Egitto: lo scrittore ateo Salaheddin sarà imprigionato

Il cinquantaduenne scrittore egiziano, Salaheddin Mohsen, che ha promosso il razionalismo in quattro suoi libri e ha cercato di creare un’organizzazione atea in Egitto, è stato condannato a tre anni di prigione ai lavori forzati.

Salaheddin, di fronte al processo per «ateismo e blasfemia contro l’Islam» ha costruito la sua difesa sulla libertà di parola. Al processo ha dichiarato: «Ho un’opinione e l’ho espressa in questi libri».

Salaheddin è stato dapprima incriminato nel giugno del 2000. Nell’agosto del 2000 è stato condannato a sei mesi di carcere con sospensione della pena, con la motivazione che non lo si voleva trasformare in un martire. La sentenza è stata annullata in appello dall’ufficio per la ratifica delle sentenze, che dipende dalla Presidenza della Repubblica Egiziana. Dopo l’abrogazione e il nuovo processo, Salaheddin è stato condannato a tre anni di lavori forzati «per aver deriso la religione».

In Egitto, l’Islam è la religione di Stato e il 90 per cento della popolazione sono musulmani sunniti. Nei suoi libri, Salaheddin incolpa l’Islam per l’arretratezza di alcuni paesi arabi. Lo scrittore ha mantenuto le sue posizioni per tutto il processo, sostenendo di essere ateo e difendendo il proprio diritto ad esprimere opinioni senza timore di essere perseguitato.

(Rationalist International n. 64 del 4/2/2001.
Traduzione a cura di Lorenzo Lozzi Gallo.