Organizzazioni internazionali

a cura di Julien Houben

1. UNIONE EUROPEA

1.1. Informazioni generali

I principali siti dell’Unione Europea sono accessibili da europa.eu.int/abc/index_it.htm. Per quanto ci riguarda, è probabilmente sufficiente limitarci alle pagine seguenti:

 

Va ricordato che questi siti sono tutti (o quasi) anche in lingua italiana.

L’Unione Europea è fondamentalmente un’organizzazione neutrale, ma alcuni… suggeritori lo sono meno. Le posizioni assunte dal Vaticano non sono quelle dell’insieme dei credenti. Basterà a questo proposito ricordare alcuni dei siti cattolici indicati in altra sede:

Va ricordato che l’UAAR interagisce con l’EU tramite la EHF-FHE e con le organizzazioni extra europee attraverso l’IHEU.

Mi sembra invece importante riportare alcuni documenti specifici:

1.2. Aspetti particolari

L’Unione Europea interviene direttamente nei rapporti tra le chiese e i governi nazionali applicando la Convenzione Europea dei diritti dell’uomo. Anche se sono diversi gli aspetti che dovrebbero essere analizzati, una ricerca può partire da alcuni punti essenziali.

  1. La rappresentatività delle Chiese e in particolare della chiesa cattolica.
  2. Il professor Francesco Margiotta Broglio scriveva recentemente che la religione predominante in Europa è la non credenza (vedere sul sito Arif il suo articolo Aspetti della politica religiosa degli ultimi quindici anni). Alla luce di questo fatto, appare ancora più sorprendente che la Chiesa cattolica prenda l’87% dell’8 per mille dell’IRPEF (documento sul sito dell’ADUC).
    Inoltre le delegazioni del Vaticano non sono elette attraverso un’ampia consultazione e sono dunque di dubbia rappresentatività tanto che, come documentato sopra, esistono numerosi gruppi di base che non si riconoscono nella politica del Vaticano, favorevole a un’ampia consultazione tra il potere politico dell’EU e le organizzazioni laiche (Vedere Preserving Power and Privilege. The Vatican Agenda in the European Union sul sito Catholic for Choice).
  3. L’articolo 51 del trattato UE.
    1. I concordati nazionali sono “rispettati” anche se la loro legalità è messa in dubbio da molti (anche da certi cattolici) in quanto conferiscono privilegi a una categoria di cittadini (vedi l’Italia, ma soprattutto la Slovacchia);
    2. Attraverso il punto 3, le chiese sono riuscite a crearsi canali preferenziali: le chiese devono essere consultate su tutte le questioni etiche; invece le organizzazioni umanistiche possono essere chiamate e hanno relazioni regolari soltanto con gruppi informali.
  4. Il punto di partenza è che l’articolo 51 del primo Progetto di trattato (ora è l’art. 52 della Costituzione per l’Europa) recita:

    Status delle chiese e delle organizzazioni non confessionali
    1. L’Unione rispetta e non pregiudica lo status previsto nelle legislazioni nazionali per le chiese e le associazioni o comunità religiosi degli Stati membri.
    2. L’Unione rispetta ugualmente lo status delle organizzazioni filosofiche non confessionali.
    3. L’Unione mantiene un dialogo aperto, trasparente e regolare con tali chiese e organizzazioni, riconoscendone l’identità e il contributo specifico.

    Ne conseguono due dati essenziali:

  5. La Costituzione italiana, la Costituzione europea, i concordati e la loro legalità.
  6. Sul sito IHEU.
    Per conoscere gli articoli rilevanti delle costituzioni italiana e EU basta consultare il sito del Governo. La questione generale è ben conosciuta - e sentita - in un paese come l’Italia dove nel governo esiste addirittura il Servizio per i rapporti con le confessioni religiose e per le relazioni istituzionali, ed esistono in particolare le Intese con le confessioni religiose.

  7. Spazio pubblico concesso alle religioni e alla morale laica.
  8. In vari Paesi esistono da decenni insegnamenti delle varie religioni e, anche, di morale laica. In Belgio, le organizzazioni laiche hanno uno spazio autonomo nelle radio e televisioni (una situazione da sogno per l’Italia), anche se con l’attuale tasso di immigrazione appare ovvio che l’Italia (e ovviamente anche il Vaticano) dovrà rivedere la legislazione in materia. È il caso in particolare della religione musulmana.
    Vedi il sito Al-Jazira.
    Non è irrilevante fare presente che esiste il disegno di legge n. 2531 sulle Norme sulla libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi, presentato il 18 marzo 2002, che molto probabilmente non sarà approvato.

  9. Group Of Political Advisors (Gopa) e altri gruppi.
  10. Nel 2004 é stato creato da parlamentari europei un gruppo informale trasversale, denominato All Party Working Group on Separation of Religion and Politics. La EHF-FHE partecipa ai suoi lavori con pieno diritto. Inoltre, tra il 2005 e il 2006, la Commissione UE dovrebbe presentare un rapporto al Consiglio e al Parlamento sull’implementazione delle Direttive e, se necessario, rivedere queste Direttive.

2. OSCE & ODIHR

I due siti citati sotto sono spesso disponibili soltanto in inglese e in francese. Qui sono riportati soltanto i documenti principali. Ovviamente, a partire dalle home page, è possibile ottenere un’ampia documentazione che, alcune volte, è anche in italiano.

2.1. Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa - OSCE

L’OSCE (Vienna, Austria) fu fondata il 1° Agosto 1975 a Helsinki (Finlandia). Nel paragrafo 1.a, VII, l’Atto Finale dichiara:

Gli Stati partecipanti rispetteranno i diritti umani e le libertà fondamentali ivi compresi la libertà di pensiero, di coscienza, di religione o di convinzione per tutti, senza distinzione di razza, di sesso, di linguaggio o di religione.

[NdT: la parola inglese “belief” si presta a diverse interpretazioni (fede, convinzione…) ma l’opposizione con il termine “religion” ha fatto prevalere il significato indicato in seguito, cioè la libertà di NON AVERE alcuna religione].

Con 55 Paesi partecipanti copre la zona che va da Vancouver (Canada) a Vladivistok (Russia). Ha ricevuto un finanziamento di 168.6 milioni di euro nel 2005 (di cui circa il 73% destinato alle attività sul campo). Impiega 460 persone nelle varie sedi e circa 3.000 sul campo. È dunque di fatto diventata la più grande organizzazione di sicurezza regionale. Si occupa di tutti gli aspetti della sicurezza: umano, politico militare e economico-ecologico. Specificamente, nei campi che ci interessano più o meno direttamente, si occupa di:

  • lotta al traffico di armi e droga ma anche di persone;
  • lotta al terrorismo e prevenzione dei conflitti;
  • democratizzazione, educazione, libertà di stampa, uguaglianza tra i sessi, diritti umani.

Questa ultima espressione, i diritti umani, include diverse sfaccettature nei quali, come UAAR, ci sentiamo direttamente coinvolti in quanto interessano il diritto alla libertà di pensiero (libertà di religione e dalla religione, intesa come libertà di non avere religione), rispetto della legge e della giustizia con le sue conseguenze sulla dignità umana, ovvero anche il diritto delle minoranze etniche e religiose e la tolleranza e non discriminazione. In questa attività è direttamente coinvolto l’ODIHR (vedere sotto).

2.2. Organizzazione per le Istituzioni Democratiche e I Diritti Umani (ODHIR)

L’ODIHR (Office for Democratic Institutions and Human Rights), un’organizzazione satellite dell’OSCE, ha base a Varsavia, Polonia. La sua attività istituzionale include i seguenti aspetti: osservazione delle elezioni, sviluppo democratico, diritti umani, tolleranza e non discriminazione e rispetto delle leggi.

2.3. Documentazione

La documentazione riportata sotto è stata raccolta durante la Riunione sugli Adempimenti della Dimensione Umana che ha avuto luogo a Varsavia dal 19 al 30 Settembre 2005. Ha la sola pretesa di illustrare l’attività dell’OSCE e dell’ODIHR. Molti, se non tutti, sono disponibili in rete.

  1. Relazioni a congressi
  2. Supplementary Meeting on Freedom of Religion and Belief (Wien 22/3/1999)
    Executive Summary: I. Background; II. Organization and modalities; III. Central themes: Religious dialogue and conflict prevention - Religious pluralism and limitations on freedom of religion - Report on the ODIHR Advisory panel and proposal for future activities; IV. Concerns regarding the format of the meeting
    In seguito, altre riunioni sono state organizzate sullo stesso tema (vedere sito).

    Freedom of Religion or Belief and State Security (Jalal-Abad, Kirgyzystan, 15/2/2002)

    OSCE Conference on Anti-semitism and Other Forms of Intolerance (Còrdoba, 9/6/2005)
    Session 5: Fighting Intolerance and Discrimination Against Christians and Members of Other Religions: Respecting Religious Identity in a Pluralistic Society

  3. Documenti politici
    • Jean-Yves Camus. The Use of Racist, Antisemitic and Xenophobic Arguments in Political Discourse. European Commission against Racism and Intolerance, Documento 2005, 33 pagine
    • Comité des Ministres EU. Retour forcé 20 principes directeurs Instruments juridiques. Council of Europe, Documento 2005, 73 pagine
    • Government of Canada. Canada’s Action Plan Against Racism - Plan d’action canadien contre le racisme. Government of Canada, Libro 2005, testo in inglese e in francese, 60 & 56 pagine
    • Office for Democratic Instititution and Human Right (ODIHR). Combating Hate Crimes in the OSCE Region: An Overview of Statistics, Legislation and National Initiative. OSCE - ODIHR, Libro 2005, 158 pagine
    • Office for Democratic Insititution and Human Right (ODIHR). OSCE Human Dimension Commitment (Volume 1: Thematic Compilation; Volume 2: Chronological Compilation). OSCE - ODIHR, 2 tomi, 2005, 261 & 325 pagine
    • Office for Democratic Institution and Human Right (ODIHR). Law Enforcement Officer Programme on Combating Hate Crimes, Report on the Implementation of the Pilot Programme in the Republic of Hungary and the Kingdom of Spain. OSCE - ODIHR, Documento 2005, 51 pagine
    • Expert seminar. Women in Conflict Prevention and Crisis Management. Folke Bernadotte Academy. Comunicazioni al seminario Giugno 2005, 96 pagine
    • Working group, Hate crime. Report, Scottish Executive. Documento 2004, 40 pagine

Dicembre 2005