Lettere e segnalazioni

* Il monumento invisibile di Praga

A Praga, nella Staromestske Namesti - la piazza della Città vecchia - c’è un monumento invisibile, di quelli di cui non si parla. È lì a perpetua memoria di Jan Hus, il riformatore religioso boemo arso vivo il 6 luglio 1415, seguito poco dopo dal suo compagno Girolamo di Praga. Il movimento hussita, in lotta per una riforma non solo religiosa ma anche sociale e politica, affermava che la legge divina era quella dei Vangeli, ai quali avrebbero dovuto attenersi sia la Chiesa sia lo Stato. Tra i peccati di questi poteri Hus annoverava le tasse ecclesiastiche, i tributi sui servi della gleba, l’accumulo delle ricchezze da parte della Chiesa. Nulla di strano, per chi vuole interpretare e attenersi ai Vangeli: ma allora, perché lo bruciarono vivo?

Dopo secoli, e per altri motivi, le ricchezze della Chiesa ceca passarono effettivamente al popolo; un governo totalitario realizzava finalmente il sogno di Hus. Caduto questo governo, ecco che il papa polacco va pellegrino a Praga, non tanto a chiedere il perdono per i crimini commessi dalla sua organizzazione contro gli hussiti, ma per chiedere la restituzione dei beni della chiesa. Quanta credibilità possono avere questi pentimenti e questi pellegrinaggi?

 

Romano Oss, Trento

* Dio è padre e anche madre…

Papa Wojtyla ha detto che la paternità di Dio «così divina e nello stesso tempo così umana nei modi con cui si esprime, riassume in sé anche le caratteristiche che solitamente si attribuiscono all’amore materno».

Dell’Antico Testamento il papa ha citato le parole del profeta Isaia nelle quali sembra che Dio si paragoni ad una madre… Qualche giorno prima, il Pontefice aveva dichiarato che l’immagine dell’Onnipotente non deve coincidere con la barba e i baffi dell’affresco di Michelangelo nella cappella Sistina.

 

Il concetto di Dio padre e madre viene così riportato all’attualità, conformandola alla storia del cristianesimo primitivo (san Gregorio Nazianzeno, uno dei padri della Chiesa).

 

Forse questo richiamo alla metà femminile del divino è stato provocato da uno spot pubblicitario della RAI-TV che presenta - su una nuvola bianca - un dio antropomorfo, con barba e baffi candidi, cioè l’immagine di un vegliardo saggio e buono, che da lassù consiglia un prodotto in commercio.

 

Dunque, secondo la Chiesa cattolica, Dio sarebbe per metà maschio e per metà femmina! La divinità è un’astrazione assoluta, di fronte alla quale s’impone la scelta: o si pensa, o si crede.

 

Se si pensa, allora si deve formulare una domanda: chi ha creato Dio? Se, come è ovvio, manca una risposta, la conclusione è altrettanto ovvia: Dio non esiste!

Bruno Segre, Torino

* Sua Santità cantante

Caro Ateo,

 

non puoi immaginare la mia gioia leggendo su Il Mattino di Napoli del 9 aprile 1999 il titolo su tre colonne «Anche il Papa vittima dei falsi», che ti allego in fotocopia.

 

Profondamente turbato mi son detto: «Finalmente qualcuno si è deciso a dirgli la verità! Era ora che ne fosse informato: ci son voluti 2000 anni, ma finalmente anche per lui la… “buona novella!”».

Poi la delusione. Anche se ci sono segni di cedimento, purtroppo le cose resteranno come prima. Quei falsi sono soltanto le contraffazioni di musicassette e CD in commercio con la voce di Wojtyla che, stavolta, si esibisce in una performance di carattere clerico-mercantile.

 

Che peccato! Ma sarà per un’altra volta.

 

Vittorio Scuderi, Napoli