Settimana Anticoncordataria 2004

articolo da l’Unità

Da Darwin a Bruno la settimana laica
di ADELE CAMBRIA

Senza trionfalismi, quietamente, ragionevolmente, il 6 febbraio a Roma è nata la “Consulta per la Libertà di Pensiero e la Laicità delle Istituzioni”. Dopo un anno di lavori preparatori nella Sala Rossa del Campidoglio è stato siglato un patto tra Franca Cohen [sic], Assessore alla Multietnicità, e l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR): che, nei suoi materiali informativi, afferma: «Noi rispettiamo tutte le fedi, di ogni religione, ma desideriamo che le religioni rispettino la laicità dello Stato, perché sia, democraticamente, di tutti».

Non è facile essere a-religiosi (a-cattolici) in una città come Roma, la cui storia pontificia è visibilmente scolpita, più che in ogni altra Capitale d’Occidente, nel suo paesaggio urbanistico e architettonico, cupole, chiese, luoghi di svago e di piacere dei Papi (penso al Ninfeo di Villa Giulia)… Mi ricordo, a proposito, di una gran lite ideologica che mi divise da uno dei primi collettivi femministi di cui ha fatto parte, quello di “Compagna”, dove si discuteva del discorso di Togliatti alle donne italiane (il primo, 1946), in cui il leader del PCI affermava: «Non è la religione cattolica la vera causa della arretratezza delle donne italiane». Le mie amiche sostenevano che Togliatti aveva ragione, e che comunque la religione era ininfluente rispetto agli obiettivi femministi. Allora io mi limitavo ad aprire la finestra, e a indicare alle ragazze la cupola di San Pietro.

Sono passati trentaquattro anni, ed esattamente trent’anni fa il 59% degli italiani (e delle italiane) ha votato per riconfermare la legge sul divorzio, ma questo significa davvero - come diceva ieri pomeriggio nella sala dei Carroccio in Campidoglio, Sergio D’Afflitto, coordinatore della UAAR - che il 60% della popolazione italiana non è più cattolica? Io direi piuttosto che è “sciattamente cattolica” pur se la crescita delle unioni civili almeno nelle grandi città dà un segno di distacco più impegnativo tra i giovani. Ma non è questo il punto. Il punto è che «in una società multietnica, come è quella in cui già viviamo, il problema della convivenza pacifica non può essere risolto se non da uno Stato laico e da istituzioni laiche». Lo ha detto ieri nella Sala del Carroccio l’altro coordinatore dell’UAAR, Francesco Paoletti. E il Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Mannino, che sostituiva Franca Cohen [in realtà sostituiva il sindaco Veltroni, n.d.W.], ha raccontato l’episodio di un crocifisso che un consigliere capitolino aveva affisso sul suo scranno: «Gli ho chiesto di toglierlo, l’ho preso in consegna, l’ho baciato… così, istintivamente, da bambino una zia mi fece venire le bolle alle ginocchia trascinandomi per la Via Crucis per impetrare il ritorno di mio padre dalla prigionia…».

L’UAAR propone che come simbolo universale accettabile da tutti, nei luoghi pubblici, sia affissa la Carta dei Diritti dell’Uomo. E per la “Settimana Laica” che è iniziata ieri, nella data, non casuale, dell’undici febbraio, c’è un calendario di eventi: il Darwin Day, oggi alle 17, alla Libreria Feltrinelli di via del Babuino, con il fisico Carlo Bernardini e Gilberto Corbellini, docente di storia della medicina e bioetica a “La Sapienza”. Due tavole rotonde, una mattutina sulla bioetica e l’altra pomeridiana sulla legge Chirac domenica al Jolly Hotel; martedì 17 alle ore 16 a Campo de’ Fiori, commemorazione del 404esimo anniversario del rogo di Giordano Bruno e infine il 18, sempre a Campo de’ Fiori, chiusura della Settimana Anticoncordataria.