Quanto sono laiche le associazioni che prendono il 5 per mille?

Si avvicina il momento di compilare la propria dichiarazione dei redditi e l’Uaar — con l’obiettivo di fornire quante più informazioni possibile per effettuare una scelta consapevole — ha pensato di offrire ai contribuenti uno strumento per giudicare il grado di laicità di 40 fra le associazioni che — insieme all’Uaar — concorrono alla ripartizione dei fondi statali messi a disposizione ogni anno sotto la voce “5 per mille” (quantificate per l’anno 2014 in 400 milioni di euro).

Un progetto — il Laicometro — che nasce per verificare se e quanto il mondo del non profit sia laico, anche se non è ovviamente tenuto a esserlo. È legittimo infatti avere finalità confessionali o clericali ed è altrettanto legittimo — pensiamo — darne notizia a tutti i potenziali interessati.

La ricerca, condotta dai soci Uaar, ha preso in considerazione cinque criteri: la neutralità dello statuto; la neutralità degli spazi; la pluralità dei convegni organizzati; la promozione o meno di atti di culto; l’attenzione per alcuni temi laici (precisamente: laicità della spesa pubblica, laicità della scuola, diritti riproduttivi, diritto di famiglia, diritti sessuali, libertà di espressione, scelte di fine vita).

A ognuna delle associazioni è stato assegnato un punteggio per ognuno dei criteri esaminati: +2 impegno concreto pubblico in direzione laica; +1 impegno al proprio interno in direzione laica; 0 neutralità; -1 impegno al proprio interno nella direzione opposta; -2 impegno concreto pubblico nella direzione opposta.

laicometro-blog

Le più laiche risultano essere ActionAid e Amnesty International (che totalizzano un totale di 4 punti); seguite da Amref, Auser, Federconsumatori e FISH (con un punteggio di 3). La meno laica in assoluto, di quelle in esame, è l’Ai.Bi. Amici dei Bambini che si occupa di abbandono minorile e che totalizza il massimo del punteggio negativo (-10): lo statuto non contiene elementi religiosi, ma l’associazione, condividendone valori e finalità, è legata alla Fondazione Ai.Bi., istituita dall’associazione di fedeli cattolici “La Pietra Scartata”, fa parte del Forum delle associazioni familiari e sul suo sito — dove si legge che scopo dell’associazione «è tentare di dare ad ogni bambino abbandonato una famiglia» — non mancano esplicite condanne delle adozioni omosessuali. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2012 Ai.Bi. ha ricevuto poco più di 160mila euro dai fondi 5 per mille.

Seguono l’Ai.Bi. a distanza ravvicinata (totalizzando entrambe -7) l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica — che nello statuto si dichiara aconfessionale ma è fermamente contraria all’eutanasia e in passato ha partecipato al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, con cui ha anche collaborato — e Ant Italia, che si occupa di assistenza socio-sanitaria domiciliare oncologica, che ha statuto neutro ma è contro l’eutanasia.

Complessivamente delle 40 associazioni monitorate 15 registrano segno negativo, altrettante segno positivo e le restanti 10 neutralità: ma il tasso di laicità globale è piuttosto basso, registrando come picco un misero +4. E infatti la somma dei dati porta segno negativo.

Nelle note relative a ogni associazione sono linkate le fonti, affinché ognuno possa valutare l’operato. La ricerca è stata condotta quasi esclusivamente in base a quanto disponibile su internet. L’Uaar è la prima a ritenerla un esperimento da perfezionare e si rende pertanto disponibile ad accogliere osservazioni e consigli sia da parte delle associazioni citate, che da parte dei nostri lettori.

Comunicato stampa Uaar

Archiviato in: Generale, UAAR

46 commenti

Diocleziano

Mi è poco chiaro il punteggio ‘zero’: se può aver senso riferito allo statuto di una associazione, nel senso che non ne parla, è invece poco chiaro per l’assenza di atti di culto che ci sono o non ci sono, quindi 1 oppure -1.
Ho fatto questi due esempi ma potrebbe valere anche per altre voci.
Comunque buona iniziativa perché non sempre (quasi mai) si capisce l’orientamento dei beneficiari.

Lorenzo Galoppini

“…Ant Italia, che si occupa di assistenza socio-sanitaria domiciliare oncologica, che ha statuto neutro ma è contro l’eutanasia.”

Buono a sapersi. Sono diversi giorni che hanno installato un banchetto per vendere uova pasquali ed altro e raccogliere fondi nell’atrio dell’ospedale di Livorno dove lavoro, e finora ero indeciso se comprar loro qualcosa o no. Ora so come comportarmi.

Francesco S.

Secondo me anche lo 0 su tutte le voci è un buon risultato, sicuramente migliore di uno zero somma di alcuni valori positivi e alcuni negativi.

Francesco S.

Se ci fosse la voce “temi contro la scienza e diffusione di falsità” la LAV prenderebbe -100, ma esula dalla scopo della scala e me lo rimangio. 😆

Francesco S.

Se ci fosse la voce “temi contro la scienza e diffusione di falsità” la LAV prenderebbe -100, ma esula dalla scopo della scala e me lo rimangio. 😆

Monsieur Bovary

Al di là di alcuni dubbi sul metodo adottato per la valutazione (già ben espressi sopra), trovo l’indagine interessante e meritevole… però c’è un “però”.
Se in alcuni ambiti (es. lotta ai tumori) il numero di associazioni è ampio, a me fa molto piacere avere gli strumenti per orientarmi verso quelle più vicine alle mie convizioni (così come fra l’altro dovrebbe far piacere a un cattolico… sia mai che dovessero sostenere “obbrobriose” e “criminali” terapie basate sulle staminali per esempio), in altri il numero di enti è molto più ridotto.
Faccio un esempio personale: per la mia tesi di laurea ho collaborato con l’associazione X (pazienti di una patologia rara, non c’è CCAR di mezzo); in questi mesi è nato un certo affiatamento, e in futuro non escludo di poter effettuare una donazione (nei limiti delle mie scarse possibilità)… ora, a me l’associazione X è sempre parsa relativamente neutra rispetto alle dimensioni da voi elencate, ma non ho avuto ancora modo di sviscerare la sua posizione su ogni singolo aspetto – nel caso di specie, ho collaborato con la responsabile del servizio di supporto psicologico dell’ente, e non è detto che le posizioni “laiche” da lei espresse siano totalmente identiche a quelle “statutarie”.
Se scoprissi una anche minima tendenza “confessionale” di tale associazione, non nego che mi troverei a un bivio: da un lato la mia volontà di non supportare “clericalate”, dall’altro il desiderio di continuare ad aiutarla, per quel che posso, anche perché i pazienti che essa rappresenta sono davvero molto bisognosi (e mi permetto di dire meritevoli) di una voce, di una maggiore attenzione sociale e scientifica alle loro esigenze e, spero, in futuro, di una cura.

parolaio

“…verificare se e quanto il mondo del non profit sia laico, anche se non è ovviamente tenuto a esserlo. È legittimo infatti avere finalità confessionali o clericali”
Mi sembra implicito l’assunto che che se un’organizzazione è ‘confessionale’ o addirittura ‘clericale’ deve avere per forza finalità confessionali o clericali.
E questo è sperimentalmente falso.

RobertoV

Affermare è una cosa, dimostrarlo un’altra.
Faccia degli esempi.
Elenchi quelle associazioni confessionali o clericali che “sperimentalmente” non hanno finalità confessionali o clericali.

gmd85

@parolaio

Ah, si? Sarà. Di sicuro è sperimentalmente vero che si condisce tutto con messe e compagnia bella.

Sandra

Ma come, parolaio, non è l’evangelizzazione il fine ultimo dell’agire cattolico? altrimenti stai confermando che anche per te è solo un trucco per non pagare l’imu…

parolaio

Mah, la prima cosa che mi viene in mente sono i servizi di ambulanze. Ce ne sono di cattolici e di laici, entrambi meritori, non mi pare che differiscano tanto fra loro.
Sulle ambulanze non si fanno recitare rosari, e nemmeno gli anziani soli in demenza senile cui i volontari vanno a pulire il sedere non sono certo in grado di ascoltare evangelizzazioni di sorta.
O anche i laici (che fanno le stesse cose, la carità non è una prerogativa cattolica) hanno fini ‘clericali’, oppure in questo caso i cattolici svolgono solamente una funzione sociale senza fini ‘clericali’.
Se poi, quando sono fra di loro, quelli della Misericordia partecipano ad una messa… è una discriminante?

Sandra

Ascoltare forse no. Ma votare…. «Abbiamo la madre generale di alcune suore a me molto devote … che aiuto nel mio piccolo, quello che posso fare, loro c’hanno su Francavilla, su Alberobello abbiamo due ricoveri di anziani e le scuole» (mons. Gioia sui voti a Lupi)

Diocleziano

pa’
Il punto da chiarire non è il singolo volontario che va a pulire il c… al vecchietto, è capire se a monte ci fanno la cresta. Il punto critico è sempre a monte, dove ci sono quelli che le mani non se le sporcano, si occupano solo di fund raising. Se fossero tutti obbligati a rendicontare al centesimo calerebbe di molto l’entusiasmo per il business del volontariato.

Sandra

Ci sarebbe anche da capire quanti di questi volontari siano suore (importate dal terzo mondo, dato che le morte di fame nostrane con la vocazione sono finite).
Che poi, parolaio, se Bergoglio dice di amare gli anziani, i vecchi dovrebbero essere accuditi dalle loro famiglie cattoliche, e le suorine potrebbero lavorare nel terzo mondo dove c’è tanto bisogno. Perché così sa un po’ di sfruttamento e di ipocrisia.

gmd85

@parolaio

Ti pare che si possano prendere le ambulanze come esempio? Il dubbio che a me viene ultimamente è dato dal fatto che anche le associazioni di stampo confessionale chiedano il 5×1000. Ohibò, è tutto l’8×1000 a che serve?

Ovvio che la messa non è una discriminante. Semplicemente, non è attinente al servizio svolto.

RobertoV

Ma se a quanto dice sono così aconfessionali e non clericali nella pratica come mai ci tengono così tanto a distinguersi dagli altri, ad avere il loro marchio ed hanno associazioni proprie?
Quello che vedo è che queste associazioni (tipo le misericordine) non si limitano a trasportare i malati o accudirli, ma fanno molte altre attività, hanno ospedali, consultori, case per anziani, si occupano di funerali e raccolta fondi per le missioni.
Nei loro statuti è sempre evidenziato che loro si occupano di diffondere il pensiero ed i valori cristiani, anzi cattolici. E regolarmente queste attività vengono utilizzate per propagandare la bontà della chiesa cattolica: ci sono tante attività umanitarie che coprono altre attività che non lo sono.

Francesco S.

@Parolaio
Non è un voto sulla validità delle associazioni, ma sulla laicità. Tra l’altro si dice giustamente che una onlus può avere finalità confessionali legittimamente. Quindi non si fasci la testa.

Giorgio Pozzo

Premesso che l’idea di base mi sembra positiva, vorrei aggiungere che personalmente ho due grossi dubbi sulla metrica. E questi due dubbi riguardano i valori 0 e 1 rispettivamente, i quali, come in tutte le metriche, andrebbero definiti con cura.
Cioè, non capisco come venga definito il valore zero (la totale assenza di un certo parametro), nè capisco come venga definito il valore dell’unità (il valore di riferimento del parametro, che va definito A PRIORI).
Lo zero dovrebbe quindi essere non “neutralità”, ma totale assenza di laicità. Notare come una totale assenza di laicità si possa avere sia abbinata a totale assenza di confessionalismo, che a forti dosi del medesimo. In altre parole, il dubbio risiede sull’ipotesi di partenza della metrica, che presuppone una assoluta opposizione tra laicità e confessionalismo ( cioè L = – C ).
Per quanto riguarda invece la scelta del valore unitario, questa andrebbe eseguita con un valore di riferimento preciso, definito appunto come unità. Dire che il valore 1 si riferisce ad un impegno al proprio interno in direzione laica non è sufficiente, in quanto si assegna un valore ad una grandezza che non viene quantificata affatto. Infatti, questo impegno al proprio interno in direzione laica può a sua volta assumere una caterva di “pesi” differenti.
Ergo, il valore di riferimento deve essere definito in qualche modo, altrimenti, poi, abbiamo che le associazioni X e Y hanno entrambe un punteggio di 5 non sarebbe affatto indicazione di un impegno analogo. Oppure, al contrario, con analogo impegno, X potrebbe prendere 5 e Y invece 47.

Francesco S.

Secondo me la neutralità è già laicità, anche se capisco che si volesse distinguere tra i laici i più laici, ma a quel punto bisognerebbe definire l’unità. Secondo me sarebbe più semplice definire un fondo scala diciamo 100 e assegnare una penalità di valore opportuno per ogni mancanza in una particolare area fino ad arrivare al livello minimo diciamo 0. Ora la penalità più semplice che si può dare è -20 essendo 5 le aree, con maggior dettaglio a ciascuna penalità si potrebbe dare un peso compreso tra 1% – 100% ad esempio stabilendo la gravità della mancanza, sempre per semplificare ragionando in maniera binaria si potrebbe distinguere tra mancanza lieve (peso 50%) a mancanza grave (peso 100%). Questo sarebbe un miglioramento della scala secondo me, senza complicare troppo le cose. In tal modo si avrebbero voti che vanno da 0 a 100 con una risoluzione 10 punti. Bisogna solo mettersi d’accordo su cosa è grave e cosa è lieve.

Francesco S.

Volendo i pesi possono essere calcolati su base di voto, ad esempio su facebook si possono fare delle vere e proprie votazioni e si può sottoporre agli iscritti della pagina di dire se ritiene la cosa una mancanza o meno, il peso sarà la percentuale di votanti trovano la cosa una mancanza. A fine anno i pesi e le penalità possono essere conteggiati.

Giorgio Pozzo

Secondo me sarebbe più semplice definire un fondo scala

Eh, ma dove lo piazzi il fondo scala? Sui valori del Ku Klux Klan, oppure su quelli dell’Opus Dei?
:mrgreen:

Engy

Francesco s,
a parte il fatto che per me e non solo per me la neutralità non esiste e non esisterà mai in nessun campo, secondo te lo statuto dell’uaar è neutrale?

Diocleziano

Engy
NON può essere neutrale essendo una corrente di pensiero che si oppone ad un’altra ritenuta falsa. Se scomparissero tutte le religioni automaticamente scomparirebbero gli atei, che a questo punto sarebbero neutrali. Praticamente la perfezione! 😆

Francesco S.

Lo legga e ci faccia sapere. In linea di principio ne possono far parte anche i credenti. No la neutralità assoluta non esiste, ma le sfugge che il tema in esame è la non aconfessionalità, quindi neutralità rispetto o un tema in particolare, quindi locale e non assoluta.

PS. mi ero riproposto di non risponderle per questo anno, siccome però la domanda mi è parsa espressa in modo non polemico ho deciso di risponderle, questa è la condicio sine qua non riceverà risposte dal sottoscritto.

gmd85

@E.n.g.y

Sei una forza. Non trovi esempio migliore dello statuto di un’associazione con scopi ben precisi? Chepeau, proprio -_-

Engy

(Ciao Diocleziano 🙂 )

Francesco s,
sì, io l’ho letto e diciamo che mi pare uno statuto nato NON ai tempi della neutralità (come è giusto che sia, aggiungo).
E, a proposito di confessioni religiose, mi risulta che a un certo punto l’uaar, che si è sempre definita aconfessionale, abbia poi chiesto/preteso a un certo punto di essere assimilata a una religione (poi non mi ricordo come andò a finire sinceramente quel ricorso, ma mi ricordo che la questione fu abbastanza controversa e che molti di “voi” non fecero salti di gioia ..)
Comunque Francesco s, senza polemica, se mi rispondi mi rispondi, se non ti va e se ti costa così tanta fatica, ignorami.

Giemmdino,
sono forte eh?
Ma io non sono tra i destinatari del cinquepermille, mentre l’uaar sì che è forte visto che ne fa parte; dunque non so, vedi tu …. !

RobertoV

Engy
All’otto per mille accede anche lo stato che non è una confessione religiosa. Basta estendere quindi alle associazioni filosofiche come si fa in Germania ed un finanziamento nato per le religioni viene modificato e reso disponibile anche per chi religione non è. Dopotutto le religioni sono associazioni filosofiche storiche. Le leggi non sono immutabili, possono essere modificate e reindirizzate nello scopo anche se l’impianto iniziale o il nome resta. In Germania le corporazioni di diritto pubblico sono equiparate alle religioni senza per questo esserlo. Certo sarebbe meglio abolirlo l’otto per mille, ma non mi pare che lo stato sia ricettivo su questo punto, mentre ci sono più possibilità nel riuscire a modificarlo. Dopotutto all’inizio era nato per la sola religione cattolica e poi è stato progressivamente esteso ad altri soggetti: quindi il buddhismo e l’ebraismo sono uguali alla chiesa cattolica? Basta fare un altro piccolo salto e ammettere anche associazioni filosofiche.
Una neutralità ed una laicità perfetta non esiste, così come non esistono un giudice o uno storico perfettamente neutrali, ma quello è il limite cui tendere e l’intorno cui muoversi. C’è una differenza notevole tra l’essere chiaramente di parte e l’esserlo il minimo possibile.
Inoltre se si deve modificare un sistema squilibrato per riequilibrarlo si deve aumentare il peso delle parti emarginate che è quello che vuole fare l’UAAR. Lei avrebbe accusato gli antifascisti di essere di parte quando si opponevano al fascismo e avrebbero dovuto essere neutrali?

Engy

Roberto V,
leggendo lo statuto di uaar e non solo quello, non credo sia molto pertinente il paragone che mi proponi tra antifascismo e fascismo, perchè è proprio l’uaar che non si pone in questa ottica, non considera la religione come il male più o meno assoluto, il fascismo come paragone appunto; semplicemente vorrebbe che la Chiesa cattolica non interferisse nelle questioni dello stato italiano e non condizionasse così pesantemente l’iter legislativo e che non godesse più di privilegi vari, fiscali ma non solo.
L’uaar ribadisce spesso di volersi proporre come alternativa alla religione, insistendo soprattutto su un atteggiamento positivo e non cupo, e non certo di volerla eliminare dalla faccia della terra insieme a tutti i suoi seguaci; nello statuto si richiama a valori alti quali ad esempio l’uguaglianza e il pluralismo, la libertà di coscienza, “il principio di pari opportunità nelle istituzioni per tutti i cittadini, senza distinzioni basate sul sesso, sull’identità di genere, sull’orientamento sessuale, sulle concezioni filosofiche o religiose, sulle opinioni politiche, sulle condizioni personali e sociali”.
Comunque questo è solo il mio punto di vista ….

Sandra

Engy,
neutralità di pensiero non equivale alla sua assenza. Forse l’errore che fai è di considerare l’uaar come la chiesa dei non credenti, perché la vedi come l’omologa dell’associazione religiosa, che accoglie solo i suoi credenti. Ma lo scopo non è il proselitismo ateo. La laicità è quello sfondo neutro con cui tutte i colori, uniformi, a strisce, a pois, non fanno a pugni, se mi permetti l’esempio cromatico.

RobertoV

Engy
D’accordo che il paragone non è propriamente corretto, ma ho citato il fascismo pensando al fatto che certi privilegi della chiesa cattolica vengono proprio da lì. Sono i privilegi ad essere il male assoluto che vanno combattuti ed eliminati, non certo i fedeli. Questo per raggiungere gli obiettivi dell’UAAR.

Massimo Maiurana

@Engy

a proposito di confessioni religiose, mi risulta che a un certo punto l’uaar, che si è sempre definita aconfessionale, abbia poi chiesto/preteso a un certo punto di essere assimilata a una religione

Perché vi vedi una contraddizione? L’Uaar ha chiesto di siglare un’intesa con lo Stato come quelle siglate con le religioni in modo da poter dare voce a quella ampia fetta di popolazione non credente. Il che significa essere equiparati alle religioni ma non significa essere considerati religione. Secondo il tuo ragionamento degli omosessuali che chiedono di avere riconosciuti gli stessi diritti degli eterosessuali si dovrebbe dire che chiedono di essere considerati essi stessi eterosessuali, il che è semplicemente assurdo 🙂

gmd85

@E.n.g.y

Comunque questo è solo il mio punto di vista …

Quindi? Giusto per ribadire che sei libera di dirlo? Sono tutti punti di vista, qui…

L’UAAR prende il 5×1000. Quindi? Non nasconde certo i suoi scopi. Ma non fa proselitismo e via dicendo. Il problema in questione sono le associazioni che non riescono neanche ad approssimarsi alla neutralità. Dai…

Engy

ciao @Maiurana,
ok, ho capito e guarda, ti dirò: comunque sia, per me avete fatto bene a fare quel ricorso, o comunque ci sta, logicamente parlando/pensando.
Volevo più che altro far notare che alcuni vostri sostenitori e simpatizzanti, insieme ovviamente ai vostri oppositori e denigratori, avevano all’epoca fatto alcuni salti sulla sedia.
Poi caro Massimo, mi sa che anche te fai paragoni un po’ strampalati …. 🙂
Ciao @Roberto V,
ok, ho capito e hai perfettamente ragione.
Ciao @Sandra,
ok, ho capito, però, se il tema è il proselitismo, non mi pare – e sottolineo il dubbio – che l’uaar ne sia completamente esente: vedi ad esempio la faccendo del Dio con la D cancellata che all’epoca fece un po’ discutere.
D’altra parte, quando si fa uno statuto, quando si dichiara di porsi come alternativa rispetto ad altri e si propongono i propri valori in alternativa appunto, già lì si fanno proseliti credo, perchè il tentativo di convincere chi pensa cose diverse c’è ….. e non vedo perchè non ci debba essere: sarò zuccona, ma non la capisco questa ricerca spasmodica (e vana secondo me) di una neutralità che, tra l’altro, renderebbe il mondo privo di passionalità, noiosissimo.

Sandra

“se il tema è il proselitismo, non mi pare – e sottolineo il dubbio – che l’uaar ne sia completamente esente: vedi ad esempio la faccendo del Dio con la D cancellata”

Visto che l’ateo è descritto da certe personcine come un senza valori pessimista infelice che si tormenta perché la vita finisce ecc., il poster dice tranquilli che stiamo benone! Se poi i credenti stanno benone con l’idea di andare in paradiso, buon per loro. Basta che l’idea del dopo di uno non condizioni la realtà dell’adesso per l’altro.

Engy

certo Sandra, della serie vivi e lascia vivere e concedi il rispetto che pretendi per te stesso, anche nel confronto.
Comunque ciò che dici mi pare confermi la mia idea e cioè che visto che la contrapposizione è inevitabile e ci vede gli uni contro gli altri, a volte anche tra aderenti alla stessa “parrocchia”, in maniera più omeno civile dialogante e curiosa, allora, ancora una volta dico che non può esistere la neutralità e conseguentemente per me non esiste l’assenza totale di proselitismo, nè da una parte nè dall’altra.

RobertoV

Engy
Lo stato democratico è neutrale rispetto ai partiti, ma questo non significa che i partiti debbano essere tutti uguali e che tutti debbano pensare nello stesso modo e non vi debba essere il confronto, altrimenti saremmo in una dittatura.
Non mi pare che manchi la passionalità e che sia noioso il confronto tra i partiti, mentre lo sarebbe se vi fosse il partito unico, ma a questo punto lo stato non sarebbe neutrale.
Neutralità non vuol dire pensare tutti allo stesso modo, ma pari diritti e regole.
Visto che il paragone coi diritti degli omosessuali non le piace (era venuto in mente anche a me), si può far riferimento ai diritti delle donne: lo stato deve essere neutrale tra uomini e donne, dando a tutti le stesse opportunità, ma questo non significa che le donne siano uomini e che non vi siano differenze.

Sandra

“concedi il rispetto che pretendi per te stesso, anche nel confronto.”

E chi al contrario, in Italia, chiede la censura, anche nel confronto?

gmd85

@E.n.g.y

La D cancellata fece discutere coloro che vedono mancanza di rispetto non appena si dice “a”. Bigotti e fanatici, che a te piacciano i termini o meno. Strano che una convinta sostenitrice della libertà di parola come te non se ne accorga. Non vorrai darmi conferma, visto che secondo me il tuo concetto di libertà di parola è fortemente modulabile…
Comunque, il proselitismo è pratica esclusivamente religiosa.
http://en.wikipedia.org/wiki/Proselytism
Non mi sembra che ci siano massicce campagne di deconversione -_-

Engy

Sandra, a volte hai un tono recriminatorio che non capisco: stavo facendo discorsi generali e non ho alcun interesse a difendere censori della più diversa natura, anzi detesto i censori e i moralisti, dunque la tua domanda, in questo contesto, cade nel vuoto.
Roberto V,
sei più convincente degli altri, il paragone con gli omosessuali non è che non mi piaccia, non lo trovo appropriato, mentre quello che fai tu sì.
In ogni caso uno stato democratico è uno stato che si contrappone a uno stato autoritario, e ancora una volta non vedo neutralità, ma una precisa scelta.
Scusami, sarò testona, e a volte mi incaponisco sull’uso delle parole e forse mi perdo in un bicchiere d’acqua e mi sbaglio ….. Chissà se vorranno dire la loro sulla neutralità anche Benjamin, Giorgio Pozzo e Bruno Gualerzi (e chi altri lo vorrà fare)?

Engy

Roberto V,
per caso non è che “state” confondendo il concetto di “neutralità” con quello di “imparzialità”?

gmd85

@E.n.g.y

anzi detesto i censori e i moralisti

Detto da quella che si oppone a certe tematiche per principio, senza argomentare, ha ben poca credibilità.

per caso non è che “state” confondendo il concetto di “neutralità” con quello di “imparzialità”?

Ma se sono sinonimi…

Engy

gmd,
vedi caro, ti comporti come i bigotti dell’altra parrocchia che recriminano verso gli atei descrivendoli come perduti.
La “D” tolta da “Dio” fece discutere chi fece discutere, o vuoi togliere la libertà di parola ai bigotti?
Poi anche tu sconfini, esuli, non stai al discorso, polemizzi inutilmente.
Detto questo, a proposito di neutralità e imparzialità, la linea di demarcazione è senza dubbio sottile, sfumata, qualche volta ambigua, ed è vero che spesso i due concetti sono legati, ma rimangono principi diversi: la neutralità non giudica, l’imparzialità invece lo fa, ovviamente sulla base di valori e regole condivisi.

Carlo M

Grande UAAR. Come al solito – e lo dico da cattolico praticante – propone argomenti interessanti che mettono in gioco non tanto le certezze granitiche (so’ granitiche!) ma il modo di vedere e interpretare le cose. Detto questo, l’iniziativa mi sembra lodevole, la sua applicazione mi sembra ancora acerba.
Le ragioni sopra addotte spiegano il perché di questa immaturità, e speriamo che il laicometro cresca in affidabilità.
Ma c’è un’altro problema di fondo sul quale metto in guardia sia gli ideatori, sia i fruitori.
C’è chi è contrario all’eutanasia (non per ragioni religiose) ed è laico. C’è chi è favorevole all’aborto (contro l’opinione delle sue gerarchie ecclesiastiche) ed è cattolico.
La questione, quindi, è complessa. Il Laicometro dovrebbe farsi carico di questa complessità.
Non facile, certo.
C

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