Il Consiglio di Stato: l’UAAR è legittimata ad agire, ma la visita pastorale è “culturale”

Nell’ottobre di tre anni fa il vescovo di Padova Antonio Mattiazzo programmò un ciclo di visite pastorali in alcune scuole della sua diocesi. L’UAAR diffidò i dirigenti scolastici dall’accondiscendere alla richiesta, ma inutilmente: l’associazione presentò pertanto ricorso al TAR del Veneto. Il Tribunale amministrativo lo dichiarò incredibilmente inammissibile, “per carenza di legittimazione attiva dell’associazione ricorrente”: sostenne in pratica che l’UAAR, benché sia un’associazione di promozione sociale riconosciuta dal ministero, non può far valere le prerogative legali che la legge sulle associazioni promozione sociale le riconosce.
Non c’era alcun precedente di questo tipo. Il TAR condannò inoltre l’UAAR al pagamento della cifra esorbitante di 6.000 euro: anche in questo caso difettavano i precedenti. A parere dell’associazione la sentenza era già scritta: due dei tre membri del collegio erano infatti già stati protagonisti della sentenza 1110/2005, quella che definì il crocifisso “simbolo della laicità dello Stato”. Sì, proprio la sentenza poi bocciata dalla Corte di Strasburgo.
L’UAAR ha presentato ricorso al Consiglio di Stato, che si è espresso nei giorni scorsi con una decisione agrodolce. Secondo il Consiglio, la sentenza del TAR del Veneto è “meritevole di censura”: l’UAAR possiede infatti “la capacità, ai sensi dell’art. 27 della legge citata, di promuovere azioni giurisdizionali a tutela dell’interesse dell’associazione, e quindi di “ricorrere in sede di giurisdizione amministrativa per l’annullamento di atti illegittimi lesivi degli interessi collettivi relativi alle finalità” generali perseguite dall’associazione”.
Secondo il Consiglio, però, “non può riconoscersi un effetto discriminatorio nei confronti dei non appartenenti alla religione cattolica, dal momento che, indipendentemente dalla qualificazione contenuta nel codex iuris canonici, sottolineata dai ricorrenti e che ha invece valore limitato all’ordinamento al quale si riferisce, la visita programmata non può essere definita attività di culto, né diretta alla cura delle anime secondo la definizione contenuta nell’art. 16 legge n. 222 del 1985, ma assume piuttosto il valore di testimonianza culturale, tesa a evidenziare i contenuti della religione cattolica sotto il profilo della opportuna conoscenza, così come sarebbe nel caso di audizione di un esponente di un diverso credo religioso o spirituale”.
Il Consiglio ha altresì deciso che le spese siano compensate tra le parti.
L’UAAR saluta con soddisfazione la parte di sentenza che la legittima ad agire per la tutela degli interessi collettivi degli atei e degli agnostici. Non può tuttavia che rammaricarsi per il fatto che sia stata ritenuta legittima una visita pastorale che, secondo quanto sostenuto dallo stesso Consiglio di Stato nel 2004, è “complemento necessario del culto e suo naturale prolungamento”. Lo stesso vicariato di Teolo aveva definito la visita pastorale come “una delle forme, ma tutta particolare, con cui il Vescovo … mantiene i contatti personali con il clero e con gli altri membri del Popolo di Dio, per conoscerli e dirigerli, esortarli alla fede e alla vita cristina, nonché per vedere con i propri occhi nella loro concreta efficienza, e quindi valutarli, le strutture e gli strumenti destinati al servizio pastorale”: concetti che non ci sembrano avere a che fare con la cultura, ma piuttosto con il culto. In un certo senso, il Consiglio di Stato ha “secolarizzato” la visita pastorale, derubricandola a mero incontro culturale: una posizione in linea con chi difende la liceità della presenza del crocifisso nelle aule in quanto “arredo scolastico”. Da questo punto di vista, la sentenza non dovrebbe piacere nemmeno alle gerarchie ecclesiastiche.
L’UAAR non intende comunque considerare chiusa la vicenda: se vi sarà la possibilità di portarla alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo lo farà. E’ del resto la ragion d’essere dell’associazione stessa.

Raffaele Carcano – segretario UAAR

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70 commenti

Rothko61

Le corti italiane non ci daranno mai soddisfazione e si rende puntualmente necessario confidare sugli organismi giurisdizionali europei.
E più l’Europa bacchetta la chiesa, più l’Italietta la protegge.
Così come è successo per i crocifissi nelle aule, quando all’indomani della sentenza di Strasburgo i crocifissi spuntarono dappertutto, se il Consiglio di Stato avesse accolto il nostro ricorso, già mi immagino centinaia di istituti scolastici pronti ad invitare i vescovi per una visita pastorale.
Tutti i pecoroni vogliono un pastore…

c.j.

il nostro pianeta è popolato da furbi ipocriti, e da stupidi ignoranti.

I primi raggirano i secondi, i secondi si fanno raggirare dai primi.

Per fortuna c’è anche una (piccola) minoranza, una terza parte, costituita dagli atei.

E’ un cerchio, un ciclo, i furbi ipocriti rincorrono gli stupidi ignoranti per ingannarli, gli atei rincorrono i furbi ipocriti per schiaffargli in faccia la loro ipocrisia e le loro menzogne, e gli stupidi ignoranti rincorrono gli atei per proteggere i furbi ipocriti… la ruota gira… e poi gira…

Spinoza

Purtroppo, la studidità colpisce tutti, anche gli atei, anche se ovviamente non è questo il caso, anzi.

c.j.

…insomma in poche parole il Consiglio di Stato si è espresso con tale dichiarazione:

“Blah blah blah e poi blah blah blah, non ce ne frega niente di nulla, l’Italia è cattolica, kakki vostri, qui si fa cosi’ punto e basta. Fine della storia, saluti… ciao…”

Il mio consiglio è di provare con la GIUSTIZIA EUROPEA, e non con la giustizia italiana.

Sarebbe bello se la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo desse ragione all’Uaar…

Giorgio Villella

Si può ricorrere alla giustizia europea SOLO dopo che siano stati fatti tutti i gradi di giudizio della giustizia nazionale.
E’ per questo che solo dopo molti anni arrivano le sentenze europee.
Fra uno/due anni ne arriva un’altra per noi, sull’intesa.
Potremo anche ricorrere alla corte europea per questa sentenza che e’ quella definitiva per quanto riguarda l’Italia.

Riccardo

“Blah blah blah e poi blah blah blah, non ce ne frega niente di nulla, l’Italia è cattolica, kakki vostri, qui si fa cosi’ punto e basta. Fine della storia, saluti… ciao…”

“ciao” LOL AH AH AH

Sandro

Avevo un vago ricordo di questo video ma non sapevo che fosse questo l’episodio in questione. Grazie per il memo!

Andrea

A me pare che sia follia pretendere di vietare l’ingresso nelle scuole ad un cittadino italiano perché religioso.

Non si tratta di limitazione della libertà di espressione?

Raffaele Carcano

Dipende cosa ci fa. Sarebbe follia pretendere di vietare l’ingresso nelle scuole a Berlusconi, per esempio: ma se ci andasse a fare pubblicità elettorale, tu saresti d’accordo?

Giorgio Villella

La follia consiste nel fatto che in Italia SOLO il vescovo ha diritto automatico di accesso alle scuole statali; per le altre religioni è molto difficile, per noi e’ praticamente impossibile.

Il vescovo di Padova fa scrivere dal suo segretario ai presidi una lettere che dice all’incirca: Il tale giorno, alla tal ora, sua eminenza verra’ nella sua scuola per la consueta visita pastorale.

Subito dopo io scrissi a 5 scuole statali chiedendo (NON avvisando che sarei andato) di poter andare nelle loro acuole a parlare del principio supremo di laicita’ sancito dalla costituzione, con raccomdata con ricevuta di ritorno. Nessuna scuola mi rispose.

Ulv

Bravo Giorgio! Dalla tua risposta emerge chiaramente come l’efficacia del diritto non possa valutarsi su basi astratte, ma debba essere misurata con il metro della realtà. Tirando le somme dalla tua esperienza, direi che è impossibile sostenere che in Italia vige parità di trattamento tra le visioni religiose del mondo, e tra quelle religiose e quelle non religiose. Queste non valutazioni pienamente giuridiche che il Consiglio di Stato non dovrebbe poter rifiutare di prendere in considerazione.

Magar, bieco illuminista,

Suppongo però che i sostenitori della tesi “visita pastorale = testimonianza culturale” avrebbero buon gioco nel dire che la scuola è libera di accettare solo quelle testimonianze che ritenga culturalmente rilevanti, così come è libera di organizzare un cineforum su Antonioni e Fellini senza dover dare “par condicio” a Vanzina e Neri Parenti…

Ho l’impressione che il punto su cui battere sia il carattere unilaterale dell’incontro con il vescovo, e l’assenza di un approfondimento tematico che tenga conto della pluralità di punti di vista.
Insomma, ci sarà pur qualche norma che vieta di spacciare per “testimonianza culturale” l’ingresso di agit-prop di partito nelle scuole, e lo stesso dovrebbe valere per ideologie religiose anziché di partito…

Hellspirit

beh, visto che è un palese tentativo di fare proselitismo, direi proprio di no. In una società veramente laica sono gli studenti che, se lo vogliono e se sono interessati, scelgono di andare a catechismo… non il contrario.

Colapesce

Basta! Io voglio entrare nelle chiese la domenica e interrompere le messe per arringare dal pulpito i fedeli sulla necessità di non permettere la celebrazione di messe nelle scuole pubbliche durante l’orario delle lezioni. E se mi impediranno di farlo, io protesterò e griderò alla limitazione della mia libertà di espressione, perché sono battezzato e perciò ho il diritto di dire e fare in chiesa quello che mi pare.
è follia questa?

#Aldo#

No, non è follia. Mi rattristo nel doverti comunicare che è un reato. Se non mi credi, dedicherò il tempo necessario a cercare per te l’articolo preciso per segnalartelo.

Colapesce

Naturalmente stavo scherzando, volevo solo rispondere per le rime ad Andrea qui sopra.

Ciccio

dipende che ci va a fare sto vescovo nelle scuole. Se vuole andare a far proselitismo deve starsene fuori.

Colapesce

Basta! Io voglio entrare in nelle chiese la domenica e interrompere le messe per arringare dal pulpito i fedeli sulla necessità di non permettere la celebrazione di messe nelle scuole pubbliche durante l’orario delle lezioni. E se mi impediranno di farlo, io protesterò e griderò alla limitazione della mia libertà di espressione, perché sono battezzato e perciò ho il diritto di dire e fare in chiesa quello che mi pare.
è follia questa?

Rothko61

Non lo fare. Chiameranno i carabinieri, che ti porteranno in caserma e ti denunceranno per qualche reato, che qualche avvocato cercherà di smontare; ma qualche pm chiederà il rinvio a giudizio, che qualche gip decreterà.
E per i benpensanti della tua città, la tua non sarà una battaglia per la laicità ma il gesto inconsulto di un esaltato, comunista, gay, secolarista, massone, mandato da satana in persona.
A volte le iniziative dei singoli possono fare danni alla nostra causa. Meglio andarci coi piedi di piombo.

POPPER

quoto Rothko61, agiamo ragionevolmente insieme ai nostri amici Uarrini che decidono azioni legali comuni come responsabili dell’Associazione. Da soli e in maniera inconsulta siamo una voce nel deserto e legalmente deboli, indifendibili se si arriva a gesti estremi.

Colapesce

Naturalmente scherzavo, volevo solo evidenziare l’asimmetria che esiste tra loro che possono fare quello che vogliono dove vogliono e tutti gli altri che invece no.

Stefano Grassino

Mai gesti estremi. Lavorare in silenzio e fare come i castori: rodi oggi e rodi domani ed alla fine l’albero dai grandi rami dove sono seduti tutti i gonnelloni………..

Sal

Perché non organizzare una “visita pastorale” di componenti di altra religione o laici di natura scientifica evoluzionistica o simili ? Che possano visitare tutte le scuole d’Italia ?

E’ dura combattere i serpenti, specialmente quando sono in tanti annidati in molte fenditure e crepacci.

Roberto Grendene

Vediamo il bicchiere mezzo pieno: il TAR del Veneto, allestito per l’occorrenza con un collegio di provato clericalismo, non solo aveva negato un diritto garantito alla nostra associazione, ma ci aveva somministrato una “punizione esemplare”. 6.000 euro erano infatti un gran brutto colpo al nostro bilancio di anno fa.
Questi due soprusi sono stati spazzati via.

Il bicchiere mezzo vuoto e’ l’equiparazione del momento di culto rappresentato dalla visita pastorale (nella quale il pastore è il vescovo e le pecore sono gli studenti) ad un presunto neutro incontro culturale.
Ci aspettiamo che le scuole che ospiteranno questi “incontri culturali” diano sempre spazio anche ad altri incontri culturali con rappresentati dell’Uaar (e di confessioni religiose di minoranza).
Viceversa sarà propaganda a senso unico.

Paul Manoni

Domanda.
Sarebbe plausibile organizzare un “incontro culturale sull’ateismo” nella stessa scuola, giusto?…Perche’ non attrezzarsi in tal senso, proprio a segiuto di questa sentenza?? 😉

andrea pessarelli

“ma assume piuttosto il valore di testimonianza culturale, tesa a evidenziare i contenuti della religione cattolica sotto il profilo della opportuna conoscenza”
ma non c’è già l’ora di religione per questo?

andrea pessarelli

scusa l’ho postato qui x errore 😉
ora lo metto + sotto

SkepticRebel

In teoria potrebbe essere un incontro culturale … se tali incontri prevedessero una certa pluralità di vedute … che so … anche una visita dell’UAAR! LOL
In realtà chiamano sempre e solo i cattolici … che è la cosa meno sensata perché la maggioranza degli studenti sarà probabilmente di famiglia cattolica quindi già conosce questa realtà mentre la scuola dovrebbe spingere ad esplorare ciò che non si conosce.
Cmq bene che ci sia la legittimità ad agire (… e vorrei anche vedere: l’altra sentenza rasentava l’assurdo ed il sopruso).

Francesco Porcari

Plaudo sensa se e senza ma alla iniziativa di portare la questione presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, dato che Consiglio di Stato ed altri Istituti
Italiani troppo spesso premettono i diritti del dio cattolico a quelli dell’ Uomo.

Colgo l’occasione per ribadire un fatto che alla associazione sarà ben noto;
E’ la presenza della Chiesa nelle scuole, (insegnamento, riti, simboli, fesserie su Gesù bambini o adulto, vergine madre, …) che NON è un fatto culturale, ma
fottutissima propaganda teistica specializzata nel padre loro che stà nei cieli.

E’ l’indicatore sociale irrefutabile che dichiara l’Italia stato teocratico dove a
tutti, volenti e nolenti, tocca mantenere un branco di lavativi, spesso addobbati da pagliacci, che per loro interesse plagiano i pargoli fin dall’ asilo, e fermiamoci qui.
Le nostre scuole (pardon le scuole d’Italia) se non sono madrasse poco ci manca.

Prima o poi bisognerà cominciare a far qualcosa per buttarli fuori dalle scuole, almeno dall’asilo, quella dove fanno più danni.

luca t.

Purtroppo il Consiglio di Stato, dopo la sentenza con la quale definì il crocifisso “un simbolo di laicità” per legittimarne l’esposizione nelle aule della scuola pubblica, ha perso molta credibilità.

POPPER

Ancora una volta, la giustizia in Italia è bipartisan, ma in senso ambiguo, anche se sono contento che l’UAAR sia stata legittimamente confermata dal Consiglio di Stato, il quale, tuttavia, deve ancora avere le idee chiare su dove inizia la visita culturale di un vescovo e dove essa finisce in promozione cultualistica e discriminante, anche eversiva, oserei dire, nel voler che ci sia da parte dei cristiani cattolici una specie di obiezione di coscienza verso tutte le leggi dello stato che non contemplino le disposizioni catechetiche della ccar.

Don Mario Pieracci e altri come lui, dovrebbero leggersdi questo riconoscimento del Consiglio di Stato verso l’UAAR e leggerselo più volte anche ad alta voce nella trasmissisone l’Italia in diretta, ben scandito, purtroppo però questi catto-talebani opportunisti ed eversivi leggeranno solo la seconda parte inerente al diritto del vescovo di informare (pro culto) i cristiani sul come comportarsi cristianamente.

Ecco cosa certi don Pieracci leggerebbero più volentieri

“Secondo il Consiglio, però, “non può riconoscersi un effetto discriminatorio nei confronti dei non appartenenti alla religione cattolica, dal momento che, indipendentemente dalla qualificazione contenuta nel codex iuris canonici, sottolineata dai ricorrenti e che ha invece valore limitato all’ordinamento al quale si riferisce, la visita programmata non può essere definita attività di culto, né diretta alla cura delle anime secondo la definizione contenuta nell’art. 16 legge n. 222 del 1985, ma assume piuttosto il valore di testimonianza culturale, tesa a evidenziare i contenuti della religione cattolica sotto il profilo della opportuna conoscenza, così come sarebbe nel caso di audizione di un esponente di un diverso credo religioso o spirituale”.

Tuttavia, questo sminuirebbe il valore religioso cattolico della visita del vescovo per equipararlo ambiguamente ad una promozione culturale, che inizia magari con una visita e finisce con un sermone contro l’aborto, l’omosessualità, le coppie di fatto, ecc…ec…e magari più o meno valatamente contro l’UAAR. Eh no! Il Consiglio d Stato prenda atto chele visite di un vescovo non vengono mai per parlare onestamente e lealmente verso lo Stato Italiano, i cui valori democratici non sono appoggiati dalla ccar, anzi, continuamente attaccati come anticristiani.

Godverdomme

Una visita pastorale non e’ da considerarsi attivita’ di culto? Mah…

Kaworu

se non altro questo troll è sintetico e si limita a fare una scatarrata e poi eclissarsi.

diegopig

Personalmente vedo contro-producente tentare di vietare le visite delle figure religiose nelle scuole.
Vedo più efficace il principio dell’open forum americano, in cui per legge se una scuola ammette l’uso degli edifici ad un gruppo è obbligata a concedere, alle stesse condizioni, gli stessi edifici ad altri gruppi.

Ricordo un caso in cui la comunità cristiana si battè strenuamente per il diritto di usare la newsletter cartacea edita dalla scuola per veicolare inviti ad eventi religiosi.
Ci fu una causa che fu vinta (giustamente, secondo me) dalla comunità cristiana.

Il bello, però, viene adesso. A causa di questo principio, la scuola fu obbligata a consentire l’uso della newsletter anche a gruppi pagani ed agnostici.
Cosa che avvenne e che fece infuriare la comunità cristiana, portando al divieto dell’uso della newsletter per qualsiasi attività non scolastica.

Concludo linkando un blog ch forse è già conosciuto e tratta molto spesso di questo tipo di casi:

http://scienceblogs.com/dispatches/

Cordiali Saluti,
DiegoPig

Roberto Grendene

mi sembra una buona strategia: in sostanza deve essere vietato l’orientamento delle coscienze, ma lasciare aperta la strada dello sviluppo dello spirito critico attraverso l’ascolto di piu’ voci

E questo soprattutto in tenera età

Una visita pastorale alle superiori e’ decisamente un’altra cosa rispetto ad una alle elementari

POPPER

ed è tutt’altro che culturale a mio avviso, Caro Roberto, in entrambi i casi, anzi, in ogni caso in cui un vescovo (parassita mangiapane a tradimento) si impone all’attenzione delle nuove generazioni, eh si, perchè la posizione psico-sessuale paternalista della ccar è quella del “missionario” verso tutti i propri sudditi e sugli altri che vorrebbe evangelizzare.

Roberto Grendene

@ POPPER

e’ chiaro che di culturale ha ben poco: di culto di tratta, e di indottrinamento.

Ma finche’ non ci sara’ un pronunciamento che ristabilisca un livello minimo di laicità (e possono passare anni) che facciamo?

Pretendere un contraddittorio se entrano esponenti religiosi, predentere le stesse possibilità di accesso per tutte le concezioni del mondo, mi sembra il minimo.

A loro sbrogliare la matassa se chiederanno di entrare anche i pastafariani.
A loro sbrogliare la matassa se, per limitare gli accessi, proporranno delle “soglie di sbarramento”: potrebbe rimanere esclusa le religione ebraica…

andrea pessarelli

“ma assume piuttosto il valore di testimonianza culturale, tesa a evidenziare i contenuti della religione cattolica sotto il profilo della opportuna conoscenza”
ma non c’è già l’ora di religione per questo?

Alessio Mameli

Per me va bene, basta che però sia invitata anche l’UAAR a fare una sua visita, per propagandare l’ateismo. Oppure solo la Chiesa può fare propaganda?

libero

E propagandare anche l’agnosticismo e il razionalismo, così si amplia la possibilità di acquisire consensi.

POPPER

Beh il caso di Brescia, di Zogno e di altre realtà comunali leghiste parlano chiaro, solo la loro cultura cattolica ha sempre la meglio sulla Costituzione e sulle sentenze CEDU di cui si beffano anche in sede giuridica, salvo poi dover riconoscere i porpri errori di interpretazione della Costituzione, ma la sentenza del Consiglio di Stato è stata ancora indulgente a mio avviso con loro, doveva essere più marcatamente superpartes ed equanime anche verso altre relatà non cattoiche.

Flavio

Mi sembra che in sostanza il consiglio di stato dica “i religiosi fanno visite culturali, ma i vescovi sono piu’ culturali degli altri”?

Stefano Grassino

Io a questo punto batterei due strade: la C.E.D.U. e la richiesta di entrare pure noi, come A.P.S. dentro una scuola visto che l’UAAR possiede “la capacità, ai sensi dell’art. 27 della legge citata, di promuovere azioni giurisdizionali a tutela dell’interesse dell’associazione, e quindi di “ricorrere in sede di giurisdizione amministrativa per l’annullamento di atti illegittimi lesivi degli interessi collettivi relativi alle finalità” generali perseguite dall’associazione”.
Potremo, parlo da incompetente, far valere questa sentenza del consiglio di stato per aprire una breccia?

Stefano Grassino

Cara Rosa, non è vincere una guerra che conta. Il nemico poi si ricompone e contrattacca con nuove alleanze e si rifà, pure con gli interessi. L’importante sono le piccole e mezze vittorie, quelle che ogni volta ci danno coraggio e ci fanno conoscere, un pò alla volta, lentamente ma inesorabilmente. Questa è una di quelle. Rinsaldare le fila e marciare, marciare, marciare…………..

POPPER

infatti la guerra contro le violazioni dei diritti umani non è una sola battaglia, l’UAAR si muove bene, coraggiosamente ma nella legalità e non mi illudo che la laicità dello stato sia presa a cuore dalla lega, dal Pd come è oggi, loro sono quelli che avversano la laicità dello stato e tendono a piegarla agli interessi ecclesiali cattolici in modo discriminante verso tante altre realtà sociali.

POPPER

un OT per ridere un po’ se volete…

Berlusconi dopo il summit sul nucleare a Washington finisce sul marciapiede e vi resta per un ora circa in attesa della macchina; indispettito voleva andare al’hotel a piedi ma anche questo non è stato possibilie per il no della sicurezza a lui assegnata.

Non è una barzelletta e la cosa mi è anche piaciuta moltissimo: il premiere voleva battere anche a Washington, e come protettore aveva i Man in Black che gli sussurravano ridendo: Ehi papi, qui non sei a Roma, te devi star zitto.

Tommaso B.

Sarebbe interessante conoscere la reazione di tutte le parti interessate, se, sulla scorta della sentenza, a fare giri di propaganda per le scuole fossero Imam Mussulmani
o Rabbini Ebrei, impegnati a “far conoscere” il loro credo religoso !!!!

POPPER

è chiaro a tutti noi che il Consiglio di Stato ha errato nell’intepretazione giuridica che ha attribuito alla visita del vescovo un carattere di informazione culturale, era ovvio che il vescovo non era al di sopra delle parti in fatto culturale, anzi, spesso e volentieri discrimina tra laici e laicisti, tra atei e atei devoti, tra catechesi e informazione sulle religioni, tra quel che per lui è male, cioè le leggi civili, e quel che per lui è bene, cioè indottrinamento pressante e osessivo, oltre che eversivo nei confronti dei diritti umani.

Se questa è l’evoluzione della specie giuridica in Italia, abbiamo ancora molto tempo perchè riescano a caminare in forma eretta e a testa alta davanti alla ccar.

almno queste parole del Consiglio di Stato sono inequvocabili:
l’UAAR possiede infatti “la capacità, ai sensi dell’art. 27 della legge citata, di promuovere azioni giurisdizionali a tutela dell’interesse dell’associazione, e quindi di “ricorrere in sede di giurisdizione amministrativa per l’annullamento di atti illegittimi lesivi degli interessi collettivi relativi alle finalità” generali perseguite dall’associazione”.

antoniotre82

Le uniche speranze di progresso civile e liberale per l’Italia sono da ricercare nelle sedi comunitarie. Non molliamo, il riconoscimento pieno ed effettivo dei diritti dell’uomo non è mai stato facile da ottenere…ma una volta ottenuto…che gaudio per tutti! E’ triste che queste cause debba portarle avanti un’associazione e non un organo di uno Stato che si definisce falsamente “laico”, ma questo allo stesso tempo ci deve rendere orgogliosi, operosi, instancabili, fiduciosi, speranzosi.

Paul Manoni

Scusate l’OT…
Questo lo avete letto?…E’ stato segnalato ieri sera su “Radio Radicale”, nella trasmissione, “Radio carcere”. Pare che la massima autorità italiana dei cappellani, che svolgono servizio nelle carceri, si si lamentato del satanismo, della stregoneria e delle sedute spiritiche all’interno delle prigioni italiane.
Io lo segnalo…
http://iltempo.ilsole24ore.com/roma/cronaca_locale/roma/2010/04/11/1147055-voglia_satana_dietro_sbarre.shtml

Dalila

“Il Consiglio di Stato: l’UAAR è legittimata ad agire, ma la visita pastorale è “culturale”.

Un modo assai parac***o di aggirare l’ostacolo. Tipico, no?

Giovanni Bosticco

Un vescovo vuole fare una “visita pastorale” agli allievi.
Pensiamo al contrario.
Un preside vuole fare una “visita didattica” ai fedeli in
chiesa. Sarebbe preso per pazzo.
Ed allora, è sensata la prima frase che ho detto?

Crudo Goriziano

1) PRIMA COSA: “la sentenza del TAR del Veneto è “meritevole di censura”: l’UAAR possiede infatti “la capacità, ai sensi dell’art. 27 della legge citata, di promuovere azioni giurisdizionali a tutela dell’interesse dell’associazione, e quindi di “ricorrere in sede di giurisdizione amministrativa per l’annullamento di atti illegittimi lesivi degli interessi collettivi relativi alle finalità” generali perseguite dall’associazione”.
Ciò è molto positivo. Poteva darsi per scontato ma non lo era affatto. perciò buona giurisprudenza torna utile sul suolo italico. A tal proposito, e per conseguenza ed ogni effetto di legge, si vada al CEDU!

2) SECONDA COSA: “la visita programmata….ma assume piuttosto il valore di testimonianza culturale, tesa a evidenziare i contenuti della religione cattolica sotto il profilo della opportuna conoscenza, così come sarebbe nel caso di audizione di un esponente di un diverso credo religioso o spirituale”.
Bene bene. Allora si organizzi, rivendicandolo anche per l’UAAR (in fondo offre risposte, le sue, alle problematiche in materia “spirituale” e religiosa), “visite programmate” con “valore di testimonianza culurale” anche per esponenti delle altre confessioni: Islam, ebrei, valdesi, buddhisti, testimoni di Geova ecc. sul perchè essi NON SONO CATTOLICI richiedendo ai diirgenti scolastici di fornire le stesse cure che hanno garantito all’emissario “culurale” del Vaticano.

Ivano

Secondo me è giusto organizzare una serie di richieste alle scuole per incontri culturali sull’ateismo, come Uaar. Qualcuna risponderà pure, e in caso di esito negativo si potrebbe fare ricorso al TAR sulla base di questa sentenza. Poi voglio vedere come la girano la frittata….

Roberto Grendene

In passato abbiamo fatto alcuni di questi incontri in scuole superiori, dove magari erano le assemblee studendesche a organizzare.

Hanno sempre fatto in modo che ci fossero anche preti o esponenti cattolici
Il che va benissimo: purtroppo il vescovo-pastore in visita pastorale a bambini di 6-10 anni e’ lasciato libero aggirarsi tra le “pecore”…

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