Newsletter UAAR n° 7

(28 giugno 2001)

  1. ATTIVATA LA MAILING LIST [UAAR].
  2. L’UAAR AL GAY PRIDE 2001.
  3. DIECI, CENTO, MILLE BANCHETTI.
  4. CROCIFISSI A SCANDICCI, LI PROPONE IL PPI. NOSTRO INTERVENTO.
  5. LA LEGISLATURA COMINCIA SOTTO L’EGIDA DELLA MADONNA.
  6. AGGIORNAMENTO SULLA CAMPAGNA A FAVORE DEL DOTTOR SHAYKH.

1. ATTIVATA LA MAILING LIST [UAAR]

Da poco più di un mese è operativa la mailing list [uaar].

Ricordiamo che una mailing list è un forum che permette a più persone di dibattere utilizzando la posta elettronica.

Nel caso di [uaar] la partecipazione è riservata ai soli soci dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti.

Scopo della lista è favorire la discussione tra i soci sull’attività dell’associazione, nonché offrire a soci e Comitato di Coordinamento uno strumento di comunicazione bidirezionale.

Il manifesto della lista individua come temi generali di discussione:

  • richieste di chiarimento, proposte d’azione, suggerimenti da parte dei soci nei confronti dell’associazione;
  • scambio di opinioni da parte di attivisti e soci sulle iniziative intraprese;
  • segnalazione di situazioni, avvenimenti e articoli attinenti l’attività dell’associazione;
  • informazioni e aggiornamento da parte del Comitato di Coordinamento e dei suoi componenti sull’attività sociale.
  • Uno strumento di discussione, quindi, estremamente potente, a disposizione del singolo socio che voglia fare o dire la sua.

Per discutere invece di ateismo, tra persone non necessariamente iscritte all’associazione, resta più che mai in pista la lista [ateismo], anch’essa creata dall’UAAR, sorta di microfono aperto sui temi dell’ateismo, dell’agnosticismo e della critica alle religioni.

2. L’UAAR AL GAY PRIDE 2001

Anche quest’anno l’UAAR ha deciso di marciare accanto ai gay e alle lesbiche, una minoranza di italiani oggetto anch’essa, come gli atei, di discriminazioni per la cui eliminazione bisogna lottare e manifestare con ancora maggior forza.

Il Gay Pride 2001 si è svolto a Milano, il 23 giugno, ed ha visto la partecipazione di circa 50.000 persone.

Tra di esse la nostra delegazione si è fatta anche questa volta notare (e garantiamo che in un contesto simile è veramente difficile!) per i propri cartelli contro l’interventismo politico vaticano e per la laicità dello Stato.

Molto fotografati ed applauditi, siamo stati citati anche da quotidiani nazionali quali «Il Manifesto» e «Il Mattino».

Simpaticamente, all’interno del corteo ci siamo trovati a sfilare proprio davanti all’associazione degli Omosessuali Cristiani, e la cosa non è passata proprio inosservata.

In poche parole, un momento importante per ribadire che, al di là delle polemiche giubilari, i problemi sono ancora sul tappeto, e che molti cittadini non tollerano che vengano messi nel dimenticatoio.

3. DIECI, CENTO, MILLE BANCHETTI

Con la bella stagione gli italiani tornano ad uscire di casa: i centri storici si popolano di passanti, ed anche l’UAAR ha deciso di mobilitarsi per portare le proprie istanze direttamente in mezzo alla gente, che spesso nemmeno conosce l’esistenza della nostra associazione, troppo frequentemente dimenticata dai mass media.

Ecco dunque che, sulla scorta dell’esperienza romana (Settimana Anticoncordataria e Gay Pride 2000), anche altri circoli si sono attivati per concretizzare una presenza UAAR nel maggior numero di luoghi possibile.

I banchetti sono deputati non solo a far conoscere l’attività e gli scopi dell’associazione, ma sono altresì momenti per raccogliere firme (attualmente la petizione contro lo status del Vaticano all’ONU), diffondere materiale (ad esempio la lettera modello per lo sbattezzo), pubblicizzare letture alternative (ad esempio il nostro periodico L’Ateo), raccogliere l’opinione della cittadinanza sulle questioni locali e nazionali attinenti la laicità delle istituzioni.

Dopo Verona, Firenze e Napoli, anche Milano scende in campo: forse non arriveremo a mille banchetti, ma si tratta comunque dell’ennesima iniziativa dell’UAAR per raggiungere gli atei, ovunque essi siano, e sensibilizzarli sulla necessità di tutelare i propri diritti.

4. CROCIFISSI A SCANDICCI, LI PROPONE IL PPI.

Il Partito Popolare Italiano di Scandicci ha lanciato l’idea di reintrodurre la presenza dei crocifissi negli edifici pubblici.

L’iniziativa, oltre a provocare sconcerto, ignorando completamente la più recente giurisprudenza in materia, si pone in netto conflitto con la campagna di sensibilizzazione avviata dall’UAAR, soprattutto nei confronti del Ministero dell’Interno (vedi newsletter precedente), volta a «scrocifiggere l’Italia» da addobbi oramai abusivi.

Il Circolo di Firenze ha pertanto inviato al Comune di Scandicci la seguente lettera, pubblicata anche sul quotidiano «la Repubblica» seppur parzialmente:

    Al Segretario Generale del Comune di Scandicci.

    Ho appreso da «la Repubblica» del 17 giugno scorso (Firenze-Cronaca pagina VII) che il gruppo del PPI di Scandicci ha chiesto formalmente «…in relazione all’esposizione di crocefissi negli edifici pubblici e nelle scuole di porre rimedio ad una carenza che perdura ormai da parecchi anni» e quindi di ripristinare un’usanza ormai obsoleta e superata in giurisprudenza.

    Mi permetto di sottoporre alla Sua attenzione - ma ritengo che Ella ne sia già al corrente - i più recenti atti al riguardo, allegando non solo il parere del Consiglio di Stato del 27 aprile 1988 (fonte normativa richiamata dalla richiesta del PPI), ma anche la sentenza della Corte Costituzionale n. 329 del 10/11/1997 e la sentenza della Corte di Cassazione n. 439 dell’1/3/2000.

    Com’è agevole evincere dalla lettura dell’ultima sentenza, il parere formulato dal Consiglio di Stato nel 1988 è da ritenersi superato già dalla sentenza 329/1997: ciò, in quanto mutuato dalla sentenza n. 125 del 28/11/1957, antecedente le modifiche concordatarie che hanno abolito il principio della confessione cattolica come «religione di Stato».

    La presenza del crocifisso, sostiene la Suprema Corte, elemento distintivo di una sola religione, viola l’art. 3, comma 1 del testo costituzionale.

    Pertanto la citata richiesta é da considerarsi non solo illegittima, ma addirittura incostituzionale.

    Le sarei grato se questa nostra missiva venisse allegata agli atti, qualora la questione approdi alla discussione in Consiglio Comunale, affinché tutti i consiglieri abbiano la possibilità di accedere ad un’informazione completa sull’argomento trattato.

    Ringraziandola per l’attenzione, mi auguro che il Comune di Scandicci mantenga la sua dignità ed indipendenza a tutela della libertà e laicità di tutti i cittadini.

Ricordiamo, al proposito, che l’e-mail soslaicita@uaar.it è sempre a disposizione per questioni giuridiche legate alla laicità dello Stato.

5. LA LEGISLATURA COMINCIA SOTTO L’EGIDA DELLA MADONNA

L’elezione del nuovo parlamento non è stata particolarmente entusiasmante per gli atei ed i laici in genere: dei candidati sottoscrittori dell’Appello Laico, di cui abbiamo parlato nel numero scorso, ne sono stati eletti solo 12, 11 alla Camera e uno al Senato.

A ciò si è aggiunta la nomina di Pierferdinando Casini, pubblicamente noto come cattolico integralista (privatamente il personaggio si è separato dalla moglie, ma nessuno lo rimprovera per la scarsa coerenza), a Presidente della Camera dei Deputati.

Il suo discorso di insediamento è stato, come previsto, un condensato di saggezza tardo-parrocchiale ed è culminato con la folkloristica invocazione alla Madonna di Bologna, concittadina dell’esponente politico.

La cosa ha giustamente fatto rabbrividire più di un commentatore: l’UAAR stessa si è sentita in dovere di spedire al neo presidente una lettera aperta, che riportiamo integralmente:

    Sono sicuro che Lei concorda con il Presidente del Senato, onorevole Pera, con la «natura laica delle istituzioni».

    Però nel Suo primo discorso come Presidente della Camera dei Deputati, Lei ha affermato che tutti i cittadini di Bologna sono devoti alla Madonna di San Luca.

    Io sono il segretario nazionale dell’UAAR, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, e, con la presente, desidero comunicarLe l’esistenza, anche a Bologna, di molti iscritti alla nostra associazione che certamente non sono devoti alla suddetta Madonna.

    Oggi in Italia dagli 8 ai 9 milioni di cittadini sono senza religione; il 12% dei bambini non viene battezzato, e la percentuale, nelle grandi città del nord, raggiunge il 25%, anche se solo il 2% è di famiglia di tradizione non cattolica.

    Io rispetto le Sue convinzioni personali, ma mi aspetto dal Presidente della Camera dei Deputati che tutti i cittadini italiani: buddisti, cattolici, ebrei, indù, mussulmani, protestanti, ecc., ecc., ma anche agnostici e atei, siano trattati, senza riserve, come cittadini di pari dignità, come si deve fare in ogni Stato laico, che sia laico di fatto e non solo a parole. Ignorando l’esistenza di qualcuno gli si dimostra disprezzo.


    Distinti saluti.

    Giorgio Villella
    Segretario nazionale dell’UAAR

6. AGGIORNAMENTO SULLA CAMPAGNA A FAVORE DEL DOTTOR SHAYKH

Il Dottor Shaykh, sul cui caso abbiamo avviato una campagna sul nostro sito (alla pagina delle nostre attività) continua a restare imprigionato in Pakistan sotto l’accusa di blasfemia, reato punibile in quel paese con la pena di morte.

Il 16 aprile il giudice ha affermato in tribunale che il governo ha ordinato di procedere velocemente verso la sentenza. Younus Shaykh si è difeso riaffermando l’illegalità del proprio arresto.

Nel frattempo l’IHEU (International Humanist and Ethical Union, di cui anche l’UAAR fa parte) ha nominato un coordinatore per seguire il caso, rapportandosi anche con Amnesty International che segue da vicino una vicenda simile riguardante un giornalista del Northwest Frontier Post, anch’egli accusato di blasfemìa.