I lettori giudicano «L’Ateo»

di Francesco D’Alpa

Nel numero 60 (6/2008) de L’Ateo (e contestualmente sul sito www.uaar.it), il Comitato di Redazione ha proposto un questionario sul gradimento della rivista, riservato ai soci UAAR, ricevendone 173 compilati, pari a circa il 5% di quanti ricevono L’Ateo (i dati complessivi sono riportati in tabella). Fra i lettori che hanno risposto, solo un terzo ha meno di quarant’anni, la maggior parte è iscritta all’UAAR da meno di cinque anni e prevalgono nettamente i laureati. Il gradimento complessivo è notevole; particolarmente apprezzate le bibliografie ragionate e le recensioni. La seconda parte del questionario, basata su quesiti a scelta multipla e su risposte descrittive ha prodotto molte proposte che la Redazione si impegna a valutare con attenzione.

Il nostro campione

Età dei lettori:

  • 0% - meno di 20 anni
  • 27% - fra 20 e 40 anni
  • 33% - fra 40 e 60 anni
  • 40% - oltre 60 anni

Titolo di studio:

  • 7% - Scuola media inferiore
  • 35% - Scuola media superiore
  • 58% - Laurea

Anzianità di iscrizione all’UAAR:

  • 22% - meno di 2 anni
  • 39% - fra 2 e 5 anni
  • 28% - fra 5 e 10 anni
  • 11% - oltre 10 anni

Gradimento dell’Ateo

Gradimento complessivo:

  • 12% - modesto
  • 58% - buono
  • 30% - ottimo

Periodicità:

  • 18% - insufficiente
  • 80% - adeguata
  • 2% - eccessiva

Numero di pagine:

  • 10% - insufficiente
  • 88% - adeguato
  • 2% - eccessivo

Veste tipografica:

  • 27% - insoddisfacente
  • 54% - buona
  • 19% - ottima

Formato:

  • 14% - insoddisfacente
  • 60% - buono
  • 26% - ottimo

Comprensibilità articoli:

  • 13% - modesto
  • 67% - buono
  • 20% - ottimo

Qualità articoli:

  • 7% - modesta
  • 66% - buona
  • 27% - ottima

Interesse articoli:

  • 13% - modesto
  • 65% - buono
  • 22% - ottimo

Spazio Circoli e attività locali:

  • 14% - insoddisfacente
  • 71% - adeguato
  • 15% - eccessivo

Spazio recensioni:

  • 20% - insufficiente
  • 76% - adeguato
  • 4% - eccessivo

Spazio lettere:

  • 24% - insoddisfacente
  • 71% - adeguato
  • 5% - eccessivo

Gradimento copertine:

  • 20% - basso
  • 34% - medio
  • 46% - alto

Gradimento vignette:

  • 12% - basso
  • 38% - medio
  • 50% - alto

Gradimento bibliografie e guide alla lettura:

  • 4% - no
  • 23% - nessuna preferenza
  • 73% - sì

Le scelte dei lettori

Quali argomenti dovrebbero essere privilegiati?

  • 44% - ateismo filosofico
  • 37% - anticlericalismo
  • 43% - contrasto alle religioni
  • 59% - battaglie civili

Come rapportarsi al cattolicesimo?

  • 6% - ignorarlo
  • 45% - critica razionale della dottrina
  • 85% - contrastare la clericalizzazione della vita pubblica
  • 24% - dare spazio a quanti dall’interno del mondo cattolico si pongono in posizione critica rispetto alla gerarchia vaticana

Come rapportarsi con le altre associazioni laiche?

  • 42% - ospitando loro articoli
  • 48% - commentando le loro iniziative
  • 65% - riferendo maggiormente sulle lotte comuni

Quali argomenti privilegiare?

  • La maggior parte dei lettori si dimostra interessata più alle battaglie civili in senso stretto che alle questioni filosofiche o alla lotta ideologica alle religioni, dunque in controtendenza rispetto alla storia “filosofica” dell’UAAR. Le circa quaranta proposte sono piuttosto articolate. Fra di esse la richiesta di una maggiore attenzione verso gli argomenti a carattere strettamente scientifico, preferiti da molti a quelli di taglio umanistico-filosofico; oppure verso ciò che è più direttamente correlato alle iniziative dell’UAAR.

Rapporti con il cattolicesimo

  • La posizione dominante del pensiero cattolico nella vita politica e sociale dell’Italia pone a un’associazione che intenda promuovere la laicità e il pensiero razionale il fondamentale problema di come rapportarsi alla (quasi) religione di Stato, contestando le sue interferenze sull’attività legislativa, il sostegno statale al clero, lo spazio concesso dai media pubblici. Pochissimi fra i nostri lettori scelgono d’ignorare il cattolicesimo e basta; la stragrande maggioranza ritiene che si debba contrastare con decisione la clericalizzazione della vita pubblica. Poco meno della metà crede utile anche una critica razionale della dottrina cattolica, o dare spazio alle voci stonate rispetto alla gerarchia vaticana, probabilmente nella convinzione che sia illusorio sperare di fare presa “razionalmente” sui credenti o su chi è prossimo alla “fede”, e ben più impellente scristianizzare tout-court la vita pubblica.

Come rapportarsi con le altre associazioni laiche?

  • Solo una metà dei lettori si dimostra interessata a quanto fanno le altre associazioni laiche, ma manifesta comunque disponibilità per iniziative comuni e per accettare loro articoli sulla rivista: secondo una filosofia di “pari opportunità”, ma senza confondersi, e in particolare senza assumere coloriture politiche.

Come migliorare L’Ateo?

  • Pur gradendo nel complesso l’impostazione attuale, almeno metà dei lettori auspica qualche cambiamento tipografico: formato, uso del colore e, in particolare, molta grafica; più vignette e foto, per rendere L’Ateo meno austero. Se il formato attuale è gradito ai più, per un quarto dei lettori la “veste grafica” è insoddisfacente e rappresenta il punto debole dell’Ateo: un cattivo biglietto da visita, che non attrae il lettore occasionale.
  • Alcuni lettori lamentano la lunghezza e la difficoltà di lettura di molti articoli, ma alla maggioranza va comunque bene così; semmai viene suggerito di inserire stabilmente pagine a carattere divulgativo e/o di più facile comprensione. Per quanto riguarda qualità, leggibilità, interesse degli articoli, alcuni giudizi negativi controbilanciano quelli elogiativi. Se da una parte si vorrebbe una maggiore “professionalità” dall’altra si teme un rigetto da parte di lettori meno avvezzi alle tematiche più estensivamente trattate. Alcuni lettori sottolineano la scarsa “visibilità”, nel formato attuale, presso i punti vendita.
  • Più che affrontare argomenti finora trascurati, emerge dalle risposte il desiderio di rubriche fisse su alcune specifiche tematiche, sia sul versante culturale-ideologico sia su quello delle attività dell’UAAR. In molti auspicano una maggiore presenza di articoli scientifici (su fisica, biologia, neuroscienze), con corrispondente riduzione di quelli di taglio filosofico, o meno legati all’attualità e alle iniziative dell’UAAR. Qualcuno suggerisce di ovviare integrando la rivista con approfondimenti on-line, aperti alla collaborazione dei lettori.
  • Il tono della rivista ai più piace; ma certuni la trovano comunque fastidiosamente seriosa (per cui andrebbe un poco “alleggerita” intellettualmente), mentre altri, al contrario, non gradiscono certe leggerezze, la satira e l’ironia. Qualcuno chiede una migliore organizzazione in sezioni o di limitare la parziale monotematicità dei singoli numeri.

Cosa aggiungere o eliminare?

  • I nostri lettori si sono prevedibilmente sbizzarriti nel proporre argomenti e rubriche, nella speranza di ottenere quello che la rivista non può attualmente essere, ovvero quasi un rotocalco che spazi su tutto l’orizzonte della miscredenza e dell’anticlericalismo. Le più frequenti richieste sono comunque: “più scienza” e “più attualità”. Dunque più articoli di fisica, biologia, cosmologia, per quanto attiene alle tematiche laiche per eccellenza; o almeno “pillole di scienza”, fra un articolo e l’altro, magari (per qualcuno) a discapito delle vignette; e possibilmente coinvolgendo illustri rappresentanti del mondo scientifico, a cominciare dai nostri presidenti onorari.
  • Poi una sezione di news, con sintesi dell’attualità dei due ultimi mesi, un osservatorio mediatico, rubriche su resistenza atea, sui diritti degli atei, sulle battaglie civili in corso o da intraprendere. Quindi una pagina informativa sui nuovi libri sull’ateismo e recensioni di siti atei.
  • Per una minoranza di lettori andrebbero eliminati gli articoli con linguaggio troppo tecnico, o comunque di meno facile comprensione, rendendo così la rivista meno “intellettuale”.
  • Qualcuno reputa eccessivo lo spazio dedicato ai Circoli, che la maggioranza invece gradisce. Secondo alcuni lettori trattiamo troppo di “astratta” teologia e di “deliri religiosi” (che non meritano tanto interesse) e di anticattolicesimo, laddove servirebbe piuttosto più anticlericalismo. Secondo altri, spesso ripetiamo concetti già espressi.

Articoli insoddisfacenti e tematiche trascurate o trattate in eccesso

  • Appare indubbiamente positivo riscontrare che la maggioranza di quei lettori che si dichiarano insoddisfatti di qualcosa, lo è per un eccesso di ciò che alla Redazione appare una dimostrazione di “qualità”. I “difetti” maggiormente lamentati possono infatti essere così elencati: tecnicismo, intellettualismo, lunghezza degli articoli, tono eccessivamente colto e per addetti ai lavori, troppa filosofia. Molti lettori, pur apprezzando il tono “alto” degli articoli, si dichiarano preoccupati per il fatto che ciò ostacola la diffusione della rivista fra i potenziali lettori meno acculturati. Ben più esiguo è invece il numero dei lettori che lamentano una bassa qualità della rivista, ed in particolare: ripetitività, autoreferenzialità, talora superficialità, scarso spirito critico nelle recensioni, slegamento dal dibattito sull’attualità. Essendo molte le anime dell’UAAR, è ovvio che ognuno ritenga trascurato qualcosa di suo particolare interesse: tanto per cominciare, il rapporto fra cronaca, politica e temi etici e atei (e la rivista dovrebbe, in pratica, avere un taglio più giornalistico o da periodico).
  • Fra le altre cose trascurate ci sarebbero: il rapporto tra politica e religione (con un osservatorio politico-parlamentare); una finestra sull’anarchismo e sul radicalismo; la storia comparata delle religioni; le influenze negative della religione sulla psiche; il volontariato e la solidarietà laici. Secondo alcuni lettori abbiamo dato troppo spazio all’evoluzionismo e alla filosofia (indubbiamente le tematiche più care alla Redazione). Altri argomenti che a taluni dispiacciono sono proprio quelli che altri vorrebbero inversamente vedere trattati con maggiore impegno: anticattolicesimo; anticlericalismo; analisi su questioni teologiche; implicazioni delle teorie scientifiche; ateismo filosofico; resoconti delle attività dei Circoli; analisi dei testi biblici; la disputa sull’opportunità dei termini ateo e laico; i miti e riti del cattolicesimo.

L’Ateo ideale, secondo i lettori

  • Come ovvio, si attendevano i giudizi più disparati. E infatti si passa da chi vede nell’impostazione attuale una proposta valida, a chi ha l’impressione di un “bollettino di guerra per iniziati”. Per molti lettori un vero punto dolente sembra essere il titolo della rivista, così pieno di “autocompiacimento”, o forse dal sapore troppo ottocentesco, o comunque non rappresentativo anche del pensiero “agnostico”.
  • Se il preponderante giudizio di gradimento complessivo “ottimo” o almeno “buono” conforta la Redazione, dalla rivista ci si aspetta comunque di più; anzi alcuni lettori hanno ambizioni decisamente al di sopra della portata attuale. L’Ateo ideale sarebbe dunque un magazine mensile (o bimestrale), con grafica e veste tipografica simile ai settimanali a maggiore diffusione, molto vario nelle tematiche, approfondito nei contenuti, destinato a un pubblico colto ma anche attento alla divulgazione, con maggiore spazio per le tematiche scientifiche rispetto a quelle filosofiche, attento alla cronaca. Un modello di riferimento sembrano essere riviste come MicroMega o anche Panorama, L’espresso e Famiglia cristiana. Mentre per molti va rafforzato il carattere di giornale interno a un gruppo, per altri L’Ateo dovrebbe aprirsi a un pubblico più eterogeneo, di potenziali simpatizzanti, da coinvolgere nelle attività dell’UAAR.

L’Ateo possibile, secondo la Redazione

  • Alcune fra le proposte dei nostri lettori vengono in effetti già da tempo discusse dalla Redazione, che le ritiene valide; mentre per altre non nascondiamo una certa ritrosia.
  • Partiamo dal dubbio amletico: poca o troppa filosofia? Occorre riconoscere che L’Ateo è stato finora un veicolo culturale (“filosofico”) almeno quanto il forum telematico dell’UAAR è stato un punto di aggregazione per le iniziative dell’UAAR e un luogo di confronto sull’attualità. Rendere L’Ateo meno intellettuale significherebbe in parte tradire la sua storia. Lo scollamento dalla cronaca è certamente un punto debole; ma occorre tenere presente i tempi di stampa e invio che impediscono un commento tempestivo sull’attualità (vedi i fatti de “la Sapienza”, il caso Englaro o la vicenda degli Ateobus).
  • Occorre poi tenere presente che solo pochi soci si occupano realmente della rivista e a titolo gratuito. Così gli unici costi sono l’impaginazione, la stampa, i diritti per alcune vignette e copertine. Le vignette, sia pure molto gradite, servono più per una questione d’impaginazione, che per farne un giornale satirico. Per modificare tutta l’impostazione grafica – colore compreso – occorrerebbe una completa rivoluzione del nostro sistema lavorativo, affidandosi a professionisti stipendiati, con un costo che potrebbe essere coperto solo da una maggiore tiratura e da una distribuzione nelle edicole.
  • Per quanto riguarda lo spazio dedicato ai Circoli, è già in cantiere l’idea di privilegiare in futuro il canale telematico, anche per un più rapido riscontro con l’attualità (ciò tuttavia penalizzerebbe i lettori non informatizzati). Circa gli altri punti che avevamo proposto all’attenzione dei nostri lettori, ci sembra infine di non dovere commentare né cambiare molto, visto il gradimento della maggioranza. Ci rifletteremo comunque a lungo, nel desiderio di migliorare la nostra attività di servizio in favore della laicità.