Il vangelo secondo la scienza, di Odifreddi

Baldo Conti

 

Piergiorgio Odifreddi. Il Vangelo secondo la Scienza, le religioni alla prova del nove

Bisogna riconoscere che Piergiorgio Odifreddi, studioso di Matematica e docente di Logica alla Cornell University ed all’Università di Torino, ha effettivamente compilato un buon Vangelo moderno, ricco d’intuizioni e di sapere, che non indaga solamente l’ambito religioso, come può apparire a prima vista, ma l’intera cultura umana — e non solo occidentale — sintetizzando con precisione e accortezza i princìpî che regolano le più affascinanti discipline, dai miti e le leggende alle più recenti scoperte scientifiche, dalla meccanica quantistica alla relatività generale, dalla filosofia alla matematica, dalla teologia alla fisica, e tanto altro ancora, partendo dagli albori della storia dell’uomo fino ad oggi. Siamo rimasti poi piacevolmente sorpresi dalla semplicità (dote questa molto rara) con la quale ha trattato ed illustrato gli argomenti più difficili, frutto dell’esperienza e della mente umana, ponendone in evidenza sia le caratteristiche peculiari di ognuno sia confrontandoli tra loro, il tutto con una buona dose di spirito e talvolta di compunta ilarità, caratteristiche tipiche dei matematici, sempre piuttosto discreti nelle loro espressioni e nel loro linguaggio.

Ogni lettore, certo, secondo la propria cultura, sensibilità e credenze, troverà in questo piccolo volume, motivazioni ed interessi diversi, ma dobbiamo essere comunque grati all’autore per averci riportato alla mente, sintetizzandole, tante idee, tante opere anche del passato, tante citazioni che, messe appunto a confronto tra loro, hanno contribuito a fornirci un panorama vasto, ma condensato, di quella conoscenza indispensabile alla comprensione di tutti quei problemi che angosciano l’animo umano, trattando dello spirito e della materia, della coscienza e dell’intelletto, della creazione e del nulla, della teologia matematica e delle varie «sacre scritture», della logica e del teorema di Gödel, dei sistemi e delle teorie dell’infinito, dei paradossi e delle prospettive per il prossimo millennio.

Ci piace ricordare qui, tra l’altro, una frase riportata di Ludwig Feuerbach: «L’uomo ha fatto Dio a sua immagine e somiglianza», oppure il «Padre nostro» di Ernest Hemingway: «Nulla nostro, che sei nel nulla, sia santificato il tuo nulla, venga il tuo nulla, sia fatto il tuo nulla, dovunque nel nulla. Dacci oggi il nostro nulla quotidiano, e rimetti a noi i nostri nulla, come noi li rimettiamo agli altri nulla. E non c’indurre in tentazione, ma liberaci dal nulla. Amen» o, ancora, «Il “Dio Tappabuchi” [God of the gaps] fu introdotto dal fisico Robert Boyle nel secolo XVII, e in seguito è stato variamente e comodamente invocato “come la spiegazione di tutto ciò che la scienza lascia ancora inspiegato”, dalla stabilità del sistema solare nel Settecento, alla nascita della vita nell’Ottocento» e per finire, il più sorprendente, la definizione di Dio di Alfred Jarry: «Dio è il punto tangente di zero e di infinito», affermando egli stesso che la conclusione dell’analisi logica è che non solo non è razionale credere in Dio, ma è razionale non credervi.

Gli unici errori riscontrati, piuttosto banali, percepibili solo da un occhio esperto — ma che sarebbero stati facilmente eliminabili dalla correzione ortografica di un qualsiasi ordinateur (computer) — sono quelli di accento, praticamente su tutte le “u” e le “i” (acuti invece di gravi: in italiano l’accento acuto sulla “u” e sulla “i” non esiste), che non infirmano certo il valore di quest’essenziale opera «multidisciplinare», ma che anzi ci permettiamo di consigliare a tutti coloro i quali desiderano tentare di risolvere i crucci interiori ed allargare anche un po’ la propria cultura specifica e generale.

Da L’ATEO 4/1999