Il referendum è fallito

di Luca Rota, Bergamo

Il fallimento del referendum circa la legge 40 sulla fecondazione assistita è una sconfitta della libertà, del progresso, della scienza e della cultura e in genere dell’Italia laica e liberale.

Giusto? O forse è l’esatto contrario?

Mi spiego, anche per evitare dal principio sospetti di sconsideratezza e demenza.

Il fallimento del referendum è sostanzialmente la vittoria dell’asservimento e della sottomissione della maggioranza degli italiani al comando del potere clericale vaticano, che ha inaugurato la propria nuova stagione di arrembaggio ad alcune delle conquiste liberali ottenute in passato dal popolo, considerate “non conformi” alle necessità di comando della Chiesa, la quale dichiara palesemente la propria volontà di rendere l’Italia l’ultimo baluardo del dogmatismo religioso cristiano-cattolico contro il tanto vituperato e stramaledetto relativismo che regnerebbe sempre più nel resto della civiltà progredita. Ci si aspetti dunque a breve, dopo la carica di entusiasmo e di baldanza post-referendaria acquisita dal clero, un bel tiro di precisione contro aborto, divorzio e tante altre libertà civili che la chiesa ritiene “dissolutezze” e “immoralità dettate dal demonio”.

Bene, bene! Sacrificatevi, italiani, e preparatevi a essere esempio primo ed evidente di come si paleserà la definitiva caduta del potere religioso papale!

Perché dico questo? Semplice, sociologicamente e politicamente semplicissimo: perché l’istituzione clericale cattolica, dopo 20 e più secoli di danni, ancora non si è resa conto che il miglior modo per crearsi dei nemici è farseli amici a forza! Sta usando la propria imponenza dominante per comandare i propri dettami allo Stato italiano e alla sua miserrima classe politica - un facilissimo boccone! - così limitando e irrigidendo la sfera civile entro cui il cittadino/individuo libero si può muovere, cittadino il quale per ora dimostra di ignorare gli effetti di ciò - una “ignoranza”, e il termine non risulti offensivo ma concettuale e realistico, assolutamente agevolata dalla Chiesa dacché ritenuta di gran comodo alla propria strategia. Tuttavia, una tale inconsapevolezza pubblica della realtà, puntellata dalla suggestione religiosa e dunque da un concreto “nulla”, può reggere anche a lungo ma non all’infinito contro i bisogni istintivi, naturali e fondamentali che ogni essere senziente ha in sé per vivere in modo considerabilmente buono, e tra questi vi è in primis la libertà; la storia dimostra che ogni dominazione imposta con modi coercitivi e illiberali e con la forza del potere antidemocratico - cioè quello che non considera la volontà degli individui sui quali ha potere - ha fatto una brutta fine: la stessa Chiesa romana, per restare in tema, senza l’efferato meccanismo repressivo della Santa Inquisizione sarebbe stata distrutta dalla volontà popolare già sette/otto secoli fa! E il popolo “ignorante” - che ignora o a cui viene fatta ignorare la verità effettiva delle cose - può essere tenuto a bada per un certo tempo, ma quando si ribella è assai più distruttivo di qualsiasi popolo consapevole e acculturato…

La nuova, attuale offensiva fondamentalista clericale, tra l’altro ben rappresentata dall’elezione di Joseph Ratzinger al soglio pontificio, palesa assai bene la reale debolezza del potere della chiesa, completamente fuori dal tempo, chiusa nella propria insensatezza dogmatica camuffata da “fede”, incapace di cogliere il senso e gli effetti dell’evoluzione sociale e dunque capace solo di usare la forza per preservarsi da una comunque inevitabile (per quanto appena detto) e sempre più rapida decadenza. Ma è una forza debole, appunto, senza basi solide, che vincerà qualche battaglia ma che perderà la guerra - una guerra che essa stessa ha voluto scatenare come ultima difesa, come di colui che attacca furiosamente perché si rende conto di aver ormai imboccato la strada della sconfitta; perché si possono inibire le decisioni e vietare le idee, ma il tempo, la verità e la vita e il cammino dell’umanità non si possono sconfiggere.

Il popolo italiano soffrirà un poco dunque, nel prossimo futuro, forse non rendendosene conto nemmeno, ma il suo esempio sarà un sicuro e “storico” motivo per fare che nell’evoluzione della civiltà umana non sussistano più aberrazioni dominanti come quelle che oggi constatiamo - religiose o meno. E senza la fonte di una devianza sociale e culturale così profonda, la società civile, e quella italiana in primis, potrà finalmente diventare un modello di istituzione collettiva veramente capace di poter evolvere verso un più elevato livello di vita e di prosperità etica.