La formula pasquale del vescovo di Imola

Leggo su un quotidiano genovese che il sig. G. Fabiani, vescovo di Imola, protesta contro lo svolgimento del Gran Premio di Formula Uno nel territorio dell’Esarcato, pardon, dell’Emilia-Romagna. Prendo spunto per chiarire a tutti gli adepti della setta cattolica, spero una volta per tutte, perché esiste questo NG e perché qui qualcuno abbia una posizione critica nei confronti delle «grida» dei gerarchi vaticani.

L’obiezione che muovo al sig. Fabiani è semplice. Non sono un esperto di F.1 ma so per certo che i Gran Premi di automobilismo non si svolgono in chiesa, che i pit-stop non avvengono nella sacrestia e che non esistono chicane dietro l’altar maggiore. La celebrazione dei riti dei cattolici non è impedita in alcuna maniera da una gara automobilistica. Ancora più terra-terra, si può dire che chi vuole intervenire all’uno o all’altro evento possa farlo senza alcuna difficoltà. D’altra parte è noto che durante la domenica, giorno sacro ai cattolici, si svolgono normalmente incontri di calcio, pallacanestro e di altri sport senza che il sig. Fabiani abbia da dire qualcosa.

Perché allora quest’ansia di proibire, di limitare, di intervenire nella vita privata non solo degli adepti della sua setta ma di tutti gli appassionati di automobilismo sportivo? Non sarà mica il terrore di tutti i potenti, cioè di ritrovarsi senza seguito, di non contare più nulla, che lo spinge a simili richieste? Non sarà mica la paura di dover constatare che le chiese, nel giorno di Pasqua, saranno vuote ancora più del solito?

Avrei capito se il sig. Fabiani avesse esortato i suoi adepti a disertare l’evento sportivo, ma non è ciò che ha fatto. Che cosa sarebbe successo nel caso contrario, cioè se l’ente che organizza le gare di F.1 avesse chiesto alla Chiesa di spostare la Pasqua una settimana dopo?

Il Nostro, invece, pesta i piedi perché non vuole che si svolga il giorno 15 aprile 2001, non rendendosi conto che i tempi in cui l’equazione italiani = cattolici non è più vera da molti anni.

Basta capricci, sig. Fabiani: viva la sua fede lasciando vivere la propria vita agl’italiani; si rassegni, la Chiesa perse l’Esarcato molti anni fa. Ora si chiama Emilia-Romagna e fa parte di uno Stato moderno e non di una monarchia assoluta, un vero e proprio dinosauro sfuggito all’estinzione.

Quindi ben venga la libertà di culto ma piantiamola con queste bambinate.

Otto (messaggio postato sul newsgroup it.cultura.ateismo).