Innovazioni e paradossi nella legalizzazione delle unioni omosessuali in Europa

di Tiziana M. Ficacci, Roma 2006

Progredendo la lotta alle discriminazioni legate all’orientamento sessuale, i matrimonî eterosessuali hanno perso il monopolio dell’inquadramento giuridico delle coppie. La strada è stata aperta dalla Danimarca nel 1989 e oggi l’Europa conta ben 12 Paesi che legalizzano unioni con diverse procedure: i Paesi del nord Europa (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia), la Germania e il Regno Unito che hanno procedure riservate a coppie omosessuali. La Francia e il Lussemburgo hanno varato unioni accessibili sia a coppie omosessuali che eterosessuali. Ugualmente i Paesi Bassi e il Belgio, senza passare però per forme particolari di unione. La Spagna ha equiparato il matrimonio omosessuale a quello eterosessuale.

La riforma spagnola, ma anche le unioni britanniche e lussemburghesi, sono troppo recenti per essere oggetto di una statistica. Di seguito si parlerà quindi dei nove Paesi per i quali una comparazione delle diverse forme di unione è possibile sia sotto l’angolazione giuridica che statistica.

Nei diversi paesi le coppie omosessuali legalizzate godono degli stessi vantaggi delle coppie eterosessuali coniugate? O la loro situazione rimane simile a quella dei conviventi non coniugati? Per rispondere a questa domanda una ricerca olandese1 ha proposto di calcolare un indice di 33 conseguenze giuridiche legate allo status di coppia: 7 nel campo dei diritti parentali (come il diritto all’adozione), 17 di tipo finanziario (come la protezione sociale estesa al partner) e 9 di tipo sociale (come il diritto al ricongiungimento familiare).

Utilizzando come riferimento i diritti e i vantaggi accordati alle coppie eterosessuali coniugate, si può misurare in quale proporzione le altre categorie di coppie si avvicinano o si allineano.

La Francia e la Germania si distaccano dagli altri paesi se si considerano i diritti e i vantaggi concessi attraverso la legislazione speciale adottata (i PACS per la Francia e i Lebenspartnerschaft per la Germania): che a oggi rappresentano rispettivamente il 55% e il 68% dei privilegî connessi ai matrimonî eterosessuali, mentre la proporzione supera l’80% negli altri Paesi, il 90% in Svezia e nei Paesi Bassi. Si può dire che i legislatori francesi e tedeschi abbiano voluto conservare lo status delle coppie omosessuali molto distante dal matrimonio, riducendolo a un mini-matrimonio. Diversa la strategia del legislatore nordeuropeo dove l’unione è un quasi-matrimonio.

Conviene agli omosessuali far legalizzare le loro unioni? La risposta è ovunque positiva ma con forti differenze nei diversi Paesi. In Svezia e nei Paesi Bassi i vantaggi ottenuti sono relativamente pochi in quanto le coppie omosessuali di fatto godono già di diritti importanti (i ¾ dei diritti concessi alle coppie sposate). In Francia invece la convivenza di fatto apre pochi diritti e, quelli raggiunti con i PACS, rimangono ben distanti (due volte meno che nei Paesi Bassi) dei vantaggi offerti dal matrimonio. I legislatori olandesi e svedesi hanno ragionato diversamente, conferendo il massimo dei diritti a tutte le coppie, sposate o no, dello stesso sesso o no.

Quanto agli altri Paesi nordeuropei più il Belgio, hanno optato per una terza filosofia, quella di una uguaglianza di diritti e di un bonus in favore delle coppie legalizzate, eterosessuali e omosessuali. Le coppie di fatto godono di diritti assai limitati.

Il numero dei matrimoni omosessuali e dei PACS varia considerevolmente da un Paese all’altro. Ad esempio nel 2004 il Belgio ha registrato da sei a otto volte più matrimoni omosessuali che non le unioni legali in Svezia2.

Molto minori all’origine del processo di legalizzazione, le unioni tra donne tendono ormai a raggiungere le unioni tra uomini o, perfino, a sorpassarle, come in Danimarca e Finlandia. L’interesse crescente delle lesbiche per la registrazione delle loro unioni attiene senza dubbio all’evoluzione del dibattito pubblico e dell’attività legislativa intorno alla questione chiave dei diritti parentali. All’inizio degli anni 2000, quattro Paesi nordeuropei più i Paesi Bassi hanno permesso l’adozione del bambino del coniuge qualunque sia la sua origine (unione precedente, inseminazione, adozione precedente il PACS).

Nei Paesi presi in esame, il matrimonio o l’unione è ormai preceduta da un periodo di convivenza, quale che sia la composizione della coppia, anche se è verosimile che le coppie omosessuali siano più propense a “vivere insieme separatamente”, cioè a conservare indirizzi diversi.

Quale probabilità hanno le coppie omosessuali di legalizzare le loro unioni rispetto alle coppie etero? Circa il 30% in Belgio, 40% in Francia, 70% nel nord Europa3. Va anche sottolineato che le unioni omosessuali si legalizzano a un’età piuttosto avanzata rispetto a quelle etero, senza notevole differenza tra quelle gay e lesbiche, ma con degli scarti di età tra i coniugi sensibilmente più importanti. Infine, i divorzi più frequenti nelle unioni omosessuali avvengono soprattutto nelle coppie femminili.

Note

  1. Kees Waaldijk. More or Less Together: Levels of Legal Consequences of Marriage, Cohabitation and Registered Partnership for Different-Sex and Same-Sex Partners. A Comparative Study of Nine European Countries. Document de travail, n.125, 2005.
  2. Patrick Festy. Légaliser les unions homosexuels en Europe, Population & Sociétés giugno 2006.
  3. eosgallupeurope.com, dati e statistiche sui matrimonî omosessuali in Europa.