Lettera dell’UAAR al Ministero dell’interno 7 febbraio 2001

Egregio dottor Franco Minucci
Segretario particolare del Ministro dell’Interno
Palazzo del Viminale - Roma

Oggetto: Vs. F/6366 del 27 gennaio 2001

 

Egregio dottore,

 

la ringrazio della sua sollecita risposta (che contiene due piccoli errori di battitura che la prego di correggere: il mio cognome è Villella e non Vilella e sono Segretario nazionale dell’UAAR, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, e non dell’UARR).

Il parere 27 aprile 1988, n. 63/88, del Consiglio di Stato, citato spesso da funzionari statali, ma che noi abbiamo sempre contestato, afferma: «Conclusivamente, quindi, poiché le disposizioni di cui all’art. 118 del R.D. 30 aprile 1924, n. 965 e quelle di cui all’allegato C del R.D. 26 aprile 1928, n. 1297, concernenti l’esposizione del Crocifisso […] deve ritenersi che esse siano tuttora legittimamente operanti».

Apprezzo che i competenti uffici del suo Dicastero smentiscano, nella nota che mi ha inviato, le conclusioni del parere del Consiglio di Stato laddove affermano, invece, che: «…non sussiste un obbligo […] circa l’esposizione del crocifisso negli uffici pubblici in genere».

Superato quindi il Parere del Consiglio di Stato, non si vede per quale ragione codesto Ministero non provveda ad adottare disposizioni che diano piena attuazione al supremo principio costituzionale della laicità dello Stato, come ribadiscono numerose sentenze della Corte costituzionale e, da ultimo, la sentenza della Corte di Cassazione, n. 439 del 10/3/2000, dalle quali si ricava con evidenza che l’esposizione del simbolo di una particolare religione si pone in contrasto col principio costituzionale suddetto; si veda, sul punto, Giovanni Di Cosimo, Simboli religiosi nei locali pubblici: le mobili frontiere dell’obiezione di coscienza, in Giurisprudenza Costituzionale, 2/2000, 1130-1141. Non è certo una ragione sufficiente, per derogare al principio supremo di laicità, la libertà di arredamento degli uffici pubblici, né la tradizione e neppure il dato di fatto (peraltro non più corrispondente al vero) che i cattolici sarebbero la maggioranza tra i cittadini: non sono questi, infatti, valori costituzionalmente tutelati o che comunque possano prevalere sui principî Costituzionali.

L’UAAR ha indetto a Roma una Settimana anti-concordataria dal 9 al 18 febbraio c.m. Con la presente rinnovo la richiesta di avere in quei giorni, insieme a rappresentanti di altre associazioni laiche, un costruttivo colloquio con il Signor Ministro dell’Interno a proposito di quanto sopra.

In alternativa prevediamo un sit-in davanti al Ministero con spiegazione ai passanti e alla stampa delle nostre ragioni e delle posizioni tuttora espressi da alti funzionari dello Stato.

Ringrazio dell’attenzione e porgo distinti saluti,

 

(Il segretario nazionale dell’UAAR, Giorgio Villella)