OPA sul Vaticano

Roberto Colaninno, presidente di Telecom, è tornato a parlare della fusione SEAT - TMC, tuttora bloccata dall’Authority per le comunicazioni; la sua dichiarazione apre interessanti prospettive di investimento: «Abbiamo tentato di entrare nella televisione, ma in Italia è più facile lanciare un’OPA sul Vaticano». Il dott. Colaninno non è tipo da parlare a vanvera, e sotto una dichiarazione come questa deve esserci un’intenzione seria. Il mio consiglio è di approfittarne e seguire il Presidente nella sua nuova avventura finanziaria.

Ricordiamo i successi passati di quest’uomo: sotto la sua gestione, le quotazioni delle Telecom Italia ordinarie si sono più che raddoppiate e, nonostante i recenti scivoloni dei titoli telefonici, i dipendenti del gruppo Telecom che hanno approfittato della possibilità di smobilizzare parte del TFR per comprare azioni della capogruppo non possono certo lamentarsi del loro investimento (caso mai, 13.000 di loro si lamentano perché vedranno molto presto anche il resto della liquidazione, ma questi piagnistei operaisti non devono turbare la nostra analisi).

La holding presa di mira dal dott. Colaninno è senza dubbio molto appetibile, grazie a numerosi fattori che la caratterizzano rispetto a qualunque impresa concorrente:

  • un portafoglio investimenti di tutto rispetto, gestiti dal rinomato Istituto per le Opere Religiose (IOR) che ha beneficiato della competenza di esperti formati negli Stati Uniti come il dott. Paul Marcinkus;
  • un poderoso cash flow annuale dovuto a lasciti privati, elemosine e finanziamenti pubblici vari (ricordiamo a titolo d’esempio la normativa italiana sull’8 per mille), prezioso per ripianare i pesanti debiti accumulati nella scalata a Telecom Italia;
  • un’invidiabile rete di vendita molto radicata sul territorio, con filiali in quasi tutto il mondo, con particolare attenzione ai Paesi a economia di mercato più sviluppati;
  • una secolare politica di fidelizzazione dei consumatori, basata sulla promessa di una vita migliore e di premi ultraterreni, grazie alla quale gli aderenti al club tendono a sostenerlo finanziariamente in modo regolare, a iscrivere anche i figli fin dalla più tenera età e a confidarsi costantemente con il loro promotore locale; questi contatti riservati, presentati come l’occasione per ottenere punti in vista del raggiungimento dei premi, sono una fonte di raccolta di informazioni sulle opinioni e sulle abitudini di consumo del pubblico, preziosa per qualunque moderna azienda marketing-oriented;
  • una serie di vantaggiosi accordi con le autorità di numerosi Paesi garantisce infine l’accesso privilegiato ai mass media e la presenza costante nelle scuole pubbliche di promotori specializzati sulle prime fasce di età: un’ulteriore fonte di orientamento dei comportamenti e dei gusti del pubblico che la holding ha sempre saputo sfruttare nel modo più redditizio.

Se il dott. Colaninno intraprenderà la scalata al Vaticano, come annunciato, le sue attuali limitate disponibilità finanziarie lo obbligheranno a ricorrere all’azionariato diffuso. Nessun investitore oculato dovrebbe perdere questa opportunità, che oltre agli indubitabili vantaggi già illustrati in precedenza offre anche la possibilità di ottenere soddisfazioni morali come la partecipazione all’assemblea degli azionisti che avrà presto all’ordine del giorno la nomina del nuovo amministratore delegato, o la possibilità di licenziare quadri intermedi che abbiano tenuto un comportamento lesivo dell’immagine dell’ente, quali ad esempio Biffi e Sodano.

Marco Capra