Riflessioni sulla sentenza del Consiglio di Stato

di Vito Granito

Tale sentenza parla di origine religiosa (ispirati e propugnati!) dei valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di valorizzazione della persona, di affermazione dei suoi diritti, di riguardo alla sua libertà, di autonomia della coscienza morale nei confronti dell’autorità, di solidarietà umana, di rifiuto di ogni discriminazione.

L’origine religiosa dei suelencanti valori è talmente evidente che non ve ne si trova traccia nella storia dell’istituzione fondata da Cristo (la chiesa cattolica), storia costellata da scempiaggini che tutt’al più dimostrano l’assoluta estraneità di quei principî alla religione.

La Chiesa è talmente vicina a quei principî che è tra gli Stati che non hanno sottoscritto la dichiarazione dei diritti umani (sic!).

Per quanto ne so io, i valori di libertà, uguaglianza e solidarietà sono stati proclamati durante la Rivoluzione Francese che, stranamente, si combatté anche contro la Chiesa.

È di questi giorni il ritornello delle nostre radici giudaico-cristiane, che sembra trovare tutti d’accordo, tanto che a questa affermazione non si leva alcuna obiezione. A me, personalmente fa imbestialire perché è un atteggiamento che tende a rimuovere (secondo una millenaria volontà clericale) le nostre radici nella cultura greco-romana, che, secondo me, è molto più degna del titolo di cultura!

La Grecia, in particolare, è stata la culla del pensiero, della filosofia, delle menti e degli spiriti liberi affrancati dal sonno della ragione inculcato dalle religioni di ogni tempo (o si pensa o si crede!).

Non resta che l’amarezza della constatazione che millenni di vicende storiche non ci hanno insegnato niente e che l’attuale livello di laicità delle nostre istituzioni è leggermente inferiore a quello medievale.