Gli insegnanti e l’ora di religione

Cronaca vera

Se in una scuola media pubblica di Bologna alcuni insegnanti e, segnatamente, quelli di religione, italiano e arte, ravvisano l’esigenza di istituire come attività alternativa all’ora di religione un corso di storia delle religioni, per sopperire a loro personali carenze (difficoltà nello spiegare il medioevo, o lo spirito di Raffaello) nonché per evitare carenze culturali agli alunni (perché «la religione è cultura»!!!), ci si potrebbe chiedere quali siano le reazioni-non violente-possibili!

Sarebbe forse utile distribuire, a tali presunti insegnanti, una copia del testo costituzionale e dei Patti Lateranensi, e organizzare per loro dei corsi esemplificativi dei precisi limiti all’ingerenza della religione nella scuola pubblica, nonché delle competenze che si ritiene un professore debba avere per poter svolgere questo ruolo.

Sarebbe altresì proficuo rammentare a costoro che dietro la scelta degli alunni che non hanno optato per l’ora di religione, vi è un diritto a credere in altre religioni nonché un diritto a non credere, diritto che deve essere parimenti rispettato.

E se questi elementari concetti non passano, forse è il caso che tali presunti professori si dedichino ad altre attività o sostengano dei corsi di recupero e (in)formazione, per non danneggiare se stessi e terzi!

Flavia Santoro,
21/10/2000