Cari studenti, cari professori, cari cittadini,

Siamo studenti che come voi vivono quotidianamente i problemi e le difficoltà della scuola italiana. Un anno nuovo è alle porte tra mille incertezze. Che anno sarà quello che abbiamo davanti? La domanda, forse, può essere riformulata: cosa siamo disposti a fare per la scuola pubblica, per la nostra scuola? Non si tratta di un interrogativo generico o di circostanza, ma una questione fondamentale che noi, studenti e studentesse, intendiamo porre a tutti quelli che vivono la scuola e a tutti i cittadini italiani. Quest’anno comincia per noi nel segno di un’immagine fondamentale: quella degli Stati generali dello scorso anno, anzi, dei “controstati” generali. Una giornata che ha visto tutti noi studenti a Roma per delegittimare un progetto di riforma fortemente autoritario e classista. Per noi quella giornata conserva un’importanza particolare. Il corteo dei “controstati” ha rappresentato un importante momento di unità e di coesione del movimento studentesco e ha posto l’importanza di dar vita anche quest’anno a momenti di lotta unitari che partano da piattaforme comuni. Dobbiamo ripartire da quella giornata. Dobbiamo vincere la nostra battaglia contro una politica scolastica che considera gli studenti come dei semplici fruitori di un servizio, non come i veri protagonisti del proprio processo formativo, una politica che disegna la scuola come luogo di selezione piuttosto di emancipazione sociale rendendo più deboli i cittadini di domani. Dobbiamo vincere la nostra battaglia contro la tendenza generale dei governi regionali a svalutare la scuola pubblica in favore di quella privata, attraverso lo strumento dei buoni scuola. Ma per vincere queste battaglie dobbiamo essere uniti, dobbiamo essere coesi, dobbiamo fare fronte comune. E adesso abbiamo un’occasione importante per farlo: il referendum in Veneto sui buoni scuola. Il referendum del 6 Ottobre deve essere il momento in cui tutti i soggetti studenteschi, le associazioni di insegnanti, i sindacati e tutti i cittadini che credono in altro modello di scuola si rincontrano per dar vita ad un nuovo grande movimento di protesta unitario.

Noi vi proponiamo di cominciare a farlo da 1° Ottobre nelle piazze di Venezia, in una manifestazione regionale che segni l’avvio del movimento studentesco e per la scuola pubblica, una manifestazione per dire no al buono scuola. Per dire no, soprattutto, a chi ha in mente una società in cui lo Stato si disinteressa della crescita culturale dei cittadini, appaltando l’istruzione ai privati o promuovendo sistemi di gestione privatistica della scuola pubblica. Perché se è dalla scuola che prende vigore la democrazia di un paese, allora la nostra è una lotta di portata e interesse generale, una lotta per la democrazia e per conquistarci un futuro. Insomma, non possiamo restare a guardare. Non possiamo restare a guardare mentre il ministro cerca di scavalcare il dibattito pubblico e parlamentare, attraverso gli strumenti della delega e dei protocolli con le regioni, per imporre un modello di scuola inaccettabile. Non possiamo restare a guardare mentre si cerca di rivedere in senso restrittivo i diritti degli studenti, e mentre le assemblee d’istituto, i rappresentanti di classe, ed altri spazi di democrazia nelle scuole vengono cancellati senza tener conto delle conquiste del movimento studentesco degli ultimi trent’anni. E non possiamo certo restare a guardare mentre in Veneto si cerca di contrastare la legge sui buoni scuola. Si tratta di un referendum regionale, certo, ma la questione del finanziamento alle private, spacciato per diritto allo studio attraverso i buoni scuola, riguarda oramai troppe regioni perché il problema possa restare confinato nei singoli territori. Insomma, dobbiamo essere vicini agli studenti e ai cittadini veneti che si stanno mobilitando, dobbiamo sostenerli nella lotta, dobbiamo far capire che con loro c’è tutto il movimento, ampio e variegato, che lo scorso anno contestava gli Stati generali.

Crediamo, inoltre, che sia necessario dar vita ad un movimento che non si limiti ad un mero antagonismo ma che sappia elaborare e far proprio un modello di scuola diverso da quello attuale. Riflettiamo, tutti, ma cerchiamo di cominciare a vederci presto. Prestissimo.Perché questo governo ha l’abitudine di approvare leggi e decreti senza che nessuno se ne accorga. Mettiamo in rete le nostre idee. Anche in vista dello sciopero generale, luogo ideale per unificare ulteriormente un movimento della scuola che deve essere forte e unitario. E, dato il ripetersi sistematico di minacce di guerra, continuiamo a coltivare insieme, nel nostro movimento, la cultura della non violenza e il netto rifiuto alla guerra.

Sperando di incontravi tutti al più presto,

Gli studenti e le studentesse dell’UDS

Per aderire, per commenti, etc.: uds@studenti.it.