Guida alle reliquie miracolose d’Italia

Mauro Orletti
Quodlibet
2018
ISBN: 
9788822901187

Le guide sono utili, danno indicazioni a chi cerca un ristorante, un agriturismo, un albergo e quant’altro possa servire per la nostra vita, vi sono guide anche per i luoghi misteriosi delle città e paesi, insomma guide per ogni ricerca. Una guida alle reliquie miracolose d’Italia credo sia una novità. Ricordo un libretto pubblicato dall’editrice La Fiaccola di Franco Leggio nella collana Anteo — Il culto e le sacre reliquie della vergine Maria — a cura di Alete Dal Canto e Collin De Plancy, Ragusa 1987, relativo alle sole reliquie mariane, ora c’è una guida che passa in rassegna le reliquie presenti in Italia nessuna esclusa.

Dal Medioevo il mercato delle reliquie fu fiorente, i crociati tornarono dalla terra santa portando presunte reliquie, queste reliquie dei santi, dei beati e dei martiri viaggiavano da un luogo all’altro, sorgevano dispute fra città per il possesso delle reliquie, furti “sacrileghi” di reliquie come quello che avvenne nel 1485 quando i veneziani rubarono le reliquie di S. Rocco a Montpellier e nel 1856 restituirono, metà del corpo del santo a Montpellier; vi erano, poi, dei falsari che costruivano le reliquie. Pertanto si trovano dita, mani, gambe, piedi, teste, lingue, cuori, capelli, fluidi corporali e prepuzi, in quantità, tutti organi funzionali alla specialità del santo: di Antonio da Padova, predicatore, si conserva la lingua; di Sant’Apollonia, che viene invocata per guarire il mal di denti, si conservano i denti che le furono cavati con le tenaglie, papa Paolo VI ne fa raccogliere le reliquie tanto da riempire una cassetta di 3 chili e mezzo.

Queste alcune notizie relative alle reliquie; questa guida permette di conoscere le più celebri e curiose reliquie di cui l’Italia è piena, molte delle quali sono ancora venerate e alle quali sono dedicate processioni e feste religiose, ma la guida ci indica anche quelle cadute in disgrazia perché false [sic] ed inefficaci. Bisogna dire che la guida è seriosa, ma non seria visto l’argomento, descrive con ironia senza banalizzare una religiosità credulona, in appendice per ogni reliquia censita, come note al testo, vi sono i riferimenti bibliografici e storici. Grazie all’autore veniamo a sapere che oltre al san gue di San Gennaro, custodito a Napoli dove ad ogni anno assistiamo al “miracolo” della liquefazione, ai piedi dei monti Ausoni e Lepini nel paese di Amaseno (Frosinone) nella parrocchia di Santa Maria Assunta è conservata un’ampolla con il sangue di San Lorenzo e che anche questo sangue è oggetto di “miracolosa” liquefazione, e il vero “miracolo” sta nel fatto che la liquefazione avviene senza alcun ricorso a movimenti dell’ampolla. La reliquia più strana e imbarazzante è sicuramente il santo prepuzio, unica parte del corpo di Gesù rimasta sulla terra, l’autore ne racconta la storia della scoperta della santa reliquia che fu donata da Carlo Magno, in occasione della sua incoronazione a Roma nel dicembre dell’800, a Leone III, reliquia che Carlo Magno ricevette da un angelo. Nell’iconografia cattolica, durante la Controriforma, troviamo sempre il bambinello dipinto nudo con il pene in evidenza, così bene in mostra che si nota che non è mai stato circonciso, quindi il prepuzio che si conservava a Calcata è una rarità, anche se esistono alcuni quadri, pochi, che rappresentano la circoncisione al tempio di Gesù.

Trovata, la reliquia è affidata a mani innocenti, chi se non una vergine può toccare il Santissimo Prepuzio di Gesù; peccato che in Europa esistono altri 12 città che rivendicano il possesso e la venerazione del prepuzio. Il prepuzio di Calcata è sicuramente il più famoso, James Joyce nel suo capolavoro letterario L’Ulisse (1918), scrive che Stephen Dedalus, personaggio principale dell’opera joyciana, scopre che, in un orinatoio, l’amico Leopold Bloom è circonciso e non può fare a meno di pensare al prepuzio di Calcata «l’anello matrimoniale della Santa Romana Chiesa Cattolica» così lo chiama Joyce. La presenza di questa imbarazzante reliquia portò la Congregazione per la Dottrina della Fede, con decreto del febbraio 1900, a vietare a chiunque di parlare o scrivere della reliquia, quindi Joyce sarebbe stato scomunicato. L’ultima volta che fu portata in processione fu nel 1983, dopo di che il prepuzio fu rubato, una storia inventata per mettere fine all’interesse morboso alla reliquia. Dov’è il prepuzio di Calcata?

Torna valida la teoria del teologo Leone Allacci, che nel XVI secolo aveva elaborato un’affascinante teoria, il prepuzio è asceso in cielo, qui si è espanso fino a diventare l’anello di un pianeta (allora) appena scoperto: Saturno. La proprietà taumaturgica, visto la reliquia, era propiziatoria per la fertilità maschile. La guida descrive molte altre reliquie; non è un pamphlet anticlericale, ma uno spaccato sulla credulità dei fedeli, foraggiata dalla chiesa, che cessano di indagare la ragione delle cose, la causa delle sue sofferenze, delle sue sventure o delle sue colpe. Per ogni problema c’è un santo cui chiedere il miracolo, quindi la guida può anche essere d’aiuto in casi di necessità. In un antesignano Dizionario delle reliquie e dei santi della Chiesa Romana editato nel 1888 a Firenze dalla casa editrice Claudiana (la casa editrice degli Evangelici Italiani) nella prefazione l’anonimo curatore scrive: «Quando abbiamo cominciato a distendere queste pagine, ci pareva di sognare … tante erano le stranezze, le imposture, le falsità che eravamo costretti a registrare intorno alla reliquie ed ai santi, che spudoratamente la Chiesa di Roma dava come verità ineccezionabili».

Carlo Ottone
da L’Ateo n. 122