Verona, Darwin Day: “Perché l’evoluzione ha creato dio (e non viceversa)” con G. Vallortigara

Giorgio Vallortigara, professore ordinario di neuroscienze cognitive e direttore del Centro Mente/Cervello (CIMeC) dell’Università di Trento

Professor presso la School of Biological, Biomedicai and Molecular Sciences della University of New England, Australia. Ha scritto oltre 200 articoli su riviste scientifiche internazionali e svolge un’intensa attività di divulgazione su varie testate giornalistiche. Ha pubblicato: Cervello di gallina (Bollati Boringhieri 2005), vincitore del Premio Pace per la divulgazione scientifica nel 2006, e Nati per credere insieme a Vittorio Girotto e Telmo Pievani.

Perché l’evoluzione ha creato dio (e non viceversa), è il titolo di un capitolo del libro “La mente che scodinzola” – Storie di animali e di cervelli” ed. Mondadori università. “Inizialmente pensavo a un titolo come Divagazioni di un neuro-etologo inquieto. Poi mi sono accorto che le mie inquietudini sono meno numerose di quanto sembri. Che io tratti di come socializzano i pulcini, di come gli scimpanzé fanno di conto o del fatto che persone con gravi danni cerebrali presentano abilità straordinarie, ciò che guida il mio interesse è la storia naturale delle menti, i piccoli e grandi trucchi che la selezione naturale ha incorporato nel modo di funzionare dei cervelli. Ci sono due idee che diamo per assodate: la prima è che esiste una scala gerarchica delle creature viventi (e dei loro cervelli), dalle meno alle più evolute; la seconda è che i cervelli servono a dare una rappresentazione veridica della realtà. Queste idee hanno in comune vari aspetti, tra cui quello di essere sbagliate. Non faccio il filosofo, i miei argomenti sono puramente biologici. Se quello che conta per gli organismi è sopravvivere e riprodursi, la selezione naturale deve avere inventato (come in effetti ha fatto) una varietà di espedienti e di scorciatoie per la realizzazione dei comportamenti più adeguati. Espedienti e scorciatoie a volte bizzarri, che fanno del nostro mondo percettivo non un’approssimazione a come il mondo è davvero, ma a come sia più conveniente rappresentarlo. Un teatrino, una grande illusione, una prigione? Probabile, ma una prigione straordinariamente interessante, che accomuna la nostra specie alle altre.”

Mer, 20/02/2013 - 21:00
Sala Lucchi
piazzale Olimpia, 3 zona stadio
Verona , VR
Italia
Verona IT