Il pensiero rimane

Martino Rizzotti. Il pensiero rimane. UAAR 2003, pp. 233.

Ripubblicato da Nessun Dogma.

«IL PENSIERO RIMANE»:
A PROPOSITO DEGLI SCRITTI DI MARTINO RIZZOTTI

L’UAAR ha avuto una notevole crescita negli ultimi anni e i soci recenti, che costituiscono ormai la maggioranza, non hanno conosciuto Martino Rizzotti che, nel 1987, dell’UAAR è stato il fondatore.

Era docente di Evoluzione Biologica all’Università di Padova, si specializzò in Filosofia della scienza e faceva parte, tra l’altro, dell’associazione europea di Eso/astro-biologia. Era conosciuto in ambito scientifico a livello internazionale per le ricerche sull’origine della vita.

Il pensiero rimane è una raccolta di suoi scritti, che comprende una parte di quelli scientifici (minima rispetto alle molte pubblicazioni), scelti tra quelli di carattere più generale, e tutti i suoi scritti per l’UAAR: lettere alla stampa, ai soci e alle istituzioni, relazioni ai congressi, articoli per L’Ateo. Tenendo presente che è stato segretario nazionale fino al 1996, fino a questa data i suoi scritti si possono considerare documenti ufficiali della nostra associazione e ne ricostruiscono la storia e la base teorica. Ne emerge l’immagine forte di una associazione ricca di contenuti e di riflessioni sui temi più importanti dell’attualità, dalla legge sull’aborto all’eutanasia, dalla scuola al… pacifismo! Perché, come ha scritto Martino ed è riportato in queste pagine, noi «non abbiamo appartenenza partitica, ma non per questo siamo qualunquisti».

E questo ci indica un difficile punto di equilibrio: sappiamo tutti quanto sia stato difficile mantenerlo nell’ultimo arco di tempo. Forse ci sarebbero stati confronti più pacati e conflitti meno traumatici, se avessimo affrontato certi problemi razionalmente, tenendo conto delle indicazioni e degli spunti di riflessione che si trovano nei suoi interventi; per questo è stato importante averli raccolti ed è importante poterli consultare così come sono, con un ordine cronologico nel quale emerge anche la storia della nostra associazione. E a proposito delle origini, Martino scrive una frase che fa sorridere: «Il 4-12-86 si decise, in tre, di promuovere la costituzione di un’associazione di atei e agnostici». Rendiamoci conto: in tre! Era un po’ matto, il professore, o era dotato di una determinazione straordinaria? Adesso che siamo un migliaio, possiamo propendere per la seconda ipotesi, ma non si può non sottolineare la singolarità e il coraggio di quella iniziativa.

Mettere insieme scritti così diversi può sembrare un’impresa stravagante e rischiosa; sicuramente è sembrata rischiosa alla casa editrice che, inizialmente, aveva proposto all’UAAR la pubblicazione degli scritti di Martino, ma decidendo all’ultimo momento che si trattava probabilmente di un’impresa economicamente incerta; oppure è stato il clima politico ulteriormente degradato a farla retrocedere? Sappiamo che non sempre si può avere una risposta. E la conseguenza è che questo libro si prefigura come occasione mancata, da un lato, ma come occasione afferrata al volo, dall’altro: di fatto è la prima impresa editoriale dell’UAAR.

Martino è stato sensibile a varie tematiche socio-politiche ed etiche, si è impegnato in numerose iniziative e l’eterogeneità di questi scritti riflette inevitabilmente la pluralità dei suoi interessi e del suo impegno. Resta il fatto che, tutti insieme, questi scritti testimoniano come la ricerca scientifica e la concezione atea e immanentista della vita abbiano costituito i due aspetti, in Martino, dello stesso approccio razionalista alla realtà, e questo approccio ha costituito la sua principale lezione di vita.

Questo libro può essere interessante per i suoi scritti scientifici ed epistemologici (contiene tra l’altro la parte più teorica della sua tesi di perfezionamento in Filosofia delle Scienze, e la prefazione in inglese, tradotta appositamente per questa raccolta, al testo Defining life); è interessante per tutti coloro che vogliono confrontarsi con i temi della libertà, della giustizia, del rispetto delle varie concezioni del mondo e, naturalmente, della laicità. È particolarmente importante per gli iscritti all’associazione, che possono trovare un autorevole contributo al dibattito interno, arricchendolo con il confronto dialettico di ciò che nell’UAAR è già stato elaborato, in molti anni di riflessioni ed esperienze.

La raccolta è valorizzata da una prefazione di Giovanni Boniolo, docente di Filosofia della Scienza all’Università di Padova, che è stato disponibile a scriverla in tempi brevi nonostante i suoi molti impegni: mi ha raccontato di aver letto le bozze sul treno che lo portava a Genova, dove ha presentato il suo ultimo libro al Festival della Scienza, libro che ha dedicato proprio a Martino.

Mitti Binda, Milano
da L’Ateo 1/2004