La secolarizzazione, affermata nei paesi del Nord Europa da molti decenni, ha preso piede anche in Italia e aumenta vistosamente anno dopo anno: da noi le persone senza religione sono circa 10 milioni; nelle grandi città del Nord il 25% dei bambini che nascono non viene più battezzata e la maggioranza dei matrimonî è civile; il 95,5% della popolazione non segue le direttive della chiesa cattolica in fatto di morale sessuale (esistono ancora famiglie con dieci figli?) e ormai tutti accettano le coppie di fatto e che nascano bambini «nel peccato», come direbbe la chiesa.
In teoria siamo uno stato laico, con cittadini liberi e uguali di fronte alla legge; in pratica c’è una religione di Stato e ci sono cittadini di seconda classe che sono liberi ma non uguali; si pensi ai finanziamenti ordinarî e straordinarî che riceve la chiesa cattolica (diecimila miliardi per il giubileo); alla presenza dei crocifissi in molte aule scolastiche e di tribunali; all’arrendevolezza delle istituzioni pubbliche di fronte alla chiesa (il vescovo di Padova che non chiede di andare nelle scuole a fare le visite pastorali, ma avverte quando andrà e si offende se qualche preside rifiuta di interrompere le lezioni per lui, come per legge dovrebbero fare tutti). Tra parentesi, il nuovo tribunale di Padova era l’unico tribunale italiano nelle cui aule non c’era il crocifisso perché l’UAAR ne aveva fatto esplicita richiesta; ma dall’estate scorsa anche nell’aula delle udienze della corte costituzionale è stato tolto dal presidente, cattolico, per le continue proteste che riceveva.
La Lega e la Moratti ci stanno facendo tornare all’epoca buia di quando si imponeva ai «sudditi» la «religione di Stato» a suon di leggi, decreti e circolari. Continuando su questa china, un altro passo indietro e ci ritroveremo alle guerre di religione tra integralisti.
Dopo ottant’anni di clericalismo continuo, si torni finalmente al laico «libere Chiese in libero Stato».
Negli Stati del Nord Europa la religione è un fatto privato con buona pace di tutti i fortunati cittadini che vi abitano. Che senso ha l’intervento dello Stato su quello che credono o non credono i cittadini e sui simboli religiosi a cui vogliono o non vogliono riferirsi?
Il crocifisso ha tutto il diritto di trovarsi nelle chiese, nelle case dei fedeli, nei musei (quando è il caso) e ciascun cattolico può avere una catenina con il crocifisso al collo o tenerlo in tasca o appuntato al bavero. Ma metterlo negli edifici pubblici è un uso improprio, che offende anche alcuni cattolici, non è più un oggetto di culto, ma serve a marcare il territorio, serve allo stato integralista a riaffermare che la religione «normale» è quella cattolica.
La scusa che viene accampata adesso è che le radici della nostra cultura e civiltà sono quelle cattoliche. Niente di più falso, le radici della società moderna italiana, che la rende simile a quelle degli altri stati europei, sono «anche» cattoliche, ma le spinte che la caratterizzano di più sono laiche e si sono imposte nonostante la chiesa - e contro la chiesa. Che traccia c’è nella nostra società del Sillabo di Pio IX? e dell’indice dei libri proibiti? e dei roghi per chi era ateo o omosessuale? della persecuzione della libera ricerca scientifica, dell’oppressione della donna? dei ghetti inventati dalla chiesa e finiti nei territorî del papa con la sua caduta? Le radici comuni a tutto il modo occidentale sono l’antica cultura greco-romana, la scienza, la tecnica, la filosofia dei grandi «eretici», l’illuminismo, i diritti civili anglosassoni; se vogliamo sitetizzare con dei nomi, le colonne della nostra civiltà sono Galileo, Darwin e Freud, tutti «osteggiati» dalla chiesa, almeno fino che ha potuto.
L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti è un’associazione ormai nazionale che era stata fondata a Padova; è in rapida crescita e ha un sito (www.uaar.it, recentemente ristrutturato) molto noto, con interessanti notizie su tutta la tematica del laicismo; ci sono anche le indicazioni per annullare gli effetti civili del battesimo (che sono gli unici che contano per chi è stato battezzato ma non è cattolico). A Padova sta raccogliendo firme per ottenere una sala per i funerali laici dei non cattolici.