L’animale uomo

Una visione personale della specie umana
Desmond Morris
Mondadori
1994
ISBN: 
9788804451464

Biologo e zoologo di fama mondiale (il suo La scimmia nuda fu negli anni sessanta uno dei maggiori successi editoriali per la divulgazione scientifica in tutte le lingue), Desmond Morris ha con sue opere cambiato radicalmente il modo in cui noi prendiamo coscienza di noi stessi, specie vivente nel tempo e nello spazio del pianeta Terra. Anche quest’opera, ricca di esempi e di eloquenti illustrazioni, ci avvicina ulteriormente alla nostra vera identità spirituale.

  • Nonostante la diversità del colore della pelle, delle credenze religiose e dei rituali sociali, da un punto di vista biologico siamo sorprendentemente simili l’uno all’altro. Se avete dei dubbi su questa affermazione, pensate che il 98,4 per cento del patrimonio genetico degli esseri umani coincide con quello degli scimpanzé (Introduzione, p. 6).
  • Il mio metodo, come per tutti naturalisti sul campo, è quello dell’osservatore. Io sono, cioè, uno che guarda, non uno sperimentatore. Uso il mio occhio addestrato per vedere, il più chiaramente possibile, i modelli dell’attività umana. Da qui il titolo di questo libro: The Human Animal (7).
  • Studiare il comportamento umano. Invece di ascoltare ciò che le persone dicevano, avrei osservato quel che facevano. Le avrei osservate nel loro ambiente naturale, esattamente come fa un bird-watcher. Sarei diventato un man-watcher (osservatore di uomini) (8).
  • Esistono 193 specie viventi di scimmie, con coda e senza coda. 192 sono coperte di pelo. L’eccezione è la scimmia nuda, che si è data il nome di Homo sapiens. Questa insolita specie di grande successo passa molto tempo a esaminare le motivazioni sue più elevate, e un tempo altrettanto lungo a ignorare con cura quelle fondamentali.

«La scimmia cacciatrice», p. 48

  • Per sottolineare il mio pensiero intitolai il libro La scimmia nuda e in esso feci riferimento agli esseri umani soltanto con quel nome. […] Venni attaccato dalla Chiesa per aver ignorato l’anima umana. Io sostenni che la sola speranza di immortalità per gli esseri umani si trovava nei loro organi riproduttivi (48).
  • I pii luoghi comuni di preti e uomini politici suggeriscono che dovremmo amare tutti gli uomini allo stesso modo, che dovremmo trattare gli estranei come fratelli. Dal punto di vista biologico, non siamo assolutamente programmati per agire in questo modo. […] Se ci comportiamo come se questa inclinazione tribale non esistesse, essa tornerà a tormentarci nelle forme più deleterie. Se la accettiamo, possiamo tentare di attenuarla.

«Lo zoo umano», p. 85

  • La questione della sede dell’anima umana è stata dibattuta a lungo. Sarà nel cuore o nella testa, o magari diffusa in tutto il corpo, come una qualità spirituale onnipervasiva, propria dell’essere umano? A me, come zoologo, sembra che la risposta sia abbastanza ovvia: l’anima dell’uomo si trova nei suoi testicoli, quella della donna nelle ovaie. E’ proprio qui, infatti, che troviamo gli elementi veramente immortali del nostro essere: i geni.

«I geni immortali», p. 156

  • Le nostre paure più grandi, quando varchiamo la soglia della mezza età, sono quelle di ammalarci o di morire. Nell’età giovanile questi pensieri non ci sfiorano neppure. […] Sappiamo che un giorno moriremo, ma questo evento è in un futuro tanto lontano che non ci tocca. […] Gli animali non hanno simili problemi. Noi siamo gli unici a renderci conto che un giorno moriremo. Tale consapevolezza è uno sfortunato effetto collaterale del linguaggio. La comunicazione orale inizialmente serviva solo a trasmettere informazioni sul presente (176).
  • Così, fin dai tempi antichi abbiamo trovato una risposta a questo problema: abbiamo concepito l’idea di un «aldilà». Decidemmo che, una volta morti, non cessiamo di esistere, ma ci trasferiamo in un altro luogo dove vivremo per sempre in una condizione differente. Nessuno è mai stato in grado di provare o di confutare l’esistenza di questo «altro mondo»; ma per tutti quelli che riescono a crederci, costituisce un dono enorme, poiché dà loro una speranza che li protegge dalla paura di morire (178).
  • Questa «anima», si pensava, era presente soltanto negli esseri umani, mentre gli animali ne erano privi. Alcune delle prime sétte che ipotizzarono la presenza dell’anima anche negli animali vennero massacrate sommariamente per la loro idea blasfema (179).
  • Alla fine, col fiorire delle opere d’arte, gli uomini furono indotti a credere, erroneamente, di non essere in alcun modo animali. […] Se siamo in grado di dipingere capolavori, costruire cattedrali e comporre sinfonie, come possiamo pensare di essere paragonati alle altre specie animali? Ci deve essere per forza qualche sbaglio. Noi dobbiamo essere stati messi qui, dagli dèi o da extraterrestri, con un aspetto vagamente simile a quello degli altri animali, in modo che ci potessimo inserire senza problemi nell’ambiente terrestre, ma in realtà siamo al di fuori della biologia. È questo l’errore che mi proponevo di correggere quando scrissi La scimmia nuda (Oltre la sopravvivenza, 186).
  • I princìpi dei giochi degli adulti vengono applicati non solo all’arte, ma a quasi tutti gli aspetti delle imprese umane. […] La scimmia nuda dovrebbe in effetti essere ribattezzata come la scimmia creativa. Nel caso migliore restiamo, per tutta la vita, adulti simili a bambini, pronti, alla minima scusa, ad abbandonarci a giochi per adulti (209).
  • Eravamo primati che a un certo punto si rizzarono su due piedi e cominciarono a cacciare in gruppo […] Noi eravamo la combinazione magica, coloro che non temono di varcare le soglie e di correre rischi: il bambino maturo per tutte le occasioni.
  • Con i loro corpi spesso incredibilmente belli. Gli altri animali sono straordinari per quello che sono. Noi, coi nostri corpi piccoli e quasi insignificanti, siamo straordinari per quello che abbiamo fatto. E per quello che senza dubbio faremo in futuro, poiché la storia è appena cominciata… FINE (214).

L’AUTORE

Oltre al celeberrimo saggio La scimmia nuda (1960), che rese il suo nome quasi popolare tra le persone che leggono, gli amanti della psicologia umana e animale apprezzano di Desmond Morris anche L’uomo e i suoi gesti, Il comportamento intimo, Noi e gli animali, Capire il gatto, Questi splendidi animali, La tribù del calcio, Il nostro corpo, Il cane: tutti i perché.

Luciano Franceschetti
Giugno 2000