Etica scettica

Wilhelm Weischedel
Il Nuovo Melangolo
1998
ISBN: 
9788870183658

La presente è un’opera postuma, scritta dal filosofo tedesco Wilhelm Weischedel (1905-1975) nell’ultima fase della sua vita. È di particolare interesse per l’obiettivo che si pone: quello della costruzione di un’etica scettica, l’unica ritenuta filosoficamente possibile. Un problema non di poco conto è la contraddizione che sembra racchiudere in sé: «un’etica va alla ricerca di criterî validi e vincolanti, mentre lo scetticismo è di per sé estremamente diffidente». Tuttavia, «l’etica è necessaria per l’esistenza dell’uomo, e lo scetticismo è un atteggiamento di fondo imprescindibile per il filosofare del nostro tempo». Occorre quindi cercane la conciliazione.

Il testo è diviso in un’introduzione e in tre parti.

Nell’introduzione vengono definiti i concetti di etica e di scetticismo nel corso del tempo, con particolare riferimento ai classici della riflessione filosofica. «Filosofare come interrogare radicale», è la tesi di Weischedel, ma «le risposte non han cessato di risolversi in nuovi problemi, perché poggianti su presupposti infondati […] L’interrogare esperisce, attuandosi, il continuo sfracellarsi delle risposte: proprio per questo si trasforma in scetticismo radicale».

Nella prima parte viene messo in discussione lo scetticismo etico. Gli autori esaminati sono soprattutto tedeschi e le etiche osservate sono sia metafisiche che non-metafisiche: tuttavia nessuna di esse, a detta di Weischedel, «può rispondere adeguatamente a quanto richiesto in questo ambito dall’epoca presente», l’età dello scetticismo.

La seconda parte tratta dei problemi fondamentali dell’etica, ovvero quelli della libertà e della coscienza morale.

Nella terza e ultima parte si concretizza la proposta di etica scettica avanzata dall’autore. Un’etica che «non può pretendere in alcun modo di essere assolutamente vincolante […] e non possiede quindi una validità incondizionata ed è quindi anche sempre revocabile». I principî di fondo che individua, che corrispondono ad altrettante decisioni (per lo scetticismo, per la libertà, per l’esistere, per la strutturazione dell’esistenza, come base di ogni azione), costituiscono carattere vincolante per un’etica scettica, «non in modo assoluto ma relativamente alla decisione dello scettico […] Ciò che fa però dell’etica scettica un’etica filosofica in senso autentico, è il fatto che a fondarla non si è introdotto alcun elemento estraneo».

A questo punto l’autore passa da un piano teorico a uno pratico, esaminando gli atteggiamenti conseguenti, fondati sull’apertura (veracità, obiettività, accettazione e tolleranza, compassione), sul distacco (rinuncia, modestia, umiltà e abnegazione, autodominio e riflessività, coraggio e franchezza, magnanimità e benevolenza, calma interiore e pazienza) e sulla responsabilità (solidarietà, giustizia, fedeltà).

Il testo si chiude con un poscritto, che si riporta integralmente: «La domanda che ha guidato la nostra ricerca – se nella nostra epoca di totale scetticismo sia possibile un’etica filosofica – ha trovato una risposta. È possibile delineare e fondare filosoficamente una tale etica, e proprio partendo dallo spirito dello scetticismo. Certo, non in modo che essa derivi immediatamente, quale pura e semplice necessità, dal concetto di scetticismo. A tal fine c’è anzi bisogno di una serie di passaggi che sono stati enucleati come quattro decisioni fondamentali. Se si prendono però queste decisioni fondamentali, allora dall’autointerpretazione dell’esistenza scettica si possono evincere quegli atteggiamenti etici singoli che abbiamo descritto negli ultimi capitoli. Dallo scetticismo, compreso come interrogare radicale, non deve quindi affatto conseguire unicamente la rinuncia a prescrizioni etiche. Anzi, ciò che in un primo momento appariva improbabile, è possibile: un’etica scettica».

Ottobre 2006