Maria Catena

Carmen Consoli
2006

Maria Catena attendeva paziente il turno per la comunione quella domenica
Cristo in croce sembrava più addolorato di altri giorni
il vecchio prelato assolveva quel gregge da più di vent’anni dai soliti peccati
Cristo in croce sembrava alquanto avvilito dai vizietti di provincia

Primo fra tutti il ricorso sfrenato al pettegolezzo imburrato
infornato e mangiato quale prelibatezza e meschina delizia
per palati volgari
larghe bocche d’amianto fetide come acque stagnanti

Cristo in croce sembrava più infastidito dalle infamie che dai chiodi

Maria Catena anche tu conosci quel nodo che stringe la gola

Quel pianto strozzato da rabbia e amarezza da colpe che in fondo non hai
e stai ancora scontando l’ingiusta condanna nel triste girone
della maldicenza
e ti chiedi se più che un dispetto il tuo nome sia stato un presagio

Maria Catena non seppe reagire
Al rifiuto del parroco di darle l’ostia
E soffocò nel dolor quel mancato amen
E l’umiliazione
Secondo un antico proverbio ogni menzogna alla lunga diventa verità

Cristo in croce mostrava un sorriso indulgente e quasi incredulo

Maria Catena anche tu conosci quel nodo che stringe la gola

Quel pianto strozzato da rabbia e amarezza da colpe che in fondo non hai
e stai ancora scontando l’ingiusta condanna nel triste girone
della maldicenza

E stai ancora scontando l’ingiusta condanna nel triste girone
della maldicenza
e ti chiedi se più che un dispetto il tuo nome sia stato un presagio