I casti costi

di Marco Accorti

 

Da quando è diventato di dominio pubblico che l’assistenza spirituale cattolica negli ospedali viene fornita da religiosi solo dietro compenso [1], di norma con assunzioni a tempo indeterminato nel ruolo degli infermieri, talvolta con contratti o convenzioni, si è posto il problema non tanto etico –questo riguarda solo le coscienze di chi baratta carità con euro– quanto di sapere quanto costi questo “servizio” ai cittadini. Al momento Intese o comunque accordi fra le Regioni e le Conferenze episcopali regionali sono 13 e 2, relative a Sardegna e Calabria, risultano ancora in fieri. Le rimanenti regioni, come verificato per Liguria e Abruzzo, si può presumere che facciano riferimento a vecchie normative quali il D.P.R. 27-3-1969 n. 128 “Ordinamento interno dei servizi ospedalieri”.

Nonostante siano reperibili i testi delle intese delle 13 Regioni con le rispettive Conferenze Episcopali, tuttavia i relativi oneri sono pressoché ignoti. Ad una specifica interrogazione la Regione Toscana ha risposto che «non prevedono alcuna specifica assegnazione di risorse alle Aziende Sanitarie, né eventuali rimborsi derivanti dalla sottoscrizione delle convenzioni per la disciplina del servizio di assistenza religiosa cattolica nelle strutture di ricovero delle Aziende sanitarie. Pertanto non sono stati utilizzati capitoli di spesa del bilancio regionale». L’Intesa non avrebbe alcun costo? Be’ diciamo che paga l’ASL anche se sfugge su quale capitolo di bilancio. Le uniche informazioni trovate circa i costi riguardano Emilia Romagna e Toscana (incomplete), Trento (Provincia) sub iudice, Veneto.

Emilia Romagna. L’importo conosciuto per il 2010 è di 2.297.049,52 €, ma non comprende l’Istituto Rizzoli di Bologna, né è noto il numero totale degli assistenti spirituali (AS) incaricati [2]. Le uniche indicazioni disponibili riguardano l’ospedale Maggiore di Bologna la cui convenzione prevede quattro AS, ma non sono noti i corrispettivi, e l’AOU Sant’Orsola Malpighi che ha una convenzione di 127.000 € per 5 AS.

Toscana. L’importo noto ammonta a 2.150.000 € per 77 AS, ma il loro numero sembra incompleto in quanto mancano gli incaricati per le ASL di Siena e Prato.

Trento (Provincia). È definito sub iudice in quanto pur noti gli 11 AS beneficiati, i costi pubblicati dal quotidiano «L’Adige» [3] sono stati contestati e rettificati da un comunicato stampa della Diocesi [4]. In pratica i 763.000 € apparsi sulla stampa si riducono a 303.167 €. Ovviamente si è tenuti a dare credito alla rettifica della Diocesi, ma niente esclude che i 303.167 € corrispondano sì al compenso per gli AS, ma possano anche assommarsi ad altri emolumenti per lo svolgimento di differenti funzioni.

Si deve infatti ricordare che la Ragioneria Generale dello Stato, nel Sistema di Contabilità Economica, fra le “Prestazioni professionali e specialistiche non consulenziali” include “Assistenza psicologica, sociale e religiosa”, voce che fece gridare allo scandalo quando nel 2008 si scoprì che era presente nel bilancio di previsione del ministero dell’Economia per 72.809 € [5]. Non è dato di sapere con quale scopo, ma è auspicabile che fossero destinati ad approfondimenti di tipo psicologico e sociale per la preparazione del personale incaricato di scovare gli evasori fiscali. È quindi possibile che taluni AS incaricati dalla Provincia di Trento abbiano anche altri incarichi di tipo psicologico o sociale, richiamando alla mente però un “conflitto” più etico che di interessi.

Veneto. È la regione per cui i dati appaiono più chiari. Degli 83 AS, 36 sono assunti a tempo indeterminato per una spesa di 1 milione di €, 41 lavorano in regime di convenzione, per un importo di 850.000 € e altri 6 sono co.co.co. con relativo esborso di 120.000 €. Il tutto per un totale di 1.970.000 € [6].

Per la Puglia si ha solo l’indicazione che «l’Azienda sanitaria di Taranto ha versato tra il 18 aprile del 2006 e il 31 dicembre del 2008 [ndr: 32 mesi] a favore dei sacerdoti Balzello e Zama 73mila euro –a testa– per compiere attività di assistenza religiosa» [7].

La Calabria compare per notizie di cronaca nera circa «27 rinviati a giudizio per le truffe della casa di riposo Papa Giovanni XXIII. Aperta una nuova inchiesta su 12 pazienti “scomparsi” e 15 “possibili assassinii”» da cui risultano «Cinquanta euro al giorno di contributi regionali per l’“assistenza spirituale” o l’“assistenza religiosa”».[8].

Sulla base delle retribuzioni medie ricavabili da queste poche notizie, e considerando una certa costanza di valori, si può ragionevolmente ipotizzare in circa 25.000 € il costo medio di un AS considerando che i tipi di contratto che intercorrono, oltre all’assunzione in ruolo, sono i più disparati:

• Bologna Sant’Orsola Malpighi: 25.400 €
• Toscana: 27.922 €
• Trento (Provincia): 27.561 €
• Veneto: 23.735 €
• Taranto: 24.333 €

In rete si raccolgono altre informazioni, ma non si sa quanto affidabili e rappresentative. Per la Lombardia risulterebbe che nelle 192 strutture ospedaliere lombarde (115 pubbliche e 77 private) [9] nel 2005 venivano assunti 120 AS religiosi, estendendo quindi il finanziamento anche alle Aziende non pubbliche [10], tuttavia non si è trovata alcuna delibera o altro documento ufficiale che comprovi la notizia e tanto meno i relativi costi. Per il Lazio e la Sicilia si hanno numerose segnalazioni di circa 300 e 200 AS da assumere rispettivamente a tempo indeterminato, ma mancano le delibere, né si conosce la spesa.

Se gli emolumenti calcolati fossero reali, al costo medio di 25.000 € per AS dovremmo attenderci una spesa in questo ordine di misura:

• Lombardia: 120 AS per 3.000.000 €
• Sicilia: 300 AS per 7.500.000 €
• Lazio: 200 AS per 5.000.000 €

Dall’esame delle Intese (vedi Allegato) emerge, pur con una certa variabilità, una relazione fra il numero di AS, Ospedali e posti letto (PL). Il computo degli AS segue per lo più due diversi criteri. In un caso (Toscana, Lazio, Veneto, Trento) si rimanda ad una certa “discrezionalità” delle Aziende; l’Umbria elabora un sistema estremamente complesso ma che poi prevede molteplici deroghe. In generale però la maggior parte delle Intese prevede che in ogni Ospedale debba essere presente almeno un AS, numero che viene incrementato di una ulteriore unità ogni 200-350 posti letto. Inoltre nelle Intese non si specifica mai il tipo dei posti letto (Day Hospital, Day Surgery, Degenza Ordinaria o a Pagamento), né è sempre chia­ro se l’accordo riguardi solo le strutture di ricovero pubbliche o anche quelle accreditate.

Come si vede i dati disponibili sono insufficienti per avere un quadro di spesa rispondente al reale onere sopportato dalle ASL, per cui ci si deve limitare a ipotizzarlo attraverso proiezioni legate ai posti letto (PL) [11]. Sulla base degli AS noti per ospedale risulterebbe una variabilità particolarmente marcata, mentre il Sant’Orsola risulterebbe al disotto di quanto previsto dall’intesa [12], il dato relativo a Taranto appare inattendibile e non rappresentativo (tab. 1).

La variabilità riscontrata nei dati delle 2 regioni e della provincia (166, 184, 224 PL¥AS) è ragionevolmente riconducibile alla distribuzione sul territorio di strutture di differente dimensione, tuttavia se si usa lo stesso criterio per regioni di cui non si hanno dati ufficiali i risultati lasciano perplessi (tab. 2).

 

Il dato della Lombardia (un AS per 288 PL), per quanto possa essere ritenuto ragionevole solleva dubbi: a) per l’alto numero di strutture (la Lombardia finanzia anche quelle private) e in considerazione che «Per ogni ente gestore deve essere previsto almeno un assistente religioso», b) per la grande variabilità delle dimensioni delle stesse strutture, nonché, ma questo può essere solo un pregiudizio, c) per la specifica politica clericale della regione che anche in questo caso dovrebbe favorire la presenza di AS in corsia. Questo aspetto sembra invece rispettato (un AS per 52 o 102 PL), sempre che le informazioni siano corrette, per Lazio e Sicilia notoriamente inclini a offrire benefici e privilegi alle gerarchie cattoliche. In assenza di dati certi e omogenei, l’unica cosa che si può fare è affidarsi a valori approssimativi mediati fra quelli disponibili. Nello specifico si possono mediare i valori più affidabili (Toscana, Trento, Veneto) contro quelli più opinabili (Lombardia, Lazio, Sicilia) ottenendo due valori (191 e 147 PL per AS) che possono rappresentare una ragionevole variabilità (tab. 3).

Considerando che in Italia risultano 205.896 PL pubblici si può ipotizzare che il numero degli AS oscilli fra 1.078 e 1.401; nel caso di una spesa di 25.000 € cadauno l’importo totale oscillerà fra i 27 e i 35 milioni di € (tab. 4).

Dunque una cifra intorno ai 30 milioni di €, ma non certo esaustiva. Si deve ricordare che a carico del SSN e delle ASL ricadono le numerose spese di mantenimento di questo servizio. Si va dall’allestimento e dal mantenimento delle cappelle, sacrestie e uffici, a quello degli AS che hanno diritto ad alloggio ed a spese di mantenimento (luce, riscaldamento, pulizie, ecc.). Anche in questo caso il computo è difficile se non ricorrendo ad un’ipotesi di ricarico annuo di 2.500 € per AS, in realtà poco più di 200 € al mese cifra sicuramente fin troppo conservativa per rappresentare il corrispettivo di un affitto o di un rimborso trasporti per gli AS che devono servire più strutture, e si giunge così ad una media di circa 35 milioni di € (fra i 30 e i 40 milioni).

Sulla base del comunicato della Regione Toscana riportato in apertura rimane comunque il dubbio di chi paga e in questo caso torna anche a galla la notizia che il SSN pagherebbe più sacerdoti che odontoiatri: 387 contro 171 [13]. Dunque se anche questi 387 dovessero essere da sommare a quelli fin qui ipotizzati la spesa finale ricadrebbe fra i 40 e i 50 milioni di €. Si potrà obiettare che se anche si trattasse di 50 milioni di € sarebbe una cifra tutto sommato modesta rispetto al miliardo dell’8¥1000 per lo più sottratto in maniera truffaldina, ma è il suo valore simbolico che si impone, è il cappello sulla poltrona con cui la CCAR marca il territorio di ospedali, caserme e carceri. Non a caso in occasione del ricevimento per i Patti Lateranensi, alla prima uscita dopo il Rubygate, il presidente del consiglio ha potuto dichiarare «È andata benissimo. Benissimo, come sempre» in quanto gli argomenti erano stati scelti con cura per accarezzare le gerarchie vaticane: «il Segretario di Stato Bertone ha guidato la conversazione, dando la parola ai cardinali Bagnasco e Attilio Nicora (che amministra il patrimonio della Santa Sede ed è esperto di questioni concordatarie): si è parlato delle intese per l’assistenza spirituale negli ospedali e nelle carceri, del sostegno alla famiglia, e del fine vita» [14]. Dunque una cifra modesta, ma è incredibile lo stillicidio e la varietà di prebende di questo ordine di misura che vengono distribuite quasi sottobanco all’insaputa dei cittadini per rafforzare un sistema di potere clericale che in termini di religiosità raccoglie sempre meno consensi: sempre meno fedeli assidui, chiese vuote o chiuse, vocazioni in continuo calo.

È dunque etico che la chiesa cattolica si faccia pagare l’assistenza spirituale, dunque una forma di carità che per sua natura dovrebbe essere un dono? È etico che con i bilanci in rosso di Regioni e Comuni, con ticket sempre più pesanti per i cittadini, con il blocco delle assunzioni e del turn over negli ospedali si garantisca un impiego, perché poi di questo si tratta, e considerevoli benefit a dei religiosi già garantiti dal fondo di sostentamento del clero rastrellato con l’8¥1000? Evidentemente no. È ora che santa romana chiesa sia sostenuta direttamente dai propri fedeli. È ora che sia messo in discussione il Concordato.Note

[1] Marco Accorti, Il costo dell’estrema unzione, L’Ateo n. 2/2011 (74), pp. 26-29.
[2] www.marzaforum.forumattivo.com/t974-l-assistenza-spirituale-in-emilia-ro…
[3] www.ladige.it/news/2008_lay_notizia_01.php?id_cat=4&id_news=105537
[4] www.ladige.it/inc/class/easy_dowload.inc.php?path_file=/oggetti/2011_04&…
[5] www.piscino.it/file/rassegna/rassegna080131.pdf
[6] www.precarius.com/index.php?paged=2
[7] www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia…
[8] http://freeforumzone.leonardo.it/lofi/Malasanit-/D7395308-2.html
[9] Il dato è relativo al 2004.
[10] http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/03/22/u…
[11] Ministero della Salute, Direzione generale del sistema informativo, Ufficio di direzione statistica; anno 2008, www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1488_allegato.pdf
[12] Art. 4 – Numero degli assistenti religiosi: «da 850 a 1.200 posti letto quattro assistenti religiosi. Oltre i 1.200 posti letto gli assistenti religiosi dovranno essere aumentati di una ulteriore unità ogni 350 posti letto».
[13] Ministero della Salute, Direzione generale del sistema informativo, Ufficio di direzione statistica; anno 2008, www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1488_allegato.pdf ; p. 87.
[14] www.ilgiornale.it/interni/il_premier_vaticano__andata_benissimo/19-02-20…