Protesta laica contro la RAI

Sono un abbonato RAI, regolarmente finanziatore e fruitore del servizio pubblico da sempre, ma sono anche laico di diritto e ateo di cultura.

Capisco che le proteste “scomode” del pubblico, invece di arricchire la consapevolezza di dover offrire un miglioramento dei programmi, arricchiscono i gettacarte di anonimi uffici (se così non fosse, il permanere di programmi mediocri sarebbe spiegato o dal permanere di un pubblico mediocre o dall’arroganza ottusa di chi non vuol cambiare le cose).

Ma ciò non mi solleva dalla volontà di muovere una protesta che considero fondante: quella contro molti programmi, soprattutto mattutini e di informazione, che la RAI offre.

Questi programmi trovo che siano intrisi di intollerabile retorica buonista e irrazionale e, soprattutto, violenti nelle loro arroganti imposizioni di pensieri, credi e giudizi che appartengono a malapena solo a una parte dei loro potenziali spettatori. Non è tollerabile che un servizio pubblico, appartenente quindi a uno Stato laico per costituzione come l’Italia, debba contenere continue cronache vaticane, i pensieri più inutili del papa, la messa domenicale e tutto il vassallaggio pro-cattolico che è sotto i sensi di ognuno.

Chi permette ciò, forse considera se stesso il detentore delle Verità, e il telespettatore poco più che mansueto bestiame da ipnotizzare coi suoi personali dogmi.

Vorrei chiarire che non parlo a nome di una setta segreta in cerca di visibilità, ma a nome di una componente di italiani che è costituita da almeno 8 milioni di atei, senza contare le grosse religioni diverse da quella cattolica, nonché i non enumerabili cittadini che si vogliono semplicemente sentire proprietari del diritto di essere “laici” senza l’invadenza vaticana e cattolica che la Rai deflagra fin dentro i loro salotti.

Per cui, chiedo: sono laiche certe trasmissioni RAI?

Penso che molte trasmissioni RAI contengano una continua “pubblicità” non solo della religione cattolica, ma anche di un certo vacuo spiritualismo e, in genere, di un bagaglio irrazionale totalmente alieno dalla cultura illuminista in cui invece siamo.

Sicuramente, questo accontenta certi telespettatori, ma altrettanto di sicuro ignora e non rispetta la dignità e le idee dei non credenti, dei non cattolici, dei razionalisti e di molti laici.

C’è un’intollerabile incessante comunicazione delle icone più consunte del cattolicesimo, dal buonismo stratificato alla certezza di un dio, dalla centralità del papa alla predominanza della Chiesa di Roma. I conduttori, brave personcine disciplinate, non si trattengono dal proporsi e imporsi come i garanti della perpetuazione irrazional-cattolica.

Eppure, questi signori sono pagati da denaro pubblico, quindi anche mio!…

Gli ospiti, che spaziano dal cattoscienziato Zichichi ai messia dell’irrazionalità, vanno e ritornano di continuo in una girandola di facce che pontificano inattaccate perché protette dall’inammissibilità costante e preordinata dei veri contraddittorî (le comparsate degli esponenti della “ragione laica” sono tanto sporadiche e compromesse che si stemperano in un niente).

La TV pubblica è diventata così un porto di mare clownesco, che impone stili, credenze e modi di vivere assai distanti da quella laicità che avrebbe il dovere invece di rappresentare e di difendere.

Considerato tutto questo, deduco che la RAI ha perso la consapevolezza della qualità della propria funzione pubblica e preferisce rifugiarsi - forse per motivi anche economici - nella più melensa delle retoriche.

Noi atei, laici, libertari, non possiamo rimanere inerti, e quindi attueremo tutte le difese civili possibili, a cominciare dalla presente lettera, per modificare questo intollerabile status quo. Non certo per redimere chi crede (è inutile, e non ci interessa), né per negarne i diritti, ma per bloccarne la violentissima Crociata che - come da “tradizione” - schiaccia e umilia tutto ciò che non è simile a sé.

Calogero Martorana, Napoli