Il Vangelo secondo Cesare

Biagio Catalano
Biagio Catalano
2007

In questi ultimi anni anche il web ha dato il suo contributo al dibattito critico sulla religione. Anzi, per certi versi, molti siti si sono posti all’avanguardia, dando voce a una certa opinione pubblica ma, in particolare, ad appassionati e studiosi “dilettanti”, esterni al mondo accademico, i quali hanno dato spunti interessanti pur non avendo la possibilità di accedere al mercato editoriale ufficiale. I risultati, è vero, sono stati alterni – sia per i toni a tratti eccessivamente anticlericali che per l’attendibilità di certi siti – ma in questo mare magnum emergono comunque sorprese di estremo interesse.

Tra i casi più riusciti troviamo il lavoro di Biagio Catalano, curatore del sito www.alexamenos.com, che da anni è impegnato a fondo nell’analisi del cristianesimo, non indulgendo in tesi sensazionalistiche, ma inquadrando il fenomeno in maniera realistica e di ampio respiro. Il suo lavoro su questo tema è stato sintetizzato nell’opera Il Vangelo secondo Cesare, suddiviso in due parti. La prima, storico-sociale (Il gladio e l’aquila), che fa il punto sul silenzio della storiografia nei confronti di Gesù e sulle presunte “prove” addotte dall’apologetica, sulla tarda e sospetta formazione del Canone, sul contesto delle rivolte ebraiche contro i romani, sulle possibili influenze dei Flavi nella costruzione di questo mito. L’altra sezione dell’opera (La croce e la fenice) invece analizza in maniera comparativa i caratteri principali del cristianesimo confrontandoli con quelli di miti e filosofie antecedenti, facendo notare come la religione cristiana rappresenti una sorta di riedizione sincretica, sotto mentite spoglie, dei culti antichi riunificati dietro la “maschera” di Gesù, imposta dall’autorità imperiale per esigenze di omologazione e controllo.

Nel momento in cui le religioni – e in particolare il cristianesimo – sembrano rimontare, invadendo gli spazi di libertà e operando in chiave scopertamente “politica”, scritti come questo rappresentano una risposta intellettuale ma anche civile per contrastarne le pretese e smitizzarle. Una risposta sia ai governanti, che hanno usato e usano tuttora tali credenze per mantenere il proprio potere, sia alla vasta schiera di apologeti che manca di onestà intellettuale nell’analisi di tali fenomeni religiosi.

È interessante notare come l’opera focalizzi l’attenzione sull’esame dei primi secoli, che rappresentano la fucina del cristianesimo e vengono spesso ignorati – o idealizzati – dalla storiografia, che preferisce spesso dedicarsi allo studio dei secoli successivi, ben più rumorosi, tra crociate e inquisizione.

In realtà, l’acutezza dell’autore sta nel far capire che è proprio fin dalle sue origini che il cristianesimo perde consistenza e attendibilità storica, diventando un mito improbabile al pari di tutti gli altri che ha combattuto, con l’aggravante di essere stato imposto con metodi parecchio discutibili, sia a livello politico che psicologico. Basta leggere le dichiarazioni degli stessi padri della Chiesa, spogliate dagli sproloquî teologici, per rendersi conto di come la storia del primo cristianesimo sia fatta di plagî sistematici, manipolazioni storiche, uso costante di fallacie logiche e incessante volontà di occultamento della realtà, in nome di un’idea totalizzante. Tutto ciò che è venuto dopo non poteva che essere il frutto malato di questa strategia e di questa impostazione originaria.

L’opera, affrontando temi poco battuti, a tratti può apparire troppo specialistica e tale da richiedere l’integrazione con altre letture, per alcuni concetti non approfonditi, specie a livello mitografico. Ciò avviene più che altro per esigenze di spazio, dato che il libro è stato stampato a spese dell’autore, non avendo trovato un editore disponibile a “rischiare” con un’opera così critica. Quello che distingue questo scritto da altri diffusi in questo periodo e firmati autori più noti è in particolare l’attenzione per lo studio comparato della mitologia e l’esame approfondito della patristica, che rivelano una notevole erudizione, mai noiosa, anzi mitigata da una certa dose di ironia.

Il Vangelo secondo Cesare fornisce quindi un contributo interessante per analizzare senza imbarazzo o senso d’inferiorità il cristianesimo, da un punto di vista orgogliosamente e seriamente laico, soprattutto in un paese come l’Italia, dove la situazione politica e culturale ancora risente di una pesante influenza del cristianesimo.

Nota

L’opera è autoprodotta, ed è commercializzata on line tramite il sito lulu.com. L’autore tiene a precisare che i proventi guadagnati dalla vendita, al netto dei costi, verranno devoluti in beneficenza a favore della ricerca medico-scientifica.

Valentino Salvatore
Circolo UAAR di Roma
Giugno 2007