Trasmissione Enigma del 13 dicembre 2002 su Rai Tre

A cura di Calogero Martorana, Circolo UAAR di Napoli

Venerdì 13 dicembre 2002. Trasmissione Enigma, Rai Tre, ore 21.

Questo nuovo programma è condotto da Andrea Vianello1 (qui indicato con AV). Gli autori sono: Corrado Augias, Francesco Cirafici, Stefano Rizzelli, Andrea Vianello. Consulenti storici: Marcello Veneziani e Lucio Villari. Regia di Maurizio Fusco. Quello di stasera è un numero zero imperniato sulla figura di Gesù; la cadenza normale inizia a gennaio 2003.

In studio, campeggia un presepe proveniente dalla chiesa napoletana di san Gregorio Armeno. I presenti in sala sono sistemati su emicicli contrapposti, con gli ospiti seduti in prima fila e il conduttore in piedi che distribuisce gli interventi e i contributi filmati.

Gli ospiti: Vittorio Messori, scrittore cattolico2 (qui indicato con VM); mons. Gianfranco Ravasi, prefetto della biblioteca ambrosiana3 (GR); Riccardo Calimani, giornalista e scrittore4 (RC); Franco Cardini, storico (FC); Giovanni Bignami, astronomo (GB); Pierluigi Baima Bollone, medico legale5 (BB); Piergiorgio Odifreddi, matematico “impertinente”6 (PO), Francesco Mallegni, paleoantropologo7 (FM).

Dopo un primo giro di interventi generici, si mostra il primo dei filmati che servono da volta pagina per introdurre gli argomenti. Questo introduce il vangelo e gli evangelisti e parla di: Matteo, esattore delle tasse, testimone oculare della vita di Gesù; Giovanni, il più giovane e prediletto, che fu testimone dell’agonìa sulla croce; Marco, che non conobbe mai Gesù ma raccolse i racconti di Paolo e di Pietro; Luca, greco, forse medico forse pittore, che neppure lui conobbe personalmente Gesù.
I cosiddetti evangelisti potrebbero essere gli pseudonimi degli scrittori che stesero i vangeli molto dopo l’epoca di Gesù. In realtà, non si sa da chi e quando furono scritti e, per il luogo, si è indecisi fra Alessandria, Palestina e Roma. Non abbiamo nessun manoscritto originario, solo codici e ottanta papiri greci. Nel III e IV secolo d.C., la Chiesa costituì un “canone” (catalogo) di libri a cui andava data fede di verità e, tra questi, furono inseriti i vangeli. Tutto il resto è considerato eretico e quindi sbagliato.

GR. È vero: i vangeli canonici sono stati scritti in un tempo molto posteriore la morte di Gesù; ma tale distanza viene in qualche modo coperta dalla fondamentale tradizione semitica, ossia quella orale. Sia i vangeli canonici che quelli apocrifi sono stati esaminati da analisi storiografiche le quali annettono maggiore verità ai canonici.

VM. L’orientamento degli studiosi odierni non considera i vangeli un mito ma come delle cronache del tempo.

RC. Gli ebrei festeggiano il capodanno otto giorni dopo il Natale perché quella è la data della circoncisione di Gesù, primo segno di ebraismo di Gesù. Gesù non è mai stato “cristo” (cristiano); lo diventò quando fu considerato messìa.

PO. Noto che siamo scivolati verso un terzo Gesù: dopo quello storico, quello dei vangeli (tra l’altro, “apocrifo” non significa falso ma segreto), ecco quello della Chiesa, di quando la Chiesa ha scelto i vangeli a essa più comodi; questo Gesù non è basato sui vangeli ma sugli “insegnamenti” di san Paolo, il quale ha introdotto l’essenza divina di Gesù, peraltro mai dichiarata da Gesù medesimo.

AV. Solo Luca e Matteo ci raccontano la nascita di Gesù.

Segue il secondo filmato: Nell’anno 63 a.C. Pompeo entra in Gerusalemme e la Palestina diventa protettorato di Roma. Matteo scrive «Gesù nacque a Betlemme al tempo di Erode». Storicamente, Erode divenne re nel 37 a.C e morì nel 4 d.C. Luca scrive «Augusto fece un censimento di tutti gli abitanti dell’impero romano». Questo fu quando Quilino era governatore della Siria, quindi le date non coincidono con quelle degli evangelisti. Secondo alcuni, questo censimento si tenne nell’8 a.C. e forse solo per i cittadini di Roma. Altri (per esempio Giuseppe Flavio) lo collocano nel 6 o nel 7 d.C. In realtà, nessuna data coincide con quell’ipotetico zero in cui nacque Gesù. Fu un monaco, Dionigi il Piccolo, nel VI secolo d.C., a proporre una data di nascita: 753 anni dopo la fondazione di Roma. Errore di Dionigi o dei vangeli? Intanto, sotto Costantino, tre secoli prima di Dionigi, si era già fissato il giorno, il 25 dicembre, solstizio d’inverno, festa del dio Mitra.

Anche sul luogo della nascita di Gesù, i vangeli non concordano. Solo Luca parla di una stalla a Betlemme. Non c’è traccia di bue e asinello, che invece troviamo nel vangelo apocrifo detto “pseudo-Matteo”. Il Matteo canonico non parla né del viaggio della coppia né del censimento, il luogo non è una stalla ma una comune casa di Betlemme. Marco e Giovanni, che non scrivono particolari, chiamano Gesù “il nazareno”, a sottolinearne l’appartenenza a Nazareth; però, fuori dai vangeli, Nazareth non è stata mai citata prima del 135 d.C. e, sulla sua esistenza, ci sono moltissimi dubbi. Quindi, riepilogando, ci sono contraddizioni sul censimento, sulle date, sulla stalla o casa, sulla città, Betlemme o Nazareth.

GR. Il censimento certo è quello del 6 d.C., quando Gesù ha 12 anni. Quirino, all’epoca, era di certo in Siria e lì indice alcuni censimenti (per esempio quello di Apamea) non con la regola residenziale ma del tipo etnico. Luca parla di un «Primo censimento di Quirino», Matteo ci racconta della persecuzione dei bambini fino a 2 anni di età.

VM. L’orientamento è quello che accredita i calcoli di Dionigi il Piccolo.

PO. Lo zero lo hanno inventato gli indiani nel 500 d.C. E della “strage degli innocenti” non ne parla nessuno, neppure Giuseppe Flavio che, appena poteva, attaccava volentieri Erode.

GR. Effettivamente, non ci sono segni storici di quella strage, ma è documentato che Erode fu uno stragista e che temeva la nascita di presenze ostili al proprio regno (ossia i discendenti di Davide). Il 25 dicembre comincia a comparire nel IV secolo; precedentemente c’erano mesi diversi, e la data fu associata al solstizio d’inverno.

VM. Escludo che le pecore potessero stare al freddo rigido di una zona come Betlemme, quindi la data non mi convince.

GR. Teologicamente, Betlemme è stata introdotta sulla profezia di Michea giacché era la patria di Davide, quindi doveva essere quella del messìa. Nazareth non è documentata storicamente, ma archeologicamente sì: lo testimonia un graffito del I secolo d.C. Betlemme potrebbe essere anche storicamente la sede della nascita di Gesù, dal momento che i censimenti erano etnici.

AV. Gesù era un naziroi (setta che usava i capelli lunghi, la castità e l’obbedienza)?

GR. Il “battista” lo era.

AV. Dov’è nato Gesù?

VM. Secondo Luca, non in una grotta, non in una casa, forse in una sorta di “foresteria”. Gesù non è mai stato misero e povero. Giuseppe era altro che solo un falegname, bensì un impresario edile o del legno. Giustino il martire, che vantava discendenze dirette con Gesù, narra che Giuseppe era un impresario specializzato e aveva molti dipendenti. Quindi, perché mai non avrebbe potuto pagarsi per sé e per la moglie un caravanserraglio? Fu solo per la folla che trovarono che si adattarono nella foresteria.

PO. Intanto, il solstizio d’inverno è il 21 e non il 25. “Solstizio” significa che il sole si ferma e “risorge” dopo tre giorni: da cui, il mito che conosciamo.

AV. Riepilogando: gli evangelisti non furono testimoni oculari. Erode muore prima della strage degli innocenti. Giuseppe e Maria erano di classe media. E i re magî, erano tre? Ed erano re?

Terzo filmato. Matteo non parla di re o di magi ma di “sapienti”.

FC. Noi non sappiamo quanti siano stati i magî; il numero 3 si è fissato successivamente giacché il vangelo parlava di tre doni. Nei vangeli apocrifi il numero dei magî varia da due a dodici.

Nel “Vangelo Armeno dell’Infanzia” (V secolo d.C.) si fissa la data di arrivo dei magî al 6 gennaio e il loro numero in 3. Essi furono: Melicon, re dei Persiani, Gaspar, re degli Indi, e Baltasar, re degli Arabi. Tutti provenienti dalla terra dei magî.

FC. Nel vangelo non si dice che i magî fossero pure re e non si parla dei loro nomi.

Matteo ci informa che i magî furono i primi a riconoscere il salvatore nel neonato.

FC. “Maghi” o “magî” è lo stesso, ma abbiamo storpiato la parola perché non ci sembrava opportuno che Gesù fosse stato riconosciuto da dei maghi.

Al tempo di Gesù, per “maghi” si intendevano i ciarlatani palestinesi. Ma anche i sacerdoti di una religione dell’epoca, il zoroastrismo, nata in Persia.

FC. C’è un rapporto maghi-magî: la magia era collegata ai sacerdoti persiani. I magi di Gesù arrivarono il 6 gennaio e provenivano dalla Persia: come fecero a coprire quella distanza in soli 12 giorni di viaggio? Fu sant’Agostino a cercare una spiegazione, dicendo che i magî avevano viaggiato su veloci dromedarî.

Ma perché questi seguaci di Zoroastro avrebbero dovuto andare ad adorare il messìa di un’altra religione e di un altro popolo?

FC. Lo zoroastrismo parla della fine di ogni ciclo caratterizzandolo nell’avvento di un salvatore, anzi “soccorritore”.

Secondo la religione dei magî, la fine del mondo sarebbe stata annunciata dai segni degli astri e dalla nascita di un salvatore del mondo.

GB. Cosa poteva essere “la cometa”? Tra il 7 a.C. e il 4 d.C. non transitò la cometa di Halley, che certamente passò nel 12 a.C. (il 4 a.C. morì Erode). Supernovae non ce ne furono: né i Caldei, né i Romani, né i Cinesi ne osservarono. Ci fu invece una congiunzione Giove-Saturno molto luminosa (queste avvengono una ogni 20 anni e nel segno dei Pesci una ogni 800 anni). Keplero dice che avvenne nel 7 a.C. In realtà fu una congiunzione tripla.

GR. I 120 versetti del Vangelo dell’infanzia ebbero lo scopo di incrementare la fede. La stella è un simbolo messianico molto importante.

AV. Gesù aveva fratelli? Lo testimonierebbe la tomba di san Giacomo, ma gli indizî arrivano anche dai vangeli: Luca dice che Giuseppe e Maria non hanno altri figli prima di Gesù e Matteo conferma; ma parla anche di fratelli. Marco parla di fratelli e sorelle nati dopo Gesù. Di sorelle si parla nel proto-vangelo di Giacomo: Melche ed Esca, frutti di un precedente matrimonio di Giuseppe.

GR. I termini greci adelphos (fratello) e anepsios (cugino) hanno matrici semantiche comuni.

RC. Che Gesù avesse dei fratelli non è da considerare anormale.

PO. A una Chiesa che rivendica il dogma della verginità di Maria prima, durante e dopo il parto, l’esistenza di fratelli rompe le uova nel paniere.

VM. Il sistema di clan e di famiglie su cui ancor oggi si basa la cultura ebrea e semitica fa indicare come fratello anche un cugino. Nei vangeli non si attribuisce l’essere figlio di Maria a nessun altro che non sia Gesù.

AV. Gesù a 12 anni va nel Tempio e con la sua erudizione stupisce i saggi con cui parla; è credibile una cosa del genere?

RC. C’è una certa enfatizzazione, ma non è strano, anche questo episodio vuole sottolineare l’ebraismo di Gesù.

AV. C’è un lungo periodo sconosciuto nella vita di Gesù, che va dai 12 ai 30 anni. Luigi Baima Bollone, nel suo libro L’identità di Gesù, indica nel Giappone il luogo più lontano visitato da Gesù: può essere che sia andato lì?

BB. È solo una leggenda, e in merito ce ne sono altre.

Quarto filmato. Secondo leggende indiane, Gesù va in Tibet a studiare buddismo; ci sono numerose tracce che parlano di un personaggio chiamato Issa. Nel 1894, l’esploratore Nikolas Notovic pubblica a Parigi il libro «La vita sconosciuta di Gesù», dove dice di aver rinvenuto dei documenti che affermano che Gesù visse tra India e Tibet per 18 anni. Viene considerato un impostore e condannato. Nel 1896 c’è il resoconto di viaggio di Archibald Douglas, che nega l’esistenza di alcun manoscritto che parli di Issa. 1922: un monaco indù trova dei rotoli che confermano la tesi di Notovic; purtroppo non li porta con sé come prova. 1925: un esploratore russo si imbatte in alcune leggende che parlano di Issa. 1939: una musicista svizzera vede in Tibet libri che parlano di Gesù, ma incautamente non li compra. Oggi, sia i manoscritti che i libri sono introvabili.

BB. Queste sono idee peregrine. In Kashmir ci sono molte tombe e tracce sospette di Gesù ma anche della Madonna, di Abramo e di Mosé.

VM. Molte forme ha la tesi del rilancio di Gesù in oriente, o anche che non sarebbe mai morto ma tornato in oriente e lì sposatosi con Maria Maddalena, per poi morire vecchissimo. Dietro tali false attività disinformative c’è una setta islamica con sede a Francoforte: la tradizione musulmana ritiene infatti che sulla croce non morì Gesù ma Simone Cireneo, suo sosia.

AV. Perché i vangeli non raccontano nulla di questi anni?

GR. L’attenzione centrale è focalizzata sul momento in cui Gesù entra in scena.

PO. Questi sono temi comuni a molte religioni. Quando i nostri missionari (Matteo Ricci e altri gesuiti) andarono in Cina, videro la dea Guagnin e la confusero con la Madonna. Questo è un tipo di errore di tutti coloro che credono che la propria storia sia l’unica storia.

Quinto filmato. Un profeta è chi parla a nome di Dio. A partire dal secolo XI a.C. i profeti conferiscono autorità divina al potere dei re. “Messìa” significa “unto da Dio”, tradotto in greco con la parola ΧΡΙΣΤΟΣ (christos). Il messia delle profezie aprirà un’era di perfezione morale e di pace; ma nell’attesa bisogna purificare il mondo dal male. Storia e profezia si intrecciano. Isaia profetizzava sullo sfondo della distruzione del regno da parte degli Assiri. Geremia ed Ezechiele profetizzarono - dopo il crollo del regno di Giuda - la distruzione del primo Tempio nel 586 a.C. e l’esilio di Babilonia. Daniele profetizza dopo le rivolte ebraiche del II secolo a.C. e annuncia l’imminente fine dei tempi (giudizio universale). Ai contemporanei di Gesù, la fine dei tempi sembra imminente: dal 63 a.C. sono i Romani a comandare sulla terra degli ebrei, e il popolo di Gesù attende colui che li riscatterà. Alcuni credono che sia un colto rabbino, altri un predicatore solitario, oppure un esorcista, un capo carismatico. Anche gli Esseni, una setta di ebrei, a Qmran, sul mar Morto, aspettano un messia, un maestro di giustizia. C’è anche Giovanni Battista, eremita del deserto: molti lo indicano messia, e lui difatti predice la fine del mondo e va in giro a battezzare. Un secolo dopo la morte di Gesù, nasce un ennesimo messia, “figlio della stella”, Barcoba, che conquista varie terre nel 135 d.C. Ma viene sconfitto e ucciso da Giulio Severo.

AV. L’attesa messianica c’è anche nel mondo pagano: ce lo dice Tacito e Svetonio.

VM. Quello dei profeti è un terreno su cui muoversi con cautela. Ma storicamente è provato che proprio intorno all’epoca di Gesù c’è un aumento del fermento dell’attesa.

I MIRACOLI

AV. Secondo i vangeli, Gesù fece 37 miracoli: 7 esorcismi, 18 guarigioni, 7 miracoli sulla natura (nozze di Cana, camminata sulle acque, ecc) e 3 resuscitazioni (o resurrezioni). La più nota delle resuscitazioni fu quella di Lazzaro di Betania, morto da 4 giorni e suo amico, la racconta Giovanni.
È spiegabile scientificamente? Possibile che fosse una morte presunta?

BB. Il significato dei miracoli è quello di “segni”, non di eventi prodigiosi. Dal punto di vista della fede, la resuscitazione di Lazzaro è il segno dello strapotere di Dio sulla natura. Dal punto di vista più ristretto della scienza, indubbiamente c’è qualche problema.

PO. I miracoli fanno parte di quella religione popolare che guarda a un altro Gesù, quello dei fedeli. In questo nostro mondo scientifico, credere nella razionalità dell’universo e poi “uscire” ogni tanto dalla finestra per credere anche nei miracoli, mi sembra un po’ difficile poterlo fare.

VM. Il credente non deve essere necessariamente “miracolista”. La fede si concentra sul miracolo per eccellenza (lo dice Paolo di Tarso) che è quello della resurrezione di Cristo.

ASPETTO FISICO DI GESÙ

AV. I vangeli non ci descrivono le fattezze di Gesù, non ci dicono com’era. Sarà soprattutto l’arte a raccontarci il volto di Gesù. Fino al II secolo, Gesù non fu mai rappresentato se non come simbolo (pesce, agnello). Poi, fino alla Chiesa bizantina, abbiamo un Gesù senza la barba. Oggi, nel nostro immaginario Gesù è quello della sindone e anche quello dei “santini”, occidentale, capelli lunghi e biondi, occhi azzurri. Pochi mesi fa, uno shock ci venne dalla BBC: da un teschio di un palestinese di 2000 anni fa, un professore di Manchester ha ricostruito il volto del palestinese medio di quel periodo.

VM. Partire da caratteristiche razziali per dire «un ebreo è così» mi sembra un’operazione inquietante.

FM. La valle del Giordano è molto assolata, e quindi l’etnia lì presente doveva essere scura di pelle.

Filmato: QMRAN, di Corrado Augias..

    Nella primavera del 1947, sulla riva nord occidentale del mar Morto, un pastorello palestinese trova accidentalmente in una grotta molte anfore antiche con dentro rotoli di papiri. Ignorando la loro importanza, la sua famiglia ne distrugge molti utilizzandoli per accendere il fuoco. Ciò che ne resta, arriva a un antiquario che nel 1948 ne dà notizia - passata inosservata - sul New York Times. Solo nel 1954, quando esce un annuncio economico per vendere «rotoli di manoscritti biblici risalenti al II secolo», l’attenzione si focalizza. Presto, essi vengono indicati come la biblioteca degli Esseni, corrente religiosa dell’epoca di Gesù, stanziata presso il mar Morto, vita monastica, ferreo celibato, adoratori del Sole, praticanti il distacco delle passioni. Ma tutto il successivo dibattito si concentrò su un minuscolo frammento di quei rotoli, giacché un padre gesuita dichiarò di avervi letto un passo del vangelo di Marco. Se questo fosse vero, saremmo di fronte a novità sconvolgenti: i vangeli furono contemporanei a Gesù? E Gesù fu un Esseno? È possibile che quei rotoli, ancora in gran parte tenuti inaccessibili, nascondano chissà quali altre ignote notizie?

- FINE -

NOTE

  1. Laureato in lettere, dal 1991 in Rai. Nel 1998 conduce Radio anch’io.
  2. Giornalista, pubblica su Avvenire e Jesus; è autore del best seller Ipotesi su Gesù, 1976, da alcuni ritenuto il prodotto di una laicità nuova.
  3. Sacerdote milanese, docente di esegesi biblica, scrittore, studioso.
  4. Autore del libro Gesù ebreo?.
  5. Studioso della Sindone e autore del libro L’identità di Gesù.
  6. Esperto di logica matematica, divulga tutto ciò che presenta connessioni fra matematica e scienze umane. Tra i libri, Il vangelo secondo la scienza e Il computer di Dio.
  7. Ha “ricostruito” i volti di Giotto, Gregorio VII e del conte Ugolino.