Supereroi cristiani? Una biblio-sitografia (fin troppo) ragionata

di Maria Turchetto

 

Premetto che sono un’accanita lettrice di fumetti. Nella vita  per mestiere  mi è toccato leggere di tutto, dalla Fenomenologia dello spirito di Hegel al Capitale di Marx. Non per tirarmela, ma per dire che non ho mai vacillato davanti al compito di leggere  e con attenzione! vagonate di parole, tutte in fila per pagine e pagine senza nemmeno il sollievo di un’illustrazione… Ma quando posso leggermi un fumetto… ah! Ovviamente ho cominciato da piccina, prima con il Corrierino dei piccoli su cui ho imparato a leggere (sì, lo so, non erano “fumetti” in senso proprio, non c’erano le “nuvole parlanti”, ma insomma siamo lì) e poi con Topolino. Sui quindici anni la grande scoperta: i fumetti per adulti! Linus e tutto quello che questa benemerita rivista traduceva e divulgava, fumetti francesi e americani soprattutto. Correvano gli anni ’60, gravidi di novità, trasgressioni e conflitti generazionali. Mi ricordo che pensavo: abbiamo i fumetti, abbiamo la musica rock… possiamo davvero fare a meno di loro (della generazione precedente, dei “borghesi”)! Quanto ai fumetti dei supereroi  della Marvel e nostrani forse non li ho frequentati moltissimo, ma ho letto anche quelli: in età avanzata ho sviluppato un’autentica passione per i mutanti X-men.

Questa premessa gravida di ricordi (perdonatemela, sono cose che facciamo noi vecchi) solo per chiarire le mie credenziali: non sono una studiosa del fumetto, ma ne sono un’assidua fruitrice. Quindi almeno un pochino potete fidarvi. Lo dico perché di studiosi veri, con titoli accademici e lauree conseguite nelle università più prestigiose, ne stanno spuntando a bizzeffe. Studiosi veri, studi veri, certi malloppi che la Fenomenologia dello spirito fa venir voglia di ridere. Sui fumetti si fa sul serio: ve lo dimostra il primo titolo che vi suggerisco, Matthew J. Smith e Randy Duncan (a cura di), Critical Approaches to Comics. Theories and Methods, Routledge, 2012.

E tra gli studi, le tesi di laurea, le ponderose monografie negli ultimi tempi spicca proprio il tema supereroi e religione. Davvero incredibile la quantità di pubblicazioni  su carta e on line dedicate all’argomento. Negli USA, soprattutto. Ma anche l’Italia non scherza (vi segnalo subito, per esempio, il piacevolissimo Fabio Botto, Da Yahwéh ai Fantastici Quattro, Atì editore, 2008). Il fenomeno è così consistente che se ne è occupato perfino l’Osservatore Romano. Autorevolmente, con un articolo di Gaetano Vallini (che non è un free lance qualsiasi, ma una colonna del giornale) intitolato Hulk è davvero cattolico? Indagine sulla religiosità dei supereroi, che potete leggere nel blog del giornalista.

L’articolo ha avuto molto successo, è stato commentato dal Corriere della sera ma anche da The Telegraph, da El Mundo e da una valanga di siti specializzati in fumetti. In effetti il pezzo è buono, gradevole e ben documentato, un tantino compiaciuto della tesi che sta prevalendo nella cospicua letteratura americana sull’argomento: i supereroi, che negli anni ’50 e ’60 avevano come riferimento religioso soprattutto la mitologia greco-romana, nel terzo millennio stanno virando al cristianesimo.

Questa tesi è sostenuta, in particolare, da un libro piuttosto importante (considerato un punto di riferimento essenziale dai principali siti specializzati): Greg Garrett, Holy Superheroes! Exploring Faith and Spirituality in Comic Books, NavPress Publishing Group 2005 (nel 2008 ne è uscita un’edizione riveduta e ampliata). Si tratta di una tesi interessante, perché studi anche molto recenti continuano a sottolineare la contiguità tra i supereroi e i miti pagani.

Così, ad esempio, il notevole saggio di Marco Arnaudo, Il fumetto supereroico. Mito, etica e strategie narrative, Tunuè 2010, di cui potete trovare un lungo estratto qui. La letteratura supereroica, secondo Arnaudo, è una fusione di miti classici e cultura moderna, spesso soprattutto negli anni ’50 esplicita (come nel caso di Wonder Woman, nome d’arte di Diana, figlia della regina delle amazzoni, le cui avventure erano precedute da un’intestazione che precisava «Diana possiede la bellezza di Afrodite, la saggezza di Atena, l’agilità di Mercurio e la forza di Ercole», o il meno noto Flash, che indossa elmo e stivaletti alati e viene presentato nella prima storia come “la reincarnazione di Mercurio”) e comunque quasi sempre riconoscibile. È del resto quanto sostengono anche Richard Reynolds, Super Heroes. A Modern Mythology, University Press of Mississippi, 1992 e Don Locicero, Superheroes and gods: a comparative study from Babylonia to Batman, numero speciale di Graphic Novels and Comics, n. 2, 2011.

Oltre a quella greco-romana, altre mitologie vengono saccheggiate: basti pensare a Thor, il dio del tuono figlio di Odino della mitologia norrena, recentemente arrivato dagli albi Marvel agli schermi. E alcuni autori Marco Arnaudo, in particolare segnalano anche le affinità dei supereroi conlo sciamanesimo; altri, ci vedono suggestioni sataniste ma non pensate a Daredevil e alle sue corna: secondo il sito aleteia è “il supereroe che ricorre di più al confessionale”. Ah, sul presunto satanismo dei supereroi potete leggere, sempre su aleteia.

Insomma, la “conversione” dei supereroi al cristianesimo (nelle sue varie versioni) sembra davvero una scoperta recente e Gaetano Vallini che a questo proposito cita anche B.J. Oropeza, The Gospel According to Superheroes. Religion and Popular Culture, Internationaler Verlag der Wissenschaften, 2005 di cui potete leggere qui una lunga recensione e Stephen Skelton, The Gospel According to the World’s Greatest Superhero, Harvest House Publishers, 2006 (notevole, sostiene tra l’altro un’interpretazione cristologica di Superman) fa senz’altro bene a compiacersene sull’Osservatore Romano. Se Marco Arnaudo scrive che i supereoi costituiscono un “moderno Olimpo”, Grett Garrett sostiene che le loro storie somigliano piuttosto alle vite dei santi. E la Marvel la casa editrice per eccellenza dei supereroi sembra dargli ragione, visto che ha reclutato tra i suoi personaggi Madre Teresa di Calcutta (cfr. gli articoli 1 e 2).

Sarebbe forse interessante interrogarsi sulle ragioni di questo recente abbandono del buon vecchio paganesimo. Forse l’istruzione di base non fornisce più le coordinate culturali necessarie? Oppure il fondamentalismo islamico consiglia di stringersi intorno ai valori cristiani? Non so dare una risposta, ma noto che l’incredibile sito adherents.com, che si incarica di indicare per ogni personaggio dei fumetti la religione di appartenenza (andatelo a vedere, è troppo divertente) in un enorme data base, ovviamente con cognizione di causa indicando le vignette che “provano” le diverse affiliazioni, ha preso atto della conversione. Consultandolo veniamo a sapere che Superman è metodista, Batman episcopale, Hulk cattolico, ecc. Tra i pochissimi atei, con mia grande soddisfazione, Wolverine (ve l’ho detto, ho sviluppato un’autentica passione per gli X-men e non c’è lettore degli X-men che non prediliga Wolverine). E tutto sommato sono anche contenta che la cara vecchia Wonder Woman sia rimasta coerentemente pagana.

Da L’ATEO 4/2016