Di chi è la scuola pubblica

Un contributo dal mondo cristiano

di Duilio Pacifico, addetto stampa AEI - Alleanza Evangelica Italiana

Dopo il varo della legge 18/7/2003 n. 168, che istituiva l’immissione nei ruoli pubblici degli insegnanti di religione cattolica, oggi il D.M. n. 42 del 24/3/2005 stabilisce che, nel corrente anno scolastico, oltre ai quasi diecimila insegnanti di religione cattolica assunti lo scorso agosto, ne siano immessi in ruolo altri 3077 e, per il prossimo anno scolastico, altrettanti, per arrivare alla quota complessiva di 15.383. E questo mentre l’assunzione degli insegnanti “comuni”, cioè delle materie scolastiche obbligatorie, è invece ridotto a 30.000 unità da qui al 2008, contro i 40.000 pensionamenti previsti.
In pratica: ogni tre insegnanti assunti, uno e mezzo è di religione cattolica. Ma non sono solo le cifre a parlare; infatti bisogna sottolineare che mentre gli insegnanti sono normalmente assunti attraverso pubblici concorsi per titoli ed esami e graduatorie pubbliche, quelli di religione cattolica entrano di ruolo attraverso concorsi riservati, per accedere ai quali occorre l’idoneità conferita dalla diocesi. Si delinea qui una chiara violazione della Costituzione, in quanto si assumono in ruoli pubblici persone selezionate da enti privati, quali sono le diocesi cattoliche. Questo scopo è perseguito, oltre che con riforme miopi e partigiane, anche tramite drastici tagli alle risorse umane, cioè al numero degli insegnanti e dei collaboratori scolastici, e con altre manovre quali, ad esempio, la delega governativa al Card. Tonini per la stesura del codice deontologico degli insegnanti. Qui ci troviamo di fronte a un progetto molto ampio, che va oltre la cosiddetta “clericalizzazione della scuola” paventata dai laici italiani.

Con una politica a dir poco spregiudicata e illiberale, si sta offrendo licenza di dispensare privilegî ai suoi fedeli alla Chiesa Cattolica, la quale si garantisce così un nutrito numero di avamposti una delle più importanti Istituzioni pubbliche, la scuola statale.
Tali manovre stanno approfittando del Concordato tra Stato Italiano e Chiesa Cattolica per praticare una vergognosa connivenza tra Istituzioni e un gruppo di potere all’interno della società. Come cristiani e come cittadini italiani, siamo in dovere di alzare una forte voce di dissenso e di allarme alla uguaglianza e alla libertà religiosa degli italiani, conquistate a caro prezzo nel corso della storia e rispecchiate nel carattere laico e democratico della nostra Costituzione. Auspichiamo inoltre una presa di coscienza che porti all’azione e alla ferma denuncia di ogni manovra che non sia conforme al compito che la legge italiana ha assegnato alle autorità, quello di promuovere il bene di tutti secondo Giustizia.

Novembre 2005