Esposto contro il Comune di Roma contro la mancata assegnazione di una sede

Alla Corte dei Conti
Sezione giurisdizionale regionale
Via A. Baiamonti, 25
00195 Roma

e alla Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Roma
Piazzale Clodio, 3
00195 Roma

Roma, 15 settembre 2008

Oggetto: Concessione di immobili di proprietà del Comune di Roma ad associazioni che ne facciano richiesta ai sensi dell’articolo 32, comma 1, della legge 383, 7 dicembre 2000.

Il sottoscritto Raffaele Carcano, […], nella sua qualità di segretario nazionale dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (di seguito “UAAR”), Associazione di Promozione Sociale iscritta nel relativo registro nazionale con il numero 141
ESPONE
1) che, l’articolo 32, comma 1, della legge 383/2000 prevede che il Comune conceda in godimento immobili di sua proprietà in via preferenziale ad Associazioni di Promozione Sociale, affinché queste possano installarvi la propria sede;
2) che, con delibere n. 26/1995 e 202/1996, il Comune di Roma ha disciplinato i criteri in base ai quali assegnare detti spazi;
3) che gli elenchi delle organizzazioni che godono di tale concessione sono pubblicizzati sul sito internet del Comune di Roma (all. 1 e 2);
4) che, in data 4 agosto 2003, l’UAAR, trovandosi in possesso di tutti i requisiti richiesti dalla legge, ha presentato domanda per l’assegnazione di uno spazio (all. 3);
5) che, a fronte di tale richiesta, non ha ricevuto risposta alcuna;
6) che, in data 29 gennaio 2008, a distanza di ben 5 anni dalla prima, l’UAAR ha nuovamente presentato richiesta di assegnazione di uno spazio da parte del Comune (all. 4), richiesta anch’essa rimasta inevasa;
7) che, in data 19 marzo 2008, è stata inviata al Comune di Roma, a mezzo lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, richiesta, formulata ai sensi dell’articolo 22, comma 1, della legge n. 241, 7 agosto 1990, di prendere visione della lista d’attesa per l’assegnazione degli immobili (all. 5). A tale richiesta, in data 7 aprile, ha risposto il Subcommissario del Comune, comunicando che, benché l’associazione sia “meritevole di considerazione”, aveva dovuto riscontrare “una assoluta indisponibilità di sedi” (all.6);
8) che, in data 2 maggio, è intervenuto a tal proposito il Difensore civico (all. 7), sollecitando la D. ssa Luisa Zambrini, direttore del III dipartimento, a fornire “un pronto riscontro”;
9) che l’UAAR il 9 aprile (all. 8) e il 28 maggio (all. 9), ha reiterato la legittima richiesta di accesso alla lista d’attesa, richieste anch’esse rimaste prive di riscontro;
10) che tale comportamento costituisce una violazione del diritto all’accesso agli atti amministrativi;
11) che, non avendo ricevuto dal Comune notizie in tale senso, nell’intento di capire i criteri in base ai quali il Comune di Roma assegnava tali spazi, l’UAAR ha effettuato una serie di ricerche, sia attraverso internet, sia sui luoghi assegnati ad altre associazioni;
12) che, anche secondo le informazioni contenute inizialmente nel sito del Comune di Roma (oggi scomparse come si spiegherà nel successivo punto 22), l’assegnazione di spazi comunali alle associazioni avrebbe dovuto essere effettuata in base al combinato disposto delle delibere n. 26/1995 e 202/1996. Tale quadro di riferimento non è stato mai aggiornato in base alle modifiche normative successivamente intervenute: la più importante delle quali è la promulgazione della legge 383/2000, che stabilisce precise agevolazioni per le Associazioni di Promozione Sociale come l’UAAR. Se ne può dunque dedurre che i criteri di assegnazione a tutt’oggi applicati presso il Comune di Roma non rispettano il vigente ordinamento giuridico, che attribuisce ad Associazioni di Promozione Sociale e ONLUS una priorità nell’assegnazione degli spazi, tanto che la quasi totalità degli stessi spazi è stata assegnata a organizzazioni che non ricadono in nessuna delle due fattispecie;
13) che, in base a quanto pubblicato sul sito internet del Comune di Roma, gli elenchi delle associazioni che dispongono attualmente degli spazi concessi dall’amministrazione comprendono almeno 15 realtà che hanno avuto in concessione una pluralità di spazi. Ricadono in questa fattispecie l’AGESCI, l’ANPPIA, l’ARESAM, l’ARCI, l’ass. Tor Bella Monaca, la Combattenti e Reduci, l’ANPI, l’Italiana Arbitri, la Zoom, il Codacons, la Comunità di Capodarco, la Comunità di S. Egidio, i Genitori Democratici, Punto Linea Verde, la SPI CGIL, il Servizio Civile;
14) che, negli elenchi del Comune, sono presenti circa 30 organizzazioni che costituiscono organismi esponenziali di centri sociali che avevano occupato illegittimamente gli spazi poi ricevuti in concessione dal Comune. Una associazione in particolare, il Foro 753 (che peraltro non compare nell’elenco online), dispone di uno spazio in virtù di una specifica ordinanza (n. 58 del 12 ottobre 2006) firmata dall’ex assessore Claudio Minelli. A quanto risulta da notizie di stampa (Adista Notizie n. 69/2007) si tratta di un’organizzazione “la cui attività è occupare immobili inutilizzati”;
15) che, in data 23 febbraio 2008, una notizia di agenzia (Apcom) ha reso pubblica l’assegnazione in concessione di una sede (addirittura un edificio a due piani) alla Fondazione che porta il nome di Gabriele Sandri. La morte di Gabriele Sandri è avvenuta l’11 novembre 2007, pertanto la Fondazione in questione è una realtà di recentissima costituzione che arbitrariamente è stata anteposta ad altre realtà che attendono da tempo un’assegnazione;
16) che, a un’attenta analisi dei soggetti che beneficiano di locali offerti dal Comune, 23 spazi risultano assegnati a enti/associazioni cattoliche e 5 ad altre confessioni, una delle quali sottoscrittrice di Intesa con lo Stato; che la preferenza accordata nell’assegnazione di spazi a comunità di fede è tanto più lesiva in quanto le confessioni religiose possono già accedere alla ripartizione dei fondi rivenienti sia dal cosiddetto ‘otto per mille’, sia dalla raccolta degli oneri di urbanizzazione secondaria;
17) che, da una ricerca approfondita, risulta che un numero considerevole di associazioni non sembrerebbe effettuare attività di alcun tipo (requisito previsto dalla regolamentazione comunale). La ricerca puntuale effettuata online sul nome dell’assegnatario degli spazi ha evidenziato per almeno 65 associazioni un’attività a proprio nome nulla, o pressoché nulla, o risalente. Inoltre, anche sopralluoghi a campione hanno confermato tale circostanza. A titolo esemplificativo possiamo citare AIARC, AICS, AIDAT, ANPPIA, ARES, ASOMAC, Bernstein, Albatros, Alternative, Secchia, Arte ed Ecologia, Artigiani, Censer, Arti e Civiltà, Bastogi, Rione Monti, Terra e Musica, Editoriali Comunicazioni cristiane, Fra i ciociari, Fuzz’n’Blues, Geymonat, Granma, il Ventaglio, Griot, Progresso Italia, Protezione Gioventù Romana, Roma Cultura, Romana Canoa e Canottaggio, Rostropovich, Vivo Flaminio, Forza 10, Bottega delle maschere, Cives, Capic, Cento fiori, Ricerche scientifiche, Pintor, Roma 90, Valdarno, O’ Sole Mio, Duemila12, Giuliana, De Gasperi, Moranino, Togliatti, Nenni, ANSEL, Civiltà mediterranea, Inquilini piscine, Danze di società, Cuneo Rosso, Dimensione europea, Enail, Fabianella, Famiglie per l’handicap, Gruppo colombofilo, Ignazio Silone, Il bosco e la nave, la scintilla, Nuove risposte, Pleiadi Arte, Punto d’incontro, Scuola Testaccio, Thomas Albert Weltlein, Vele Verdi;
18) che il regolamento vigente prevede che non possano accedere all’assegnazione “i partiti e le loro articolazioni politico-organizzative”. Ciononostante, in via Prenestina 284, via Diego Angeli 140, via Casal Bianco 35, via Palombini 12 e in via Vaiano 3/5 vi sono sedi del Partito Democratico. Inoltre, in via Figliolini 21, sede dell’ass. Quadraro, si sono svolte nel 2005 le primarie dell’Ulivo. Infine, Andrea Santoro, capolista PD al XII Municipio, sul suo sito internet informa tuttora che il suo comitato elettorale “si trova nel Centro Civico di Spinaceto a Largo Cannella presso l’Ass. Duemila12” (www.andreasantoro.com/attivati);
19) che, dall’indagine a campione effettuata negli scorsi mesi, un numero notevole di spazi regolarmente assegnati sarebbe destinato ad altri usi. A titolo meramente esemplificativo: in via Cagni 30 lo spazio assegnato sarebbe occupato da un negozio di casalighi, in viale Rousseau 80 da una pizzeria, in via S. Severo 2 da un negozio Blockbuster, in via Milano 4-6-8 da una cooperativa, in via Balma 18 da un’attività commerciale, in via Crisciani 74, via Sardegna 171, via dell’Archeologia 10, via GB Valente 95, via Passino 22 da appartamenti. In via Torricola, dove la Comunità di Capodarco dovrebbe avere una delle sue tre sedi, c’è una costruzione isolata senza targa né campanello né nome alcuno: apparentemente una costruzione militare, con tanto di recinzione e scritta “zona militare, vietato l’accesso”. La Futurline di via Adone Finardi 12 è in realtà una palestra, dove si svolgono anche corsi di striptease. A Borgo Pio 18, ‘sede’ dell’associazione culturale Alda, corrisponde un civico senza targhe o citofono: in internet, la ricerca su “Borgo Pio 18” restituisce solo un convegno di Russia Ecumenica. L’associazione Progresso Italia, a cui è stato assegnato uno spazio in via Guerra 8, compare soltanto in un elenco online di società dedite a “trasporti e logistica” (www.transports.it/db/ricerca_nominativo/0/0612). In via Marco Dino Rossi 19, al posto della sede dell’associazione “Forza 10” è stato trovato un locale chiuso, con sciarpe della Roma; sulla cassetta postale appariva solo il nome di due privati. Perfino il prestigioso e imponente stabile assegnato all’associazione Romana Canoa e Canottaggio, sito all’interno di Villa Ada, sembra attualmente inutilizzato, stando allo stato di semi-abbandono e, a quanto scritto sulla cassetta della posta, destinato esclusivamente a un uso personale;
20) che, benché la forma sociale precludesse la concessione di spazi di proprietà del Comune a cooperative, sono stati assegnati immobili ad almeno una decina di esse. Il prestigioso edificio sito in via Arco di Parma 1, assegnato a “Insieme per”, è in realtà utilizzato dal “Laboratorio Emozionale”. L’immobile sito in via Vignali 66, assegnato all’associazione Cen.Ser, risulta ora in uso alla società Croce Blu Europea Srl; quello sito in via Flaminia 122, assegnato all’associazione Arti e Civiltà Italiche, presenta ora l’insegna della “Associazione culturale Album Art e” (ignota al world wide web); quello sito in piazza Boccherini 25, assegnato all’associazione Fuzz’n’Blues e alle associazioni di Decima-Torrino, presenta ora l’insegna del “Centro culturale Aurora”; presso l’immobile sito in via Falco 7, assegnato all’ass. Ventaglio, è ora visibile una targa dell’associazione Moravia; in viale Venezia Giulia 69, al posto della Bottega dei Gordiani si trova una sede di Legambiente; all’indirizzo di via Prenestina 284, in luogo dello spazio formalmente assegnato all’ “Ass. Editoriali Comunicazioni Cristiane” si possono trovare tre vetrine, una in uso alla Onlus “Evoluzione 2003” (inesistente in internet, e probabilmente nata nel 2003, lo stesso anno della prima domanda UAAR) e al Partito Democratico, una all’associazione Kel-Lam e una alla “Diaspora Petilina” (luogo di ritrovo di immigrati calabresi);
21) che alcuni spazi sembrerebbero addirittura non essere più in uso. Ci riferiamo, in particolare, alle associazioni intitolate a Pietro Secchia e Ludovico Geymonat (quest’ultima sede utilizzata in passato anche dal movimento politico Iniziativa Comunista, cfr. www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=44357). L’associazione “Zoom”, segnalata sia in piazza S. Bargellini che in via Pomona, è presente solo al primo indirizzo, dove si può osservare una struttura abbastanza grande in palese stato d’abbandono e, quale unico indizio, un foglio scritto a mano, con caratteri ormai sbiaditi, probabilmente affisso molti anni fa. Presso la sede del circolo ricreativo ANSEL, in via Marco Dino Rossi 20 si rinviene solo un edificio che sembra versare in grave stato di abbandono. Al civico 23 si rinviene una situazione simile, con vetri spaccati, porte divelte, con solo una vecchia targa all’ingresso a ricordare una presenza del comitato di quartiere. In Via di Valle Aurelia 27 del “Punto d’incontro” dietro al cancello chiuso con catena e lucchetto nel cortile sono visibili tre prefabbricati mal messi, abbandonati evidentemente da tempo. Inutilizzato anche lo spazio in via Pinciana 4/6, che quantomeno sembra essere stato recintato di recente;
22) che, poco tempo dopo l’invio delle lettere datate 19 marzo, 9 aprile e 28 maggio 2008, con le quali l’UAAR faceva richiesta di accesso alla lista di attesa per la concessione degli immobili del Comune, la parte del sito del comune di Roma dedicata all’assegnazione di “Spazi culturali, sociali, assistenziali e ricreativi” (cfr.
http://www.comune.roma.it/was/wps/portal/!ut/p/_s.7_0_A/7_0_21L?menuPage=/
Area_di_navigazione/Sezioni_del_portale/Il_comune_per_argomenti/
Casa,_Patrimonio_ed_Edilizia/Casa_e_Patrimonio/
Spazi_culturali,_sociali,_assistenziali_e_ricreati/&flagSub
= per quanto riguarda normativa vigente, iter per la domanda, modulistica) è stata improvvisamente oscurata, tanto che ora le pagine in questione risultano contenere una sola informazione: «Attenzione: questo contenuto non è attualmente visualizzabile»;
23) che l’attività della pubblica amministrazione e il comportamento dei suoi funzionari devono rispettare e ispirarsi ai principi costituzionali e alle leggi che vi hanno dato esecuzione;
24) che, in ossequio all’articolo 97 della Costituzione ovvero ai principi di legalità e buon andamento della pubblica amministrazione, il Comune di Roma avrebbe dovuto preventivamente verificare la sussistenza dei requisiti richiesti dalla legge in capo a ogni associazione che ha presentato richiesta per l’assegnazione di un immobile ex articolo 32, comma 1, della legge 383/2000;
25) che il Comune di Roma, in ossequio al principio di trasparenza di cui alla legge 241/1990, avrebbe dovuto inviare alle associazioni richiedenti comunicazione contenente l’esito di tale verifica;
26) che il Comune di Roma avrebbe dovuto infine, in ossequio all’articolo 97 della Costituzione che sancisce i principi di legalità, buon andamento e imparzialità, assegnare gli immobili a disposizione alle sole associazioni che possiedono i requisiti richiesti dalla legge;
27) che il Comune di Roma, una volta assegnati gli immobili, in ossequio ai criteri di efficienza ed efficacia di cui all’articolo 1 della legge 241/1990, dovrebbe effettuare dei controlli per verificare che sussistano in capo alle associazioni assegnatarie i requisiti richiesti dalla legge e che tali associazioni adoperino gli spazi assegnati dal Comune secondo gli usi previsti;
28) che il Comune di Roma avrebbe dovuto, in ossequio ai principi di trasparenza e imparzialità, redigere una lista di attesa delle associazioni che non hanno potuto usufruire dell’agevolazione prevista dalla legge al fine di assegnare cronologicamente gli immobili di cui ritornava ad avere disponibilità;
29) che, in ossequio al diritto di accesso agli atti amministrativi sancito dagli articoli 22 e seguenti della legge 241/1990, nonché del principio di trasparenza, avrebbe dovuto mettere tale lista a disposizione di tutti coloro che legittimamente ne facciano richiesta;
30) che, dai fatti fin qui esposti, si evince che il Comune di Roma ha violato tutti i principi e i criteri che reggono l’attività della Pubblica amministrazione, nonché il diritto di accesso agli atti amministrativi disciplinato dagli articoli 22 e seguenti della legge 241/1990;
31) che la legge n. 131, 5 giugno 2003, ha assegnato alla Corte dei Conti le funzioni relative alla misurazione e valutazione, secondo i principi del controllo successivo sulla gestione, dei risultati conseguiti rispetto agli obiettivi posti dalle leggi regionali di principio e di programma, nonché la sana gestione finanziaria degli enti locali;
32) che gli immobili di proprietà del Comune di Roma costituiscono certamente una risorsa economica e finanziaria per l’ente territoriale;
33) che è un dovere dell’Autorità preposta al controllo di legittimità sugli atti del governo e della pubblica amministrazione e della Procura della Repubblica censurare i comportamenti fin qui descritti e ristabilire la legalità.
Tutto ciò esposto, si chiede che vengano adottati tutti i provvedimenti che si ritengano necessari e/o opportuni per ripristinare la legalità nell’assegnazione degli spazi di proprietà del Comune di Roma ad Associazioni di Promozione Sociale che ne facciano richiesta e che ne abbiano diritto, individuando, se del caso, le responsabilità anche penali da attribuirsi ai soggetti che hanno perpetrato tali violazioni.

Si indicano a testi, sui capitoli di cui ai numeri 17, 18, 19, 20, 21: […].
Si richiede inoltre l’accesso ai luoghi da parte delle Autorità affinché possano verificare de visu quanto fin qui esposto, nonché che le Autorità dispongano l’esibizione dell’atto costitutivo della Fondazione Sandri, al fine di dimostrare che la detta Fondazione è stata costituita successivamente alla richiesta di assegnazione dell’immobile da parte dell’UAAR e che pertanto il Comune di Roma ha violato i principi di imparzialità, indipendentemente dal fatto che fosse stato o meno inizialmente trasfuso in una lista d’attesa.

Cordiali saluti
Raffaele Carcano
Segretario UAAR