Newsletter UAAR n° 18

(31 maggio 2002)

  1. RESPINTO IL NOSTRO RICORSO AL TAR SUI CROCIFISSI
  2. L’UAAR SU DIARIO
  3. EUTANASIA: UN MESE DENSO DI AVVENIMENTI
  4. NUOVO CIRCOLO UAAR A PALERMO
  5. CONGRESSO STRAORDINARIO DELLUAAR

1. RESPINTO IL NOSTRO RICORSO AL TAR SUI CROCIFISSI

Negli ultimi numeri abbiamo riferito del ricorso contro il Ministro dell’Interno presentato dall’UAAR, sulla scorta della sentenza della Corte di Cassazione 439/2000, in merito alla presenza dei crocifissi nei seggi elettorali. Nei giorni scorsi il Tar del Lazio ha respinto il ricorso.

L’UAAR aveva diffidato il Ministero nel dicembre scorso, chiedendogli l’immediata rimozione dei crocifissi: nessuna risposta era però mai pervenuta, e l’UAAR aveva così presentato ricorso.

La sentenza del TAR ha invece considerato valida una risposta del segretario particolare del precedente Ministro dell’Interno che sosteneva la buffa tesi del «né divieto né obbligo di esposizione» dei simboli religiosi. Essendo il ricorso basato invece sulla mancata risposta del Ministero, ha finito per essere bocciato, in poche parole, per un cavillo giuridico. La sentenza ha comunque riconosciuto le giuste ragioni del nostro ricorso, compensando le spese fra le parti.

L’UAAR sta comunque preparando un muovo ricorso al TAR del Lazio, questa volta contro il Ministro della Pubblica Istruzione, volto ad ottenere la rimozione dei crocifissi dalle aule scolastiche.

2. L’UAAR SU DIARIO

Anche Diario della Settimana, il periodico diretto da Enrico Deaglio, ha pubblicato un articolo sulla nostra associazione.

A pagina 37 del numero in edicola fino a ieri, infatti, è comparso un bell’articolo dedicato fin dal titolo alla campagna dell’UAAR contro la presenza dei simboli religiosi nei seggi elettorali. Il giornalista Pietro Berra coglie lo spunto della contestuale proposta di legge leghista per allargare il pezzo alle altre iniziative portate avanti dall’associazione: la laicità della scuola, l’intesa, lo «sbattezzo».

3. EUTANASIA: UN MESE DENSO DI AVVENIMENTI

Maggio è stato un mese particolarmente prodigo di notizie sulla «dolce morte»: segno che la questione va assumendo un rilievo sempre maggiore nelle cronache e nell’interesse dell’opinione pubblica.

Il giorno 12 è morta Diane Pretty, 43 anni, colpita dalla malattia dei motoneuroni. L’annuncio è stato dato dal marito, colui che si sarebbe «incaricato» di porre fine alle sue sofferenze, se solo un tribunale, o l’Alta Corte d’Inghilterra, o la Corte Europea per i Diritti Umani l’avesse autorizzato a toglierle la vita: «Diane ha dovuto passare attraverso quella cosa che aveva previsto e di cui aveva paura, e io non ho potuto fare nulla per aiutarla», ha detto, informando del blocco respiratorio che l’ha condotta alla morte.

Il giorno 16 il Parlamento belga ha approvato la legge che legalizza l’eutanasia. I voti favorevoli sono stati 86, 51 i contrari e dieci le astensioni. La legge belga, a differenza di quella olandese, ammette l’obiezione di coscienza da parte del medico, che può rifiutarsi di praticare l’eutanasia. Lo stesso medico, pur non più penalmente perseguibile, sarà sottoposto a una serie di obblighi prima di poter esercitare qualunque tipo di azione.

Scalpore ha destato anche il caso di Nancy Crick, una nonna australiana di settant’anni colpita da una grave malattia: come aveva annunciato, si è uccisa nella sua casa alla presenza di una ventina di persone, famigliari ed amici, che per questa ragione rischiano fino all’ergastolo. Un esame post-mortem eseguito sul cadavere della donna ha rivelato che, al momento del decesso, il cancro non c’era più. Immediate le polemiche, soprattutto da parte dei religiosi locali. Tuttavia, mai come in questa occasione è venuto alla scoperto come il principio-guida da seguire in questi casi sia l’autodeterminazione della persona. Nancy Crick aveva subito tre interventi chirurgici, soffriva di una contorsione intestinale non operabile, e pesava solo 27 chili, contro i 65 abituali. Suo figlio Wayne ha dichiarato: «anche se emerge che non aveva il cancro, lei comunque pativa un grande dolore. Dopo l´ultima operazione aveva detto che non si sarebbe più fatta toccare da nessuno, che soffriva troppo e che voleva morire con dignità».

L’UAAR, nel frattempo, continua la propria opera di sensibilizzazione sul problema. Il Circolo di Milano ha organizzato il 14 maggio un incontro con la partecipazione di Valerio Pocar (della Consulta di Bioetica, nonché docente di Sociologia del Diritto all’Università di Milano) e Gianni Fornari (oncologo valdese), svoltosi alla presenza di un discreto ed interessato pubblico.

4. NUOVO CIRCOLO UAAR A PALERMO

Ancora un fiocco rosa in casa UAAR. L’ultimo nato è il Circolo di Palermo, costituitosi il 17 maggio. Coordinatore è stato nominato Rocco Chinnici.

Chi volesse chiedere informazioni o prendere contatti può spedire una e-mail a palermo@uaar.it oppure telefonare allo 091 640 9716.

5. CONGRESSO STRAORDINARIO DELLUAAR

Il 14 luglio prossimo si svolgerà un Congresso straordinario dell’UAAR. Non è un evento fondamentale, anzi, nasce da ragioni puramente tecniche. La sede legale dell’associazione deve cambiare indirizzo, ed essendo lo stesso espressamente citato nello Statuto si rende necessaria una modifica dello stesso.

Si è quindi deciso di sottrarre, anche per il futuro, la competenza sull’argomento al Congresso, demandandola al Comitato di Coordinamento: e si è colta l’occasione per trattare alla stessa stregua anche il recapito postale e l’indirizzo del sito internet. In questo modo si riserveranno ai prossimi Congressi solo le modifiche statutarie realmente significative.

L’inizio è stabilito alle ore 11 ed il termine è previsto per le ore 12: questo per sottolineare ancora una volta la valenza puramente burocratica della convocazione.