Udine, conferenza di Mario Isnenghi

Conferenza del Prof. MARIO ISNENGHI*
“RISORGIMENTO LAICO: IL CONTRIBUTO DEL MONDO LAICO ALL’UNITA’ D’ITALIA”
Introduce il Prof. LUIGI REITANI, Assessore al Comune di Udine
Presiede il Dott. MICHELANGELO LICATA, Coordinatore del Circolo UAAR di Udine

Per informazioni: udine@uaar.it

* Mario ISNENGHI ha insegnato nelle Università di Padova, Torino e Venezia. E’ presidente
dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea, condirettore di
“Belfagor” e direttore di “Venetica”. E’ autore, tra gli altri, del recente volume “Storia d’Italia. I
fatti e le percezioni dal Risorgimento alla società dello spettacolo”, Laterza – 2011.

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I personaggi che animarono il Risorgimento prima e la costruzione dello Stato unitario italiano poi non brillarono certo per la devozione cattolica. Massoni, differenti da quelli odierni, liberi pensatori, anticlericali dominano la scena: ce ne viene spesso consegnata un’immagine fin troppo sanguigna, di gente animata da passione politica più che da finezza intelettuale, di robusti mangiapreti più che pensatori originali. In realtà non ci furono solo le piazze, i comizi, i circoli e le società del libero pensiero, la stampa di agitazione: anche la cultura alta e la filosofia accademica svilupparono all’epoca una riflessione orientata al razionalismo e al materialismo, con spunti di notevole originalità rispetto alle coeve correnti filosofiche europee. E ci fu una saldatura piuttosto forte tra cultura filosofica e cultura popolare. Lo dimostra, ad esempio, l’interesse per le figure di Galileo Galilei e Giordano Bruno, che furono in quegli anni oggetto di raffinati saggi e di iniziative editoriali di grande pregio come di pubblicazioni di carattere divulgativo, propagandistico e addirittura romanzesco, fino a entrare nei versi delle canzoni popolari. LA PRIMA MATRICE DEL RISORGIMENTO FU CERTAMENTE, ANCHE SE NON ESCLUSIVA, QUELLA LAICA E ADDIRITTURA ANTICLERICALE. E’ un fatto, un fatto storico innegabile, anche se le celebrazioni ufficiali del 150° anniversario dell’ Unità d’Italia sembrano orientate ad ignorarlo. Nonostante nei programmi e nelle indicazioni date alle scuole la parola “memoria” si sprechi, sull’anticlericalismo e laicismo risorgimentale si praticherà l’amnesia –in nome della concordia, dell’armonia, dell’ amicizia, del pappa-e-ciccia tra Stato e Chiesa. (Ne abbiamo avuto un assaggio lo scorso 20 settembre 2010 con lo scippo delle celebrazioni di Porta Pia, dove ha avuto la parola il Cardinale Bertone e nessun laico!!). Basta non esagerare con le cose : trasformare il Papa Pio IX in un galatuomo, mentre era un illiberale, antirisorgimentale e antiunitario, o il buon ateo Garibaldi in un baciapile!!.

Siccome negli ultimi momenti della creatura umana, il prete, profittando dello stato spossato in cui si trova il moribondo, e della confusione che sovente vi succede, s’inoltra, e mettendo in opera ogni turpe stratagemma, propaga coll’impostura in cui è maestro, che il defunto compì, pentendosi delle sue credenze passate, ai doveri di cattolico: in conseguenza io dichiaro, che trovandomi in piena ragione oggi, non voglio accettare, in nessun tempo, il ministero odioso, disprezzevole e scellerato d’un prete, che considero atroce nemico del genere umano e dell’Italia in particolare. E che solo in stato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi ad un discendente di Torquemada”. GIUSEPPE GARIBALDI, testamento.

Mar, 27/09/2011 - 17:30-19:30
Libreria Feltrinelli
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Udine
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