Il TAR del Veneto ha respinto l’iniziativa giuridica avviata dai soci UAAR M.A. e S.L., contro la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche frequentate dai propri figli. Facendo questo ha dimostrato una notevole mancanza di coerenza con la sua precedente sentenza con la quale, sollevando un’eccezione di incostituzionalità, rinviò il ricorso alla Corte costituzionale.
Alcune anticipazioni della sentenza sono state pubblicate sulla stampa e lasciano esterrefatti. Il TAR ha ricostruito il passato in un modo che ben pochi storici potrebbero condividere: da duemila anni la chiesa cattolica si batterebbe per i diritti civili, per la costruzione della democrazia e, addirittura, dello stato laico. Oltre a essere un’opinione difficilmente sostenibile, è anche una tesi che non ha alcuna ragione di figurare all’interno di una sentenza, né potrebbe valere come motivo per porre la fede cristiana al di fuori della legge.
Violando platealmente il supremo principio costituzionale della laicità dello Stato repubblicano, il TAR si è nettamente contrapposto all’articolo 3 della Costituzione stessa, che ha stabilito l’uguaglianza di tutti i cittadini italiani di fronte alla Legge: quelli di fede cattolica hanno forse maggiori diritti?
La sentenza giunge in un momento storico nel quale la Chiesa cattolica italiana, grazie alla silente acquiescenza di gran parte degli uomini politici, sembra voler assumere direttamente l’azione di governo.
L’UAAR, rinnovando il sostegno all’iniziativa condotta dai coniugi, trarrà dal pronunciamento del TAR ulteriori motivazioni per intensificare il proprio impegno a favore della laicità dello Stato, a partire dagli imminenti referendum.