La Chiesa anglicana rischia di spaccarsi per l’aumento di gay in Canada

La Chiesa anglicana canadese ha espresso ufficialmente sgomento dopo il voto di una congregazione che vuole staccarsi dalla Chiesa nazionale per il problema dell’omosessualità.
St John’s Shaughnessy, parrocchia di Vancouver, ha annunciato la sua decisione di lasciare la Chiesa canadese per seguire la Chiesa anglicana conservatrice del Sud America, che si oppone al matrimonio tra gay.
La crepa sulle unioni omosessuali e sul clero gay ha minacciato di spaccare la Chiesa anglicana, che ha 400 anni, a livello internazionale, infossando una minoranza liberale, tra cui alcuni capi in Canada e Stati Uniti, contro una maggioranza conservatitrice, per la maggior parte da Africa, Asia e America Latina.
“Esprimiamo rammarico per la decisione di qualsiasi persona di lasciare la nostra Chiesa” ha scritto Dean Elliot, commissario della diocesi del New Westminster, in British Columbia, in una dichiarazione in cui avvertiva che il voto di mercoledi potrebbe portare anche ad una battaglia legale per le proprietà della chiesa. […]

Fonte: Al Nord del Mondo

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5 commenti

Ivo Mezzena

gli ipocriti che cacciano gli ancor più ipocriti… forse hanno ragione?

paolo malberti

questa drammatica notizia
questa notte non mi farà chiudere occhio

rossotoscano

tutti contro o pro all’omosessualità e poi… in fondo in fondo si pensa alle proprietà… vedo che anche gli anglicani hanno appreso le buone maniere politiche del vaticano…

OF

il titolo é discutibile. Forse vi é stato un aumento tra coloro che si dichiarano omosessuali o dei matrimoni tra omosessuali.

lacrime e sangue

Questo genere di notizie dovrebbe spaventare: i gay sono visti come un nemico, un “diverso”, un anormale, che non va socialmente accettato in nessun caso.
Le prese di posizione del clero contro i gay è l’anticamera dei loro pestaggi, poi sempre seguiti dagli omicidi, naturalmente benedetti da dio.
Forse però saranno più moderni: si limiteranno a imporne il ricovero negli ospedali psichiatrici al fine di “riprogrammarli” verso una sessualità voluta da dio

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