Dio e l’impresa scientifica

Il millenario conflitto tra religione e scienza
Claude Allègre
Raffaello Cortina
1999
ISBN: 
9788870785494
  • Vi sono due tipi di spiegazione del mondo: quella fornita dalla religione e dal mito, e quella proposta dalla scienza. (…) Per secoli la religione, anzi le varie religioni, hanno avuto la meglio, poiché hanno garantito agli uomini una verità insuperabile e indispensabile. Oggi, si ha l’impressione che sia piuttosto l’inverso, che sia la scienza ad occupare il centro del mondo, per lo meno di quello civilizzato.
  • È per rispondere a tali domande che questo libro è stato scritto. Senza tabù, né a priori, avendo come unico totem ciò che deve restare la regola delle società civili: la tolleranza.
  • «Eppure, si muove!». Sostenuto dai gesuiti, incoraggiato dal papa, Galilei non è forse l’unico a poter lanciare l’offensiva per far ammettere che la Terra non è al centro del mondo e liberare così la scienza e la filosofia dal fardello teologico?
  • Il centro del mondo. L’Europa del Sud e dell’Ovest, cuore della potenza della Chiesa cattolica, vedeva con preoccupazione diffondersi il virus dello «eliocentrismo». I suoi propagandisti avevano nome Giordano Bruno, prima, e Galileo Galilei, poi.
  • Paradossalmente, queste scoperte che polverizzano tutti i pregiudizi nati dalla Bibbia non scatenano l’ostilità delle autorità religiose. […] In fondo, cosa importa se non siamo al centro dell’Universo? […] L’astronomia, che tanto aveva preoccupato la Chiesa, finisce così per darle soddisfazione. Ma fino a quando?
  • Materia e spirito. Dietro un atteggiamento all’apparenza conciliante, la Chiesa cattolica (in particolare) ha organizzato e maturato - contro la teoria degli atomi - un’opposizione costante e tenace, più radicale ancora di quella relativa all’eliocentrismo; basti ricordare che il termine materialista stava a indicare spiriti non religiosi (57).
  • Big Bang […] Si potrebbe quasi dire che i fisici rivestono a turno il ruolo di Dio. Come creare tutto a partire da nulla? Eppure, le Chiese non fiatano. Perdonano loro ogni cosa perché il fatto di «dimostrare» il Big Bang stabilisce la superiorità, l’autenticità delle religioni del Libro su tutte le altre credenze del mondo, su quelle religioni dei cicli perpetui e dell’eterno ritorno (79).
  • L’età della Terra. Il primo confronto tra geologia e religione fu tutto sommato moderato. Quello che si scatenerà tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX, in Scozia, avrà ben altra ampiezza: vedrà opposte due teorie geologiche fondatrici, quella detta nettunista e quella detta plutonista (88).
  • La vita e l’uomo. La vita è un’invenzione divina di cui l’uomo è il compimento… Tutte le religioni hanno ammesso questo postulato che stabilisce un legame di evidenza tra gli uomini e gli dèi, o tra l’uomo e Dio. […] Da qui il carattere quasi sacro della medicina (105).
  • Ma le Chiese non depongono le armi: la vita è dominio di Dio, deve restare misteriosa, inaccessibile alla scienza. Ed esse si battono su tutti i fronti; al pari del darwinismo, la chimica diventa il nemico numero uno.
  • Malgrado ciò, la lotta delle Chiese, dei sacerdoti di ogni razza, continua, nel tentativo di preservare il dogma, edulcorando o punzecchiando la teoria dell’evoluzione (121).
  • Il conflitto tra visione scientifica della vita e concezione religiosa è dunque chiaro, e note sono le sue cause. Tuttavia, negli anni a seguire, esso rischia di essere superato da un confronto ancora più diretto. Questo nuovo campo di battaglia è rappresentato dalle neuroscienze (127).
  • La religione, come si vede, è al centro del dibattito sulle neuroscienze. Tuttavia, per il momento, essa preferisce ignorarlo. E’ una tattica costante della Chiesa. Quando una nuova scoperta la minaccia, in un primo tempo essa la ignora o la denigra. Ma in questo caso, come per Copernico, fino a quando potrà farlo? […] E Dio, se esiste, non si trova - più che nel cielo - all’interno stesso del cervello umano?
  • Il cammino della scienza. Ma perché, di fronte a queste manifestazione di ostilità, è proprio in Occidente, nel campo della cristianità, che la scienza moderna si è sviluppata? È una realtà incontestabile che la scienza sia decollata nello stesso ambiente in cui è stata perseguitata (137).
  • Nell’Islam religione e scienza si affrontano, ma inizialmente è la scienza che domina. La parola d’ordine è competizione: competizione tra le religioni, competizione tra gli Stati (155).
  • È l’influenza benefica che ha avuto sulla scienza la competizione tra le religioni. […] È ancora la competizione tra religioni che indurrà il Papa a creare nel XX secolo un’Accademia pontificia delle scienze (secondo tentativo dopo il Collegio dei gesuiti), mentre la scienza mondiale appare dominata da anglosassoni protestanti.
  • Faccia a faccia. Così nascono immediatamente conflitti con le religioni. Astronomia, scienze della materia, geologia, biologia: i conflitti generati da queste discipline si sono succeduti nella storia (164).
  • Come si vede da questi esempi, l’atteggiamento negativo delle religioni nei confronti della scienza non è un’esclusiva cattolica. È un tratto comune a tutte le Chiese, dal momento in cui hanno la possibilità di esercitare un qualsiasi potere temporale (176).
  • «Religione della scienza». Questo atteggiamento dogmatico, questa pretesa terribile di fare della scienza una religione, non sono naturalmente sfuggiti alla Chiesa. Diffidente nei riguardi della scienza, essa ha avuto buon gioco nel mostrare che gli scienziati avevano quale scopo quello di sostituire la «loro» religione a quella di Dio. L’essere supremo di Robespierre era diventato scientifico! (178)
  • La fascinazione delle Chiese per la scienza è, dunque, quasi generale. […] Tuttavia, questa attrazione per la scienza non può alla fine che portare guai ai sostenitori del dogma. Poiché la scienza è l’opposto di miti e dogmi (180).
  • La scienza è una conquista permanente, un movimento, e non la si ferma con un dogma che rifiuta di evolvere e di adattarsi (184).
  • Se oggi l’atteggiamento delle religioni del Libro è statisticamente più tollerante rispetto alla scienza, è perché queste hanno compreso che ogni conflitto si svolge a loro spese (190).
  • La scienza non è né sarà mai un dogma, e se lo diventasse perderebbe la sua denominazione di scienza. Molti hanno di essa una visione troppo dogmatica (191).
  • Il cotto e il crudo. Fine del dogmatismo, dello scientismo trionfante dunque, ma anche fine del camuffamento! E su questo punto si deve pertanto impugnare la spada, e dire chiaramente che i testi sacri, quali che siano, sono incompatibili con le conoscenze scientifiche attuali se - e il se è fondamentale - si attribuisce loro un significato letterale (197).
  • In nome del Dio creatore, la religione ha sovente combattuto la scienza. In nome del dio dollaro, l’economicismo rischia di confinarla, di soffocarla. A meno che non vi riesca prima l’oscurantismo dei fondamentalisti. Quali relazioni intrattengono gli scienziati con Dio? Gli atteggiamenti coprono tutto lo spettro dell’immaginabile.
  • Come possono gli scienziati credenti vivere in queste condizioni la loro vita professionale e quella spirituale senza lacerazioni? Alcuni hanno un comportamento puramente e semplicemente schizofrenico. […] Essi dissociano, in misura differente tra loro, la condotta di credenti e di scienziati da una parte, e ricorrono all’interpretazione del testo sacro dall’altro (207).
  • In realtà, la Chiesa ha commesso il suo maggiore errore strategico, che risale a Tommaso d’Aquino, quando ha scelto Aristotele contro Platone (214).
  • Escludendo Dio dal suo campo, la scienza esclude anche la dimostrazione della sua esistenza o inesistenza.
  • Credere o non credere, questo è il problema. È, come dice Francois Jacob, una questione di «gusto», una questione di scelta. Credere o non credere in Dio è e resta una scelta individuale che deve essere rispettabile e rispettata. È uno dei fondamenti essenziali della libertà (217).
  • Alla fine del nostro viaggio, qualche lettore potrebbe chiedermi «E tu, sei credente o no? Abbiamo capito che non sei un uomo pio e tranquillo, ma di fronte alla grande domanda che sei?». Risponderò come rispose Jean Bottéro alla domanda se aveva la fede: «Nel momento stesso in cui, in un senso o nell’altro, rispondo a questa domanda, il mio libro non vale più niente». FINE

L’AUTORE

Claude Allégre, geochimico e divulgatore della scienza, è docente all’Università di Parigi ed è stato anche ministro della ricerca in Francia durante il governo Jospin; è noto in Italia, tra l’altro, per i suoi Economizzare il pianeta (Milano 1992) e per Storia della terra. Dal big bang alla comparsa dell’uomo (Venezia 1995).

Luciano Franceschetti
Giugno 2000