano tapu “sacro, proibito”) interdizione o divieto sacrale di compiere determinati atti per ragioni che possono essere di tipo religioso, igienico, di decenza, ecc.; ciò che è oggetto di proibizione perché considerato sacro o impuro.

Taumaturgia: (dal gr. thaumatūrgia “prodigio, opera meravigliosa”) capacità di compiere miracoli, a volte intesa anche in senso ironico.

Teismo: (dal gr. theós “Dio”) dottrina filosofica o religiosa che afferma l’esistenza di un dio unico e trascendente.

Telecinèsi: V. psicocinèsi.

Teleologia: (comp. dal gr. télos “fine” e -logìa “discorso”) concezione filosofico-religiosa secondo la quale l’intera realtà è organizzata secondo un ordine finalistico. Il termine è stato coniato nel 1728 dal filosofo tedesco C. Wolff nella sua Philosophia rationalis sive logica. Sin. Finalismo.

Telepatia: in parapsicologia, fenomeno di trasmissione extrasensoriale di processi mentali tra due persone.

Templare: soldato cristiano appartenente all’Ordine religioso-militare del Tempio fondato nel 1119 a Gerusalemme per combattere contro i pagani e difendere i luoghi considerati sacri dalla cristianità. Il nome deriva dalla vicinanza della sede dell’Ordine al Tempio di Salomone.

Temporale: che ha durata limitata nel tempo in contrapposizione a ciò che è eterno; in ambito religioso, relativo alla vita terrena e alla sua caducità in contrapposizione all’eternità della vita spirituale; stor., potere politico e amministrativo esercitato da autorità religiose.

Teocentrismo: concezione filosofico-religiosa che pone Dio al centro dell’universo e dell’agire umano. V. Antropocentrismo.

Teocon: (dall’ing. theocon, comp. di theo- “dio” e con(servative) “conservatore”) negli Stati Uniti, chi assume posizioni politiche conservatrici ispirandosi ai valori e ai principî di gruppi cristiani integralisti; in Italia, appartenente allo schieramento politico di centro-destra che si mostra favorevole a una politica ispirata ai principî e ai valori del cristianesimo e della Chiesa cattolica in particolare.

Teocrazia: (comp. dal gr. di krátos “potere, dominio” e theós “dio”) forma di governo in cui il potere politico è esercitato da un’autorità religiosa.

Teodem: (comp. di teo- e dem(ocratico) sul modello di teocon) appartenente allo schieramento politico di centro-sinistra che si mostra favorevole a una politica ispirata ai principî e ai valori del cristianesimo e della Chiesa cattolica in particolare.

Teodicea: (comp. dal gr. théos “dio” e díkĕ “giustizia”) branca della teologia che si occupa del problema della conciliazione dell’esistenza del male nel mondo con la presupposta bontà e giustizia divina. Il termine fu coniato dal filosofo tedesco G. W. Leibniz che lo usò nella sua opera Saggi di Teodicea del 1710, nel senso di dottrina della giustificazione di Dio rispetto al male esistente nel creato.

Teofania: apparizione o manifestazione di una divinità.

Teologia: disciplina che ha come oggetto di studio la natura di Dio e del suo rapporto col mondo e con le sue creature; nelle religioni monoteiste, studio delle questioni divine in relazione ai testi sacri e alla tradizione.

Teosofia: (comp. dal gr. sophía “sapienza” e theós “dio”) nella filosofia neoplatonica, la conoscenza del divino, e conseguentemente della natura, raggiungibile solo attraverso l’esperienza mistica; concezione filosofico-religiosa del XVII sec. che considera tutte le religioni derivanti da un’origine comune e che si propone di condurre gli esseri umani al raggiungimento della sapienza divina attravero un processo esoterico; dottrina della Società Teosofica fondata a New York nel 1875 da H. S. Olcott e da E. P. Blavatskij, che unisce le precedenti concezioni teosofiche con elementi mistici soprattutto orientali.

Totemismo: in diverse tribù primitive, complesso di credenze, di pratiche e di norme sociali fondato su un presunto rapporto di parentela tra un individuo o un gruppo umano con un essere o un fenomeno naturale rappresentato da un simulacro detto, appunto, totem. Il termine totem fu introdotto in occidente dall’esploratore inglese J. K. Long nel 1791 come traduzione del vocabolo “ototeman”, che nella lingua degli indiani dei Grandi Laghi significa “egli è del mio clan”.

Trascendentalismo: indirizzo filosofico che considera il principio primo della realtà, fondamento di ogni conoscenza, come trascendente.

Trascendente: (comp. dal lat. scăndere “salire” e trān(s)- “al di là, oltre”) che è al di là di ogni possibilità di conoscenza; che è al di sopra della realtà sensibile. Contr. Immanente.

U

Ubiquità: facoltà di trovarsi in più luoghi contemporaneamente attribuita alla divinità e ad alcuni santi.

Umanesimo: movimento culturale sorto in Italia e diffusosi in tutta Europa tra il XIV e il XVI sec., caratterizzato da una concezione della vita basata su valori prettamente umani, distanti da quelli religiosi e oltremondani tipici dell’età medievale; concezione basata sulla centralità dell’essere umano e dei suoi valori.

Umanismo: concezione della vita basata sulla centralità dell’essere umano, di cui rivendica diritti e necessità fondamentali come quelli di libertà e dignità personali.

Universalismo: tendenza di un movimento religioso a considerarsi valido per l’intera umanità.

V

Vilipendio alla religione: manifestazione pubblica di disprezzo o di grave offesa nei confronti di una comunità o di una personalità religiosa o di ciò che essi considerano sacro e inviolabile; in diversi Stati si configura in un vero e prorio reato.

Vóto: promessa solenne nei confronti di una divinità o di un santo di compiere (o evitare di compiere) una determinata azione in segno di riconoscenza per una grazia ricevuta o per ottenere un beneficio richiesto.

Ultimo aggiornamento: 23 marzo 2008