Aliaa Magda el Mahadi: il coraggio dell’intelligenza, l’intelligenza del coraggio

Qualcuno riconosce la ragazza mora al centro della foto, tra le due “Femen” ucraine, note anche al pubblico italiano per aver recentemente contestato Berlusconi e Benedetto XVI?

È Aliaa Magda el Mahadi, la ragazza egiziana che, due anni fa, in piena “primavera araba” contro Mubarak, osò farsi fotografare nuda per protestare contro l’oppressione femminile nel mondo islamico.

Le sue foto fecero il giro del mondo e suscitarono un vespaio di polemiche, e non solo tra i fedeli egiziani, ma anche tra i laici, timorosi che le “scandalose” foto avrebbero potuto scatenare rabbia e risentimento tra i rivoltosi, esasperando la componente islamista. Insomma si udirono un po’ da tutte le parti, e non solo in Egitto, i soliti pavidi belati dei sudditi del politically correct, ridicolizzati neppure un anno dopo dagli avvenimenti: i Fratelli Musulmani non si fecero pregare nel tentativo di prendere il potere con Morsi, mentre le forze laiche, fiutato il pericolo di una nuova dittatura ben peggiore di quella precedente, non persero tempo a scendere in piazza per non farsi scippare la rivoluzione dai fondamentalisti religiosi, e non fare la fine dell’Iran di Khomeini, come evidenziato in un precedente articolo.

Ma la giovane studentessa egiziana, che pagò il suo gesto con l’arresto e il carcere, aveva dimostrato non solo coraggio, ma anche intelligente preveggenza: si era resa conto del rischio di involuzione religiosa della “Primavera Araba” egiziana e aveva avuto la tempestività di denunciare al mondo tale pericolosa deriva. Il coraggio, come già scriveva Oriana Fallaci, è la più nobile di tutte le qualità umane ed è tanto più efficace quando si accompagna all’intelligenza politica, che non manca certo ad Aliaa Magda: la blogger ha infatti capito, e sta spiegando al mondo, che l’oppressione sessuale è una grande catena che tiene avvinte le masse arabe. Le donne innanzi tutto, ma anche gli uomini, che, come belve impazzite in un serraglio, spesso sfogano secoli di oppressione politico-religiosa con la violenza sulle loro inermi compagne di vita e di prigionia.

Il coraggio però costa caro, sopratutto nei paesi arabi, e oggi Aliaa è costretta a vivere in Svezia, nascosta per motivi di sicurezza o forse addirittura sotto protezione. Ma il coraggio è anche una droga liberatoria e, quando si impadronisce di una persona rifornita di quel prezioso carburante che si chiama “voglia di libertà”, la trasforma in un motore inarrestabile. Ed ecco oggi Aliaa ricomparire sulle scene, assieme alle Femen, in una singolare unione tra forze laiche, nordiche e maghrebine: un intreccio di corpi nudi inneggianti alla loro bellezza liberatoria, qualcosa di mai visto prima, di inaudito. Anzi, di sconvolgente per i repressi di tutto il mondo, ma di entusiasmante per chi crede nella libertà, politica e sessuale. Aliaa, assieme a tante coraggiose donne islamiche e non, ha dimostrato che questa libertà, fisica oltre che spirituale e politica, è ciò che potrà scardinare secoli di oppressione dei musulmani.

Vorrei poi evidenziare un’altra prova di sensibilità politica di Aliaa: non è l’Islam tout court che lei attacca, ma la Sharia: ovvero quella legge, assai più secolare che spirituale, che vuole la sottomissione di popoli interi alla teocrazia, il mancato riconoscimento del dualismo stato-religione, l’oppressione della donna, la divisione del mondo tra territorio islamico (Dar al Islam) e territorio della guerra (Dar al Harb, da conquistare e islamizzare a tutti i costi), la condanna a morte per gli apostati, lo sgozzamento rituale degli animali, ecc. Aliaa sembra indicare alle masse islamiche, prima ancora che al resto del mondo, che un Islam senza Sharia sarebbe di gran lunga un Islam migliore. Ovvero una fede che riguadagnerebbe quella dignità mistica e autenticamente religiosa che senz’altro le appartiene, ma che è stata inquinata nel corso dei secoli dal fanatismo religioso, manovrato dai padrini della teocrazia. Perché questo è il vero, rivoluzionario messaggio donatoci da Aliaa, così bello proprio per la sua incosciente, seducente e femminile civetteria: il paradosso di un corpo nudo che, ponendosi al servizio della libertà, si pone anche al servizio della spiritualità. Quella vera, non quella farisaica dei bigotti che, da troppi secoli, governano il mondo, islamico e non.

 

Leonardo Bacchi (nella foto sotto, a sinistra di Frank Zappa)

marzo 2013