Filmografia dal 1971 al 1980

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  • I diavoli (The devils, GB 1971) di Ken Russell, con Vanessa Redgrave, Oliver Reed, Dudley Sutton, Max Adrian, Gemma Jones, Georgina Hale, Brian Murphy, Murray Melvin, Michael Gothard, Christopher Logue, Graham Armitage, Judith Paris.
    • Nella Francia del 1634 sotto il cardinale Richelieu, Urban Grandier (Oliver Reed), prete illuminato e peccatore, e Suor Giovanna degli Angeli (Vanessa Redgrave), madre superiora di un convento delle Orsoline a Loudun, sono al centro di un processo per stregoneria che si conclude con la condanna del primo al rogo. Tratto dalla pièce teatrale di John Whiting a sua volta ispirata al libro (1952) The Devils of Loudun di Aldous Huxley. Video italiano: Warner Home Video.
    • Il film di Russell contribuì, in parte, alla nascita di un nuovo sottogenere cinematografico, per lo più tutto italiano, il cosiddetto sexy-conventuale (o nun-movie), imperniato sui segreti (orge, lesbismo, torture) dei conventi di suore o su singole monache ninfomani e financo criminali. Alcuni titoli: La monaca di Monza - una storia lombarda (1969), Le monache di Sant’Arcangelo (1972), Cristiana monaca indemoniata (1972), Storia di una monaca di clausura (1973), Le scomunicate di San Valentino (1973), La badessa di Castro (1974), Flavia la monaca musulmana (1974), La profanazione (1974), La novizia (1975), I peccati di una monaca: la novizia (1977), Suor Emanuelle (1977), Immagini di un convento (1979), Suor Omicidi (1979), La vera storia della monaca di Monza (1980), L’altro inferno (1980), La monaca nel peccato (1986), La monaca di Monza: crimini, eccessi, misfatti (1987).
  • La classe dirigente (The Ruling Class, GB 1971) di Peter Medak, con Peter O’Toole, Alastair Sim, Coral Browne, Carolyn Seymour.
    • Dal Dizionario dei Film di Morando Morandini: «Lord, convinto di essere Gesù, esce dal manicomio dopo la morte del padre per prendere il suo posto nella società londinese. Uccide moglie e zia, facendo accusare un innocente per conservare il potere. Graffiante commedia satirica di origine teatrale (adattata dallo stesso autore Peter Barnes) sulla classe dirigente britannica sotto il segno dell’irriverenza, della bizzarria e di un umorismo nero. Prolissa e qua e là irritante, ma vale la pena di farsi irritare».
  • Per grazia ricevuta (Italia 1971) di Nino [Saturnino] Manfredi, con Nino Manfredi, Lionel Stander, Delia Boccardo, Paola Borboni, Mariangela Melato, Mario Scaccia, Mister O.K., Fausto Tozzi, Tano Cimarosa, Gastone Pescucci, Veronique Vendell, Enzo Cannavale.
    • Un incidente finisce per condizionare la vita del piccolo Benedetto, che il popolino considera un miracolato. Votato a Sant’Eusebio, Benedetto (Nino Manfredi) passa tutta la sua giovinezza in un convento, in attesa di un «segno» che lo indirizzi definitivamente alla vita monacale. Una volta adulto Benedetto lascia il convento (spinto dai sempre più pressanti desideri sessuali) e diventa amico di un farmacista ateo (Lionel Stander) innamorandosi della di lui figlia (Delia Boccardo). Quando il vecchio, in punto di morte, chiama un prete per l’estrema unzione (ma non è detto: potrebbe averlo chiamato la sua bacchettona ex-moglie e ben sappiamo, quando si è in quello stato, di cosa sono capaci certi preti per strappare una sedicente conversione in punto di morte…) Benedetto va di nuovo in crisi e tenta il suicidio.
    • Fin troppo equilibrato e attento a non prendere una posizione ben precisa, Per grazia ricevuta merita comunque un posto nella nostra videoteca, perché è divertente e soprattutto perché mette in scena una straordinaria figura di vecchio ateo tratteggiata con sanguigno vigore dal bravo Lionel Stander (e una nota di merito va pure al suo doppiatore italiano in questo film, l’ottimo Corrado Gaipa). Da culto anche la canzoncina «Viva Sant’Eusebio» di Nino Manfredi e Guido & Maurizio De Angelis, cantata dal coro di Nora Orlandi, che, se vogliamo, fa il paio con l’analoga «San Mancinello» sempre dei fratelli De Angelis, contenuta nel film Il prode Anselmo e il suo scudiero (1972).
  • I racconti di Canterbury (Italia 1971) di Pier Paolo Pasolini, con Pier Paolo Pasolini, Laura Betti, Tom Baker, Hugh Griffith, Josephine Chaplin, Franco Citti, John Francis Lane, Hugh McKenzie-Bailey, Jenny Runacre, Ninetto Davoli, Elisabetta Vito Genovese, Alan Webb.
    • Tratto dai Canterbury Tales (1478) dell’inglese Geoffrey Chaucer (1340?-1400). In cammino verso Canterbury - per onorare le spoglie dell’arcivescovo Thomas Beckett - Chaucer (Pier Paolo Pasolini) e altri pellegrini raccontano storie e aneddoti. Da non perdere l’episodio finale, con i frati «cagati» dai demoni!
  • L’udienza (Italia/Francia 1971) di Marco Ferreri, con Enzo Jannacci, Claudia Cardinale, Ugo Tognazzi, Michel Piccoli, Vittorio Gassman, Alain Cuny, Daniele Dublino, Dante Cleri.
    • Amedeo (Enzo Jannacci), mite ufficiale in congedo, va da una città del Nord a Roma per parlare col Papa, a quattr’occhi, «anche nel suo interesse». Ci prova inutilmente per mesi finché una notte, malato di polmonite, muore davanti a un palazzo pontificio.
  • All’onorevole piacciono le donne [Nonostante le apparenze e purché la Nazione non lo sappia…] (Italia 1972) di Lucio Fulci, con Lando Buzzanca, Lionel Stander, Laura Antonelli, Francis Blanche, Eva Czemerys, Anita Strindberg, Renzo Palmer, Corrado Gaipa, Agostina Belli.
    • Timido e inibito nei confronti delle donne, legato a filo doppio a un alto prelato, l’onorevole Giacinto Puppis (Lando Buzzanca), in procinto d’essere eletto Presidente della Repubblica, viene colto da un raptus erotico. La grave contingenza consiglia l’alto prelato (Lionel Stander) a rinchiudere Giacinto in un convento, ma l’ormai scatenato onorevole non risparmia neppure le suore. S’innamora anche di una di loro, che vuol a tutti i costi sposare. Poiché sta per scoppiare uno scandalo, il prelato - che ha legami con la Mafia - invita i killers dell’organizzazione a togliere di mezzo tutti coloro che «sanno» e, già che ci sono, anche il principale avversario politico di Puppis. Costretto con la forza a lasciare la donna che ama, l’onorevole è infine eletto Presidente…
    • A commento, riporto quanto scrisse Calisto Cosulich su ABC del 23 giugno 1972: «Dopo aver difeso il film di Fulci, quando la censura lo aveva bloccato, molti colleghi si sono divertiti a lapidarlo non appena esso ha ottenuto il nulla osta ed è uscito. Ci sembra un gioco troppo facile. Fulci non ha voluto andare oltre la farsa e, se si accettano le regole della farsa, bisogna ammettere che il divertimento c’è».
  • Un apprezzato professionista di sicuro avvenire (Italia 1972) di Giuseppe De Santis, con Lino Capolicchio, Femi Benussi, Robert Hoffman, Riccardo Cucciolla, Ivo Garrani, Yvonne Sanson, Andrea Checchi, Massimo Serato, Nino Vingelli.
    • Il giovane avvocato Vincenzo Arduni (Lino Capolicchio) sposa una riccona e si scopre impotente proprio la notte di nozze. Sollecitato dal suocero a mettere al mondo un figlio, dopo due anni di tentativi falliti, ricorre a un amico prete (Robert Hoffman) che acconsente di sostituirlo nel letto della moglie (che comunque non sa, perché drogata, chi sia il suo partner). Toccato dall’esperienza, il giovane sacerdote decide di abbandonare i voti. Per timore che riveli l’accaduto una volta libero dai vincoli religiosi, Vincenzo lo uccide.
  • Il monaco (Le moine, Francia/Italia 1972) di Ado Kyrou, con Franco Nero, Nathalie Delon, Nicol Williamson, Nadja Tiller, Liana De Santis, Maria Machado, Philippe Clévenot, Laure Moutoussamy, Louise Chevalier, Armand Meffre, Daniel Léger, il nano Roberto.
    • Madrid, XVII secolo. Ambrosio (Franco Nero), priore dei frati cappuccini, è tentato da Satana nei panni di un giovane novizio che è in realtà una femmina travestita (Nathalie Delon). Affonda nel vizio e commette crimini. Smascherato, è consegnato all’inquisizione, ma, venduta l’anima al diavolo, diventa Papa. Dal romanzo The Monk (1796) di Matthew Gregory Lewis, sceneggiato da Luis Buñuel e Jean-Claude Carrière.
  • La papessa Giovanna (Pope Joan, GB 1972) di Michael Anderson, con Liv Ullmann, Olivia de Havilland, Lesley-Anne Down, Keir Dullea, Trevor Howard, Patrick Magee, Robert Beatty, Jeremy Kemp, Maximilian Schell, Franco Nero.
    • IX secolo. Dopo essere stata violentata dai confratelli del padre, Giovanna (Liv Ullmann), figlia di un predicatore, sostituisce (in abiti maschili) il padre nella sua missione, arriva a Roma, diventa consigliere del Papa che la impone come suo successore. Nessuno sospetta il suo vero sesso. Ma durante una processione, la papessa avverte le doglie del parto, rivelando così la propria natura femminile. Finirà linciata dal popolo.
  • Giordano Bruno (Italia/Francia 1973) di Giuliano Montaldo, con Gian Maria Volontè, Hans Christian Belch, Charlotte Rampling, Renato Scarpa, Corrado Gaipa
    • Dal 1592 al 1600, gli ultimi anni della vita di Giordano Bruno. Sebbene questo film sia un tentativo un po’ forzato di attualizzare l’eresia bruniana, è da apprezzare lo sforzo di rendere al meglio il clima da parossismo censorio del tribunale dell’Inquisizione, che manda al rogo la gente un tanto al chilo.
    • Tra i cameo del film, figura anche lo storico (e non ancora direttore di Rai Tre) Angelo Guglielmi, anche lui finito al rogo.
  • Storie scellerate (Italia 1973) di Sergio Citti, con Franco Citti, Ninetto Davoli, Nicoletta Machiavelli, Sebastiano Soldati, Santino Citti, Giacomo Rizzo, Gianni Rizzo, Elisabetta Vito Genovese.
    • Sono 4 storie, raccontate da Mammone (Franco Citti) e Bernardino (Ninetto Davoli), condannati a morte nella Roma papalina per aver derubato e ferito a morte un mercante. La prima, ispirata a Matteo Bandello, narra del duca di Ronciglione e di Nicolino che scoprono di essere stati cornificati dai ragazzetti e dal parroco del villaggio. La seconda verte su due pecorai, uno dei quali seduce la moglie dell’altro che si vendica. La terza mette in scena un prete gaudente e il suo servo che per avidità l’uccide. La quarta è presa da un fatto di cronaca: un giovane che ha sedotto una donna sposata è pugnalato dal marito e dall’amante di lei. L’ultima ha un epilogo che chiarisce a ritroso il senso del film: i quattro finiscono davanti a un padreterno contadino (Santino Citti) che condanna i primi tre per ipocrisia e assolve il giovane che non sa nascondere il rimpianto per le gioie della vita.
  • Lavoratore italiano all’estero - episodio di Sessomatto (Italia 1973) di Dino Risi, con Giancarlo Giannini e Laura Antonelli.
    • Sessomatto è un film a episodi (tutti interpretati da Giancarlo Giannini e Laura Antonelli in ruoli di volta in volta diversi). In Lavoratore italiano all’estero, ambientato in Danimarca, Giannini è un donatore di sperma che si reca in ospedale per fare la sua donazione; scambia poche parole con un’avvenente suora (L. Antonelli) ed entra nella saletta riservata. Solo che, per… ehm… ispirarsi, l’uomo si immagina proprio la suddetta suora impegnata in un intrigante strip-tease, sulle note della Gazza Ladra di Gioacchino Rossini. Finito il tutto, si riveste, esce in corridoio e consegna il contenitore alla suora, la quale si complimenta con il donatore per la grande quantità di liquido seminale, ignara che, se lo sperma è così abbondante, è stato anche… merito suo!
    • Va detto che all’epoca (e in anni successivi) le foto ottenute dai fotogrammi dello strip-tease di Laura Antonelli (s)vestita da suora fecero il giro di tutte le riviste osé e scandalistiche, riciclate sino alla nausea.
  • Il Saprofita (Italia 1974) di Sergio Nasca, con Valeria Moriconi, Al Cliver, Janet Agren, Giancarlo Marinangeli, Leopoldo Trieste, Cinzia Bruno, Giancarlo Badessi, Nerina Montagnani, Clara Colosimo, Carlo Monni.
    • Dimesso dal seminario perché, dopo un trauma, non sa parlare normalmente, un giovanotto va a fare l’autista-infermiere in una ricca famiglia nobile del Sud (gli esterni sono ambientati a Ostuni, in Puglia). È un ambiente tarato dove prolifera il saprofita (organismo vegetale che si nutre di sostanze organiche in decomposizione). Il giovane si trasformerà cosi in magnaccio e assassino.
  • Il sorriso del grande tentatore (Italia/GB 1974) di Damiano Damiani, con Glenda Jackson, Claudio Cassinelli, Adolfo Celi, Lisa Harrow, Duilio Del Prete, Arnoldo Foà, Gabriele Lavia, Francisco Rabal, Ely Galleani, Rolf Tasna, Margarita Horowitz, Edda Ferronao.
    • Scontro simbolico tra la superiora di un convento e il diavolo nei panni di un giovane scrittore. Rapporti tra Chiesa e nazismo, psicanalisi di gruppo, incesto, affarismo ecclesiastico e via peggiorando.
  • Sesso in confessionale (Italia 1974) di Vittorio De Sisti, con attori non professionisti.
    • Nel 1973 uscì per i tipi della Marsilio il libro Il sesso in confessionale di Clara Di Meglio e Norberto Valentini. Gli autori avevano raccolto 82 confessioni da essi registrate (in realtà quelle 82 rappresentavano una selezione di ben 636!) fingendosi penitenti, in innumerevoli parrocchie, allo scopo di compilare un’inchiesta giornalistica sull’atteggiamento della Chiesa nei confronti dei cosiddetti peccati di sesso. Il libro fu osteggiato dalle autorità vaticane, ma questo non gli impedì di avere un notevole successo di vendite, con cinque ristampe nell’arco di soli tre mesi.
    • L’anno successivo il regista Vittorio De Sisti decise di farne una versione cinematografica, una sorta di docu-drama con attori in gran parte non professionisti, ed interventi di esperti e psicologi. Come ricorda il regista: «Il film fu impostato molto seriamente, come del resto lo era stato il libro. C’era la partecipazione di grossi nomi della cultura italiana: Emilio Servadio, che era presidente della società italiana di psicoanalisi; Carmine Benincasa, che allora non faceva ancora l’esperto di quadri antichi ma era un teologo famoso; poi c’era Patrizia Carraro, che si occupava della parte sulle rivendicazioni femminili». C’era anche, aggiungo io, Luigi De Marchi, sì, proprio quel Luigi De Marchi che ai giorni nostri è protagonista di bonarie interviste televisive raccolte da Rodolfo Baldini durante la trasmissione UnoMattina, su RaiUno. Uscito di recente in video, in una collana chiamata Gli intramontabili (sic!), per la misconosciuta etichetta I.T. Video.
  • Malia [Vergine e di nome Maria] (Italia/Francia 1975-77) di Sergio Nasca, con Turi Ferro, Andréa Ferréol, Cinzia De Carolis, Renato Pinciroli, Leopoldo Trieste, Tino Carraro, Jean Louis, Marino Masé, Sandro Dori, Alvaro Vitali, Giancarlo Badessi.
    • In una baraccopoli della periferia torinese, la giovane orfana Maria (Cinzia De Carolis) è incinta. Poiché è opinione comune che la ragazzina non ha mai conosciuto uomo, si diffonde la voce che sia opera dello Spirito Santo. Il parroco (Turi Ferro) tenta di convincere gli abitanti delle baracche che non si tratta di miracolo. Ma è tutto inutile: Maria, giorno dopo giorno, diventa oggetto di culto, fa arricchire la madre (Clelia Matania) e, ormai nella parte della «miracolata», cambia anche carattere. Alla fine, il parroco scopre che a mettere incinta Maria è stato suo nipote (Alvaro Vitali) un minorato psichico. La notizia imbestialisce la gente: la ragazza, presa a sassate, è costretta ad abortire. Programmato una prima volta l’11 settembre 1975 col titolo Vergine e di nome Maria fu subito sequestrato (per vilipendio della religione). Ridistribuito esattamente un anno dopo col titolo Malia (Vergine e di nome Maria rimase come sottotitolo).
  • La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone (Italia 1975) di Pupi Avati, con Ugo Tognazzi, Delia Boccardo, Paolo Villaggio, Patrizia De Clara, Lucienne Camille, Gianni Cavina, Giulio Pizzirani, Bob Tonelli, Gianfranco Barra, Lucio Dalla, Alberto Plebani.
    • Un albero di fico sul quale s’era rifugiata nel VII secolo una santa che lì aveva partorito, è oggetto di venerazione. Molti, nel corso dei secoli, i sedicenti miracolati. Il fico è situato sulle proprietà dei baroni Pellacani. Nel 1936 vi era salito anche il piccolo Anteo, ma un ramo s’era spezzato e, cadendo, il ragazzo era rimasto storpio. La disgrazia influì su Anteo che, una volta adulto (e ormai unico proprietario dei beni di famiglia), è diventato ateo e non perde occasione per spregiare preti e religione. Soprannominato «la gambina maledetta», Anteo (Ugo Tognazzi) cerca in tutti i modi di abbattere l’odiato fico. Un giorno però una ragazza (Delia Boccardo), che Anteo prende per la santa, gli «appare» sul fico. Si tratta in realtà di una prostituta, giunta in paese insieme al suo buffo marito-magnaccia Checco Coniglio detto «Biancone» (Paolo Villaggio) e alla collega di colore Silvana (Lucienne Camille), e salita sull’albero solo perché, incinta, aveva voglia di fichi. Anteo si converte (sic!), si trasforma in bigotto e infine vende la sua proprietà con l’intenzione di acquistare un monastero. Ma i soldi sono utilizzati dalla prostituta per aprire un bordello. Per consolare il povero Anteo, la ragazza inscena un’ultima apparizione sull’albero, dove, proprio come la santa, partorisce. E, nuovamente, si grida al miracolo…
    • Un gustoso aneddoto: in una vecchia intervista, Avati raccontava che, in un primo momento, il ruolo del barone avrebbe dovuto esser interpretato da Paolo Villaggio, il quale lesse il copione, ma poi vi rinunciò (sostanzialmente perché Avati all’epoca «non era nessuno»). In seguito il copione capitò nelle mani di Tognazzi che accettò d’interpretare Anteo Pellacani. Saputolo, Villaggio fece carte false per rientrare nel cast, anche se solamente in un ruolo secondario…
  • Salò o le 120 giornate di Sodoma (Italia/Francia 1975) di Pier Paolo Pasolini, con Paolo Bonacelli, Giorgio Cataldi, Umberto Paolo Quintavalle, Aldo Valletti, Hélène Surgère, Sonia Savange, Caterina Boratto, Elsa De Giorgi, Ines Pellegrini.
    • Naturalmente da citare, in quanto (liberamente) tratto da Les 120 journées de Sodome ou l’Ecole du Libertinage (1785) di Donatien-Alphonse-François De Sade (1740-1814). In Italia il film avrebbe dovuto uscire il 22 novembre 1975, ma subì un primo sequestro «preventivo» (la censura gli negò il permesso di circolazione). Uscì poi a Milano, l’11 gennaio 1976, ma subì la medesima sorte. Il 30 gennaio 1976 fu condannato per oscenità (Tribunale di Milano) e tutte le copie furono sequestrate. Venne dissequestrato solo nel febbraio 1977 (con l’obbligo, per autore e produttore, di alleggerire parecchie sequenze).
  • Al piacere di rivederla (Italia/Francia 1976) di Marco Leto, con Ugo Tognazzi, Françoise Fabian, Miou Miou, Alberto Lionello, Franco Graziosi, Biagio Pelligra, Maria Monti, Paolo Bonacelli, Cesarina Gheraldi, Lia Tanzi, Shirley Corrigan.
    • Cesare Bonfigli muore suicida. Era il patriarca di una famiglia emiliana i cui componenti sono coinvolti in affari di enti immobiliari e assistenziali, legati alla Democrazia Cristiana o alla chiesa cattolica. Giunge da Roma un funzionario degli Interni, Mario Aldara (Ugo Tognazzi), il quale, durante un’inchiesta, scopre il marcio dietro la facciata della rispettabilità (come il fatto che uno dei Bonfigli è un pedofilo). Dal romanzo Ritratto di provincia in rosso di Paolo Levi, sceneggiato, con il regista, da Ruggero Maccari, Maurizio Costanzo e dallo stesso Levi, una commedia di costume intrisa di anticlericalismo. Le Segnalazioni del Centro Cattolico Cinematografico lo giudicarono inaccettabile/perverso.
  • Attenti al buffone! (Italia 1976) di Alberto Bevilacqua, con Nino Manfredi, Mariangela Melato, Eli Wallach, Enzo Cannavale, Francisco Rabal, Loredana Bertè.
    • Il comento di Peppe: Nella seconda metà del film compare il tribunale ecclesiastico: il protagonista è stato ivi “indirizzato” per annullarvi in modo “fraudolento” il suo matrimonio religioso. È lunga e divertente la scena in cui giudice ecclesiastico e «marito impotente (ma solo per finta)» snocciolano il copione delle domande più assurde… da: quanto misura in erezione, a quanto penetrava, etc. etc. Insomma la Sacra Rota mostrata per quel che è: un tribunale in cui si mistifica, si corrompe, si imbroglia…
  • Cattive abitudini (Bad Habits/Nasty Habits, USA 1976) di Michael Lindsay-Hogg, con Glenda Jackson, Eli Wallach, Geraldine Page, Melina Mercouri, Sandy Dennis.
    • Lotta per la conquista del potere in un convento californiano. La candidata più decisa è sorella Alexandra, che non esita a ricorrere ai colpi più bassi per battere le rivali. I suoi maneggi però vengono scoperti e messi in piazza. Alexandra non diventerà badessa ma accumulerà ricchezze trasferendo in Svizzera i soldi sottratti alla cassa del convento.
  • Il comune senso del pudore (Italia 1976) di Alberto Sordi, con Alberto Sordi, Rossana Di Lorenzo, Claudia Cardinale, Pino Colizzi, Cochi Ponzoni, Florinda Bolkan, Silvia Dionisio, Philippe Noiret, Dagmar Lassander, David Warbeck, Giò Staiano, Giacomo Furia.
    • Il comune senso del pudore è un film a episodi in cui Alberto Sordi-regista tenta di fare il punto sull’argomento che da il titolo al film. L’episodio che ci interessa maggiormente riguarda il magistrato Tiziano Ballarin (Pino Colizzi) che si accanisce contro le pubblicazioni oscene. Sua moglie (Claudia Cardinale) che casualmente ne sfoglia alcune, ne rimane così attratta da assumere un diverso atteggiamento (sessuale) nei confronti del marito. Ma l’aspetto interessante dell’episodio sono i personaggi di contorno: i concittadini dei Ballarin che apparentemente sono puritani, ma che in realtà, appena possono, si recano in macchina oltre frontiera per acquistare giornaletti e riviste porno. Irresistibile la sequenza in cui uno di loro, fingendosene schifato, racconta quanto ha visto in una rivista osé ed è proprio il suo racconto a denunciare la libidine sua e dei «benpensanti» che lo stanno ascoltando…
    • Le altre storie riguardano: Ottavio (Cochi Ponzoni), ambizioso professore di provincia che diventa il direttore-fantoccio della rivista sexy «La Libertà», di cui è editrice l’agguerrita Loredana Davoli (Florinda Bolkan). Quando la rivista sarà sequestrata, ovviamente finirà in carcere proprio Ottavio, essendone il direttore responsabile. In un altro episodio, un produttore cinematografico di chiare origini partenopee (uno straordinario Philippe Noiret, doppiato da Carlo Giuffrè) deve convincere una formosa attrice svedese (Dagmar Lassander) a recitare una sequenza «anal» in una nuova versione cinematografica dell’Amante di Lady Chatterley. Infine, nell’episodio che fa da «cornice», due anziani coniugi, Giacinto ed Erminia Colonna (Alberto Sordi e Rossana Di Lorenzo), decidono di festeggiare il loro anniversario di matrimonio andando al cinema (cosa che non fanno da anni) ma in qualunque sala entrino, si proiettano sempre pellicole porno(soft).
    • Se questa scheda v’avesse fatto venir voglia di vedere il film diretto da Sordi, cercate di procurarvi la videocassetta italiana, perché la copia programmata in TV è sempre massacrata dai tagli. Le ultime due volte che lo trasmisero, su Rete 4, mancava una sequenza dell’episodio con Cochi Ponzoni, dove Ottavio va a letto con due donne (Silvia Dionisio e una modella di colore), e la scena dello spezzone interpretato da Colizzi e la Cardinale in cui quest’ultima, nascosta all’interno di un’edicola oltre confine, vede con stupore i propri concittadini fermarsi davanti al chiostro acquistando pubblicazioni oscene (quest’ultimo tagliato presumibilmente soltanto per i titoli «sconci» dei giornalini ordinati, ad alta voce, dagli acquirenti: sciocchezze del calibro di «Cappuccetto Rotto», «Orgasmo» e simili).
  • Nel più alto dei cieli (Italia 1976) di Silvano Agosti, con Livio Balbo, Edy Biagetti, Giorgio Bonora, Marcella Michelangeli, Clara Colosimo, Gisella Burinato, Francesca Cacciolati, Francesca Romana Coluzzi, Fabienne Pasquet.
    • Nel recarsi a un’udienza papale in Vaticano, quattordici cattolici di ambo i sessi, religiosi e laici, rimangono chiusi in un ascensore per un tempo incalcolabile, in un tragitto all’infinito verso l’alto dei cieli. Tutto finisce in un cannibalico massacro da cui scampa soltanto una suora in preda alle doglie del parto. Presentato al Festival di Venezia nella sezione «Proposte di nuovi film» (1976) fu distribuito nelle sale soltanto due anni dopo, in seguito a un sequestro (1977).
  • Il santo soglio di Luigi Magni - episodio del film Signore e signori buonanotte (Italia 1976) di AA.VV, con Nino Manfredi, Mario Scaccia, Sergio Graziani, Franco Scandurra, Andréa Ferreol, Felice Andreasi, Luigi Uzzo.
    • Giochi di potere in Vaticano. Muore il vecchio Papa (probabilmente non per morte naturale) e la lotta per la successione al papato tra i vari cardinali giunge all’eliminazione fisica degli avversari! Non riuscendo a venirne a capo, decidono di incoronare un vecchio cardinale malaticcio, Felicetto de’ Caprettari (Nino Manfredi). Un classico papa-di-transizione insomma, un fantoccio, un burattino i cui fili sarebbero mossi dai potenti cardinali e che tanto morirà presto. Il malandato Felicetto, però, una volta incoronato Papa, si rivelerà un gran paracu…, un furbastro insomma, che ha finto di essere moribondo e invece sta benissimo. Sarà un Papa vero, non «di transizione», ma non prima, naturalmente, d’aver fatto decapitare i cardinali più pericolosi: Piazza-Colonna (Mario Scaccia) e Canareggio (Sergio Graziani).
    • Episodio assolutamente delizioso, un vero Luigi Magni d’annata, da registrare e conservare (anzi, a dirla tutta, l’intero film Signore e signori buonanotte andrebbe senz’altro recuperato; cosa non tanto complessa, visto che spesso lo replicano in TV).
  • Todo Modo (Italia 1976) di Elio Petri, con Gian Maria Volonté, Marcello Mastroianni, Mariangela Melato, Ciccio Ingrassia, Franco Citti, Tino Scotti, Adriano Amidei Migliano, Renato Salvatori, Michel Piccoli, Cesare Gelli, Marcello Di Falco, Giancarlo Badessi, Luigi Zerbinati.
    • Un centinaio di funzionari della Democrazia Cristiana si riunisce in un convento-albergo, mentre infuria un’epidemia, ufficialmente per un corso di esercizi spirituali, ma in realtà per una nuova spartizione del potere. Una serie di delitti diffonde ben presto il panico fra i presenti, che si sospettano l’un l’altro. L’autore della catena di omicidi viene infine individuato in un gesuita dalla doppia vita, morto suicida. Ma per i superstiti il sollievo dura poco: finiranno tutti uccisi all’uscita del convento. Dal romanzo omonimo (1974) di Leonardo Sciascia.
    • Piccola curiosità: nel ruolo di Saccà recita l’attore Marcello Di Falco, che nel 1991 cambierà sesso e, nelle sue nuove sembianze di floridissima transessuale, ricomparirà successivamente col nome modificato in Marcella Di Folco, per esempio in alcune puntate del televisivo Maurizio Costanzo Show, dove parlerà della sua attuale attività di (seria ed impegnata) patrocinatrice dei diritti dei transessuali.
  • Interno di un convento (Italia 1977) di Walerian Borowczyk, con Licia Branicew [Ligia Branice], Howard Ross, Marina Pierro, Gabriella Giacobbe, Mario Maranzana, Rodolfo Del Prà, Loredana Martinez, Olivia Pascal, Gina Rovere, Paola Morra.
    • Scrive Morando Morandini nel suo noto Dizionario dei Film: «Un convento di suore nell’Italia centrale del primo Ottocento si trasforma in una polveriera di sensualità repressa. Le giovani vi apprendono, tra le braccia di maschi gagliardi, tutte le frodi della carne sapiente o si dedicano all’autoerotismo con acconci strumenti o sublimano il desiderio frustrato in mistici deliri. Le anziane sono bigotte avvizzite o, come la badessa, impersonano l’ipocrisia organizzata e autoritaria. Alla fine la polveriera esplode in una sequenza di follia liberatrice che fa il paio con quella iniziale della chiesa trasformata in sala da ballo».
  • First Aid (Pronto Soccorso) - episodio del film I nuovi mostri (Italia 1977) di AA.VV, con Alberto Sordi, Luciano Bonanni.
    • Il nobiluomo Giovan Maria Catalan Belmonte (Alberto Sordi), un po’ brillo, raccoglie per strada, sulla sua Rolls-Royce bianca, un uomo (Luciano Bonanni) vittima di un incidente. Inizia il pellegrinaggio da ospedale a ospedale: militari, civili, religiosi, ecc, ma, per un motivo o per l’altro, nessun ospedale «può» accogliere il ferito. Così Giovan Maria riporta l’uomo sul luogo dell’incidente e lo lascia lì.
    • A parte il qualunquistico cinismo dell’episodio, First Aid va citato in realtà per gli irresistibili commenti in romano di Sordi - in particolare quando il convitto delle suore si rifiuta di accogliere il ferito - a base di «madre superiora che deve tornare alle sue orge», «frati e sore che se’ ingroppano», e così via.
  • In nome del papa re (Italia 1978) di Luigi Magni, con Nino Manfredi, Carmen Scarpitta, Carlo Bagno, Danilo Mattei, Salvo Randone, Ettore Manni, Giovannella Grifeo, Gabriella Giacobbe, Camillo Milli, Ron [Rosalino Cellamare], Nino Dal Fabbro.
    • Secondo capitolo della «trilogia» anticlericale orchestrata da Luigi Magni. Una contessa, madre di un rivoluzionario accusato con due amici di aver compiuto un attentato in una caserma, si rivolge a un giudice della Sacra Consulta perché la aiuti, ma il Monsignore scopre di essere il padre dell’arrestato.
  • La saggezza nel sangue (Wise Blood, USA 1979) di John Huston, con Brad Dourif, Ned Beatty, Harry Dean Stanton, Dan Shor, Amy Wright, Mary Nell Santacroce, John Huston.
    • Stati Uniti, fine anni ’40. Tornato nel paese natìo della Georgia, il reduce di guerra Hazel Motes comincia a predicare un suo vangelo personale, il vangelo di una chiesa senza Gesù Cristo, né redenzione, finché uccide il suo «clone», un falso predicatore che lo imita, e poi si acceca. Tratto dal romanzo omonimo (1952) di Flannery O’Connor (1925-1964). «Rari altri film hanno raccontato con altrettanta efficacia il sentimentale sacro che alberga nell’homo americanus e i modi aberranti, ossessivi, ridicoli con cui si manifesta» [M. Morandini].
  • Brian di Nazareth (Monty Python’s Life of Brian, GB 1979) di Terry Jones, con Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Michael Palin, Terry Jones, Terence Bayler, Carol Cleveland, Kenneth Colley, John Young, Gwen Taylor, Neil Innes, Sue Jones-Davies, Charles McKeown, Spike Milligan, George Harrison.
    • Vita e vicissitudini di Brian (Graham Chapman), giovane giudeo conterraneo e coetaneo di Gesù, visitato per errore dai Re Magi, contattato dal Fronte Popolare della Giudea… e infine crocifisso.
    • Cult-movie assoluto, prodotto dall’ex Beatles George Harrison, indispensabile nella videoteca di ogni vero ateo/agnostico/laico che si rispetti. Quando il film tocca ironicamente l’argomento «come nascono le religioni», ebbene, non crediate che nella realtà le cose siano andate poi così diversamente da come ci viene qui mostrato. Michael Palin dichiarò: «La cosa più significativa del nostro lavoro è che sia riuscito a far arrabbiare gente di tutte le religioni, proprio tutte: cattolici, ebrei, protestanti, ortodossi, buddisti. È stato magnifico». Distribuito in Italia soltanto nel 1991 (sic!).
  • Arrivano i bersaglieri (Italia 1980) di Luigi Magni, con Ugo Tognazzi, Giovanna Ralli, Ombretta Colli, Vittorio Mezzogiorno, Pippo Franco.
    • Dal Dizionario di Morando Morandini: «Dopo la conquista di Roma (20 settembre 1870) un principe (Ugo Tognazzi) della nobiltà papalina, deciso oppositore dei Savoia, accoglie in casa uno zuavo (Vittorio Mezzogiorno) e scopre che suo figlio è morto con la divisa di bersagliere, ucciso proprio dal suo ospite che intanto s’è innamorato di sua figlia. Sbilenco nella sua greve altalena tra melodramma lacrimoso e farsa con ambizioni satiriche, non è il migliore dei film sulla Roma papalina dello spiritoso e aguzzo Magni (1928). Fanno da coro una servetta (Giovanna Ralli, la più brava della compagnia), depositaria di antiche virtù popolari, e un pretaccio (Pippo Franco), emblema della classe dirigente forchettona che farà l’Italia».
  • Frate Ambrogio (In God We Tru$t, USA 1980) di Marty Feldman, con Marty Feldman, Peter Boyle, Louise Lasser, Richard Pryor, Andy Kaufman, Wilfrid Hyde-White.
    • Da un convento trappista della California un ingenuo monachello è spedito nel mondo a raccogliere denaro per riscattare un’ipoteca, perché ormai anche il costo della povertà è cresciuto. Approda a Los Angeles dove ne passa di tutti i colori. Feldman (morto purtroppo prematuramente due anni dopo) ironizza argutamente su chi fa un business di dio e della religione.
  • Il Pap’occhio (Italia 1980) di Renzo Arbore, con Renzo Arbore, Roberto Benigni, Isabella Rossellini, Manfred Freyberger, Mario Marenco, Andy Luotto, Luciano De Crescenzo, Diego Abatantuono, Ruggero Orlando, Martin Scorsese, le Sorelle Bandiera.
    • Il Papa convoca Arbore per mettere in scena uno show musicale per la TV vaticana, Gaudium Magnum. Durante le prove le gag si susseguono freneticamente finché interviene il Padreterno (Luciano De Crescenzo) che manda tutto a catafascio e precipita tutti nelle viscere della Terra. Il film fu sequestrato per vilipendio della religione, «propaganda dell’ateismo» e dissequestrato dopo 47 giorni.