Newsletter UAAR n° 4

(23 febbraio 2001)

  1. SI È CONCLUSA LA PRIMA SETTIMANA ANTICONCORDATARIA DELLUAAR
  2. IL SEGRETARIO DI STATO VATICANO SI AUTOPROCLAMA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
  3. CONTINUA LA CAMPAGNA UAARSCROCIFIGGIAMO L’ITALIA
  4. CREMAZIONE: ALLARME TASSA
  5. ORA DI RELIGIONE: CALA LA PARTECIPAZIONE, CRESCE LA CATTIVERIA

1. SI È CONCLUSA LA PRIMA SETTIMANA ANTICONCORDATARIA DELLUAAR

Dal 9 al 18 febbraio si è svolta a Roma la prima settimana anti-concordataria, organizzata dall’UAAR. Grazie all’impegno profuso da tanti soci (che ringraziamo coralmente) la manifestazione è stata portata a termine con un discreto successo.

Rilevanti gli articoli pubblicati sull’evento dalla stampa nazionale, buona la partecipazione ai convegni, numerosissimi i contatti in Campo de’ Fiori con tantissime persone che testimoniavano la propria stanchezza di quest’andazzo clericale. Piccola star il nostro segretario nazionale Giorgio Villella, riconosciuto da diversi romani dopo essere apparso due volte in TV a Uomini e donne, impegnato contro alcuni maghi.

Gli eventi di questi ultimi giorni testimoniano una volta ancora come sia necessario rompere il muro del silenzio che normalmente avvolge l’attività di chi si impegna a favore della laicità dello Stato. Ci ripromettiamo, quindi, per il prossimo anno un’edizione ancora più importante, priva anche di quelle piccole pecche che caratterizzano inevitabilmente ogni “prima volta”.

2. IL SEGRETARIO DI STATO VATICANO SI AUTOPROCLAMA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Le dichiarazioni del cardinal Sodano, segretario di stato vaticano, sui varî “regali elettorali” (il termine non è nostro, ma del prelato stesso) che il Vaticano si aspetterebbe dalle varie forze politiche hanno suscitato in noi viva preoccupazione.

Una volta di più la nostra classe dirigente ha mostrato la sua totale mancanza di spirito laico, comportandosi come se nel nostro paese vi fosse ancora la religione di Stato, mentre il numero dei cattolici praticanti, secondo statistiche ecclesiastiche, continua a calare e non è lontano ormai da quello della minoranza a cui apparteniamo.

Le istanze della Chiesa Cattolica nascono in uno stato estero che - purtroppo - non ha un ordinamento democratico, che non ha firmato la Convenzione dei Diritti dell’Uomo e la cui visione sociale è ormai rifiutata del tutto o in parte dalla stragrande maggioranza delle cittadine e dei cittadini della Repubblica, che, stanca di “regali” politici a poteri grandi e piccoli, vorrebbe che il prossimo governo si confrontasse con ragionevolezza con le istanze della nostra epoca, come avviene nelle più illuminate democrazie occidentali di cui, purtroppo, non facciamo ancora parte.

L’UAAR sta preparando un documento con il quale chiederà quindi anch’essa alle forze politiche di dichiarare la propria posizione, in occasione dell’imminente rinnovo del parlamento, rispetto a punti fondamentali sulla difesa della laicità dello Stato e del rispetto di tutte le concezioni del mondo (inclusa la nostra) e dei diritti umani e civili.

La pronta adesione dei nostri politici all’umiliante consultazione promossa dal “ministro degli esteri” dello stato del Vaticano (compito che spetta costituzionalmente al Presidente della Repubblica, che se ne è giustamente adontato) ci lascia purtroppo poche speranze: l’UAAR continuerà quindi ad impegnarsi affinché i milioni di cittadini che non condividono questa situazione prendano pienamente coscienza dei rischi che stanno per correre.

3. CONTINUA LA CAMPAGNA UAARSCROCIFIGGIAMO L’ITALIA

La campagna di sensibilizzazione istituzionale “Scrocifiggiamo l’Italia”, lanciata allo scopo di ottenere la rimozione dei simboli religiosi dagli edifici pubblici, non si concede soste. L’interesse dimostrato dalla popolazione nel corso della Settimana Anticoncordataria, anzi, ci spinge a portarla avanti con accresciuto vigore.

Nei giorni scorsi è proseguito il carteggio con il Ministero dell’Interno volto ad ottenere la soppressione delle circolari ministeriali dell’epoca fascista che avevano re-introdotto i crocifissi: è stata ottenuta una prima, importante ammissione dal segretario particolare del ministro, ovvero che non esiste né obbligo né divieto alla loro esposizione.

Nel frattempo, approssimandosi le elezioni politiche, l’UAAR sta elaborando un piccolo vademecum per tutti i propri soci (e per tutti coloro sensibili al problema) da portare con sé al seggio elettorale al fine di contestare, con cognizione di causa, l’eventuale presenza dei crocifissi.

A suffragio delle nostre tesi, sul numero 2/2000 della rivista specializzata Giurisprudenza Costituzionale è inoltre apparso un articolo di Giovanni Di Cosimo: secondo l’autore la sentenza di assoluzione del nostro socio Marcello Montagnana pronunciata della Cassazione nella scorsa primavera ha già abrogato, di fatto, la normativa che ne consentiva l’esposizione.

4. CREMAZIONE: ALLARME-TASSA

Alla Camera dei deputati si sta discutendo presso la Commissione Affari Sociali la nuova legge sulla cremazione. Ricordiamo che sull’argomento una delegazione della nostra associazione è stata ricevuta ed ascoltata dalla Commissione stessa nel luglio scorso.

Arrivati al dunque, il Senato ha inopinatamente introdotto un emendamento al decreto legge sulla finanza locale che, nei fatti, reintroduce una tassazione sulla cremazione, completamente gratuita da quattordici anni a questa parte.

Il provvedimento, se approvato, rappresenterebbe l’ennesima limitazione ad un rito, già penalizzato dall’assenza di strutture idonee nella stragrande maggioranza dei cimiteri, ecologico e risparmiatore di spazio.

Le associazioni impegnate nel settore hanno già lanciato una campagna di sensibilizzazione, alla quale ovviamente ci uniamo.

5. ORA DI RELIGIONE: CALA LA PARTECIPAZIONE, CRESCE LA CATTIVERIA

Su uno degli ultimi numeri dell’Espresso sono stati pubblicati i dati sull’adesione all’ora di religione (cattolica). La media nazionale dei non avvalentisi è del 7,1 per cento: essa però sale notevolmente alle superiori, raggiungendo punte del 52 per cento a Firenze. Alle scuole materne di Livorno quasi la metà dei genitori non iscrive i propri figli all’ora di catechismo infantile.

Nello stesso articolo si riferiva della reazione preoccupata del presidente della CEI, cardinale Camillo Ruini, alla lettura dei dati: comprensibile.

Meno comprensibile, e anzi da stigmatizzare con forza, quello che appare sulla stampa, quella minoritaria parte della stampa dove ancora non ci si vergogna a denunciare gli abusi clericali.

Su Repubblica del 16 febbraio 2001 Corrado Augias ha risposto a un’accorata lettera di due genitori di Firenze, preoccupati delle discriminazioni che subirebbe la loro bambina, costretta per un’ora la settimana a stazionare incustodita e sfaccendata per la propria scuola. Il giornalista non solo ha esortato i genitori a battersi per far rispettare i propri diritti, ma ha anche raccontato una sua vicenda personale di militare obbligato dal comando a presenziare alla messa.

Ancora peggiore il caso raccontato su Diario della Settimana del 15 dicembre 2000: una madre che vede la propria figlia, unica nella sua classe alla scuola materna, palesemente discriminata e perciò costretta a farle subire quello che lei chiama, ed è, puro indottrinamento. A convincere la lettrice la storia di un’altra bambina, non iscritta all’ora di religione, che si metteva a piangere per la sua solitudine: quando i genitori ne hanno chiesto il reintegro il Vicariato si è opposto.