Newsletter UAAR n° 21

(30 settembre 2002)

  1. SCROCIFIGGIAMO L’ITALIA
  2. IL GARANTE ANCORA RAGIONE ALLUAAR SULLA CANCELLAZIONE DEGLI EFFETTI DEL BATTESIMO
  3. 6 OTTOBRE: REFERENDUM IN VENETO SUL BUONO SCUOLA
  4. FERVE L’ATTIVITÀ DEI CIRCOLI UAAR
  5. VERONA: NO A VIA ESCRIVÀ
  6. NOVITÀ SUL SITO

1. SCROCIFIGGIAMO L’ITALIA

Torna ancora una volta di attualità la questione della presenza dei crocifissi all’interno degli edifici pubblici. Il tema è assurto agli onori della cronaca con grande rilievo in seguito alle bellicose dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Letizia Brichetto Moratti, favorevole ad un provvedimento governativo che reintroduca l’obbligo di ostensione nelle scuole.

La presa di posizione non giunge casualmente, ma segue di qualche giorno un’esternazione papale e di qualche settimana un disegno di legge presentato dal parlamentare leghista Bricolo. La «battaglia» per imporre i crocifissi si ammanta quindi di finalità politiche: la richiesta di Wojtyla si affianca alle pressioni vaticane per introdurre un riferimento alle radici cristiane all’interno della futura Costituzione europea, mentre la proposta di Bricolo si affianca alle nuove misure sull’immigrazione varate dal ministro e leader leghista Bossi. L’imposizione obbligatoria del simbolo della religione cattolica diventa dunque un mezzo coercitivo volto a frenare la progressiva scristianizzazione del paese (in senso laico come temono i cattolici, in senso islamico come temono i leghisti).

Le vigorose proteste ricevute da più parti hanno per ora convinto il governo a non intervenire direttamente, ma si temono nuovi ritorni di fiamma.

Una battaglia, questa, che viene combattuta anche attraverso mezzi più pittoreschi, quali l’erezione su suolo privato di crocifissi la cui altezza (tra i sette e gli otto metri nei casi a noi noti) finisce tuttavia per farli incombere, fisicamente e psicologicamente, anche sulla vita pubblica. A Ispra (Varese) parecchi cittadini si sono attivati, anche attraverso i consigli UAAR, ottenendo un’ordinanza di demolizione da parte del sindaco nei confronti del cittadino sanfedista. A Udine invece si è già arrivati alla sentenza del TAR, ma gli esaltati della croce ne hanno subito eretta abusivamente un’altra. Segnalazioni di iniziative del genere giungono anche da altre parti della penisola, facendo pensare ad una struttura organizzata fanatico-commerciale alle spalle di queste iniziative.

L’UAAR è ovviamente ben conscia della gravità del tema, ed attende con impazienza che i ricorsi al TAR già presentati (a nome dell’associazione contro il ministro Brichetto, a nome di una socia contro il proprio consiglio di istituto) vengano discussi nei tribunali. Ricordiamo ancora una volta che su www.uaar.it è disponibile nella sezione «Scrocifiggiamo l’Italia» la più ampia raccolta on line di documentazione inerente l’argomento.

2. IL GARANTE ANCORA RAGIONE ALLUAAR SULLA CANCELLAZIONE DEGLI EFFETTI DEL BATTESIMO

Nel settembre 1999 l’UAAR conseguiva la sua prima importante affermazione giuridica con un pronunciamento del Garante della Privacy sul controverso tema della cancellazione del battesimo. Tale pronunciamento, pur ribadendo l’impossibilità di cancellare l’atto di battesimo stesso, ha comunque statuito il diritto di ogni persona a veder correttamente rappresentata la propria identità: nel caso specifico, la nuova identità atea nei confronti di un’organizzazione di cui si risulta ancora far parte.

A far tempo da quella data l’UAAR ha lanciato una campagna per la «bonifica statistica» del dato dei battezzati: l’interesse della nostra organizzazione è in questo caso il voler vedere correttamente rappresentata l’identità religiosa degli italiani. A fronte di un tasso di cattolicità del 99 per cento sbandierato dal Vaticano, infatti, solo l’82 per cento della popolazione si proclama cattolico. Le prime lettere spedite avevano però riscosso molte volte il disinteresse del parroco a cui erano indirizzate: generando nei richiedenti una certa sfiducia nello strumento.

L’UAAR ha pensato così di elaborare una lettera modello, giuridicamente inattaccabile ai sensi della legge 675/96 che tutela i dati sensibili: ed infatti le mancate risposte da parte dei parroci si sono drasticamente ridotte. Qualche parroco oltranzista, tuttavia, ha proseguito nel proprio atteggiamento, rendendo indispensabile ricorrere al Garante stesso.

Negli ultimi mesi i primi due ricorsi sono stati accolti: secondo il Garante il parroco è tenuto ad annotare la non appartenenza alla Chiesa cattolica sull’atto di battesimo, nonché a confermare l’avvenuta modifica al richiedente.

Ricordiamo che su www.uaar.it sono disponibili i moduli per la richiesta da inviare al parroco o al vescovo. La possibilità di scaricare il testo già pronto ha generato un notevole fervore epistolare nei confronti delle parrocchie, tanto da costringere la rivista «Vita pastorale» delle Edizioni Paoline (una sorta di rivista specializzata dedicata all’attività delle parrocchie) ad occuparsi del problema: come comportarsi con tutte le richieste che arrivano?

3. 6 OTTOBRE: REFERENDUM IN VENETO SUL BUONO SCUOLA

Domenica prossima, 6 ottobre 2002, si svolgerà in Veneto un referendum promosso per ottenere l’abrogazione della legge regionale sui buoni scuola: legge che privilegia, come in altre regioni, quasi esclusivamente gli studenti delle scuole private.

Il comitato promotore ricorda che per aver diritto al buono scuola bisogna pagare una tassa di iscrizione superiore a 150 euro (300.000 lire): se si è spesa questa cifra, si può chiedere il buono scuola, altrimenti si resta esclusi dal contributo. Nella scuola pubblica la tassa di iscrizione è inferiore a 300.000 lire, perciò di fatto solo chi iscrive i figli alle scuole private ha diritto al buono scuola.

Per di più i buoni scuola non vengono dati solo alle famiglie bisognose: possono riceverli famiglie con redditi netti fino a 45.000 euro (cioè fino a 90 milioni di lire) ai quali vanno aggiunti oltre 5.000 euro per ogni famigliare a carico e 1.300 euro se la casa è in affitto. L’anno scorso, il 45% dei buoni scuola è stato assegnato a famiglie con reddito netto compreso fra i 40 e i 90 milioni di lire.

E questo accade mentre il governo pensa a tagliare i fondi per la scuola pubblica.

Anche l’UAAR, come tante altre associazioni che hanno a cuore le sorti della pubblica istruzione (alla quale è stato dedicato l’ultimo numero della nostra rivista L’Ateo) invita i cittadini del Veneto a votare sì: fondamentale sarà tuttavia raggiungere il quorum dei votanti previsto, in quanto la Chiesa cattolica (a cui fa riferimento il 90 per cento degli istituti scolastici privati italiani) ha lanciato chiari inviti a disertare le urne.

4. FERVE L’ATTIVITÀ DEI CIRCOLI UAAR

I Circoli territoriali dell’UAAR proseguono nella loro azione di radicamento sul territorio, incrementando la propria attività. Per la commemorazione del 20 settembre, una ricorrenza oramai dimenticata dalle autorità civili, il Circolo di Roma è intervenuto alla cerimonia ufficiale tenutasi presso il Municipio I della capitale, mentre il Circolo di Verona ha organizzato un pranzo a cui sono intervenuti numerosi partecipanti. Il Circolo di Napoli si è recato in trasferta a Salerno, predisponendo un banchetto. Il neonato Circolo di Palermo è riuscito a partecipare al prestigioso meeting internazionale «Uomini e religioni» organizzato dalla comunità di Sant’Egidio. I Circoli di Firenze e Milano hanno in programma per questo mese delle conferenze: per maggiori dettagli e per altre iniziative ancora invitiamo a consultare costantemente www.uaar.it.

5. VERONA: NO A VIA ESCRIVÀ

Significativo successo ottenuto dal Circolo veronese dell’UAAR. Lo scorso settembre il quotidiano locale L’Arena pubblicò la notizia che alcuni cittadini avevano chiesto che il primo tratto di via Ippolito Nievo fosse dedicato a Josemaria Escrivà de Balaguer, il discusso fondatore dell’Opus Dei. Tra i firmatari c’erano cittadini «di peso», quali il presidente di Cariverona, il presidente dell’Accademia di agricoltura, scienze e lettere, il presidente del Consiglio provinciale, il rettore dell’Università, il direttore operativo alla Fondazione Arena. La giunta comunale deliberò immediatamente conformemente alla richiesta.

Su sollecitazione di alcuni soci il circolo UAAR si attivò con il Prefetto per bloccare l’iniziativa, presentandogli una petizione che avrebbe finito per raccogliere più di seicento firme. Così facendo ha ottenuto che la Deputazione di storia patria rivedesse il proprio parere, esprimendo l’opportunità che il sito mantenga il tradizionale toponimo. Il Prefetto ha conseguentemente accettato tale impostazione, assicurando che via Nievo rimarrà via Nievo e che via Escrivà non si farà.

6. NOVITÀ SUL SITO

Dal 2 settembre il sito UAAR (www.uaar.it) si presenta ulteriormente migliorato. Le sezioni sono state ristrutturate e la veste grafica è stata modificata al fine di identificare, in base ai colori di fondo, la sezione nella quale ci si trova (Rosso per le news; Giallo per le informazioni su come contattarci, ecc.; Blu per dire chi siamo; Grigio per dire cosa facciamo; Verde per le nostre schede, documenti e archivi). È stata inoltre inaugurata la sezione Ultimissime, che raccoglie con periodicità (quasi) giornaliera le notizie più importanti inerenti l’ateismo e la laicità dello Stato. L’incremento nel numero degli accessi al sito testimonia il gradimento riscontrato da queste innovazioni.