Resoconto del 6° Congresso UAAR

di Rosalba Sgroia, Roma

Il 6° Congresso UAAR si è svolto a Firenze nei giorni 20 e 21 novembre 2004. I numerosi partecipanti sono stati accolti nella sala Verde del Palazzo dei Congressi, luogo che ospitò anche il precedente incontro di tre anni addietro. Grande merito a tutti coloro che hanno saputo gestire l’organizzazione logistica e, in particolare, a Baldo Conti che ha reso possibile ottenere il Patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Firenze. L’evento, specialmente nei giorni seguenti alla chiusura dei lavori congressuali, ha avuto molta attenzione sulla stampa, con buoni articoli sui diversi giornali, come non era mai successo in nessuna delle altre occasioni.

Alle ore 10:30 di sabato 20 novembre, dopo la registrazione dei soci, il Congresso è stato aperto da Vera Pegna - vice segretaria dell’UAAR e vice presidente della Federazione Umanista Europea - che ha rivolto il benvenuto a tutti i presenti e ringraziato la Regione Toscana e il Comune di Firenze per il loro patrocinio. Ha ricordato gli avvenimenti degli ultimi tre anni che hanno reso questo Congresso differente da quelli precedenti. Ha rimandato, per i particolari dell’evoluzione positiva della nostra associazione, alla relazione del Segretario nazionale Giorgio Villella e ha ricordato che, in questo periodo, è stato costituito un Comitato di presidenza, formato da persone molto note, autorevoli e rigorosamente laiche, di cui alcune presenti in aula: Floriano Papi, Pietro Omodeo, Sergio Staino, Valerio Pocar ed Emilio Rosini.

Oltre ai fatti positivi, Vera Pegna ha voluto richiamare alla mente due eventi dolorosi: la perdita di due soci che per l’UAAR hanno fatto e significato tanto: l’emerito Martino Rizzotti di Padova, tra i fondatori dell’associazione, e Marcello Montagnana di Cuneo, il cui impegno laico è stato sempre presente in tutta la sua vita di docente di liceo. Ha ribadito l’importanza delle loro opere, opere immortali perché continuano ad agire in chi rimane. Ha proseguito con la rapida lettura di alcuni dei messaggi pervenuti da altre associazioni affini: la Fédération Humaniste Européenne di Bruxelles, l’Associazione Democratica “Giuditta Tavani Arquati” di Roma, il Circolo Culturale “Giordano Bruno” di Milano; il Comitato Torinese per la Laicità della Scuola, di cui l’UAAR fa parte, e la National Secular Society del Regno Unito. Sono poi seguiti gli interventi dei relatori.

Il primo è stato quello di Valerio Pocar, professore di Sociologia del Diritto dell’Università di Milano-Bicocca e Presidente della Consulta nazionale di Bioetica. La parola, poi, è stata data a Piergiorgio Donatelli, docente di Bioetica della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma.

Vera Pegna, dopo aver espresso il suo rammarico perché le nostre idee non trovano spazio nei programmi televisivi e radiofonici, sicura che se ciò accadesse sarebbe un grande vantaggio d’immagine per l’UAAR, ha presentato Sergio Staino, noto vignettista satirico. Staino ha porto un caloroso saluto al Congresso e all’UAAR, esprimendo gioia per l’onore di far parte del Comitato di presidenza. Ha affermato il valore della satira anche per ciò che attiene alla laicità, in quanto è «seminatrice di dubbi». Questa forma di humour, che infrange le certezze ridicolizzandole, infatti, è sempre stata invisa a tutti i regimi e alle istituzioni fondamentaliste. Ha dichiarato di essersi associato in seguito alla mancanza di un partito e di una lobby di interessi ideali che difendessero la laicità e che considera l’UAAR come luogo in cui elaborare il pensiero critico, per superare ingiustizie e ipocrisie filosofiche.

Maria Turchetto, Direttore editoriale dell’Ateo e docente di Storia del Pensiero economico presso l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, ha operato una riflessione sui nostri comportamenti di atei e sulla difficoltà che incontriamo per attirare l’attenzione della stampa. Con la schiettezza che le appartiene, ha lamentato scarsa disponibilità dei personaggi pubblici a militare in un’associazione di atei riconducendo le ragioni della poca disponibilità a tre aspetti: 1) I tanti impegni di lavoro, il forte degrado del tessuto della società disinnesca il potenziale adulto che serve per affermare le idee e le proprie ragioni, i propri diritti. 2) Lo snobismo: ci sarebbe, infatti, più partecipazione se non ci fosse snobismo nei nostri confronti. L’UAAR è trattata con un certo sussiego dai “laici alla Micromega”. 3) Pigrizia: oltre al suo carattere positivo c’è quello negativo. Noi, non avendo nessuna missione salvifica, siamo massa silenziosa, ma ciò costituisce un limite. Ha concluso lamentando anche il poco interesse di molti soci che esauriscono l’interesse nell’UAAR solo con l’iscrizione e non con l’impegno personale.

Floriano Papi, etologo di fama mondiale, del Consiglio di Presidenza dell’Accademia Nazionale dei Lincei, è intervenuto e la sua relazione è è a questa pagina.

Mitti Binda, coordinatrice del Circolo UAAR di Milano e vice segretaria dell’UAAR, ha illustrato il libro Il pensiero rimane. Il testo è una raccolta degli scritti di Martino Rizzotti, che la stessa Binda ha avuto il merito di valorizzare. Ha, nell’occasione, descritto la figura di uno scienziato, di un uomo profondamente laico, la cui speranza era quella di vivere in uno Stato rispettoso di tutti i cittadini, in cui fosse possibile il dibattito razionale e civile tra tutte le concezioni del mondo.

Dopo aver ascoltato il rappresentante di Libera Uscita Giancarlo Fornari, che ha parlato della proposta di legge in favore dell’eutanasia, si è passati alla presentazione della relazione di Vera Pegna, vice segretaria uscente dell’UAAR e curatrice dei rapporti con le associazioni europee. Vera Pegna ha illustrato, infatti, la propria attività in seno a tali associazioni, che ha costituito il tema dominante del suo impegno perché gli Stati Europei hanno deciso di darsi una Costituzione comune. L’elaborazione del Trattato Costituzionale ha visto una mobilitazione della Chiesa Cattolica senza precedenti e una disparità nei rapporti di forza a Bruxelles tra le organizzazioni religiose e quelle non confessionali. Ha sottolineato, inoltre, l’impegno della FHE nel contrastare questa egemonia ecclesiastica.

Alla ripresa dei lavori pomeridiani il coordinatore del Circolo di Napoli, Calogero Martorana, ha presentato una delegazione di studenti, suoi alunni, dell’Istituto “Alessandro Volta” di Napoli, rendendo note le procedure seguite per farli partecipare al Congresso. Hanno preso la parola Stefania Bruno, cattolica, ma curiosa di conoscere il pensiero degli atei e un altro studente ateo, Andrea Sommese, per raccontare il loro vissuto e la loro percezione dell’ora di religione cattolica.

Dopo la costituzione della presidenza, formata da Silvano Vergoli (Genova), Raffaele Carcano (Roma) e Massimo Albertin (Padova), è stata presentata la relazione di Emilio Rosini (ringraziato da Albertin per aver dato all’UAAR la possibilità di arrivare alla Corte Costituzionale per la vicenda dei crocefissi, nella quale, peraltro, è stato personalmente coinvolto). Il prof. Rosini ha discusso dell’audizione che Villella ha tenuto nell’ottobre 2002 innanzi alla Commissione Affari Costituzionali della Camera durante il dibattito sulla proposta di legge riguardante la libertà religiosa.

Dopo la prima parte teorica è seguita la discussione delle mozioni. Data la difficoltà interpretativa del loro contenuto e dell’inadeguata conoscenza preliminare delle stesse da parte di alcuni soci, si è messa a votazione la possibilità di cambiare l’ordine dei lavori e rinviarli al giorno successivo, per consentire l’approfondimento del senso delle proposte di cambiamento e di poterne discutere con più calma. Non sono mancate discussioni, anche accese, al riguardo. Vi sono stati alcuni soci che hanno proposto di pubblicare le mozioni sull’Ateo prima d’ogni Congresso. Il socio Marco Accorti di Firenze, in riferimento al rischio di un cambio affrettato dello Statuto, ha proposto di rifare un congresso straordinario per i cambiamenti statutari. L’unica mozione discussa a pieno e approvata, nel pomeriggio, è stata quella “tecnica”, inerente la modifica dell’attuale Statuto dell’associazione, in vista di un eventuale riconoscimento di Associazione di Promozione Sociale.

Il Segretario nazionale Giorgio Villella ha, in seguito, esposto la sua relazione, nella quale ha descritto, con dovizia di particolari, la graduale crescente acquisizione di rilevanza dell’UAAR nel corso degli ultimi tre anni e tutti i risultati positivi raggiunti finora. Ha, altresì, messo in risalto gli intenti e gli scopi dell’associazione, riferendosi espressamente allo Statuto e alle Tesi, ribadendo la necessità di evitare di perseguire impegni secondari alle ragioni per cui è nata l’Unione. Tale sottolineatura si è resa doverosa al fine di evitare la dispersione delle forze nel perseguimento di altre cause, inclusa quella del pacifismo. Villella si è appellato alla nostra caratteristica più tipica, cioé di coloro che si rifiutano di “omogeneizzare il pensiero” rendendolo unico e dogmatico; l’UAAR non può accettare acriticamente posizioni a priori che non ammettano discussioni “senza se e senza ma”. Tali atteggiamenti possono determinare settarismi, resistenti a ogni forma di discussione, rischiando di creare spaccature con chi ha un pensiero diverso. Ha invitato, quindi, tutti i soci a discutere e a dissentire per raggiungere dei punti comuni e realizzabili, ma sempre su argomenti che rientrano nelle finalità dell’associazione.

Per amor di chiarezza diciamo che tale posizione è stata contestata, nel suo libero intervento avvenuto il giorno dopo, da Vera Pegna, la quale ha affermato che la relazione non era stata approvata dal Comitato di Coordinamento. Ha tenuto a precisare che il problema da risolvere è l’esistenza di due visioni contrapposte nell’UAAR, pena la perdita di alcuni iscritti. Ha sottolineato anche che si sarebbe dovuto criticare l’operato dei nostri parlamentari, sulle questioni della laicità.

Successivamente, uno dei presidenti, dopo aver rimandato la discussione delle mozioni al giorno dopo, ha dato la parola ai seguenti soci per i liberi interventi (ci scusiamo per non avere lo spazio sufficiente per esporne i contenuti): Massimo Vettori (Firenze), Giacomo Grippa (Lecce), Enrico Matacena (Modena), Giulio Cesare Vallocchia (Roma), Rosalba Sgroia (Roma), Michele Ernandes (Palermo), Mauro Aurigi (Siena), Paolo Profita (Palermo), Francesco Saverio Paoletti (Roma), Pierino Marazzani (Milano), Valerio Bruschini (Perugia), Attilio Valier (Venezia).

Si è passati poi all’elezione del Comitato di Coordinamento. Visto che, oltre alla lista proposta dal Comitato uscente, si è registrata la candidatura di tre soci, con il raggiungimento del numero di 21 candidati, si è messa a votazione l’intera lista che ha ottenuto il consenso dell’assemblea con un solo voto contrario. Sono stati eletti i seguenti soci: Giuseppe ARLOTTA (Torino), Mitti BINDA (Milano), Raffaele CARCANO (Roma), Isabella CAZZOLI (Genova), Rocco CHINNICI (Palermo), Baldo CONTI (Firenze), Luigi FERUGLIO (Udine), Giacomo GRIPPA (Lecce), Rolando LEONESCHI (Livorno), Maurizio MAGNANI (Perugia), Calogero MARTORANA (Napoli), Enrico MATACENA (Modena), Francesco Saverio PAOLETTI (Roma), Vera PEGNA (Roma), Flavio PIETROBELLI (Padova), Rosalba SGROIA (Roma), Maria Alba TENTI (Firenze), Maria TURCHETTO (Pisa), Attilio VALIER (Venezia), Silvano VERGOLI (Genova), Giorgio VILLELLA (Padova).

Nella mattinata di domenica 21 si sono ripresi i lavori con una mozione d’ordine presentata dalla socia Lia Venturato (Pisa), la quale ha sostenuto che la votazione dei membri del Comitato di Coordinamento del giorno precedente non si sarebbe svolta in piena correttezza e ha chiesto che fosse rifatta la votazione. Alcuni soci, tra i quali Romano Scozzafava (Roma) hanno espresso il loro dissenso. Il presidente dell’assemblea, sostenendo la legittimità delle votazioni effettuate, ha dichiarato l’inammissibilità della mozione d’ordine presentata. Superate le incomprensioni sulle questioni regolamentari e accettati alcuni consigli migliorativi in merito da seguire per il futuro, è ripresa la discussione generale con gli interventi dei soci Angela Cucurachi (Prato), Massimo Castellucci (Lucca) e Carlo Talenti (Torino).

Subito dopo si è data la parola al giudice Luigi Tosti (Rimini) che ha suggerito di focalizzare l’attenzione sulle battaglie per la laicità. Quella da lui intrapresa, non senza difficoltà, sulla rimozione del crocefisso nell’aula del tribunale è simbolicamente rappresentativa per denunciare l’egemonia della Chiesa Cattolica. Ha espresso le sue perplessità relative ad alcune discussioni in sala riguardanti fatti poco rilevanti e che non andavano al cuore del vero problema che interessa l’UAAR. Come molti altri soci ha contestato l’indottrinamento infantile che imperversa ancora in tutte le scuole d’Italia, ma non si è pronunciato contro le religioni; ha ribadito, tutt’al più, la necessità che nessuna religione sia più uguale delle altre religioni e delle concezioni del mondo non confessionali, pronunciandosi anche a favore dell’8 per mille ad associazioni senza una religione.

A seguire, si è ripresa la discussione con gli interventi dei soci: Alessandro Alessandrini (Firenze), Vera Pegna (Roma), Claudio Tombari (Verona), Rino Bertini (Pisa), Claudio Codilupi (Roma), Antonio Taccone (Pistoia), Luciano Franceschetti (Padova), Francesco D’Alpa (Catania). A seguire, il Tesoriere UAAR, Luigi Feruglio, ha reso noto il bilancio annuale delle iscrizioni all’UAAR e degli abbonamenti all’Ateo. L’ultimo intervento è stato quello dell’assessore provinciale di Firenze e socio, Mauro Romanelli, che ha salutato l’assemblea a titolo personale, dichiarando la sua tranquillità di definirsi ateo, pur essendo un politico.

Terminati gli interventi liberi, il presidente ha riproposto il dibattito, animato e ricco di controversie, interrotto il giorno precedente, sulle mozioni aventi come tema comune la partecipazione a manifestazioni pacifiste, suggerendo l’esposizione di tutte le mozioni e a seguire le votazioni. Nel giorno precedente la presidenza aveva deciso di estrapolare, da tutte quelle presentate, sei mozioni di cui tre avevano una valenza aderente al commento del segretario e tre di senso opposto. Il primo blocco comprendeva quella presentata dal Circolo di Milano, quelle individuali di Livio Rosini (Venezia) e di Giorgio Villella; il secondo blocco, sensibile alle istanze pacifiste, la n. 3 del Circolo di Torino e due mozioni dei Circoli di Venezia e di Firenze.

Si è messa in votazione la mozione n. 3 del Circolo di Torino, esposta il giorno prima dal suo coordinatore Giuseppe Arlotta. Con questa si chiedeva di invitare i Circoli a partecipare a manifestazioni e dibattiti pubblici di carattere pacifista con messaggi caratterizzanti la posizione dell’UAAR rispetto a quella dei movimenti religiosi. È stata approvata.

Sulle stesse tematiche, invece, la mozione respinta è stata quella del Circolo di Venezia, presentata dal Coordinatore Attilio Valier, che proponeva di ribadire l’adesione all’art. 11 della Costituzione italiana inserendo all’ultimo capoverso dell’art. 11 delle Tesi la frase: «…e denuncia l’utilizzo che viene fatto delle religioni per legittimare le guerre e gli atti di terrorismo».

Il presidente ha dato, poi, la parola ad Alba Tenti che ha illustrato la mozione del Circolo di Firenze che con motivazioni analoghe a quelle del Circolo di Venezia proponeva di completare l’ultimo capoverso dell’art. 11 delle Tesi con le seguenti parole: «…e denuncia il pericolo della contrapposizione di concezioni integraliste della storia e dell’utilizzo di categorie come le guerre di religione per nascondere i reali motivi dei conflitti nel mondo. Denuncia altresì l’utilizzo che viene attualmente fatto della religione per legittimare il proprio potere nonché per perpetrare sia azioni offensive contro altri popoli sia atti di terrorismo». La mozione è stata approvata.

Più tardi ha preso la parola il socio Dario Savoia per illustrare la mozione del Circolo di Milano con la quale si chiedeva di concentrare le risorse umane ed economiche dell’associazione nelle battaglie per la laicità dello Stato ed esprimeva contrarietà all’adesione ufficiale dell’UAAR ad attività o manifestazioni che travalicassero gli obiettivi del nostro Statuto. La mozione è stata approvata.

Massimo Albertin ha illustrato la mozione presentata da Livio Rosini con la quale si chiedeva la cancellazione dell’ultimo paragrafo dell’art. 11 delle Tesi dell’UAAR. Si precisava la necessità di impedire spaccature provocate da un tema che, pur essendo nobile, non ci appartiene. La mozione è stata respinta.

Infine Giorgio Villella ha illustrato la sua mozione che definiva le regole da seguire, in sintonia con l’art. 2 dello Statuto, per la partecipazione ufficiale alle manifestazioni. La mozione è stata approvata.

È apparsa chiara a tutti la difficoltà di definire nettamente le questioni che hanno movimentato il dibattito, per dirimerle completamente, visto che sono state approvate quattro mozioni contrapposte due a due. Tuttavia, siamo sicuri che i motivi del dissenso potranno essere risolti in sede di Comitato di Coordinamento, elaborando soluzioni opportune e accettabili. Essendo rimasto del tempo, sia pur insufficiente per esaurire tutte le mozioni rimanenti, si è potuto discutere di ancora altre tre mozioni, scelte tra quelle presentate da soci.

Il socio Pierino Marazzani (Milano) ha illustrato la sua mozione con la quale chiedeva di impegnare l’UAAR in una campagna contro l’ora di religione nelle scuole statali tramite L’Ateo, il sito internet e ogni altra modalità opportuna. Tale mozione è stata approvata all’unanimità.

Il presidente ha chiesto a Giulio Cesare Vallocchia (Roma) d’illustrare la sua terza mozione con la quale si chiedeva di ricercare la collaborazione di tutte le associazioni affini per una lotta di resistenza laica. Anche questa mozione è stata approvata.

Per ultimo, si è data la parola al socio Carlo Talenti che ha illustrato la sua mozione n. 2 con la quale proponeva di modificare il punto 13 delle Tesi sostituendo il periodo «consapevoli che integralismo… sempre più multiculturale» con: «Consapevole che integralismo chiama integralismo e che gli Stati impegnati nell’attuazione effettiva della democrazia come legittimazione umana e consapevole del Potere sono costretti, dalle vicende storiche, a far convivere pacificamente gruppi di cittadini che si ispirano a concezioni integraliste o etniche con cittadini di orientamento laico, l’UAAR considera utili ad un avvicinamento progressivo dell’obiettivo democratico tutte quelle istituzioni che potranno garantire un equilibrio effettivo tra la rivendicazione dei diritti all’uguaglianza e quella dei diritti alla differenza». La mozione è stata approvata.

Con quest’ultima mozione si è concluso il Congresso che per certi versi ha forse deluso le aspettative di chi attendeva un dibattito lineare, senza intoppi organizzativi. Forse, qualcuno avrebbe preferito discutere di meno su mozioni o su contromozioni che hanno tolto spazio a chi voleva proporre argomenti diversi rispetto al pacifismo e alla faccenda dell’autonomia dei Circoli e viceversa. Forse era proprio così che doveva andare, comunque ha sicuramente posto le basi per altri confronti e altre proposte che tutti speriamo siano sempre più costruttive per il futuro dell’UAAR.