Risposta a Messori

di Pierino Marazzani

Sul Corriere della Sera del 26/7/1999 lo scrittore di best-seller cattolici Vittorio Messori ha scritto l’ennesimo articolo mistificante sulla storia del cattolicesimo.

Interpretando i sentimenti di frustrazione del mondo cattolico di fronte ad una imponente serie di documentatissimi studi storici, che dimostrano i mostruosi crimini della Chiesa, il giornalista si è quasi specializzato nel negare o minimizzare tali misfatti.

E così, a proposito delle guerre Crociate, ne difende la memoria limitandosi ad ammettere solo lo sterminio degli abitanti di Gerusalemme: «Si esecri, giustamente, il massacro di Gerusalemme nel 1099, ma non si dimentichi Maometto III nel 1480 a Otranto, semplice esempio di un corteo sanguinoso di sofferenze». Il Messori omette però di precisare due fatti di fondamentale importanza:

  1. a Gerusalemme i crociati massacrarono 40.000 (quarantamila) abitanti, mentre a Otranto gli uccisi dai saraceni furono solo 800 (ottocento);
  2. quando Gerusalemme fu riconquistata dai musulmani, nessun cattolico fu ucciso e la chiesa del SS. Sepolcro fu rispettata, mentre nel 1099 - all’atto della conquista crociata - tutte le moschee e sinagoghe vennero demolite o riadattate a chiese.

Anche a proposito della conquista saracena di Costantinopoli del 1453, il Messori falsifica scientemente la storia, omettendo di precisare che il patriarcato ortodosso e un certo numero di chiese e monasteri vennero risparmiati dai musulmani. Secondo il Messori «tutte le coste dei paesi cristiani che si affacciano sul Mediterraneo sono “riserva” di carne umana; navi e paesi sono assaliti dagli incursori islamici, che se ne tornano nei covi magrebini carichi di bottino, di donne e di ragazzi per il piacere sessuale dei ricchi e di schiavi». Ciò è vero, purtroppo, ma è storicamente mistificante sottacere che anche i cattolici razziavano schiavi sulle coste africane e balcaniche. Su questo argomento, in un mio libro1 documento inoppugnabilmente che questi crimini non furono affatto episodici o isolati, ma si protrassero dall’epoca delle Crociate quasi fino alla fine del secolo XVIII; l’ultimo schiavo italiano fu liberato in Sicilia nel 1812.

Il Messori tace anche sull’espulsione di 300.000 moriscos dalla Spagna nel 1492, nonché sullo sterminio di 30.000 prigionieri musulmani perpetrato a Lucera, in Puglia, alla fine del secolo XIV.

Secondo il Messori, sarebbero stati gli Illuministi, e non gli incontrovertibili fatti della storia, a creare la «leggenda nera» dei crimini chiesastici del Medioevo. Ma i fatti sono macigni ben più duri delle parabole apologetiche: pensate agli spaventosi roghi del catari e dei valdesi del sud della Francia2, o ai terribili massacri di ebrei fatti dai crociati nel 1096 in Germania.

La verità è che la Chiesa stessa, tradendo gli ideali evangelici di fratellanza e falsificando lo stesso contenuto e significato della Bibbia (che non a caso fu messa all’Indice dal papato)3, fin dal secolo IV si era trasformata in una inesorabile associazione per delinquere, macchiandosi di tutti i possibili crimini al massimo grado possibile, sia contro i non cristiani, sia fra i cristiani medesimi.

Con buona pace degli apologeti chiesastici e dello zelante cattolico Messori.

Note

  1. P. Marazzani, Chiesa e schiavismo in Europa, Ed. Scipioni 1998.
  2. Brenon, I Catari, ed. Convivio 1990.
  3. G. Fragnito, La bibbia al rogo, Il Mulino, 1997.