Lettera aperta sulle attuali tendenze della politica scolastica

A fronte del mutato quadro politico nazionale, le sottoscritte associazioni impegnate sul terreno dell’educazione intendono ribadire alcuni principî fondamentali e avanzare una serie di proposte per la promozione e la valorizzazione della scuola italiana.

  • Il cambiamento di maggioranza governativa ha comportato l’affossamento di un intero progetto di riforma. Certamente esso necessitava di essere riempito di più specifici contenuti culturali ed era legittimo metterne in discussione alcuni aspetti relativi ai tempi ed alle modalità di attuazione Ma è inaccettabile che la riforma venga bloccata attraverso il ricorso alla decretazione da parte del nuovo governo, soprattutto perché ci pare che dietro le proposte alternative che emergono in ambienti della maggioranza vi sia l’intento di reintrodurre nel sistema educativo italiano la vecchia divisione fra percorsi formativi di serie A (a carattere culturale e culminanti nell’istruzione universitaria) e di serie B (di tipo meramente professionalizzante).
  • Siamo favorevoli a tutte le proposte che vadano nella direzione di un effettivo allargamento del diritto allo studio, ma rifiutiamo nettamente il tentativo, da parte della maggioranza nell’attuale Consiglio regionale del Piemonte, di far passare sotto quella veste un finanziamento pubblico alle scuole private, elargendo cospicui buoni scuola di fatto solamente a favore dell’esigua minoranza di studenti che frequentano quegli istituti: infatti, la Giunta regionale propone di rimborsare le famiglie che spendono per l’istruzione più del’1% del proprio reddito, escludendo così dai benefici la quasi totalità dei frequentanti la scuola pubblica. L’unica strada percorribile e costituzionalmente legittima è, a nostro avviso, quella di istituire delle borse di studio definite esclusivamente sulla base del reddito famigliare, tali da garantire l’accesso a tutti i livelli di istruzione anche agli studenti provenienti dalle fasce sociali disagiate, senza alcuna discriminazione rispetto alla natura pubblica o privata paritaria della scuola frequentata.
  • Guardiamo con favore all’autonomia scolastica, intesa come uno strumento per promuovere una differenziazione degli interventi educativi che sia in grado di rispondere con maggior flessibilità alle esigenze del territorio. Respingiamo peraltro con fermezza qualsiasi ipotesi di frammentazione e destrutturazione del sistema pubblico nazionale di istruzione, perché siamo convinti che la scuola dello Stato possa rappresentare un terreno comune di incontro fra realtà differenti e non ci si debba ridurre alla miope difesa dei localismi: oggi uno dei problemi della scuola italiana è quello di aprirsi all’Europa e non di rinchiudersi in identità di campanile.
  • L’esistenza degli istituti scolastici privati è costituzionalmente garantita, ma ribadiamo che il pluralismo è valorizzato in primo luogo e soprattutto da un sistema formativo pubblico (statale) forte: il pluralismo all’interno della scuola di tutti è di gran lunga più importante della pluralità delle scuole ideologicamente orientate. L’esistenza di un luogo di incontro fra culture diverse in una prospettiva pubblica e laica è infatti fondamentale, particolarmente oggi che i grandi movimenti migratori mettono gli uni di fronte agli altri contesti di civiltà che rischiano di essere sostanzialmente incapaci di dialogare. Tutti gli sforzi, dunque, anche sul piano finanziario, devono mirare innanzitutto al miglioramento dei livelli qualitativi dell’istruzione pubblica fornita dallo Stato e dalle sue articolazioni.

CIDI Torino
FNISM Torino
Comitato Torinese per la Laicità della Scuola