La Madonna

Dalla donna alla statua
Ida Magli
Dalai Editore
1997
ISBN: 
9788880893349

«Dalla stessa autrice di “Gesù di Nazareth”», annuncia la copertina del libro, mirando a sottolineare un precedente successo editoriale della nostra grande antropologa più che l’oggetto di questa sua nuova analisi: il personaggio storico, l’evoluzione e la trasformazione della Madonna. Ricorrendo alla metodologia delle scienze umane, Ida Magli «elabora gli scarni dati sui quali la Chiesa costruì il mito della Madonna per ricondurne la figura alla condizione di donna ebrea, in una quotidiana esistenza contrassegnata dai conflitti con i riti fissati dalla tradizione religiosa. […] Particolare attenzione è posta dall’A. nel decodificare la costruzione culturale mariana, ravvisarne la rispondenza a precisi interessi ecclesiastici e illustrare l’itinerario delle principali “apparizioni”». Mimmo Franzinelli.

  • Con la biografia di santa Teresa di Lisieux […] mi sono resa conto ancor meglio che al centro della storia percorsa dall’Europa, l’immagine ideale della Donna è inamovibile, ossia fondante. Ma dire «immagine ideale della Donna» significa dire ancora una volta che il creatore dei significati è l’uomo-maschio, e che il suo porsi nei confronti della femminilità (il modo concreto di vivere il sesso ne è soltanto la conseguenza) non è «reale» (Premessa: la de-realtà della vita in Occidente, 10).
  • L’unico maschio è Dio. Israele è la Sposa di Dio. Il patto di alleanza avviene attraverso una offerta sessuale: l’offerta del prepuzio. […] Inizia, così, la storia drammatica del rifiuto della sessualità nel cristianesimo che porterà, come logica conseguenza, ad attendere la fine del mondo (20).
  • L’avvento del «bambino». […] Come si vede, il problema era cristologico. Ma da qui comincia l’immensa costruzione culturale che porta il nome di «Madonna». […] Ma soprattutto l’immagine di Maria come madre permette di concentrarsi sul bambino. È questa la vera novità portata dal cristianesimo (33).
  • Una donna ebrea. La nascita di una bambina non era motivo di giubilo. L’unico figlio veramente «figlio» era il maschio […] (37)
  • I conflitti col figlio. L’appellativo con il quale continua a chiamarla, anche negli ultimi istanti di vita, «Donna», e che ha indotto i commentatori ai più contorti ragionamenti per spiegare come mai non la chiami «madre» secondo le abitudini ebraiche, è soltanto una conferma. Non le riconosce alcun ruolo come madre (48).
  • Maria di Nazareth secondo gli evangelisti. «Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei». Su questo testo è stato costruito il dogma della divinità di Gesù.
  • Ossessionati dall’integrità fisica. […] Esegeti, teologi, commentatori di tutti i generi hanno puntato su questo passo per affermare la verginità di Maria… Ma si tratta di fantasticherie. Gli ebrei, sia maschi che femmine, si sposavano per avere figli, considerati l’unica vera benedizione di Dio. La massima condanna era quella di non averli (65).
  • L’ombra potente di Dio. Presso gli ebrei la potenza sessuale è numinosa e tremenda. […] Chiamare Dio a «testimone» è chiamare la forza della potenza sessuale (70).
  • Un figlio illegittimo. Ma nella società ebraica non si è nessuno se non si ha un padre. Una ragazza-madre è una donnaccia […] Maria, dunque, deve essere legalmente sposata. Di qui la presenza di Giuseppe. Per la società Giuseppe è il padre. I teologi affermano che Giuseppe, in quanto padre legale, è il padre adottivo, ma è facile capire che si tratta di un falso. Giuseppe non è né l’una cosa né l’altra (76).
  • La costruzione culturale della «Madonna». Ci troviamo ancora una volta di fronte alla mentalità ebraica dei seguaci di Gesù.[…] Il coito rende impuro il maschio, che è tenuto a rituali di purificazione per ritornare degno del rapporto con Dio, unico vero sposo dell’ebreo. Il corpo femminile è il «contenitore» della cosa più sacra: l’essenza della mascolinità, lo sperma (85).
  • La «chiusura» fisica e morale delle donne. Il corpo femminile, dunque, viene tabuizzato, soprattutto nei periodi di massima «apertura»: il mestruo, il parto, il puerperio. […] È il sacerdozio, infatti, il controllo maschile sul mondo divino. La parola potente è strumento esclusivo del maschio, in analogia col pene, che è il primo strumento proiettivo che l’uomo conosca (91).
  • Un corpo perfetto. La teologia cattolica ha costruito a poco a poco, con la «Madonna», quello che gli uomini di tutti i tempi e di tutti i paesi hanno desiderato e tentato di costruire con le donne. (…) Immacolata concezione significa che la Madonna è stata concepita senza il peccato originale. (…) Essa perde qualsiasi concretezza biologica e diviene ciò che gli uomini desiderano: un corpo femminile perfettamente chiuso.
  • La donna ideale e la Madonna. Vergine, vergine, vergine… Questa parola, che risuona di continuo, riflette, senza che più nessuno si accorga della sua fisica brutalità, la vera ossessione degli uomini (102).
  • Tanti nomi per un’idea. Gli attributi della Madonna sono gli oggetti del desiderio che vengono incollati su di lei come su di un supporto onnivalente. Le infinite statue della Madonna, cariche di corone di collane di stelle di vestiti di mantelli, sono la Madonna.
  • Rosa fresca aulentissima. […] Rigore ascetico significa in particolar modo intensificazione della rinuncia al sesso e di conseguenza maggior odio contro le donne. Il confronto oppositivo fra Eva e Maria, già presente nei Padri dei primi secoli, diventa tratto distintivo della lode alla Madonna e arma contro le donne. […] Il parallelo fra Eva e Maria, però, prende grande vigore perché permette di caricare tutto il male su Eva, prima donna e causa dell’ingresso della morte nel mondo (106).
  • Bernardo e il furore amoroso. […] Se prendiamo come esempio Bernardo da Chiaravalle è perché san Bernardo è considerato il «dottore» mariano per eccellenza. […] L’interpretazione di Bernardo rimane una prova dell’impossibilità - una volta entrati nella distorsione logica con la quale si guarda alla Madonna - di conservare il senso della realtà (114).
  • Gli eroi delle apparizioni. […] Come già sappiamo, sono gli innamorati della Madonna gli uomini che hanno agito con maggior forza e durezza nella storia della Chiesa. […] Dal 1800 in poi, invece, a queste apparizioni «private» si affiancano apparizioni per scopi «pubblici», per comunicare determinati messaggi alla società (122).
  • Di queste Madonne è impossibile elencare i nomi, perché i santuari mariani sono i più numerosi che esistano al mondo. La Chiesa dice che è l’Immacolata? Che è l’Assunta? Che è la Madre di Dio? La gente lo ripete, convinta che si tratti della sua stessa verità, perché ciò che conta non è la definizione teologica, ma la sicurezza di quello in cui si crede […] (124).
  • La concretezza del sacrificio simbolico. Grandi santuari si innalzano adesso nei luoghi dove gli eroi sono stati sacrificati. A Lourdes, a Lisieux, a Lucca, a Fatima, immensi, orribili edifici testimoniano il bisogno insopprimibile della società: offrire vittime. […] Lo scontro fra potenze maschili continua, dunque, ad avvenire tramite la femminilità (134).
  • La Madonna e le sue immagini. Il problema, per quanto riguarda l’arte mariana, sta proprio qui: anche la Madonna è pura invenzione. La teologia mariana «inventa» tanto quanto inventa l’arte. […] Questa totale irrealtà corrisponde comunque a una idea, a una fantasia, a un desiderio, proiettati dal Maschio, unico creatore (141).
  • Il prototipo della madre. Questa madre non parla di sé, ma della funzione di madre, così come la vogliono gli uomini: essere per il bambino.
  • La tipologia simbolica della pittura. […] C’è in tutte queste Madonne un corpo senza corpo, che è proprio quello che vorrebbe la teologia. […] I dogmi mariani, infatti, parlano una lingua priva di linguaggio. Che attraversa la storia senza mai cambiare perché non può essere «parlata». In realtà si tratta di un metalinguaggio che propone soltanto «forme», che costruisce alienando (151).
  • Sintesi della morte. Naturalmente le più «umane» sono le pietà, le deposizioni, le crocifissioni. […] La Madonna diventa perciò colei che consacra il Potere, che induce al sacrificio, alle guerre, e viene esaltata con il nome di Regina delle Vittorie (153).
  • Il tempo interrogativo della musica. Lo strumento musicale è come il corpo della donna: è «femmina». […] Femminile, dunque dalla parte del Male, diabolica. […] Ma le tentazioni si succedono sempre «analoghe»: la donna, la musica. Ambedue, «strumenti». Come è inevitabile, alla fine i due strumenti si unificano: il diavolo suona indifferentemente o la viola o il corpo della donna.
  • La verità della perfetta invenzione. […] È vera, della verità della perfetta invenzione. […] Questo castello ha poi seguito una sua strada che non ha più nulla a che fare con Gesù. È l’assolutizzazione della Donna, sognata, idealizzata dai maschi, creatori della cultura e detentori del potere nei confronti delle donne (164).
  • La non-scienza teologica. La sterminata bibliografia mariana (16.685 titoli in vent’anni, dal 1948 al 1968) non «nutre» il pensiero perché non apre nessuna possibilità di crescita: è un non-pensiero, la non-scienza per definizione. […] Di fatto, le proposizioni intorno alla Madonna non possono essere oggetto di discorso, né negativo, né positivo, perché appaiono chiaramente collocate nell’ambito dell’affabulazione (166).
  • C’è quindi una profonda disparità fra Eva e Maria. […] Se schiaccia il serpente è perché non ha ingaggiato nessuna battaglia con lui. Se c’è lei, lui non c’è. Ma cos’è il serpente se non la sessualità maschile?
  • La Bella e la Bestia. Lo scopo ultimo della costruzione «Madonna» è per il maschio eliminare il passaggio sessuale attraverso la femminilità. L’apparente trionfo di Lei è il trionfo di Lui: la dissoluzione di qualsiasi legame con la Donna.
  • La divinizzazione dell’uomo. […] Costruire un Uomo - Gesù - che è anche Dio, è invece l’estremo tentativo per affermare che l’uomo è Dio attraverso il processo della procreazione.[…] Meglio l’indifferenza. L’uomo è uomo, anche se Dio non c’è, piuttosto che riconoscere di essersi messi al posto di Dio.
    Meglio, anzi, «la Madonna» (171).

L’Autrice

Ida Magli (1925), scrittrice e docente di Antropologia culturale all’Università di Roma, autrice di importanti saggi tra cui ricordiamo Gli uomini della penitenza, Alla scoperta di noi selvaggi, Gesù di Nazareth, Santa Teresa di Lisieux, Viaggio intorno all’uomo bianco, Storia laica delle donne religiose. Negli ultimi anni, da giornalista e pubblicista, si è occupata vieppiù di temi attuali e politici: Sulla dignità della donna (la violenza sulle donne, il pensiero di Wojtyla), Sesso e potere.

Luciano Franceschetti
Giugno 2000