Dichiarazione del giudice Tosti

Disposta inchiesta dal Ministro Castelli contro il giudice Luigi Tosti.

il giudice Luigi Tosti Oggi, 10/12/2004, si è insediato presso il Tribunale di Camerino un ispettore che è stato inviato dal Ministro Castelli per indagare sul conto del giudice Luigi Tosti che il 26 ottobre scorso, in nome dell’eguaglianza e della pari dignità di tutte le ideologie religiose, aveva esposto il simbolo dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR) a fianco del crocefisso dei cattolici.

Il Ministro ha contestato al magistrato di Camerino di aver esposto il simbolo dell’UAAR in spregio al «principio» che l’unico simbolo religioso, degno di essere ostentato nelle aule giudiziarie italiane, è il «crocefisso» e, inoltre, che il quotidiano la Repubblica ha pubblicato, il 26/10/2004, parte del contenuto della lettera con la quale il magistrato ha esposto le motivazioni della sua iniziativa: per questi “addebiti” il Ministro chiede il trasferimento per incompatibilità ambientale e il procedimento disciplinare nei confronti del Tosti.

Questo il commento, sarcastico, del Tosti:

«Debbo riconoscere che il Ministro leghista e i cattolici hanno piena ragione nel sostenere che il crocifisso sia l’unico simbolo di “civiltà” che meriti rispetto e venerazione: c’è da rammaricarsi - come ha giustamente fatto il Vaticano - che gli Stati dell’Unione non abbiano consentito che nella Carta Europea si evidenziassero le “radici cristiane” del vecchio Continente. Questo, tuttavia, non dovrebbe impedire che i “frutti” di queste “sane” radici cristiane vengano di nuovo coltivati e rispolverati, rievocando le pagine più gloriose della storia di Santa Romana Chiesa Cattolica e dei suoi papi.

Che si ripristini, dunque, il sacrosanto confino degli ebrei nei ghetti, che non fu disposto per la prima volta dai nazisti, ma dalla bolla papale Cum numis absurdum. Perché non ripristinare, poi, il pio obbligo, anche questo imposto per la prima volta agli ebrei dai cattolici (e non dai nazisti), “di indossare, sempre, un emblema distintivo per farsi riconoscere come ebrei” (a Modena era un nastro rosso che dovevano portare ben in vista in cima al cappello), l’obbligo di assistere alle prediche coatte dei preti cattolici, il diritto di rapire i bambini degli ebrei che fossero stati “battezzati di nascosto” all’insaputa dei genitori, per poi indottrinarli nella Chiesa dei Catecumeni? Perché non ripristinare anche quelle “sante crociate” contro i musulmani, per cancellare dalla faccia della Terra questi “infedeli”, che non hanno ancora capito che l’unica Verità è nel Verbo di Cristo, al quale bisogna convertirsi? Perché non far rifulgere a nuova e cristiana luce, sulla sommità dei roghi, gli eretici, gli atei, le streghe, gli omosessuali e gli scienziati, come fatto da Santa Cattolica Romana Chiesa per secoli? Perché non straziare, col ripristino delle torture dei Tribunali della Santa Inquisizione, le carni degli eretici e delle streghe, infilando nelle vagine di queste ultime quelle cristiane “pere” metalliche, da divaricare poi ad arte, per far rinsavire queste “indemoniate”?

In attesa che la Comunità Europea faccia nuovamente sbocciare i fiori e i frutti di queste “radici cristiane”, chiedo pubblicamente scusa al Ministro e ai Cattolici per aver osato esporre il simbolo degli Atei e Agnostici accanto al sacro simbolo del Crocifisso e, addirittura, per aver permesso a un quotidiano, non filo-governativo, di leggere e pubblicare il mio pensiero: la mia irriconescenza è grave, soprattutto in considerazione dell’alto senso di Tolleranza e di Eguaglianza che si è manifestato nei miei confronti, provvedendo alla rapida rimozione dell’immondo simbolo dell’UAAR.

In fondo si dice che Gesù abbia predicato, democraticamente e laicamente, l’eguaglianza: la colpa non è dei cattolici ma degli atei e degli altri credenti, che non hanno ancora capito che per essere “uguali” bisogna essere tutti uguali ai cattolici».

Giorgio Villella
Segretario nazionale UAAR