La pagina scomparsa de Il Codice da Vinci

di Gian Luigi Soldi, Conegliano (TV)

Posseggo la 1. edizione italiana de Il Codice da Vinci di Dan Brown (ottobre 2003).

In quella edizione, e solo in quella, comparve una famigerata “pagina 9” la quale, nonostante sia presente anche in tutte le edizioni successive (un’infinità, naturalmente), è lasciata completamente in bianco: osservare per credere.

Di seguito riporto parzialmente quanto l’autore del noto best seller annota in quella pagina.

«La prelatura del Vaticano nota come “Opus Dei” è un’associazione cattolica la cui profonda devozione è stata oggetto di interesse dei media dopo i rapporti di lavaggio del cervello, di coercizione e di una pericolosa pratica chiamata “mortificazione corporale”.
L’Opus Dei ha recentemente terminato la costruzione di una sede centrale nazionale, del costo di 47 milioni di dollari, situata al numero 243 di Lexington Avenue, a New York City.
Tutte le descrizioni di opere d’arte e architettoniche, di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà»
.

Visto a questo punto l’impegno da parte di tutti gli organi ecclesiastici nell’ostacolare ogni elemento che riguarda questo romanzo (e, ora, anche il film), mi vengono spontanee alcune considerazioni.

  1. Il riuscire a imporre la sparizione della pagina sopra riportata non è forse una conferma indiretta della veridicità, almeno parziale, dei passi censurati?
  2. Se è vero che è l’argent qui fait la guerre, quante guerre – cominciando da quelle sull’informazione – hanno vinto nella storia coloro che evidentemente ora temono questo «rozzo romanzo tempestato di menzogne con fini esclusivamente commerciali»?
  3. Il 19 maggio u.s., primo giorno di programmazione mondiale del film tratto dal libro, è stata incassata, solo in Italia, la «cifra più alta di sempre per un primo giorno di programmazione al box office italiano»: due milioni di euro! Possibile che sia solo curiosità o effetto dell’enorme rigurgito di parole versate sull’inviso argomento?
  4. Non è piuttosto che buona parte della gente che abbiamo intorno sia meno stupida di quel che si creda e abbia cominciato a leggere tra le righe?

Come per ogni cosa infatti, anche le rivoluzioni culturali prendono il via da “piccoli segnali”; chissà mai che da questo polpettone indigesto per molti, non possano nascere alternative tutta da definire a favore delle generazioni a venire…

Nota a margine

Treviso, 1 giugno c.a.

In seguito a una segnalazione giuntami, relativa all’affermazione della scomparsa della pagina 9 del «Codice da Vinci», sono arrivato ad appurare quanto segue.

Nella 1. edizione dell’ottobre 2003 la pagina era presente, ma di lì a poche altre ristampe – pare dalla 6. - la pagina scomparve. Internet si sbizzarrisce sull’argomento, infatti tramite motore di ricerca ho trovato una miriade di disquisizioni in proposito.

Di più. In «Filosofia e dintorni», Ernesto Riva, in un saggio intitolato «A proposito del “Codice da Vinci” di Dan Brown», disquisisce dottamente sul testo e sulla scomparsa della nota pagina.

In seguito alla segnalazione, inoltre, mi sono sentito in dovere di fare una verifica diretta sull’attuale presenza della pagina, pertanto mi sono recato in due librerie.

Durante questa “ispezione” ho potuto verificare che in Italia siamo quasi giunti all’ottantesima ristampa del libro.

Posseggo, oltre alla prima, la ventiduesima ristampa del giugno 2004, in cui la pagina 9 non c’è.

Cosa sia successo chiaramente non è dato di sapere, certo è che i nemici di questo famigerato testo sono a mio avviso in notevole stato confusionale. Tra verità e menzogna pare che il grande vincitore oggi sia Dan Brown. Il mio intenso auspicio invece è che un semplice romanzo possa essere il preludio dall’uscire dal sonno della ragione…

Gian Luigi Soldi