-
SCOPI STATUTARI. A norma di statuto gli scopi generali dell’UAAR sono:
- Tutelare i diritti civili degli atei e degli agnostici, a livello nazionale e locale, opponendosi a ogni tipo di discriminazione, giuridica e di fatto, nei loro confronti, attraverso iniziative legali e campagne di sensibilizzazione.
- Contribuire all’affermazione concreta del supremo principio costituzionale della laicità dello Stato, delle scuole pubbliche e delle istituzioni, e ottenere il riconoscimento della piena uguaglianza di fronte alla legge di tutti i cittadini indipendentemente dalle loro convinzioni filosofiche e religiose. In particolare, pretendere l’abolizione di ogni privilegio accordato, di diritto o di fatto, a qualsiasi religione, in virtù dell’uguaglianza di fronte alla legge di religioni e associazioni filosofiche non confessionali.
- Promuovere la valorizzazione sociale e culturale delle concezioni del mondo razionali e non religiose, con particolare riguardo alle filosofie atee e agnostiche.
-
TEORIE ATEE E AGNOSTICHE. La conoscenza delle numerose concezioni del mondo a impostazione atea o agnostica è decisamente carente, e attivamente impedita e avversata fin dai programmi scolastici. Si tratta, quindi, di rompere tale emarginazione, favorendo la ricerca personale e collettiva degli aderenti, da un lato, e la divulgazione e la discussione pubblica, dall’altro.
Un punto particolarmente importante, per l’aspetto filosofico, è quello dell’etica, dei principî morali, di cui le religioni pretendono di possedere il monopolio. L’osservanza di principî etici è, in realtà, un problema essenzialmente umano, relativo ai rapporti tra gli individui e le collettività. I valori etici provengono dalla coscienza individuale e quindi riguardano la libertà di scelta. Solo una posizione autonoma da ogni ipotesi teologica può garantire veramente la libertà, e quindi la responsabilità morale che questa comporta.
Nel pensiero religioso si ravvisa inoltre l’autolimitazione della ragione e l’oppressione interiore, oltre che esteriore, derivanti dal dogmatismo, dall’oscurantismo (pensiamo al concetto di peccato dei cattolici), dallo stordimento dei riti e dall’ossessività dei culti.
Gli atei e gli agnostici consapevoli non sono affatto meno morali di chi crede in qualche entità sovrannaturale. Anzi, dal momento che i loro principî sono frutto di libera adozione e convincimento, è presumibile che siano più saldi di quelli di chi si limita a prenderli già confezionati da qualche predica o da qualche libro. La ricerca del giusto/ingiusto ci appare sicuramente più etica dell’osservanza sottomessa al permesso/proibito. L’UAAR propone invece un’etica della responsabilità e del rispetto dell’altro. -
VALORI: LAICISMO, PLURALISMO, RISPETTO DELLE DIFFERENZE, COERENZA. L’UAAR rifiuta ogni strumento palese o subdolo di imposizione di qualsiasi credo e rivendica il diritto al pari rispetto effettivo, con una esplicita enunciazione di principio laddove manchi, per le scelte filosofiche di ciascuno. A questo fine si propone di ridurre al massimo l’ingerenza dello Stato in materia, consentendo alle diverse filosofie di convivere in un quadro di civile pluralismo e di rispetto reciproco.
Si assumerà in particolare il compito di denunciare le discriminazioni contro atei e agnostici, e di solidarizzare in ogni modo con chi è colpito da tali discriminazioni. Allo stesso tempo ritiene che la coerenza di comportamento degli atei e degli agnostici sia fondamentale, consapevole di proporre la ricerca di uno stile di vita alternativo a quello preconfezionato dalle religioni, anche qualora questo comporti qualche forma di imbarazzo sociale. -
LIBERTÀ DI SCELTA A FONDAMENTO DELLA DEMOCRAZIA. Un’effettiva uguaglianza di trattamento per tutte le concezioni del mondo è un elemento essenziale per il progresso democratico. Per questo l’UAAR sostiene apertamente ogni movimento che nella società persegua questi obiettivi e ritiene che nessun iscritto all’UAAR possa sostenere posizioni di tipo antidemocratico. In questo senso si intende contrastare l’autentico totalitarismo di chi si adopera per imporre per legge a tutti i cittadini i principî morali di una particolare concezione del mondo. Perciò l’associazione sostiene senza esitazione, nel quadro delle necessarie garanzie generali, le libertà di divorzio e di aborto, ritenendole un avanzamento anche sul piano etico; ritiene altresì che sia perfettamente lecito garantire per legge il diritto all’eutanasia; si batte inoltre contro ogni censura nei confronti delle scelte compiute, nei rapporti privati, tra adulti responsabili e consenzienti e contro ogni freno alla ricerca scientifica imposto dalle pressioni clericali, ancora più inaccettabile in quanto basato su interpretazione di testi ritenuti sacri.
Per quanto riguarda il problema del controllo demografico, all’UAAR compete in primo luogo di denunciare l’irresponsabile opposizione espressa al riguardo dalle religioni, che implica un concorso di colpa nel determinare le disastrose condizioni nelle quali versano interi popoli a causa della sovrappopolazione. Anche nei Paesi ricchi l’opposizione alla contraccezione è causa di maternità non desiderate e quindi incentivo all’aborto. In linea con tali posizioni l’associazione non condivide l’artificioso allarme per il calo demografico. - DIRITTI DELL’UOMO E CARTE COSTITUZIONALI. L’UAAR pur facendo proprie la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e la Costituzione della Repubblica Italiana fa notare che esse si limitano a sancire la libertà di professare la propria religione. La libertà di non credere in alcuna religione è normalmente considerata implicita. L’UAAR ritiene indispensabile che in ogni contesto legislativo in cui viene menzionata la libertà di religione (che in realtà è già sottintesa nelle libertà di pensiero, di coscienza, di parola e di associazione) si citino espressamente entrambe le scelte, cioè libertà di professare una religione o di non averne alcuna.
-
COSTITUZIONE ITALIANA. L’articolo 7 stabilisce che i rapporti fra Stato e Chiesa Cattolica sono regolati dai Patti Lateranensi e che ci vuole l’accordo delle due parti per modificarli. Tale meccanismo di revisione consensuale affida al beneplacito della controparte, cioè del Vaticano, ogni proposito revisionista e rappresenta, di fatto, una riduzione inaccettabile della sovranità del nostro Paese.
Inoltre, la Costituzione è limitata da articoli, 7 e 8, dove si affermano i diritti di una particolare religione o dove le religioni vengono citate senza alcun riferimento alle concezioni filosofiche non religiose. Tali articoli sono in contrasto con l’articolo 3 nella sua interpretazione vigente e con la legge n. 57/2005, che ha ratificato il trattato di adozione della Costituzione europea, che riconosce esplicitamente le associazioni filosofiche non confessionali.
L’UAAR non può che proporsi l’abrogazione dei suddetti articoli della Costituzione italiana. Tale obiettivo si scontra con una miriade di privilegî e di discriminazioni che incidono profondamente sulla società. Del resto se gli articoli citati non incidessero non verrebbero difesi con tanta sorda caparbietà; il loro carattere confessionale è un fattore di inquinamento permanente della democrazia italiana.
L’UAAR aderisce al testo costituzionale per quanto riguarda in particolare le istanze pacifiste (art. 11: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione alle controversie internazionali…») e denuncia il pericolo della contrapposizione di concezioni integraliste della storia e dell’utilizzo di categorie come le guerre di religione per nascondere i reali motivi dei conflitti nel mondo. Denuncia altresì l’utilizzo che viene attualmente fatto della religione per legittimare il proprio potere nonché per perpetrare sia azioni offensive contro altri popoli sia atti di terrorismo. - CHIESA CATTOLICA E POTERI DOMINANTI IN ITALIA. Non c’è dubbio che la Chiesa cattolica goda in Italia di una situazione giuridica anomala di grande privilegio. Oltre che essere ben difesa dai principî costituzionali, la religione cattolica è profondamente radicata non tanto nelle coscienze, quanto nelle Istituzioni del paese grazie ai Patti Lateranensi e al Concordato vigente. Tra le conseguenze più pesanti citiamo la tassa di religione, 8 per mille, e l’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica, IRC, e l’inserimento a pieno titolo della scuola confessionale nel sistema pubblico dell’istruzione. La denuncia unilaterale del Concordato e la lotta contro le sue conseguenze vanno promosse parallelamente all’abrogazione dell’art. 7 della Costituzione.
-
CHIESA CATTOLICA E MORALE PUBBLICA IN ITALIA. Con la giustificazione che il cattolicesimo appartiene al patrimonio storico e culturale del popolo italiano (come se allo stesso popolo non appartenessero anche le opposizioni alla Chiesa cattolica o le sofferenze da essa imposte) non ci si accontenta del Concordato. I privilegî economici, di potere e di prestigio concessi dallo Stato o da enti locali o altre amministrazioni pubbliche (ospedali, carceri, esercito…) sono innumerevoli. Si va dai contributi alla costruzione di chiese, con annessi centri sociali e campi sportivi, alle sovvenzioni a parrocchie, scuole, corsi, opere pie. Si spacciano per feste civili le feste cattoliche. Poi c’è l’ingombrante presenza di funzionari della Chiesa cattolica in tutte le istituzioni assistenziali, a tutte le inaugurazioni, e così via. Per non parlare della disseminazione di simboli (croci, altarini) in locali pubblici, crocicchi, sentieri di montagna, per lo più in barba a ogni regolamento, per non parlare della toponomastica (strade, quartieri). L’elenco sarebbe senza fine.
Tutto ciò non rende la Chiesa cattolica particolarmente seguita nei suoi insegnamenti (per esempio la proibizione di misure anticoncezionali), ma la rende estremamente sicura come detentrice di potere politico, di potere effettivo, e di quel potere subdolo che proviene dal conformismo e dal modello di cittadino confezionato dal binomio Chiesa cattolica – Partito Cattolico Trasversale. È la conseguenza di un costume governativo e amministrativo sprezzante nei confronti delle convinzioni di una quota consistente della popolazione.
Negli anni recenti le tradizionali posizioni integraliste tendono sempre più a utilizzare il cosiddetto patrimonio storico del cattolicesimo quale fattore che definisce “Identità di appartenenza”. Consapevole che integralismo chiama integralismo e che gli Stati impegnati nell’attuazione effettiva della democrazia come legittimazione umana e consapevole del Potere sono costretti, dalle vicende storiche, a far convivere pacificamente gruppi di cittadini che si ispirano a concezioni integraliste o etniche con cittadini di orientamento laico, l’UAAR considera utili a un avvicinamento progressivo dell’obiettivo democratico tutte quelle istituzioni che potranno garantire un equilibrio effettivo tra la rivendicazione dei diritti all’uguaglianza e quella dei diritti alla differenza.
In ogni caso, l’UAAR è contraria a ogni limitazione dei diritti degli individui ottenuta riconoscendo diritti e privilegi a favore delle singole comunità religiose - VELO INTEGRALE. L’UAAR è favorevole al divieto negli spazi pubblici dei veli integrali, quali il burqa o il niqab; poiché esiste già una legge, la 152/’75, che sanziona l’uso di qualsiasi oggetto o indumento che impedisca il riconoscimento delle persone, basterebbe integrarla affinché non ci siano interpretazioni discrezionali che considerino “giustificato motivo” alla sua deroga la tradizione religiosa che lo prevede. A tal fine promuove e sostiene proposte di legge che vadano in questa direzione puntualizzando la portata del divieto, che contestualmente contrastano la discriminazione di genere e favoriscono la parità e l’integrazione delle donne in una società secolarizzata.
-
ORGANIZZAZIONE. Dalle considerazioni precedenti scaturisce la necessità, per gli atei e gli agnostici razionalisti, che esista un’associazione che renda evidente la loro esistenza, che cerchi di conferire loro pari cittadinanza e pari dignità, che contribuisca a far emergere e praticare in modo aperto le concezioni del mondo atee e agnostiche, che promuova i loro valori e la libera ricerca filosofica.
È del tutto evidente, inoltre, come la nostra presenza organizzata rappresenti un argine contro gli effetti di quella vocazione totalitaria che è caratteristica di molte religioni: e in primis, nel nostro Paese, della Chiesa cattolica. L’esame dello stato in cui versa il Paese ripropone con ancora maggior forza la necessità di un forte presidio in difesa della laicità dello Stato e dei diritti degli atei e degli agnostici.
Questa consapevolezza deve stimolare alla riflessione sull’imperativo di dotarsi di una struttura organizzativa adeguata alla situazione e alle dimensioni raggiunte, ed all’autorevolezza con cui si intende perseguire gli scopi associativi. A tal fine l’UAAR ha dovuto dotarsi di strumenti condivisi volti a disciplinare la traduzione in pratica dei deliberati statutari e congressuali.
L’associazione ha dunque una struttura democratica articolata, le cui prerogative e funzionamento sono stabiliti dallo Statuto e dai Regolamenti. -
RELAZIONI INTERNAZIONALI. L’UAAR ha ora rapporti costanti con le associazioni internazionali di cui fa parte: FHE, Federation Humaniste Européenne/Federazione Umanista Europea, e IHEU, International Humanist and Ethical Union/Federazione Umanista ed Etica Internazionale. Dobbiamo cercare di rendere vicendevolmente proficue queste relazioni. L’Italia, dove ha sede la confessione religiosa più potente al mondo, è infatti un punto di vista privilegiato. Da parte nostra, la partecipazione alle assise dell’FHE e dell’IHEU è fondamentale.
L’adesione attiva alla FHE, interlocutrice riconosciuta della Commissione europea, ci permette inoltre di intervenire, insieme alle altre associazioni laiciste dei Paesi membri dell’Unione Europea, nelle discussioni riguardanti la laicità dibattute dalle istituzioni continentali. Il fatto che la maggior parte dei Paesi europei siano più avanzati di noi in tema di laicità costituisce un punto di forza su cui far leva per le nostre battaglie nazionali.